08 dicembre 2023

Commenti spam che SEMBRANO pubblicati dal pannello di Blogger

Oggi ho verificato per l'ennesima volta che questo blog ha problemi di indicizzazione, e per l'ennesima volta mi sono rammaricato del fatto che gli esperti di SEO a quanto pare non sanno o non vogliono lavorare per chi ha un blog ospitato su Blogger. Va bene Wordpress, va bene Joomla, va bene Drupal, va bene tutto, ma di Blogger non ne vogliono sapere. D'altra parte è usato solo da circa 800.000 blogger italiani (con blog attivi, non parcheggiati e abbandonati).

Occasione del mio ennesimo rammarico sono stati i complimenti di un lettore che in un commento si augurava di leggere presto altri miei articoli. Come al solito per approvare il commento ho cliccato sull'apposito link ricevuto via email, ma poi sono anche andato nel pannello di Blogger per cancellare un mio commento contenente un errore prima di pubblicarne la versione corretta. Lì mi sono accorto che c'erano vari commenti in attesa di approvazione; si trattava di commenti multipli di utenti che a loro tempo avevano interpretato la non immediata pubblicazione come un malfunzionamento, dunque commenti da cancellare. Avvicinando il mouse alle icone di approvazione e cestinamento, appariva anche l'icona con punto esclamativo, da cliccare se si vuole segnalare alla piattaforma che quel commento costituisce spam.

Dunque? Qual è il punto?

Il punto è che la possibilità di approvare o segnalare come spam un commento esiste quando il commento è sospeso, in attesa di moderazione. Non quando è già pubblicato (quando è già pubblicato c'è solo l'icona del cestino, per la cancellazione). E molti commenti spam, PUR NON COMPARENDO SOTTO GLI ARTICOLI DEI MIEI POST, DAL PANNELLO DI BLOGGER RISULTANO PUBBLICATI, non in attesa di moderazione.

Tipo pubblicati, ma invisibili.

Forse il crawler di Google, a differenza degli umani che visitano i vari articoli (me compreso) li vede, e dice "Questo è un blog pieno di spam, quindi lo penalizzo pesantemente".

Rimane per me un mistero il fatto che questi commenti spam figurino, nel pannello Blogger, come pubblicati. Segno che Blogger ha una qualche vulnerabilità che in una certa misura consente agli spammer abbastanza esperti di bypassare il filtro di moderazione, pur senza ottenere visibilità sul web.

A breve conto di concludere la cancellazione di questa sacchettata di spazzatura, che ho iniziato oggi, e si vedrà se sarà servito a far riappacificare questo blog col motore di ricerca appartenente alla sua stessa compagnia.

AGGIORNAMENTO 10 dicembre 2023: ecco, ho eliminato tutti i commenti spam contenuti nella sezione del pannello Blogger dedicata ai commenti pubblicati (e che però non erano pubblicati). Che noia. Ho dovuto farlo manualmente, e Blogger non mette dei checkbox che si possono spuntare per poi cliccare su "Elimina": bisogna cliccare "Elimina" per ogni commenti, al che la pagina si aggiorna e tocca scrollare di nuovo per tornare al punto della lista commenti a cui si era rimasti. E insomma ho fatto sto lavoro, e fra qualche giorno controllo se il pannello è di nuovo infestato dagli spammer oppure no. E fra un paio di settimane ricontrollo se gli articoli deindicizzati vengono ancora disdegnati da Google o no.

AGGIORNAMENTO 21 DICEMBRE 2023: dopo 11 giorni ho visionato l'intera sezione dedicata ai comment1i pubblicati (e "pseudo-pubblicati", vedi su) constatando che nessun commento spam è stato qui aggiunto.
La cattiva notizia è che ieri ho ricevuto l'ennesima email dal Google Search Console Team, che mi dice che "Search Console ha rilevato che non viene eseguita l'indicizzazione di parte delle tue pagine sul tuo sito a causa del seguente nuovo motivo: Non trovata (404)". Ho cliccato sul link contenuto nell'email accedendo al report di indicizzazione e notando così che molte pagine non sono indicizzate per vari motivi, che però non comprendo. Prossimamente tenterò di trabiccolare per risolvere il problema (abbastanza a tentoni, dato che non sono esperto di sta cosa).

01 novembre 2023

KmPlayer, app che legge audio con estensione "OPUS"

Ce ne accorgiamo più che altro quando facciamo un download dallo smartphone al computer: i messaggi audio inviati con Whatsapp sono file con estensione OPUS.

Con quale software per PC possono essere letti? Con KMPlayer.

Trattasi di un lettore multimediale che legge tantissimi formati famosi e meno famosi, sia video che audio. È anche in grado di visualizzare i video di Youtube e scaricarli.

Ma la funzione per il quale ho conosciuto questo programma è la lettura dei file .OPUS, che trovo particolarmente comoda, specialmente se abbiamo lo abbiamo associato a questa estensione (per far ciò, dopo l'installazione dell'app, basta cliccare col tasto destro sul file da leggere, scegliere "Apri con", poi mettere la spunta su "Usa sempre questa app per aprire i file .OPUS", poi "Altre app", poi "Scegli un'altra app", poi cercare e selezionare il file KMPlayer64.exe e premere "Apri").

Se KMPlayer è impostato come programma predefinito per aprire i file OPUS, facendo doppio clic su uno di questi file si aprirà il programma e ne riprodurrà l'audio, e una volta terminata la riproduzione verrà automaticamente aperto il file successivo della stessa cartella in ordine alfabetico, poi il successivo ancora, etc.

KMPlayer è scaricabile gratuitamente da

https://www.kmplayer.com/

31 ottobre 2023

Tagliare un file audio in parti uguali con Weeny Free Audio Cutter

Ho avuto bisogno, in passato, di suddividere un lunghissimo file audio in file più brevi. Questo perché l'allora mia autoradio faceva talvolta dei capricci, e ritornava a leggere il file dall'inizio (specialmente alla riaccensione dell'automobile) e io per tornare al punto in cui ero rimasto dovevo stare col dito sul tasto "fast farward" per minuti e minuti. Una grossa noia, tanto più che accadeva abbastanza spesso. Altre volte lo stesso problema accadeva perché volevo andare avanti veloce, il che si fa tenendo premuto a lungo il suddetto tasto, ma a causa di un sobbalzo la pressione sul tasto risultava di brevissima durata, e quando si preme per breve durata quel tasto l'autoradio interpreta il comando come "Passa alla traccia successiva", dunque dovevo tornare a quella precedente e trovare noiosamente il punto.

Pensavo che un po' meno noiosa sarebbe stata la ricerca se al posto del lunghissimo file audio ci fossero stati dei piccoli file: in questo caso potevo fare dei salti di 5 minuti (o di quanto durava il piccolo file) con brevi pressioni, raggiungendo più velocemente il punto a cui ero rimasto (bastava che subito prima dello spegnimento dell'auto memorizzassi il numero di traccia che stava venendo riprodotta).

Necessitavo, dunque di un semplice software a cui fosse possibile dare un comando del tipo "Suddividi questo lungo file mp3 in file più piccoli, ognuno dei quali deve durare X minuti (tranne il file dinale, che avrà le dimensioni pari al resto della divisione)".

Ebbene un software che, fra l'altro, assolve anche a questo compito esiste, e si chiama Free  Audo Cutter.

Come dice il nome è gratuito.

È scaricabile dal sito di Weeny, la sua casa produttrice: https://www.weenysoft.com/

Nel momento in cui scrivo questo blogpost non è immediato trovare il link per il download sul sito, dato che si trova nella sezione "Video Software".

Per selezionare il file da tagliuzzare occorre:

- premere sulal lente di ingrandimento che si trova alla destra della casella "Source file", poi cercare il file, selezionarlo e cliccare "Apri"

- Cliccare sul tasto "Add"

- Cliccare sul tasto "Segment"

- Lasciando selezionato "by Segments count", sulla destra indicare il numero di file risultanti che vogliamo e premere OK

- Premere in basso a destra "Cut now!".

I file di dimensioni ridotte saranno così creati nella cartella indicata alla voce "Target folder".

Il programma ha anche altre funzioni, usufruire delle quali è abbastanza intuitivo. Una di queste è proprio il contrario dell'operazione su descritta, cioè unire più audio in un file unico.

Nella pagina di download c'è scritto (in inglese):

Il nostro software non contiene alcun programma o plug-in di terze parti. Non si connette nemmeno a un server per scaricare programmi o plug-in di terze parti. Il nostro software non contiene alcun adware, spyware o malware. Alcuni software antivirus potrebbero segnalare il nostro software come virus, ma si tratta di un "falso positivo".

La purezza unita alla gratuità di un software è una bella cosa. Dunque se troverai questo programma particolarmente utile potresti donare al suo autore 5 dollari, come suggerito nella stessa pagina.

Sul sito www.weenysoft.com si trovano altri software gratuiti, fra cui Free Video Cutter, che fa la stessa cosa con i video (io però non l'ho provato).

30 ottobre 2023

Impedire a VLC di aprirsi da sé all'accensione dell'autoradio Bluetooth

Può darsi che dopo l'installazione di VLC nello smartphone si presenti un problema: smartphone con Bluetooth attivato, accendi l'automobile e quindi l'autoradio e quest'ultima, se come fonte ha selezionato "Bluetooth", fa partire dallo smartphone la riproduzione dei file audio creati con l'app "Registratore vocale".

Ma chi gliel'ha chiesto? L'app prima di accendere l'autoradio era anche spenta. E l'app VLC non era aperta. Eppure si apre automaticamente con l'accensione dell'autoradio.

Ecco come risolvere:

- vai nelle impostazioni del telefono

- tocca "Applicazioni"

- tocca "VLC"

- tocca "Autorizzazioni"

- disattiva l'autorizzazione di "Memoria".

Ma che c'entra "memoria" con...

Non lo so. Sta di fatto che la suddetta procedura è risolutiva.

29 ottobre 2023

La violenza a parole è sempre meno grave di quella fisica?

Sia la violenza fisica che la violenza a parole possono avere una gravità minima, dando come conseguenza nessun fastidio o un piccolo fastidio, avere una gravità massima, provocando cioè grande dolore o morte (es. una coltellata nel primo caso e la riuscita istigazione al suicidio nel secondo caso), con le varie vie di mezzo.

Alla domanda posta a bruciapelo "È più grave la violenza fisica o quella a parole?" la persona media su due piedi risponde senza esitare che è più grave quella fisica.

Il motivo risiede nel fatto che di solito, sentendo nominare la violenza fisica solitamente la prima immagine che viene in mente è una violenza grave e ingiustificata, mentre pensando alla violenza a parole si immagina un semplice ed isolato sproloquio, magari risultato di una perdonabile esagerazione.
La mente dà le prime e veloci risposte per stereotipi: se si chiede a una persona di immaginare un cane e un gatto quasi sicuramente il cane verrà immaginato più grande del gatto, anche se in realtà non è sempre così.

La nostra mente razionale sa invece che alla domanda "È più grande un cane o un gatto?" la risposta giusta è "Dipende"; alla domanda "Corre più velocemente un 65enne o un 20enne?" la risposta giusta è "Dipende".
Se poi alle suddette domande aggiungiamo la parola "mediamente", allora le risposte corrette saranno le stesse che la nostra mente dà per prime: "Il cane" e "Un 20enne". Ma la parola "mediamente" nel mio quesito iniziale non era presente.

Ciò puntualizzato, la persona interrogata sui due tipi di violenza potrebbe correggersi e dire "Dipende". Ma spesso non è così. Ed è questa la parte che ritengo particolarmente interessante di questo tema. Molti sostengono che no, non dipende: la violenza fisica è più grave di quella a parole in tutti i casi, senza se e senza ma. Perché?

Questi, secondo me, i motivi:

- La violenza a parole ha talvolta conseguenze nulle o lievi o auto-risolutive in poco tempo, ed inoltre è sottostimata in quanto spesso le persone, anche se ferite profondamente dalle parole di qualcuno, non vogliono ammetterlo, per non mostrarsi deboli o perché vogliono dimenticare il fatto prima possibile.

- Se sommiamo gli eventi ed i danni, vediamo che la violenza fisica ha fatto e fa molto più danno. Considerando il periodo che va dalla preistoria a qualche anno fa, sicuramente ha provocato più danno la violenza fisica rispetto a quella verbale; in più, questo non ha mai smesso di valere per luoghi magari lontani da dove viviamo noi, ma di cui abbiamo notizia grazie ai mass media, vedi ad esempio le guerre presenti in molti luoghi del mondo.
Ecco che la maggior gravità della violenza fisica è un'idea che si è fissata in un immaginario collettivo millenario, dunque difficilmente sradicabile in pochi decenni.

- Come tipicamente accade per le idee grossolane, il fissaggio di questa idea è rafforzato dal bisogno di trovare delle regole facili da applicare e che consentano di emettere un giudizio senza bisogno di ragionare, approfondendo meno possibile: se non ho tempo né voglia di indagare su chi abbia ragione e chi torto fra quei miei due figlioli, o scolari, o dipendenti, etc, mi viene in soccorso la comoda linea di demarcazione comunemente accettata, secondo cui chi ha alzato le mani per primo ha torto indipendentemente da cosa l'altro abbia detto, indipendentemente da quanto e in che modo abbia diffamato, indipendentemente dalla lunghezza del periodo in cui ha vessato l'altro, etc., e anche indipendentemente dall'entità della violenza fisica o presunta tale, che può anche essere costituita da una innocua spinta su una spalla.

- Il fatto che quella linea di demarcazione sia comunemente accettata contribuisce alla conservazione di quell'idea, perché fornisce delle semplici quanto obbligate istruzioni alle persone investite del compito di giudicare (giudici dei tribunali, genitori, insegnanti, responsabili aziendali che a loro volta devono rispondere del loro operato ai loro superiori, etc). Difficilmente si scardina un modo di agire semplice e al tempo stesso obbligatorio.

Sulla scriteriata idea "la violenza fisica è sempre più grave di quella verbale", accettata a scatola chiusa, talvolta possiamo in realtà osservare il triste sigillo dell'accettazione a malincuore. Cioè una sorta di auto-censura del proprio sentire in favore di una valutazione utopisticamente opinabile ma in pratica inevitabile e dunque in fin dei conti da considerare giusta: "Sono contento che tu abbia menato quel collega stronzo, che se l'era palesemente cercata, ma era ovvio che il datore di lavoro ti desse fermamente torto marcio, come altro avrebbe dovuto agire?"
È una domanda retorica, ma rispondo lo stesso: secondo me avrebbe dovuto impegnarsi con ogni mezzo per minimizzare le conseguenze negative subite dall'aggressore fisico e massimizzare quelle subite da chi ha aggredito a parole, se quest'ultimo davvero se l'è cercata.

Un'argomentazione a favore della maggior gravità della violenza fisica potrebbe essere la seguente:

"Quando si tratta di violenza a parole le due persone in conflitto sono ad armi pari, mentre quando si tratta di violenza fisica vince il più forte anche se ha torto"

Si tratta di un'argomentazione fallace: in un diverbio non è detto che i due siano ad armi pari. Può darsi che uno dei due sia più loquace, o goda di maggior simpatia presso gli astanti, o abbia una voce più forte (magari perché sta parlando a un microfono), o in una chat abbia tecnicamente la possibilità di zittire la vittima continuando a sparlarne, e dunque riesca a far del male all'interlocutore prevalendo su di lui ed umiliandolo indipendentemente dal fatto di avere ragione o torto.

Quindi?

Quindi alla domanda "È più grave la violenza fisica o quella a parole?"

la mia risposta è Dipende.

Do questa risposta attingendo alla mia etica, ma non solo.

Anche secondo la legge è così. Infatti può essere comminata una pena minima a una persona che commette una violenza fisica, se si tratta di una violenza lievissima o con importanti attenuanti, o se addirittura è classificata come violenza fisica solo per motivi formali, e può essere comminata una pena importante per una violenza verbale se il giudice ritiene che questa abbia avuto come conseguenza un grande patimento o addirittura il suicidio.

Come sempre il concetto è facilmente comprensibile grazie ad esempi estremi, ma questi dovrebbero anche essere uno spunto per capire che più in generale la valutazione è bene sia fatta sobriamente, caso per caso, e soprattutto valutando non solo l'atto, ma le sue conseguenze sul destinatario, che può essere più o meno in grado di sopportare un colpo, o più o meno in grado di reagire a parole violente.

04 ottobre 2023

Eliminare tutta la coda di stampa in Windows 10

In Windows (almeno il 10) solitamente per eliminare un elemento contenuto nella coda di stampa si fa doppio clic sull'icona che rappresenta la stampante in basso a destra dello schermo, aprendo così la finestra che contiene la lista degli elementi, dopo di che si clicca col tasto destro su quello da cancellare e poi si sceglie "Annulla".

Purtroppo questo metodo non sempre funziona. Ecco due modi per risolvere il problema annullando tutti gli elementi nella coda di stampa.

1)
  • Apri come amministratore il prompt dei comandi
  • Nella finestra del prompt dei comandi dai i seguenti comandi:

net stop spooler

del /q /f /s "%systemroot%\System32\Spool\Printers\*.*"

net start spooler 

2)

  • Apri il Blocco Note e incolla i suddetti comandi
  • Salva il file con estensione BAT
  • Clicca sul file così creato col tasto destro e scegli "Esegui come amministratore"

...dopo di che se in futuro si presenterà lo stesso problema potrai utilizzare in questo modo lo stesso file BAT.

26 luglio 2023

Fatti subito un'identità SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) !

Lo SPID (Sistema Pubblico di Identità digitale) è un sistema informatico che ti consente di autenticarti per effettuare l'accesso al tuo account di vari siti istituzionali senza che tu debba eseguire una registrazione per ognuno di essi. Lo stesso vale per alcuni siti di aziende private aderenti a questo sistema.

Non solo avere un'identità digitale consente di eseguire alcune pratiche risparmiando tempo, ma in alcuni casi è proprio obbligatorio averla. Lo è ad esempio per un tentativo di conciliazione stragiudiziale con un'azienda di telecomunicazioni (tentativo che a sua volta  per un consumatore è obbligatorio prima di andare eventualmente in causa contro un'azienda del genere).

E immagino che con l'andar del tempo sarà indispensabile per un numero crescente di operazioni.

...Operazioni di cui magari in questo momento non hai bisogno, ma di cui potresti aver bisogno in futuro. Quindi, per non ridurti all'ultimo momento, se non l'hai già fatto ti consiglio di farti al più presto un'identità SPID.

Ci sono vari Identity Provider convenzionati che forniscono la SPID. Alcuni la forniscono gratuitamente. Io ad esempio mi sono rivolto a Sielte e non ho dovuto pagare nulla.

Ogni Internet Provider ha le sue modalità di creazione dell'account, che è sempre facile e guidata passo-passo sui rispettivi siti. In generale, nel momento della registrazione, eseguibile dal proprio computer colegato a Internet, devi essere munito di:

- documento di identità
- codice fiscale
- smartphone
- indirizzo email
- permesso di soggiorno, se sei un extracomunitario.

La creazione dell'identità digitale è un po' macchinosa, ma una volta fatta il suo uso è semplice. Alla fine della registrazione hai:

- uno username
- una password
- una domanda segreta per il recupero della password
- un codice di sicurezza per l'app dello smartphone
- codici di sblocco, revoca e sospensione (per revocare o sospendere il servizio).

Quando usi l'identità digitale per una pratica devi usare i tuoi username e la password e devi avere con te lo smartphone per usare l'apposita app di autenticazione.

11 maggio 2023

Strumenti online per viaggi low cost

Ecco alcuni strumenti online per viaggiare a basso costo che ho conosciuto grazie alla newsletter di Couchsurfing.

Rome2Rio
Pianificatore di viaggio che consente di visualizzare tutti i modi per raggiungere due (o più) luoghi. Ad esempio, puoi scrivere da Parigi a Budapest e ti dirà come arrivarci con aereo, treno, autobus, auto o una combinazione di questi metodi. Mostrerà anche il costo e il tempo stimato di viaggio.

The Man in Seat 61
Sito che tratta ogni aspetto del trasporto ferroviario in Europa. È gestito da un uomo che ha una profonda passione per i viaggi in treno. Se hai una domanda sui viaggi in treno, questo è il sito che fa per te.

World Nomads
Assicurazione di viaggio più popolare per i viaggiatori low budget. L'ho utilizzata per il mio primo viaggio in Europa e riceve recensioni positive da molti altri viaggiatori. Non copre solo i problemi di salute, tutela anche contro le cancellazioni di viaggio, furto, assicurazione auto e alcune altre cose. Iscriversi è facile e veloce.

Expert vagabond
Ottimi consigli sui lavori che permettono di viaggiare. Dall'attività di barman alla fotografia, dal commercio al lavoro stagionale o per una compagnia aerea, ci sono tantissime professioni che permettono uno stile di vita in viaggio.

Momondo
Motore di ricerca per i biglietti aerei che molte persone non conoscono. Spesso si trova qui il biglietto col prezzo più basso, specialmente per voli internazionali europei.

03 maggio 2023

"La donna va trattata come una principessa"

Secondo la stessa legge di mercato che induce i gestori delle discoteche a non far pagare l'ingresso alle femmine, si è diffusa negli ultimi secoli la buffa convinzione che ogni donna dev'essere trattata da un uomo come una principessa. Perché? Semplicemente perché lo vuole.
Immaginatevi come verrebbe considerata una persona che parimenti, non per scherzo, ma sul serio, sostenesse che una donna deve fare X all'uomo semplicemente perché lui lo vuole (mettendo qualsiasi cosa al posto di X, senza limitazioni, perché "lui lo vuole" dovrebbe essere una giustificazione sufficiente in ogni caso).

Fortunatamente non tutte le donne sostengono una scemenza del genere.
Ma visto che ne rimane ancora qualcuna, ho deciso di immaginarla qui davanti a me e darle la seguente spiegazione.

Se un uomo non ti tratta come una principessa e ti stai chiedendo perché, te lo spiego io, è stra-semplice:
 
Non sei una principessa. Sorpresa. Bubusettete.
Arrrcamiseria.
Mondaccio schifoso.
 
Fra l'altro ciò che dà alla principessa il diritto di essere trattata come una principessa è il diritto di nascita. Nessun merito. Quindi se vuoi essere trattata come una principessa significa che vuoi ricevere qualcosa che non meriti.

Merita solo di essere riportata alla realtà una donna capricciosa, modo corretto per descrivere una tipa "desiderosa di essere trattate come principessa". Merita invece stima una donna nata in una famiglia reale, quindi una vera principessa, che non crede di essere nata più importante di un qualunque altro essere umano.

14 aprile 2023

Perché gli adulti nascondono la sessualità ai bimbi

In una puntata di Melog, programma di Radio 24 dell'ottimo Enrico Nicoletti, un ospite raccontò una cosa che seppe quando abitava a Washington e andava all'università. Passava di fianco a un grande istituto di istruzione per sordomuti. All'epoca si metteva la protesi cocleare per persone nate sorde, e quindi c'erano figli di sordomuti che potevano iniziare ad ascoltare e parlare bene. Chi si opponeva a questo erano i genitori, perché vedevano i figli uscire dalla loro comunità di sordomuti.

Secondo me un meccanismo del tutto analogo è nella testa dei genitori che vogliono tenere lontani i figli dall'argomento sessualità: temono che i figli escano dalla loro comunità di persone che si imbarazzano a parlarne. Tutti, anche i più ignoranti, sanno che la salute psichica di un bambino non viene minimamente messa a repentaglio per la conoscenza della natura propria e degli altri individui.

Forse sono troppo ottimista, ma mi pare che tutti, anche i più ignoranti, sappiano che l'educazione sessuale per un bambino impartita da un genitore o da un insegnante è l'unica alternativa al fatto che questa educazione venga data da persone a caso, con buona probabilità in maniera distorta.

Quindi, a dispetto del comune sottinteso di comodo, il problema non è mai la salute psichica del bimbo. Il problema è l'imbarazzo del genitore.

E l'origine di questo imbarazzo qual è? L'origine di questo imbarazzo sta nel semplice fatto che i figli potrebbero parlare di sessualità in presenza di superbigotti che di conseguenza potrebbero pensare "Che cattivi genitori! Hanno permesso che il loro figlio imparasse cose che potrebbero danneggiare la sua salute psichica!". Come ho detto sopra questi ipotetici superbigotti, persone più ignoranti delle più ignoranti in realtà non esistono più. Ciò nonostante, più o meno inconsciamente, tanti genitori ne temono il giudizio, dunque lo spauracchio è duro a morire. Oppure sono io troppo ottimista, ed esistono persone che dentro di loro penserebbero così. Sta di fatto che in tal caso la loro opinione dovrebbe contare zero anziché dettare il ritmo dell'educazione dei bambini.

11 aprile 2023

Nelle scuole pubbliche non si fanno dire preghiere agli alunni

Pochi giorni fa è stata sospesa un'insegnante per aver fatto recitare la preghiera "Padre nostro" ai suoi alunni.

Significa che il direttore scolastico è anti-cristiano? No. Significa che l'insegnante ha violato la laicità della scuola pubblica (che già viene violata abbastanza dalla presenza del crocifisso, presente in tutte le aule).

Una commentatrice su Facebook ha paragonato l'evento della preghiera ai festeggiamenti di Halloween, non centrando il punto. C'è una differenza fondamentale.

Far dire le preghiere significa dedicare del tempo a far sì che gli alunni parlino con un dio che non necessariamente esiste. Quindi si tratta di un lavoro potenzialmente inutile, per il quale non è plausibile vengano spesi soldi pubblici. Inoltre interferisce nel percorso interiore e spirituale del bambino. Il percorso che aiuta un bambino a migliorare la propria vita potrebbe corrispondere a un avvicinamento o a un consolidamento della fede cattolica, oppure avventista, oppure musulmana, o all'ateismo umanistico. È un percorso su cui la maestra non deve interferire minimamente.

Invece festeggiare Halloween, che ormai è una ricorrenza senza riferimenti religiosi, significa far divertire i bambini, stimolare la loro creatività con le maschere, far vivere loro un momento di cultura folkloristica che è diventata anche italiana.

Riporto di seguito l'ottimo post dell'autore della pagina Facebook "Dio", che con l'occasione racconta ciò che l'ha portato a fare satira religiosa online, oltre a commentare il fatto su menzionato.

30 marzo 2023

Come contattare il servizio clienti Amazon

Per risparmiare risorse umane Amazon si è impegnata molto a crare un sito e un sistema automatizzato che più possibile consenta ai naviganti di trovare le risposte ai loro quesiti senza che un operatore debba intervenire.

Allo stesso scopo ha imboscato ben bene i link su cui cliccare per poter parlare al telefono o in chat o per inviare un'email al servizio clienti.

Dunque, fermo restando che è sempre bene rispettare il tempo degli operatori cercando inizialmente di cercare la soluzione a un problema sul sito, ti indico ciò che devi fare se, avendo fallito ogni tentativo, necessiti di assistenza umana.

- Effettua il login

- Clicca in alto a destra su "Account e liste"

- Clicca su "Contattaci"

- Clicca sull'articolo che hai acquistato per il quale vuoi assistenza; se la tua richiesta di assistenza non è relativa a nessun articolo che hai acquistato, clicca su uno a caso

- Clicca su "Reso o Sostituzione"

- Clicca su "Altro"

- Clicca su "Ho ancora bisogno di aiuto" 

- Scegli come comunicare con l'assistenza Amazon


27 marzo 2023

No, quel video delle due bambine sole non spiega il razzismo

Poco fa ho visto su Facebook un filmato registrato in Brasile con annessa la scritta (traduco dal portoghese come potrebbe fare qualunque italiano, dato che qui le due lingue si somigliano molto) "Come spiegare il razzismo strutturale in 30 secondi? Basta guardare questo video".

Ho cercato lo stesso video su Youtube, ed ho trovato la versione completa, commentata dal suo creatore Elcio Coronato:


Non conosco il portoghese e quindi non posso commentare ciò che hanno detto Elcio e le persone che ha intervistato. Mi limito a rispondere alla frase che ho tradotto sopra.

Credo che il messaggio di quel post su FB sia "In questo video si vede come a nessuno importi nulla della bambina marrone, mentre a molti importa della bambina rosa, e questo dimostra un diffuso razzismo".

So che in Brasile il razzismo è diffusissimo. Me l'ha spiegato un'amica brasiliana, e perciò quel video non mi stupisce. Conferma ciò che sapevo già. Se invece non lo sapessi, quel video non mi direbbe molto, e spiego perché.

Se dalle sembianze della bambina siamo persuasi che appartenga probabilmente alla nostra cultura, siamo portati a pensare che i suoi genitori si comportino in maniera simile a noi; sappiamo che nella nostra cultura è inusuale che una bambina così piccola sia sola, e quindi ci viene in mente che potrebbe essere in difficoltà, e pensiamo che probabilmente aiutandola a ritrovare i suoi genitori saremo ringraziati. Se dalle sembianze della bambina siamo persuasi che appartenga a una cultura diversa dalla nostra, siamo portati ad associare questa diversità al fatto che quella situazione sia inconsueta PER NOI e non necessariamente per persone diverse da noi; accettiamo più facilmente che magari per persone diverse da noi quella situazione sia per qualche motivo normale, e magari abbiamo anche paura che intervenire possa figurare come una ingerenza in un mondo a noi sconosciuto, ingerenza che potrebbe essere tutt'altro che apprezzata.

Se qui in Italia vedo un piccolo bambino da solo fuori, tendo ad avvicinarmi e a capire se è in difficoltà. Se mi pare un bambino ROM, da un lato vorrei fare lo stesso, ma dall'altro ho paura che se mi avvicino da un momento all'altro spunti un suo parente che mi intima di farmi gli affari miei.

Del resto non stiamo parlando di una situazione di emergenza: nel video nessuna delle due bambine piange o chiede aiuto. Stanno semplicemente lì con aria indifferente. Se la candid camera avesse messo a confronto due bambine che piangono o che chiedono aiuto per il fatto di essersi perse allora l’eventuale diversità di reazioni della gente avrebbe costituito un elemento decisamente più persuasivo sui pregiudizi legati alla razza.

13 marzo 2023

Truffa su Facebook Marketplace: Mini cooper a 1.500 € e simili

Si tratta quasi sicuramente di una tentata truffa, o tentato scam, per dirla in stile moderno internettiano (e cioè semplicemente in inglese) se è un'occasione troppo bella per essere vera. Ad esempio se su Facebook Marketplace vedi un'automobile a poco, pochissimo prezzo. Se poi hai conversato con l'inserzionista e ti invia messaggi via Whatsapp e via email come quelli che vedi sotto, che hanno le tipiche caratteristiche della truffa, allora puoi ignorare quel "quasi" che hai letto sopra.

Lo so che dovrebbe essere una cosa ovvia per tutti, ma a quanto pare non lo è, perché esistono persone poco avvezze alla comunicazione online. Ad esempio poche ore fa una mia amica mi ha chiesto cosa ne pensassi di alcune email ricevute dopo uno scambio di messaggi con sedicenti inserzionisti di Facebook Marketplace.

MESSAGGI SU WHATSAPP:

1)

Ciao, la macchina è ancora disponibile ma al momento non è in Italia perché l'ho portata in Francia quando mi sono trasferito. L'idea di venderla mi è venuta la settimana scorsa, così ho chiesto a mio nipote in Italia di mettere un annuncio, visto che l'auto ha una targa italiana. L'ultimo prezzo di vendita, comprensivo delle spese di trasporto e del passaggio di proprietà, è di 2000€. Il pagamento sarà effettuato in contanti alla consegna. Tutti i documenti della vettura sono aggiornati. Nessun problema tecnico o danno fisico. Se sei veramente interessato fammelo sapere così ti fissiamo un appuntamento per visionarla e provarla.

2)

La macchina si trova attualmente in Francia e abbiamo contattato un trasportatore per consegnarla a un potenziale acquirente in Italia. Il trasportatore verrà con l'auto per farvela provare e vi darà 2 o 3 ore per farlo. Dopo aver controllato l'auto, se si è soddisfatti, ci si reca in un'agenzia per il passaggio di proprietà. Se non siete soddisfatti dell'auto, non pagherete nulla. Per l'appuntamento con il corriere, devo inviargli un indirizzo di consegna. Il pagamento sarà effettuato in contanti. Ti va bene così?

MESSAGGIO VIA EMAIL:

Mittente:

nathalie vichinzo coriniane <nathalie457vichinzo@gmail.com>

Oggetto:

Fiat 500C automatico benzina Neopatatenti 1500

Testo:

Salve
Sono io NATHALIA CONTE
Questa è una FIAT 500C 2013 con un breve chilometraggio di 95000km NEOPATATENTI  benzina AUTOMATICO Unico proprietario 1500€ tutto inclusso
L'auto è in perfetta funzione e tutti i suoi documenti amministrativi sono in ordine , targa Italiana. Non è previsto alcun addebito sul veicolo prima dell'uso e sono attualmente in BELGIO per lavoro di strada. Tutte le pratiche amministrative necessarie per passare la proprietà della vettura sono già prese prima della mia partenza ( PROCURA) . E se ho deciso di vendere una macchina, è perché hanno appena acquistato AUDI Q5 e non uso più FIAT 500C Neopatatenti perché non ho potuto cambiare la targa italiana su una targa Belgio . Questa è un'auto che ho acquistato e usato in Italia. Così il veicolo è attualmente in SAVONA ITALIA con il mio trasportatore a cui ho dato la vendita e consegnare il veicolo alla tua casa in Italia. L'ultimo prezzo di vendita .
Dunque una volta, se avrò il tuo indirizzo, ti farò contattare il mio trasportatore per ulteriori informazioni sull'auto per l'acquisto.

Nome:……….
Codice postale: ...........
Via :………..
Ntelefono WhatsApp : ……….

Alcune immagini allegate:

ALTRO MESSAGGIO VIA EMAIL:

Mittente:

Viviana Gorini <vivianagorini26@gmail.com>

Oggetto:

Mini cooper 1.500€

Testo:

Buonasera
Sono Viviana Gorini proprietario dell'auto, la Mini Cooper è in perfetta funzione e tutti i suoi documenti amministrativi sono in ordine e la targa è italiana. Non è previsto alcun addebito sul veicoli prima dell'uso, sono attualmente in Francia per lavoro ma tutte le pratiche amministrative necessarie per passare la proprietà della macchina sono già prese prima della mia partenza ( DELEGA ) . Ho deciso di vendere la macchina  perché ho appena acquistato un'altra macchina e non uso più la Mini cooper. Così l’auto è attualmente in ITALIA 🇮🇹  con il mio trasportatore a cui ho dato la vendita e la consegna, verrà quindi a consegnarti l'auto a casa tua  senza spese di trasporto. L'ultimo prezzo di vendita è 1.500€. Dunque una volta che avrò il tuo indirizzo di consegna , ti farò contattare il mio trasportatore per ulteriori informazioni  per l'acquisto.

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Cognome:.....
Città : ...........
Indirizzo (via): ...........
CAP: ...........
Numero di telefono whatsapp...............

CARATTERISTICHE DEL VEICOLO
Mini cooper
85kw(116 cv)
175.000 Km
Manual
2007
Diesel
Nero
3P


Alcune foto allegate:

Sì, sì, sì, si tratta di un tentativo di truffa.

Ho scritto questo post non per deliziare i miei lettori abituali (che non mi pare esistano, fra l'altro), ma per fare in modo che copiando e incollando su un motore di ricerca una stringa di quei messaggi (che vengono inviati con copia e incolla) un utente poco esperto e quindi dubbioso possa trovare una risposta utile: sì, stanno tentando di truffarti. Cioè se la conversazione andrà avanti ti verrà chiesto probabilmente di versare un anticipo con un bonifico, ovviamente in cambio di nulla, poi ti verrà chiesto di fare un altro pagamento con un'altra scusa, e così via, dopo di che, quando ti sarai stufato di pagare e ti sarai accorto che si tratta di un delinquente, questo sparirà nel nulla.

Se vuoi punire l'esemplare di spazzatura umana facendogli perdere tempo continua a conversare con lui formulando domande e fingendoti interessato (così avrà meno tempo di truffare altre persone che magari ci cascheranno). Altrimenti semplicemente bloccalo.

Cosa intendevo quando mi riferivo ai messaggi che hanno "le tipiche caratteristiche della truffa" ? Non ho voglia di spiegartelo. Se per te non è chiaro, allora prendilo come esercizio: analizza i messaggi che ho riportato su e deducilo da solo.

24 febbraio 2023

Non aprire al corriere se il pacco non è per te

Qualcuno potrebbe pensare che il corriere, dopo aver suonato il campanello al destinatario che non risponde, fa bene a suonare a un suo inquilino, e se non risponde neanche lui, suonare a un altro inquilino ancora, etc, nella speranza che qualcuno apra il portone del palazzo, affinché il pacco possa essere messo lì per terra, cosicché il destinatario lo raccolga.

E invece no, non fa bene. Fa male, malissimo.

Non è giusto che un corriere disturbi altre persone che non c'entrano nulla con quella spedizione. Pochi minuti fa un corriere ha suonato il mio campanello. Stavo dormendo, come tante persone che sono malate o che hanno fatto il turno di notte, etc). Anche se fossi stato sveglio magari stavo guardando un film, o ero al bagno a fare lo sterco, o stavo frequentando un corso online, etc.

Purtroppo molte persone non hanno ancora capito il concetto di "disturbare" applicato al suono del campanello. Lo si è capito sul telefonare, per il fatto che i call center malefici sono tanti e chiamano spesso, ma per il suonare il campanello no.

Allo scopo di educare i corrieri scorretti, se senti suonare il campanello, e alla domanda "Chi è?" senti rispondere "Corriere!", non aprire subito. Prima chiedi "È un pacco per me, [tuo nome e cognome]?". Se la risposta è "No", allora dì "Allora non deve disturbarmi".

Io quando ho sentito dire "Corriere", di impulso ho fatto l'errore di premere il bottone per l'apertura del portone. Credendo che il pacco fosse per me, sono sceso per farmelo consegnare, ma il corriere era già andato via e il pacco si trovava nell'androne vicino al portone. Lo guaro e vedo che non ero io il destinatario.

Dopo aver parlato al telefono col servizio assistenza di Amazon segnalando la scorrettezza del corriere ho infilato nel pacco un biglietto. Visto che si trattava di un pacco Amazon, ho spiegato il tutto alla destinataria e le ho suggerito di cliccare "Non bene" nell'email che Amazon sempre invia dopo le consegne per chiedere com'è andata la consegna.

Le ho anche suggerito di aggiungere che il corriere è scorretto non solo nei confronti miei, ma anche suoi, visto che se ne va senza vedere la persona che prende il consegna il pacco: lo lascia nell’androne dove chiunque potrebbe rubarlo.

E poi mi è venuta in mente un'altra cosa: il corriere, comportandosi in quel modo, non solo rende facile un furto, ma anche la violazione della privacy di chi dovrebbe ricevere il pacco. Infatti una persona disonesta che abita nello stesso palazzo, rubando il pacco, verrebbe a conoscenza di ciò che il destinatario ha acquistato, che potrebbe far dedurre orientamento politico, orientamento sessuale, patologie.

21 febbraio 2023

"Ti do del tu"

Oggi voglio esprimere qualche considerazione su quelli che dicono "Ti do del tu", e a cui mi piacerebbe rispondere, estraendo dalla mia tasca una bomboletta non più in commercio, "E io ti do il DDT".

Quelle quattro parole si presentano tipicamente in due modi.

1)

Annesse a una giustificazione relativa all'età:

"Ti do del tu perché potresti essere mio figlio".

Immaginate che accada di nuovo. Infatti vi è già successo, immagino, se avete più di 18 anni. Di nuovo, oggi una persona vi dice

"Ti do del tu perché potresti essere mio figlio".

Che sensazione vi dà? A me dà una sensazione simile a quando si ascolta una persona che trasuda ipocrisia da tutti i pori, dalle unghie e dalle scarpe, che se cammina deve fare attenzione a non scivolare, cadere e fare ciaf in quel lago di viscidume oleoso.

Non mi riesce pensare che una persona a sta scemenza ci creda davvero. Ma facciamo finta che ci creda davvero. Questo mi porterebbe a pensare che:

- quello è l'unico motivo per il quale vi dà del tu, perché se ce ne fossero altri li avrebbe specificati anch'essi oppure non ne avrebbe specificato alcuno;

- secondo quella persona, in assenza di altri motivi validi (come nell'ipotesi di specie), se non si è molto più anziani di un interlocutore non bisogna dargli del tu;

- ...quindi quella persona può darvi del tu, ma voi non potete fare lo stesso con lei.

Insomma, la frase apparentemente gentile "Ti do del tu perché potresti essere mio figlio" è in realtà stra-maleducata, perché è un altro modo (subdolo) per dire

"Siccome ho molti più anni di te, io posso darti del tu, ma tu devi darmi del lei".

Possibile obiezione:

"Ma no! È una frase affettuosa, con cui quella persona invita anche te a dargli del tu, infatti i figli danno del tu ai genitori!"

Se nella vostra testa è nata questa obiezione, vi sfugge che non è questo il punto. Quella frase serve solo a indicare una differenza di età, non indica un ipotetico legame di sangue. Se indicasse un ipotetico legame di sangue non costituirebbe un'argomentazione, perché ovviamente chiunque potrebbe essere parente di chiunque, eppure in virtù di quel "potrebbe" nessuno direbbe mai a una persona sconosciuta "Ti do del tu perché potresti essere mia mamma", e infatti sono pronto a scommettere che questa frase non l'hai mai sentita dire.

Se obiettate che tutto sommato quella è comunque una frase affettuosa vi sbagliate, perché lo sembra solamente, e può sembrarlo solo di primo acchito a una persona poco attenta. Il fatto che normalmente i genitori provino affetto per i propri figli non significa che una persona possa comportarsi come un genitore senza esserlo per via del fatto che ha una certa età, quant'è vero che nessuno troverebbe plausibile dire "Ti tocco il sedere perché potresti essere la mia fidanzata". Quando siamo di fronte a una metafora, una similitudine, un qualunque paragone, per coglierne il significato dobbiamo capire qual è l'aspetto che il parlante vuole evidenziare. In questo caso no, parlare di rapporto genitore-figlio non ha lo scopo di evidenziare l'affettività di quel rapporto, ma solo la differenza di età.

Quindi cosa rispondere, senza sembrare altrettanto arroganti a una persona che dice

"Ti do del tu perché potresti essere mio figlio"

che in realtà significa

"Io ti do del tu, e tu mi devi dare del lei"

?

Credo che una buona risposta potrebbe essere

"No problem, però se la ferma un poliziotto di 20 anni non glielo dia del tu".

2)

Quelle quattro parole usate come intercalare, senza nessuna giustificazione dichiarata, tipo avvertimento. Semplicemente

"Ti do del tu".

Un avvertimento utile esattamente come la mia seguente frase: "Io in questo momento sto scrivendo".

Credo che la miglior risposta sia

"Sì sì, ho presente i pronomi".

19 febbraio 2023

Idea di clausola anti-privacy in un prestito fra privati

Fra i dati personali che è illegale divulgare senza consenso e senza che si trovino in elenchi pubblici ci sono numero di telefono, email, patologie, orientamento sessuale. Questi sono i più noti. Un altro, meno noto, è la situazione debitoria. In altre parole se una persona ti deve del denaro, è illegale che tu, senza il suo consenso, divulghi questo fatto (maggiori informazioni vengono fornite sul sito del Garante a questa pagina). Per molto tempo ciò è stato ignorato da i riscossori di crediti, che come arma hanno usato tecniche che in modo indiretto miravano fra l'altro allo screditamento presso parenti, amici e altre persone, ma già esistono delle sentenze che su questo aspetto danno loro torto.

In modo indiretto, sì, perché altrimenti sarebbe stato troppo chiaro l'illecito di violazione della privacy o addirittura la diffamazione. Non è che mettevano online un video o una pagina dedicata al debitore descrivendo quanto poco è dignitoso il suo comportamento.
Certo che se questo fosse legale sarebbe forse una buona arma.
E fra l'altro qualcosa di simile, peraltro legale, esiste già: il registro dei cattivi pagatori, che gli istituti di credito aggiornano e consultano per sapere se è prudente o no prestare denaro a una certa persona. Perché tale registro dovrebbe essere legale e una qualsiasi altra modalità di divulgazione no? Boh.

Comunque, parlando di prestiti fra privati, mi è venuta in mente una cosa semplice semplice che potrebbe prevenire la strisciante delinquenza dei debitori volontariamente inadempienti nei confronti dei loro conoscenti o parenti che li hanno aiutati senza poi ricevere la restituzione del denaro.
In occasione di un prestito fra privati, come spiegato in vari articoli sul web, è opportuna una scrittura privata in cui si indica la data entro la quale deve essere effettuata la restituzione, la modalità di restituzione ed altre clausole. Fino a ora, che io sappia, nessuno ha mai consigliato di inserire fra queste clausole il fatto che il debitore, in caso di ritardo nella restituzione del denaro, autorizza tutto lo sputtanamento possibile immaginabile: articoli e video online, sui giornali, in TV, con volantini, etc.
Col consenso, nessun illecito sulla privacy è da considerarsi violato.

Qualcuno potrebbe dire che si tratta di una clausola vessatoria. Allora si fa così: si fa registrare all'aspirante debitore un video nel quale egli dice tipo

"Autorizzo il caricamento sul sito YouTube di questo video a partire dalla data odierna, e cioè [...], con modalità "non indicizzato". Dopo il giorno [data limite per la restituzione], se e solo se avrò adempiuto al mio dovere di restituire l'intera somma di tot euro al signor [...], questo video dovrà essere cancellato e mai più messo online.
Se invece non l'avrò fatto, autorizzo a che tale video rimanga online e che la modalità passi da "non indicizzato" a "pubblico", consapevole che cercando sul motore di ricerca di Youtube il mio nome e congome chiunque potrà trovarlo fra i risultati.
Dunque se state vedendo questo video su Youtube successivamente alla data suddetta significa che ad oggi non ho restituito l'intera somma di denaro prestatami e che quindi sono un debitore inadempiente ed è altamente sconsigliabile a chiunque fidarsi di me, perché sono una persona che inganna gli altri, anche chi ha cercato di aiutarmi. Infatti mentre sto registrando questo video sono sicurissimo che potrò e vorrò effettuare la restituzione su descritta, e che è praticamente impossibile che io sia impossibilitato a farlo per cause di forza maggiore, altrimenti non lo avrei dichiarato in questa scrittura che ho firmato [mostra il foglio con la scrittura privata]."


Possibile obiezione: in questo modo il creditore ha un potere eccessivo nei confronti del debitore, perché se nonostante la restituzione mantiene il video online, l'ex-debitore per far valere il proprio diritto dovrebbe affrontare varie lungaggini legali o connesse alla comunicazione, potenzialmente difficile, col gestore dello spazio online che ospita quel video.
Mia risposta: non stiamo parlando di istituti di credito. Stiamo parlando di amici. È molto improbabile che un amico ti aiuti prestandoti dei soldi e al tempo stesso sia un bastardo che ti rovina la reputazione senza guadagnarci nulla (pensare che mantenga il video online per avere più soldi del dovuto mi pare una fantasia davvero eccessiva: a parte il fatto che non li avrebbe mai, i truffatori hanno ben altre strategie, molto più efficaci). E comunque, se io senza guadagnarci nulla ti sto prestando del denaro e sei tu a non fidarti di me paventando improbabili illeciti da parte mia, la mia normale reazione è non farti questo favore.

Che ne pensate?
Se vi va aiutatemi a migliorare il testo commentando questo post.

07 febbraio 2023

Un'imbecillità nascosta alla luce del Sole

Non credo che esista il diavolo, ma è utile prendere in considerazione una cosa affermata da chi ci crede: una delle cose che il diavolo è più bravo a fare è nascondersi. È facile riconoscere il male in una rapina, in un omicidio, in un’ingiuria. Ma esiste tutta una serie di azioni e omissioni che vengono fatte passare per veniali o addirittura normali e che invece possono dare origine a grandi danni. Mi vengono in mente due tipi di azioni del genere.

Il primo tipo è l’azione che comporta un piccolo danno, che diventa enorme se moltiplicato per il numero di persone che la compie (ad esempio ignorare norme ecologiche o premiare con gli acquisti aziende che si comportano in modo non etico). Un’azione di cui tutte le persone sono responsabili, tutte persone che se interrogate in merito dicono “tanto lo fanno tutti, se smetto solo io non cambia nulla” (praticamente si dano la colpa a vicenda, cioè ognuno sostiene che sono tutti responsabili tranne egli stesso... se non fosse una tragedia sarebbe davvero spassosa sta cosa).

Il secondo tipo è l’azione che, anche da sola, può comportare un grave danno, ma di cui l’imbecille non sente la responsabilità perché quel danno non è sicuro si manifesti, oppure perché si tratta di un’azione a cui concorre anche qualcun altro, ed è di questo tipo di azione di cui parlerò in questo post. C'è purtroppo un problema. Non solo l’imbecille non sente la responsabilità di questa azione. Può darsi che questa responsabilità non la veda neanche tu che stai leggendo: forse se ti dico subito a cosa mi riferisco la tua reazione sarà “Oh no, che noia! Che esagerato!”, perché la scena a cui penso solitamente viene considerata al massimo una birichinata, tranne che nel caso in cui quel torto venga fatto a tuo figlio, nel qual caso diventi una bestia feroce che più feroce non si può. In tutti gli altri casi, birichinata. Ecco perché non inizio dall'inizio: voglio iniziare dalla fine.

Da ora in avanti, per semplicità espositiva, ti offenderò, assumendo che la cosa su ipotizzata e preceduta da un "forse" corrisponda alla realtà. In effetti purtroppo accade tanto tanto spesso, e se non è il tuo caso meglio così.

Dicevo: voglio iniziare dalla fine. Una brutta fine. Morte. Bruta morte, preceduta da settimane, mesi di sofferenza fisica, non autosufficienza, frustrazione, depressione, paura. Immagino che se io ti chiedessi quanto è brutto da zero a dieci questo scenario mi risponderesti una cifra che si aggira intorno al 10, e su questo sono d’accordo con te. Sono d'accordo con te e vorrei dirti che mi sembri intelligente, ma non posso, perché non lo penso affatto. Infatti tu manchi di riconoscere il giusto punteggio da zero a 10 su un altro scenario altrettanto importante. Anche quello è 10 e tu, imbecille, non te ne rendi conto. Eppure non è difficile. È facilissimo. E tu niente, non ce la fai. Se fosse difficile, o anche difficilino, oppure non esattamente facilissimo, ti direi che non sei granché acuto. Ma è troppo facile. Ecco perché sei un imbecille, e lo sei nella misura in cui alzerai gli occhi al cielo quando ti dirò a cosa mi sto riferendo. Mi riferisco all’impatto che ha avuto su quella persona morente l’assassino che gli ha offerto la prima sigaretta. E siccome sei un imbecille, oltre ad alzare gli occhi al cielo adesso mi dirai che se non avessi offerto tu quella sigaretta prima o poi l'avrebbe fatto qualcun altro. Madonna che imbecille. Che giustificazione da scuola dell'infanzia. Già lì si insegna che non è una giustificazione, ma quel giorno eri assente oppure fin da allora eri già troppo imbecille per capirlo. Siccome sei imbecille, mi dirai che il tizio non è stato obbligato, che avrebbe potuto rifiutarla, che la responsabilità, che il libero arbitrio, che sto cazzo. Siccome sei un imbecille, parli come se io avessi negato la responsabilità del fumatore, cosa che non ho fatto, e fingi di ignorare che la responsabilità di un'azione può essere attribuita anche a più di una persona.
Siccome sei un imbecille, fai benaltrismo e giustifichi l’ingiustificabile, come quelli che dicono “a me non mi fa pena, gli sta bene” quando parlano di poveretti che sono caduti in una truffa che era evidentemente tale, come se una persona per essere ingenua meritasse una punizione. Imbecille. Le decisioni dannose sono il risultato di due fattori: la vulnerabilità della persona e il presentarsi dell’occasione. Se una persona è vulnerabile (ingenua, stupida, incapace di una valutazione a lungo termine, o simili) e l’occasione non si presenta, la decisione dannosa non viene presa. Se istighi una persona a suicidarsi, non la stai obbligando, ma se poi si suicida davvero tu sei responsabile del suo suicidio. No, imbecille. Non ho detto interamente responsabile. Ho detto responsabile. Imbecille. Imbecille. Lo so, non lo sapevi che si sarebbe suicidato davvero. Ma nel dubbio è bene non istigarlo. Se vendi a una persona la prima dose di eroina non la stai obbligando, ma stai trasformando la sua vulnerabilità in un’azione autolesiva che potrà portarlo a una morte precoce. E scommetto che persino un imbecille come te darebbe di imbecille a chi obiettasse che si può smettere anche con l’eroina. E faresti bene, perché come è noto solo una piccola parte degli eroinomani riesce a smettere definitivamente di farsi di eroina. Gli daresti di imbecille senza renderti conto che fra te e lui non c’è differenza, perché c’è una forza misteriosa nell’abisso della tua mente disabile che non ti fa vedere quanto ciò sia esattamente speculare all’offrire una sigaretta a una persona che non ha mai fumato oppure che ha smesso di fumare. Lo so, a te sembra diverso, perché il ragazzo a cui hai offerto una sigaretta non è una persona depressa in cerca di una sostanza che la risollevi. Lo so, lui ti sembrava intelligente, responsbile, padrone delle sue scelte bla bla bla. Oppure era un adulto di 40 anni che aveva smesso di fumare e secondo te aveva chiaro il meccanismo con cui si inizia a fumare. Ecco dove sta la tua imbecillità. Sta nell'agire in base unicamente a quello che ti sembra lì per lì. Sta nel comportarti in base a ciò che hai davanti agli occhi, e cioè un ragazzo in buona salute che non verrà certo danneggiato da una sigaretta e del resto se vuole può sempre smettere, e non in base ai dati che sono sotto gli occhi di tutti, e cioè una catasta di morti male e di moribondi in pena che qualche decina di anni fa sembravano intelligenti, responsabili, padroni delle loro scelte e bla bla bla. Imbecille. Imbecille come sono imbecilli le risatine e le battutine che fai quando ti vanti di esser stato più forte di lui perché prima non voleva fumare e tu l’hai convinto. Imbecille quanto è grande la tua soddisfazione o quanto è buia la tua disattenzione nel vedergli assumere una sostanza che potrà ridurlo ad uno schifo, qualcosa che dovrebbe disprezzare e invece grazie a te da ora in poi considererà piacevole e irrinunciabile. Imbecille perché leggendo la frase precedente hai appena pensato “appunto, potrà, mica è detto”, e “grazie a me, ok, ma anche per scelta sua”, come se a questo io non ti avessi già risposto sopra, perché proprio non vuole entrarti in testa che anche contribuire in parte a una decisione costituisce responsabilità; proprio la tua mente di imbecille è impermiabile al fatto che anche se il danno è potenziale si dovrebbe non correre il rischio, data la sua portata. Imbecille.

Ah, sei imbecille, e devi andare affanculo, anche se la sigaretta gliel’hai data perché te l’ha chiesta l'aspirante neo-fumatore o l'ex-fumatore aspirante recidivo. Perché esiste anche il dissuadere, e in questo caso è un dovere. No, non si tratta necessariamente di spendersi in un mega-bacchettamento su quanto sia sbagliato fumare. Basta dire tipo “Non voglio essere scortese, ma il tabagismo è una malattia e io non voglio contribuire in nessun modo a contagiarti”. Se è legittimo dirlo a un bambino, lo è anche dirlo a un ragazzetto o a un adulto, dato che evidentemente se stanno per fumare non hanno chiaro il fatto che diventeranno dipendenti e potenzialmente malati di patologie che gliene faranno pentire. E no, probabilmente la sua reazione non sarebbe andare a comprarsi un pacchetto di sigarette. E comunque tu comportati da persona responsabile. Non ammazzare la gente. Imbecille.