Oggi voglio esprimere qualche considerazione su quelli che dicono "Ti do del tu", e a cui mi piacerebbe rispondere, estraendo dalla mia tasca una bomboletta non più in commercio, "E io ti do il DDT".
Quelle quattro parole si presentano tipicamente in due modi.
1)
Annesse a una giustificazione relativa all'età:
"Ti do del tu perché potresti essere mio figlio".
Immaginate che accada di nuovo. Infatti vi è già successo, immagino, se avete più di 18 anni. Di nuovo, oggi una persona vi dice
"Ti do del tu perché potresti essere mio figlio".
Che sensazione vi dà? A me dà una sensazione simile a quando si ascolta una persona che trasuda ipocrisia da tutti i pori, dalle unghie e dalle scarpe, che se cammina deve fare attenzione a non scivolare, cadere e fare ciaf in quel lago di viscidume oleoso.
Non mi riesce pensare che una persona a sta scemenza ci creda davvero. Ma facciamo finta che ci creda davvero. Questo mi porterebbe a pensare che:
- quello è l'unico motivo per il quale vi dà del tu, perché se ce ne fossero altri li avrebbe specificati anch'essi oppure non ne avrebbe specificato alcuno;
- secondo quella persona, in assenza di altri motivi validi (come nell'ipotesi di specie), se non si è molto più anziani di un interlocutore non bisogna dargli del tu;
- ...quindi quella persona può darvi del tu, ma voi non potete fare lo stesso con lei.
Insomma, la frase apparentemente gentile "Ti do del tu perché potresti essere mio figlio" è in realtà stra-maleducata, perché è un altro modo (subdolo) per dire
"Siccome ho molti più anni di te, io posso darti del tu, ma tu devi darmi del lei".
Possibile obiezione:
"Ma no! È una frase affettuosa, con cui quella persona invita anche te a dargli del tu, infatti i figli danno del tu ai genitori!"
Se nella vostra testa è nata questa obiezione, vi sfugge che non è questo il punto. Quella frase serve solo a indicare una differenza di età, non indica un ipotetico legame di sangue. Se indicasse un ipotetico legame di sangue non costituirebbe un'argomentazione, perché ovviamente chiunque potrebbe essere parente di chiunque, eppure in virtù di quel "potrebbe" nessuno direbbe mai a una persona sconosciuta "Ti do del tu perché potresti essere mia mamma", e infatti sono pronto a scommettere che questa frase non l'hai mai sentita dire.
Se obiettate che tutto sommato quella è comunque una frase affettuosa vi sbagliate, perché lo sembra solamente, e può sembrarlo solo di primo acchito a una persona poco attenta. Il fatto che normalmente i genitori provino affetto per i propri figli non significa che una persona possa comportarsi come un genitore senza esserlo per via del fatto che ha una certa età, quant'è vero che nessuno troverebbe plausibile dire "Ti tocco il sedere perché potresti essere la mia
fidanzata". Quando siamo di fronte a una metafora, una similitudine, un qualunque paragone, per coglierne il significato dobbiamo capire qual è l'aspetto che il parlante vuole evidenziare. In questo caso no, parlare di rapporto genitore-figlio non ha lo scopo di evidenziare l'affettività di quel rapporto, ma solo la differenza di età.
Quindi cosa rispondere, senza sembrare altrettanto arroganti a una persona che dice
"Ti do del tu perché potresti essere mio figlio"
che in realtà significa
"Io ti do del tu, e tu mi devi dare del lei"
?
Credo che una buona risposta potrebbe essere
"No problem, però se la ferma un poliziotto di 20 anni non glielo dia del tu".
2)
Quelle quattro parole usate come intercalare, senza nessuna giustificazione dichiarata, tipo avvertimento. Semplicemente
"Ti do del tu".
Un avvertimento utile esattamente come la mia seguente frase: "Io in questo momento sto scrivendo".
Credo che la miglior risposta sia
"Sì sì, ho presente i pronomi".
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