31 ottobre 2023

Tagliare un file audio in parti uguali con Weeny Free Audio Cutter

Ho avuto bisogno, in passato, di suddividere un lunghissimo file audio in file più brevi. Questo perché l'allora mia autoradio faceva talvolta dei capricci, e ritornava a leggere il file dall'inizio (specialmente alla riaccensione dell'automobile) e io per tornare al punto in cui ero rimasto dovevo stare col dito sul tasto "fast farward" per minuti e minuti. Una grossa noia, tanto più che accadeva abbastanza spesso. Altre volte lo stesso problema accadeva perché volevo andare avanti veloce, il che si fa tenendo premuto a lungo il suddetto tasto, ma a causa di un sobbalzo la pressione sul tasto risultava di brevissima durata, e quando si preme per breve durata quel tasto l'autoradio interpreta il comando come "Passa alla traccia successiva", dunque dovevo tornare a quella precedente e trovare noiosamente il punto.

Pensavo che un po' meno noiosa sarebbe stata la ricerca se al posto del lunghissimo file audio ci fossero stati dei piccoli file: in questo caso potevo fare dei salti di 5 minuti (o di quanto durava il piccolo file) con brevi pressioni, raggiungendo più velocemente il punto a cui ero rimasto (bastava che subito prima dello spegnimento dell'auto memorizzassi il numero di traccia che stava venendo riprodotta).

Necessitavo, dunque di un semplice software a cui fosse possibile dare un comando del tipo "Suddividi questo lungo file mp3 in file più piccoli, ognuno dei quali deve durare X minuti (tranne il file dinale, che avrà le dimensioni pari al resto della divisione)".

Ebbene un software che, fra l'altro, assolve anche a questo compito esiste, e si chiama Free  Audo Cutter.

Come dice il nome è gratuito.

È scaricabile dal sito di Weeny, la sua casa produttrice: https://www.weenysoft.com/

Nel momento in cui scrivo questo blogpost non è immediato trovare il link per il download sul sito, dato che si trova nella sezione "Video Software".

Per selezionare il file da tagliuzzare occorre:

- premere sulal lente di ingrandimento che si trova alla destra della casella "Source file", poi cercare il file, selezionarlo e cliccare "Apri"

- Cliccare sul tasto "Add"

- Cliccare sul tasto "Segment"

- Lasciando selezionato "by Segments count", sulla destra indicare il numero di file risultanti che vogliamo e premere OK

- Premere in basso a destra "Cut now!".

I file di dimensioni ridotte saranno così creati nella cartella indicata alla voce "Target folder".

Il programma ha anche altre funzioni, usufruire delle quali è abbastanza intuitivo. Una di queste è proprio il contrario dell'operazione su descritta, cioè unire più audio in un file unico.

Nella pagina di download c'è scritto (in inglese):

Il nostro software non contiene alcun programma o plug-in di terze parti. Non si connette nemmeno a un server per scaricare programmi o plug-in di terze parti. Il nostro software non contiene alcun adware, spyware o malware. Alcuni software antivirus potrebbero segnalare il nostro software come virus, ma si tratta di un "falso positivo".

La purezza unita alla gratuità di un software è una bella cosa. Dunque se troverai questo programma particolarmente utile potresti donare al suo autore 5 dollari, come suggerito nella stessa pagina.

Sul sito www.weenysoft.com si trovano altri software gratuiti, fra cui Free Video Cutter, che fa la stessa cosa con i video (io però non l'ho provato).

30 ottobre 2023

Impedire a VLC di aprirsi da sé all'accensione dell'autoradio Bluetooth

Può darsi che dopo l'installazione di VLC nello smartphone si presenti un problema: smartphone con Bluetooth attivato, accendi l'automobile e quindi l'autoradio e quest'ultima, se come fonte ha selezionato "Bluetooth", fa partire dallo smartphone la riproduzione dei file audio creati con l'app "Registratore vocale".

Ma chi gliel'ha chiesto? L'app prima di accendere l'autoradio era anche spenta. E l'app VLC non era aperta. Eppure si apre automaticamente con l'accensione dell'autoradio.

Ecco come risolvere:

- vai nelle impostazioni del telefono

- tocca "Applicazioni"

- tocca "VLC"

- tocca "Autorizzazioni"

- disattiva l'autorizzazione di "Memoria".

Ma che c'entra "memoria" con...

Non lo so. Sta di fatto che la suddetta procedura è risolutiva.

29 ottobre 2023

La violenza a parole è sempre meno grave di quella fisica?

Sia la violenza fisica che la violenza a parole possono avere una gravità minima, dando come conseguenza nessun fastidio o un piccolo fastidio, avere una gravità massima, provocando cioè grande dolore o morte (es. una coltellata nel primo caso e la riuscita istigazione al suicidio nel secondo caso), con le varie vie di mezzo.

Alla domanda posta a bruciapelo "È più grave la violenza fisica o quella a parole?" la persona media su due piedi risponde senza esitare che è più grave quella fisica.

Il motivo risiede nel fatto che di solito, sentendo nominare la violenza fisica solitamente la prima immagine che viene in mente è una violenza grave e ingiustificata, mentre pensando alla violenza a parole si immagina un semplice ed isolato sproloquio, magari risultato di una perdonabile esagerazione.
La mente dà le prime e veloci risposte per stereotipi: se si chiede a una persona di immaginare un cane e un gatto quasi sicuramente il cane verrà immaginato più grande del gatto, anche se in realtà non è sempre così.

La nostra mente razionale sa invece che alla domanda "È più grande un cane o un gatto?" la risposta giusta è "Dipende"; alla domanda "Corre più velocemente un 65enne o un 20enne?" la risposta giusta è "Dipende".
Se poi alle suddette domande aggiungiamo la parola "mediamente", allora le risposte corrette saranno le stesse che la nostra mente dà per prime: "Il cane" e "Un 20enne". Ma la parola "mediamente" nel mio quesito iniziale non era presente.

Ciò puntualizzato, la persona interrogata sui due tipi di violenza potrebbe correggersi e dire "Dipende". Ma spesso non è così. Ed è questa la parte che ritengo particolarmente interessante di questo tema. Molti sostengono che no, non dipende: la violenza fisica è più grave di quella a parole in tutti i casi, senza se e senza ma. Perché?

Questi, secondo me, i motivi:

- La violenza a parole ha talvolta conseguenze nulle o lievi o auto-risolutive in poco tempo, ed inoltre è sottostimata in quanto spesso le persone, anche se ferite profondamente dalle parole di qualcuno, non vogliono ammetterlo, per non mostrarsi deboli o perché vogliono dimenticare il fatto prima possibile.

- Se sommiamo gli eventi ed i danni, vediamo che la violenza fisica ha fatto e fa molto più danno. Considerando il periodo che va dalla preistoria a qualche anno fa, sicuramente ha provocato più danno la violenza fisica rispetto a quella verbale; in più, questo non ha mai smesso di valere per luoghi magari lontani da dove viviamo noi, ma di cui abbiamo notizia grazie ai mass media, vedi ad esempio le guerre presenti in molti luoghi del mondo.
Ecco che la maggior gravità della violenza fisica è un'idea che si è fissata in un immaginario collettivo millenario, dunque difficilmente sradicabile in pochi decenni.

- Come tipicamente accade per le idee grossolane, il fissaggio di questa idea è rafforzato dal bisogno di trovare delle regole facili da applicare e che consentano di emettere un giudizio senza bisogno di ragionare, approfondendo meno possibile: se non ho tempo né voglia di indagare su chi abbia ragione e chi torto fra quei miei due figlioli, o scolari, o dipendenti, etc, mi viene in soccorso la comoda linea di demarcazione comunemente accettata, secondo cui chi ha alzato le mani per primo ha torto indipendentemente da cosa l'altro abbia detto, indipendentemente da quanto e in che modo abbia diffamato, indipendentemente dalla lunghezza del periodo in cui ha vessato l'altro, etc., e anche indipendentemente dall'entità della violenza fisica o presunta tale, che può anche essere costituita da una innocua spinta su una spalla.

- Il fatto che quella linea di demarcazione sia comunemente accettata contribuisce alla conservazione di quell'idea, perché fornisce delle semplici quanto obbligate istruzioni alle persone investite del compito di giudicare (giudici dei tribunali, genitori, insegnanti, responsabili aziendali che a loro volta devono rispondere del loro operato ai loro superiori, etc). Difficilmente si scardina un modo di agire semplice e al tempo stesso obbligatorio.

Sulla scriteriata idea "la violenza fisica è sempre più grave di quella verbale", accettata a scatola chiusa, talvolta possiamo in realtà osservare il triste sigillo dell'accettazione a malincuore. Cioè una sorta di auto-censura del proprio sentire in favore di una valutazione utopisticamente opinabile ma in pratica inevitabile e dunque in fin dei conti da considerare giusta: "Sono contento che tu abbia menato quel collega stronzo, che se l'era palesemente cercata, ma era ovvio che il datore di lavoro ti desse fermamente torto marcio, come altro avrebbe dovuto agire?"
È una domanda retorica, ma rispondo lo stesso: secondo me avrebbe dovuto impegnarsi con ogni mezzo per minimizzare le conseguenze negative subite dall'aggressore fisico e massimizzare quelle subite da chi ha aggredito a parole, se quest'ultimo davvero se l'è cercata.

Un'argomentazione a favore della maggior gravità della violenza fisica potrebbe essere la seguente:

"Quando si tratta di violenza a parole le due persone in conflitto sono ad armi pari, mentre quando si tratta di violenza fisica vince il più forte anche se ha torto"

Si tratta di un'argomentazione fallace: in un diverbio non è detto che i due siano ad armi pari. Può darsi che uno dei due sia più loquace, o goda di maggior simpatia presso gli astanti, o abbia una voce più forte (magari perché sta parlando a un microfono), o in una chat abbia tecnicamente la possibilità di zittire la vittima continuando a sparlarne, e dunque riesca a far del male all'interlocutore prevalendo su di lui ed umiliandolo indipendentemente dal fatto di avere ragione o torto.

Quindi?

Quindi alla domanda "È più grave la violenza fisica o quella a parole?"

la mia risposta è Dipende.

Do questa risposta attingendo alla mia etica, ma non solo.

Anche secondo la legge è così. Infatti può essere comminata una pena minima a una persona che commette una violenza fisica, se si tratta di una violenza lievissima o con importanti attenuanti, o se addirittura è classificata come violenza fisica solo per motivi formali, e può essere comminata una pena importante per una violenza verbale se il giudice ritiene che questa abbia avuto come conseguenza un grande patimento o addirittura il suicidio.

Come sempre il concetto è facilmente comprensibile grazie ad esempi estremi, ma questi dovrebbero anche essere uno spunto per capire che più in generale la valutazione è bene sia fatta sobriamente, caso per caso, e soprattutto valutando non solo l'atto, ma le sue conseguenze sul destinatario, che può essere più o meno in grado di sopportare un colpo, o più o meno in grado di reagire a parole violente.

04 ottobre 2023

Eliminare tutta la coda di stampa in Windows 10

In Windows (almeno il 10) solitamente per eliminare un elemento contenuto nella coda di stampa si fa doppio clic sull'icona che rappresenta la stampante in basso a destra dello schermo, aprendo così la finestra che contiene la lista degli elementi, dopo di che si clicca col tasto destro su quello da cancellare e poi si sceglie "Annulla".

Purtroppo questo metodo non sempre funziona. Ecco due modi per risolvere il problema annullando tutti gli elementi nella coda di stampa.

1)
  • Apri come amministratore il prompt dei comandi
  • Nella finestra del prompt dei comandi dai i seguenti comandi:

net stop spooler

del /q /f /s "%systemroot%\System32\Spool\Printers\*.*"

net start spooler 

2)

  • Apri il Blocco Note e incolla i suddetti comandi
  • Salva il file con estensione BAT
  • Clicca sul file così creato col tasto destro e scegli "Esegui come amministratore"

...dopo di che se in futuro si presenterà lo stesso problema potrai utilizzare in questo modo lo stesso file BAT.