28 agosto 2016

Divieto del burkini: coerenza di chi l'ha voluto vorrebbe ben altro

Nota: se decidi di leggere questo articolo, leggilo fino in fondo. Se lo leggi fino a metà, o anche fino a 3/4 è probabile che tu capisca il contrario di quello che voglio dire.

In alcuni comuni francesi è stato vietato il burkini, cioè il costume per donne islamiche che copre il loro corpo dalle caviglie al collo, con l'aggiunta di un copricapo.

Il motivo dichiarato del divieto sta nel fatto che con tale indumento viene manifestata l'idea secondo cui il corpo della donna sarebbe qualcosa da non mostrare in quanto impuro, idea incompatibile coi valori della Francia.

Ho visto poi questa immagine:



Che differenza c'è fra una suora in spiaggia completamente coperta tranne viso e piedi e una donna islamica in spiaggia col burkini?

Ho provato a dare una risposta: magari la differenza sta in ciò che nella maggior parte di volte accade per una suora e ciò che nella maggior parte di volte (credo) accade per una donna islamica.

Per una suora, andare così coperta in ogni luogo, spiaggia compresa, è una regola da accettare se vuole rimanere suora, cosa non obbligatoria. Non solo non è obbligatoria per legge, ma neanche esiste un obbligo morale e sociale. Se una suora decide di tornare allo stato laicale, con le sue ex-consorelle e con tutte le persone di chiesa con cui aveva rapporti fino a quel momento può continuare ad esserci amicizia e cordialità. Analogamente coi suoi genitori e altri parenti.

Per una donna islamica invece non è così. Se passa dal rispetto dei dictat islamici alla vita cosiddetta "all'occidentale", è altamente probabile che le persone islamiche con cui aveva avuto rapporti interpersonali fino ad allora tentino di farla sentire in colpa. Secondo loro andare in giro coperta non è il risultato di una scelta che potrebbe essere fatta oppure non fatta, come per le donne che scelgono di diventare suore. È un obbligo morale per tutte le persone che appartengano al sesso femminile e un requisito per essere rispettata. E spesso non si tratta di un ristretto gruppo di persone bigotte che semplicemente "lasciale perdere": fra queste persone ci sono anche i parenti più stretti, che talvolta la puniscono picchiandola o ammazzandola.

Sì, anche i parenti della suora potrebbero prendersela a male se lei lasciasse il velo. Ma questo accade molto più di rado e sempre più di rado. Le ordinanze di divieto del burkini sono state emesse, come tutti i provvedimenti legislativi dovrebbero essere emessi, sulla base di una valutazione quantitativa e soggettiva.
Soggettiva, perché è impossibile avere un'opinione giusta in assoluto su qual è il limite che può raggiungere un gruppo di persone nel diffondere un messaggio incivile (do per scontato che il messaggio sia incivile perché non è questo il tema dell'articolo).

Faccio un esempio più eclatante.
Prendiamo l'infibulazione, una pratica orrenda che viene da una tradizione e non da una religione, contro la quale credo saranno contrari tutti quelli che mi leggono, musulmani compresi.

Libertà di pensiero e di parola significa anche libertà di diffondere l'idea secondo cui è giusta l'obbligatorietà per tutte le bambine di subire l'infibulazione?

Una persona che ha questa opinione ha il diritto di pensare in questo modo?
Ha diritto di insegnare quest'idea ai suoi figli e nipoti?
Ha diritto di divulgare quest'idea fra i suoi amici?
Ha diritto di fondare una scuola di meditazione o simili, fare vari adepti su cui ha una grande influenza, e parlar loro dell'infibulazione convincendoli che è giusto renderla obbligatoria?
Ha diritto di fondare un gruppo Facebook raccogliendo 25mila iscritti, che si fanno persuadere da quell'idea?
Ha diritto di andare in giro con una maglietta con scritto "Se vuoi che tua figlia non sia impura, falle l'infibulazione", e lanciare fra i suoi adepti questa moda, al punto che nella  tua città inizi a vedere un sacco di persone con questa maglietta, parli con la gente e ti accorgi che 2-3 su 10 sono stati persuasi da questa idea?
Ha diritto di spiegare questa idea ai bambini della scuola elementare in cui è maestro? Sì, mi ero scordato di dirtelo: è un maestro elementare (mica ci sono leggi che impediscono a una persona di insegnare solo perché la pensa diversamente da te)?
Ha diritto di fondare un'associazione che promuove l'infibulazione che raccoglie milioni di associati in tutto il mondo (No, non è super-fantascienza, vedi più avanti)?

Alle prime domande che ti ho fatto probabilmente hai risposto di sì. Leggendo domande successive la tua voglia di rispondere di sì ha subito una frenata, ma ha prevalso il tuo orgoglio democratico sul disgusto nei confronti di una pratica incivile, che pure in cuor tuo censureresti volentieri, e quindi hai continuato a rispondere di sì.
Successivamente, se hai a cuore il senso civico di una popolazione in cui sei immerso e in cui sono immersi i bambini di oggi e adulti di domani, hai capito che a tutto c'è e ci deve essere un limite.

Dopo l'ultima domanda ti ho detto che non è super-fantascienza perché un movimento di pensiero (religioso o no poco importa) che porta con sé un'idea dannosa per le persone e che è molto, molto diffuso esiste già: i testimoni di Geova, quelli che preferiscono far morire una persona piuttosto che farle fare una trasfusione di sangue.
Si pensa che tutto sommato siano innocui perché sono "solo" circa 8 milioni nel mondo, e perché la loro idea sulle trasfusioni viene bypassata dai medici che comunque le eseguono senza dar loro retta, anche quando si tratta dei loro figli.

La pratica dell'infibulazione, invece, non è così controllabile dalle istituzioni. La legge lo impedisce, ma è difficile beccare chi la esegue.

Quindi che si fa? Si piazzano i microfoni nascosti in tutte le case e in tutte le scuole per beccare e punire chi parla bene dell'infibulazione, previa varo di un'apposita legge?
No, finché a sparare queste idiozie sono quattro gatti con pochissimo seguito.
Ma quando il fenomeno si dovesse diffondere in maniera preoccupante, è giusto porvi un freno a difesa del vivere civile. Il Consiglio di Stato Francese ha detto che un divieto dev'essere giustificato dal comprovato rischio di un pericolo. Ma un pericolo non è solo un vaso che ti cade in testa o un terrorista che si fa esplodere. Pensare in maniera incivile porta a vivere in maniera incivile, e questo è palese e non necessita di dimostrazioni specifiche. Se un genitore pensa che sia giusta l'infibulazione, in barba alla legge, probabilmente la farà eseguire su sua figlia. Non bastano i divieti. Su certe cose occorre agire anche sulla diffusione delle idee.

Un atteggiamento fascista?

Il fascismo prevede la non libertà di parola, di stampa e di associazione, quando ciò significa promuovere idee contrarie a quelle del governo.

Tutt'altra cosa, esattamente opposta, è il divieto di diffondere idee anti-libertarie. Divieto che in Italia esiste. È la legge Scelba, che individua il reato di "Apologia del fascismo". Una legge antifascista che impedisce a gruppi di 5 o più persone di promuovere il pensiero del fortunatamente disciolto partito della vergogna per eccellenza.

Lo spirito della legge Scelba è impedire che l'inciviltà di eventuali persone liberticide con grandi doti persuasive possa contaminare il pensiero di persone deboli e facilmente persuadibili, inculcando nella loro testa un'idea contraria ai diritti fondamentali dell'uomo, quindi danneggiando la loro integrità di persone civili, e danneggiando potenzialmente le persone con cui avranno a che fare, a partire dai figli.

Tornando alla questione Burkini, se davvero, come dichiarato da chi l'ha vietato, l'intenzione è impedire la diffusione di una mentalità contraria ai valori della Francia che riguardano la libertà, allora vietare solamente un costume da bagno è assolutamente riduttivo e quindi appare come un provvedimento di facciata.
Coerenza vorrebbe che fosse proposto il divieto dell'insegnamento dell'Islam e di costituire associazioni islamiche quando la chiave di lettura del Corano comprenda valori contrari a quelli della Francia e dei paesi democratici in generale, e cioè superiorità dell'uomo nei confronti della donna e il corpo della donna come qualcosa di impuro.

26 agosto 2016

Come sbloccare un cellulare

cambiare compagnia tel di un cell bloccato
Un cellulare "bloccato" è, nella più comune delle accezioni, un cellulare che è stato predisposto dal produttore per funzionare solamente con una SIM appartenente a una certa compagnia telefonica.

Esiste però il modo di sbloccare un cellulare, e di poterlo usare quindi con qualsiasi SIM, grazie ad alcuni servizi online (vedi più avanti).

Se si tratta di un cellulare usato la prima cosa da fare (e questo vale anche se non è bloccato) è controllare che non sia inserito in una blacklist. Puoi farlo per pochi dollari presso il sito Chickmend. È importante, in quanto se il cellulare è stato rubato e la persona che ha subito il furto ha comunicato alla compagnia telefonica l'apposito codice per renderlo inservibile, il cellulare è semplicemente irrecuperabile e da buttare (quindi è bene eseguire questo controllo prima dell'acquisto!).

Il passo successivo è usufruire, sempre per pochi dollari, di un servizio online che ti fornisce via email il codice di sblocco di cui necessiti.
Questo servizio è offerto ad esempio da

www.unlockunit.com
www.gsmzambia.com (ti spediscono una chiavetta USB per l'operazione di sblocco)
www.samsungcodesource.com (solo per cellulari Samsung)

Sui suddetti siti web ci sono le istruzioni - in inglese ma comunque semplicissime - per la procedura e per l'acquisto del servizio.

25 agosto 2016

Dannosi post strappalacrime e simili: non abboccare!

Ogni tanto su Facebook girano catene di Sant'Antonio del tipo:

- strappalacrime
- aizza-rabbia
- fuffa-allerta
- proposte sceme
- implicite accuse di insensibilità a chi non condivide
 
Lo scopo per il quale probabilmente vengono creati questi post non è quello che capiscono i boccaloni che li diffondono. Ne parlerò alla fine dell'articolo. Prima ti invito a notare alcuni aspetti. 

Non voglio stavolta richiamare l'attenzione sul fatto che devi controllare con un motore di ricerca la veridicità di una notizia o la plausibilità di una soluzione a un problema, cosa che pure è facile, veloce e doverosa.
Ti invito a qualcosa di ancora più facile e veloce: osservare come sono scritti questi post. Hanno sempre le stesse caratteristiche. Sono del tipo:

- Condividi questa candela per solidarietà verso le vittime della recente strage di Pincopallopoli...

- La pincopallosi è una malattia tremenda; condividi questo messaggio in segno di affetto e rispetto per i malati; il 96% delle persone non lo farà

- Giulio, un ragazzino ferito in un incidente è morto prima che arrivasse l'ambulanza, ma prima di morire ha dettato a un giornalista lì vicino questo messaggio: mamma, ti voglio bene, perdonami se ti ho risposto male bla bla bla... Diffondi questo messaggio, non cliccare "condividi", ma fai "copia e incolla"

- Se vuoi abolire le pensioni d'oro dei parlamentari condividi

- Quest'immigrato che ha malmenato e rapinato una vecchietta dopo l'arresto è stato rilasciato... condividi se sei incazzato

- Ieri la Polizia di Stato ha comunicato che su WhatsApp un messaggio che si diffonde in automatico ti chiede di cliccare su questo link... non farlo, è una truffa, e se lo fai il credito telefonico ti sarà azzerato. Massima condivisione!!

Nota che:

- Si fa appello alla solidarietà verso alcune persone, quando in realtà condividere il messaggio non apporta loro alcun beneficio.

- Si fa appello al rispetto verso alcune persone, mentre in realtà rispetto significa semplicemente non offendere, e non c'è nessuna mancanza di rispetto nell'evitare di condividere un messaggio inutile.

- Le storie raccontate sono anonime, quindi palesemente inventate.

- I messaggi offrono soluzioni facili a problemi grossi, ed è quello di cui il nostro cervello rettile va matto; purtroppo però questo non corrisponde al vero, e un clic per abolire le pensioni d'oro o mettere in carcere una persona ha efficacia non 0,1, ma proprio 0,0. Esattamente come una fiaccolata contro il terrorismo o una firma contro la droga.

- C'è una trita e ritrita implicita "sfida" con la frase del tipo "Il 96% delle persone non condividerà", uno dei trucchetti persuasivi più patetici che io abbia conosciuto da quando guardavo le pubblicità in TV da bambino a oggi.

- Nei messaggi di allerta viene citato un comunicato di Polizia di Stato, Protezione Civile o altra istutuzione senza un riferimento a una specifica pagina web del loro sito.

- Ci sono riferimenti temporali relativi, tipo "ieri" o "la settimana scorsa", totalmente inadatti a un messaggio la cui diffusione non ha un limite di tempo.

A volte, poi, ci sono proprio delle frasi di una stupidità stupefacente. Ma forse non così stupefacente, se si pensa al reale scopo di questi post... Che ancora no, non ti anticipo. Lo scrivo alla fine.
Prima ti riporto due esempi che ho letto in questi giorni:

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Con un cuore spezzato 💔 e lacrime 😢 nei miei occhi, io posso dire onestamente che questo è di gran lunga il momento più difficile di sempre. Io so cosa il trattamento del cancro può fare per un corpo, e a volte mi chiedo se il trattamento è valsa la pena nel lungo termine. Sembra di fare più male che bene.
Non c'è niente di più doloroso che cercando di sorridere e rimanere positivo, ma dopo la chemioterapia e la radioterapia, voi sapete che la persona è fisicamente cambiata e loro soffrono con questa tristezza. 😕 Io so che molti di voi non guarderanno e né leggeranno questo messaggio perché, ovviamente, il cancro non ha toccato te. Tu non sai cosa vuol dire avere combattuto la lotta o avere una persona amata che ha condotto una battaglia contro il cancro. 💜
Per tutti gli uomini e le donne che conosco, vi chiedo un piccolo favore e solo alcuni di voi lo faranno. Se conoscete qualcuno che ha condotto una battaglia contro il cancro e non c'è più , che sta ancora lottando o che ha superato , si prega di aggiungere questo al tuo stato per un'ora in segno di supporto, di rispetto e di ricordo. 💚❤
Copia e incolla per sostenere le persone colpite da cancro. Non condivido. Dal tuo telefono o tablet, tenere premuto il dito sul messaggio per copiare e incollare sulla tua pagina. Grazie!!
Una amica lo chiede. Ecco qua: nella nostra piccolezza, desideriamo esserle vicino con questo gesto

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Questo fine settimana doveva svolgersi ad Amatrice la 50 festa degli "Spaghetti all' Amatriciana" piatto conosciuto in tutto il mondo e nato proprio nel paese distrutto dal terremoto. Chiedo a tutti i ristoranti, pizzerie, feste paesane o dove si possa mangiare in questo fine settimana, di poter cucinare gli "Spaghetti all'Amatriciana" e con la vendita, dare il ricavato per aiutare le persone colpite dal terremoto!!
Grazie
Aiutatemi a diffondere il messaggio, copiandolo e incollandolo nella vostra bacheca.


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Sorvolando sulla sintassi, per chi non si fosse accorto del grande carico di stupidità contenuto in questi due messaggi:

- Se una persona non legge il messaggio significa che ovviamente non ha conosciuto il cancro? Ovviamente no. Magari non lo legge semplicemente perché non gli è passato sotto agli occhi.

- Se conosco una persona che ha combattuto o sta combattendo contro il cancro, da parte mia condividere questo messaggio è il contrario di quello che devo fare. Alla sua malattia già ci pensa a sufficienza, se è ancora vivo, e non facco certo una buona cosa a ricordargliela. Devo semmai portare la sua attenzione su qualcosa di più piacevole. Stessa cosa per i parenti di una persona morta.

- Una amica lo chiede? Se rimane anonima significa che questa amica non esiste. Ed è meglio così, perché si tratterebbe di un'amica che ha avuto un'idea davvero fuori luogo.

- Chiedere ai ristoratori che??? Non si capisce cosa significhi chiedere "di poter cucinare gli Spaghetti all'Amatriciana". Poter? Nel senso che vuoi che ti facciano usare la loro cucina? No, probabilmente dicendo "poter cucinare" intendevi semplicemente "cucinare". Quindi vuoi che i ristoratori cucinino la pasta all'Amatriciana (se ordinata? Con menù fisso?) e dare ai terremotati il guadagno corrispondente... Ma molto più semplicemente si può chiedere ai ristoranti di devolvere una percentuale dei guadagni ai terremotati (indipendentemente dal tipo di piatto cucinato, così magari si può fare del bene senza crudeltà verso gli animali)... Ma altrettanto semplicemente i ristoratori potrebbero risponderti, giustamente: "Vuoi fare beneficenza con i soldi degli altri? A fare la beneficenza mia ci penso io, tu pensa alla tua".
 
Se leggi un post su Facebook che ti ricorda quanto hai letto in questo articolo, tieni conto di queste cose:
  • Diffondere un messaggio di solidarietà non significa fare qualcosa di buono. Anzi. Diffondendo messaggi del genere tu fai l'opposto: condividerlo dà a te e agli altri che lo faranno una falsa sensazione di essere stati bravi per un'azione che non porta benefici, contribuendo a "scaricare le batterie" della solidarietà. In altre parole, se a una persona dai la sensazione di aver fatto una buona azione, probabilmente sentirà un minore bisogno di farne altre. Potrebbe pensare "La mia buona azione quotidiana l'ho fatta, sono a posto". Un'informazione o una proposta benefica è quella che spinge la gente a sentirsi responsabile delle cose concrete e quindi spingerla a fare qualcosa di concreto. A frugarsi in tasca quando c'è bisogno di soldi; ad alzare il sedere quando c'è bisogno di fare. Altrimenti, vedi su, è un'informazione/proposta dannosa.
  • Se diffondi un post facendo "copia e incolla" anziché usare la funzione "condividi", un messaggio che parla di una brutta esperienza può impaurire i tuoi amici, che lo interpreteranno come riferito a te almeno all'inizio della lettura (e successivamente penseranno "ma vaffanculo, m'hai fatto preoccupare per nulla!"). Tipico esempio è il messaggio che ho riportato sopra e che parla di una malattia. Non è affatto bello far star male inutilmente le persone che ti vogliono bene, anche se si tratta di pochi secondi. L'autore del testo ha evidentemente usato questo subdolo trucchetto per fare in modo che il messaggio acchiappi l'attenzione e venga letto fino in fondo.
  • Di nuovo a proposito del suggerimento di copiare e incollare anziché condividere, eccone il motivo secondo me più probabile: se venisse usata la funzione di condivisione non solo il messaggio desterebbe meno attenzione rispetto alle parole che a prima vitsta appartengono a chi le ha postate, ma tutti i lettori sarebbero in grado di scovare l'autore originale e chiedergli chiarimenti, oppure coprirlo di meritate critiche, ostacolando in parte la diffusione del post. Non a caso questo metodo è meno usato quando vengono diffusi messaggi a carattere opinionistico e politico, mentre viene usato spesso quando il post consiste in un racconto strappalacrime, che porterebbe appunto indurre a chiedere lumi all'autore, che quindi si nasconde nell'anonimato.
...E a proposito dell'autore e dei suoi metodi, come promesso, ti spiego qual è secondo me, con grande probabilità, lo scopo di certe catene di Sant'Antonio.
Come ho detto, è impossibile che lo scopo sia aiutare qualcuno. Né lo scopo può essere risvegliare le coscienze. Non può essere risolvere o prevenire un problema. E tanto meno può essere manifestare solidarietà, rendere omaggio o portare rispetto a chicchessia. Anzi, l'autore di questo tipo di messaggi compie una grande mancanza di rispetto nei confronti dell'intelligenza di chi lo leggerà.

E alllora perché lo fa?

Potrebbero essere dei TEST.

L'autore forse vuole sperimentare le reazioni: scrive molti messaggi di vario tipo, di cui poi osserva la potenziale viralità. Osserva cioè quanto ognuno di essi fa presa sulla gente, guardando quanti dei suoi migliaia di amici abboccano facendo copia e incolla o quante persone, anche non sue FB-friend, lo condividono (in quest'ultimo caso Facebook dice proprio, sotto il post, il numero di condivisioni che sono state fatte).
In base a questo può trarre delle conclusioni: "fra tutti i messaggi che ho scritto, quelli formulati nella modalità X, Y e Z sono i più efficaci". Tali informazioni gli serviranno quando vorrà scrivere un post la cui diffusione avrà per lui un'utilità più concreta, tipicamente attirare i visitatori sul proprio sito per vendere un prodotto o far visualizzare pubblicità.

È vero che gli utenti del web, anche se MOOOLTO lentamente capiscono che certi tipi di messaggi sono bufale. Ma gli autori di questi test non sanno quanto lentamente. Quindi, prima che studiare, inventare e testare nuovi tipi di messaggio, è più economico in termini di tempo indagare per vedere se i già esistenti funzionano ancora.

Altro caso: Pagine FB acchiappa-Like.

Cito da un post della pagina Facebook di Butac:

Come fanno le pagine che spacciano Bufale sui bimbi malati a fare soldi?
Su Facebook non mancano mai pagine che spargono Fuffa e Spam! Questi admin non si fanno problemi a rubare le foto di qualche bimbo malato o addirittura morto.
Poi usano questa foto, insieme a false preghiere di condivisione e a donare, come esca per portarvi a mettere un Mi Piace, condividere e commentare sulla loro pagina.
Il “buzz” che si crea per merito del post volutamente ingannevole induce Facebook a mostrarlo a più gente.
Questo genera più traffico sulla pagina truffaldina. Più traffico riceve più aumenta visibilità e posizionamento nelle classifiche web. Al raggiungimento dell’obbiettivo la stessa avrà un valore e potrà venire venduta al migliore offerente.
Quindi mentre tu in buona fede, clikki, condividi, mandi le tue preghiere e il tuo affetto, loro molto onestamente trasformano il tutto in SOLDI PER IL PRANZO
.


Sì, sei stato preso per il culo.
Sei stato usato.
O, più probabilmente, presa per il culo e usata,
dato che mi pare le donne sono quelle che abboccano di più, specialmente alle bufale strappalacrime.

Purtroppo i tipi di messaggi in questione sì, funzionano ancora. Magari meno di prima, ma li vedo ancora su Facebook.
Al di là di ciò, questi i miei suggerimenti:
  • Quando vedi messaggi senza riferimenti a persone precise, con riferimenti temporali vaghi, deduci subito che è una bufala
  • Quando vedi un messaggio catena di Sant'Antonio con una struttura simile a un'altra catena di Sant'Antonio, deduci subito che è una bufala fino a prova contraria
  • Quando vedi un messaggio che incita alla diffusione, chiediti quale sia il vero beneficio concreto e il modo in cui davvero può realizzarsi grazie a quell'invio; se non c'è, allora il messaggio è non solo bufalaro, ma anche dannoso
  • Quando vedi un messaggio simile a quelli che ho esemplificato qui sopra, commenta inviando il link a questo articolo!
Concludo con uno screenshot che con l'argomento c'entra e non c'entra, perché temo che sia stato scritto in buona fede. E questo ne aumenta tremendamente la carica  trash.

AGGIORNAMENTO 2022: Avevo dimenticato una delle formulazioni di questi post, e cioè "Nessuno ha condiviso / condividerà perché X", dove X può essere "sono malato della tale malattia", o "sono negro", o altro svantaggio. Praticamente se non condividi quel post spazzatura sei un insensibile, un razzista, etc. Mi è tornato in mente perché purtroppo, come ho notato sul mio feed di Facebook, una mia amica ha messo "Mi piace" a questa foto con descrizione imbecille annessa.

L'ha visto in un gruppo FB dove i vari utenti condividono questo genere di idiozie. In questo caso è stato condiviso da un utente che l'aveva visto nella pagina in lingua portoghese "Daily Life News", che si auto-definisce nella descrizione "Agenzia media/stampa". Dunque un autore di questa sedicente agenzia, il 12 giugno 2022 si è inventata di sana pianta sta roba, visto che i due sono Jamie and Nikki Perkins, lui vlogger, fotografo e musicista australiano, lei modella sudanese, sposati nel 2012. Su Youtube mostravano la loro vita quotidiana ed avevano un enorme successo. Altro che "nessuno si è congratulato perché mia moglie è nera". Immagino siano famosi più che altro in Australia, ma poco nel resto del mondo. Quindi lo scherzo ha funzionato, e sotto la foto è pieno di auguri in portoghese. Nel suddetto gruppo i commenti sono, mentre sto scrivendo, circa 1,3 milioni, e le condivisioni quasi 34mila. Jamie and Nikki Perkins si sono separati due anni fa.
Il gruppo conta più di 56 mila membri. La pagina da cui è partita la bufala  ha più di 63mila seguaci.

Ancora oggi un modo efficace per fare soldi è scrivere idiozie su FB o anche solo farle condividere agli utonti.

21 agosto 2016

Sei vegano? Ma allora cosa mangi?

Per avere una risposta esauriente a questa domanda basterebbe fare un piccolo sforzo non dico di fantasia, ma di memoria... E non dico memoria per andare a ravanare nei ricordi più nascosti e profondi, dato che gli alimenti di derivazione non animale si vedono in tutti i mercati e negozi di alimenti.
Se poi non vuoi fare questo piccolo sforzo potresti accorgerti che cercando sul web "sei vegano ma allora cosa mangi" si viene sommersi da tanto, tanto cibo vegan (non tutto cibo super-salutare, certo... esiste anche cibo vegetale da limitare fortemente o da evitare).

Comunque anch'io, come altri blogger, scrivo qui sotto un elenco di esempi di cibo cruelty-free per rispondere alla domanda che gli onnivori fanno così spesso, senza includere cose particolari come seitan o tofu (che non fanno parte della mia dieta).

Una volta letto un elenco del genere (che è fra l'altro molto incompleto, e che tralascia quasi del tutto i tanti modi in cui può essere elaborato e presentato il cibo), credo sia impossibile continuare a pensare che i vegani hanno un'alimentazione poco variata (in realtà spesso è più variata di quella della maggior parte degli onnivori) o insoddisfacente dal punto di vista della golosità.


FRUTTA FRESCA

Uva, Banana, Mela, Pera, Arancia, Pomo, Limone, Mandarino, Clementino, Mandarancio, Pesca, Albicocca, Melagrana, Melone, Melone giallo, Cocomero, Cocco, Avocado, Pomelo, Mango, Kiwi, Susine, Prugne, Nespole, Castagne, Fichi, Fichi d'India, Fragole, Ciliege, Mirtilli, More, Ribes, Lamponi, Datteri (senza additivi!), Ananas, Lupini


FRUTTA SECCA

Noci, Noci macadamia, Noci brasiliane, Uva sultanina, Mandorle, Nocciole, Pistacchi, Arachidi, Anacardi, Semi di zucca, Pinoli, Semi di Girasole


ORTAGGI

Pomodori, Spinaci, Lattuga, Valeriana, Rucola, Baccelli, Piselli, Fagioli, Ceci, Fagiolini, Peperoni,
Carciofi, Melanzane, Cipolle, Porri, Asparagi, Patate, Carote, Sedano, Finocchio, Zucchine, Zucca, Fiori di Zucca, Olive verdi e nere, Cetrioli, Ravanello, Cavolo, Cavolfiore, Taccole, Barbabietola


CEREALI E PSEUDOCEREALI

Pasta di farina di grano (meglio se integrale), Farro soffiato per colazione e per primi piatti (in grani o pasta), Riso (meglio se integrale, in grani o pasta), Mais (in pannocchie o pasta), Frumento (usato per fare pane e pasta), Miglio, Grano saraceno, Quinoa, Semi di Chia, Sesamo, Avena


FUNGHI

Porcini, Chiodini, Prataioli, San Giorgio e molte altre specie di funghi commestibili; Tartufo bianco,
Tartufo nero


CIBI PER INSAPORIRE

Aglio, Peperoncino, Curcuma, Coriandolo, Cumino, Lievito in scaglie, Olio di oliva, Olio di lino, Basilico, Zenzero, Senape, Mostarda


...il tutto combinabile in centinaia di ricette super-succulente, di cui il web è pieno!

P.S.: Ecco una pagina web con una tabella sulla stagionalità della frutta.

18 agosto 2016

Facebook: sarebbe utile una funzione promemoria per ogni utente

Poco fa sono andato alla pagina Facebook dedicata al feedback da parte degli utenti e ho scritto allo staff l'ipotesi di soluzione a un problema che a volte ho incontrato, e che immagino possano incontrare molte altre persone:

"Consiglio di creare una funzione che mi consente di salvare delle note su ogni utente Facebook. Sono tanti gli utenti Facebook con cui abbiamo a che fare nel corso della vita, ed è probabile che ci scordiamo in che modo abbiamo conosciuto una persona, col rischio di fare delel brutte figure nel momento in cui torniamo a parlarci.
Inoltre nel corso degli anni sono tanti anche gli utenti che, per vari motivi, decidiamo di bloccare. E non possiamo ricordarci sempre il motivo per il quale abbiamo bloccato un utente. Anche per questo motivo la funzione suddetta potrebbe essere utile: potrà essere utile leggere un appunto che avevamo scritto prima di bloccare un utente per decidere oggi se sbloccarlo oppure no o per spiegare a un amico perché in passato abbiamo deciso di allontanare dalla nostra vita quella persona"

Prima che FB aggiunga questa funzione, cosa si può fare per ottenere qualcosa di simile in modo un po' artigianale? Si può usare la funzione chat per scrivere il promemoria. Cioè subito prima di bloccare una persona gli si scrive un messaggio in chat, che sarà sempre a noi reperibile, spiegando i motivi del blocco.

17 agosto 2016

Come creare un podcast con Blogger e Google Sites

Istruzioni molto molto riassuntive....


CREARE UN PODCAST CON BLOGGER E GOOGLE SITES

  • Nel pannello di Blogger vai su Impostazioni - Altro - Link di inclusione - Scegli Sì, poi salva
  • Se non l’hai già fatto crea un sito con Google Sites (https://sites.google.com/)
  • Entra nel tuo account Google Sites; nel menù a tendina che ti chiede che tipo di pagina vuoi creare scegli ”Schedario” (consiglio di posizionare gerarchicamente la pagina sotto alla Home Page)
  • Clicca su Aggiungi file e carica il primo Mp3 del podcast
  • Creata la pagina, memorizza negli appunti l'URL dell'Mp3 in questo modo: col tasto destro clicca su "scarica" sotto al file Mp3 appena caricato, poi con CTRL + C copia il collegamento e incollalo con CTRL + V su un file di testo (o sulla barra degli indirizzi), poi cancella la porzione finale dell'URL, dal punto interrogativo compreso in poi; evidenzia la stringa rimanente e copiala usando di nuovo CTRL + C
  • Su Blogger crea un nuovo articolo del blog, e sulla destra clicca su Link. Nel primo spazio “Link di Inclusione” incolla la URL che avevi copiato negli appunti
  • Pubblica l’articolo
  • Verifica che il link per il download dell’Mp3 sia presente alla pagina del feed del tuo blog, e cioè http://feeds.feedburner.com/blogspot/porzione_di_URL_personalizzata_del_blog, dove la "porzione di URL personalizzata del blog" è ad esempio "tiziocaio" se il blog ha come indirizzo http://tiziocaio.blogspot.com
  • Nella casella sotto “Burn a feed right this istant…” scrivi l’indirizzo del tuo blog, poi seleziona la casella “I am a podcaster” e clicca su Next
  • Scegli ATOM, clicca su Next e procedi con la configurazione
  • Alla fine della configurazione (durante la quale è fra l’altro consigliato indicare il link a un’immagine di copertina) ti sarà comunicata l’URL del feed, che sarà del tipo http://feeds.feedburner.com/blogspot/[stringa_alfanumerica] (puoi sostituire la stringa alfanumerica con una stringa di tua scelta)
  • Clicca su Next e procedi con la configurazione
  • Torna al pannello di Blogger, vai su Impostazioni - Altro - URL di reindirizzamento feed post - incolla la suddetta URL del feed e in alto a destra clicca Salva impostazioni

Adesso che hai creato il podcast, la procedura per caricare i successivi Mp3 sarà più semplice:

  • Su Google Sites modifica la pagina "Archivio" che hai creato cliccando su Aggiungi File e caricando il nuovo Mp3, poi salvala.
  • Nella pagina che hai appena aggiornato copia negli appunti l'indirizzo del nuovo Mp3 come spiegato sopra
  • Su Blogger crea un nuovo articolo e procedi come spiegato sopra per aggiungere il link di inclusione relativo al nuovo Mp3


ISTRUZIONI PER CHI VUOLE ISCRIVERSI AL TUO PODCAST

Su iTunes vai su File - Iscriviti al podcast - Nella finestra scrivi l’URL del feed e premi Ok.

15 agosto 2016

Primo studio sulle "scie chimiche": nessuna evidenza di operazioni occulte

L’articolo originale in inglese di Science Alert si trova a questa pagina.

È stato pubblicato il primo articolo peer-reviewed sulla cospirazione delle scie chimiche - l’idea secondo cui degli enti governativi starebbero segretamente facendo rilasciare sostanze chimiche nell’aria per mezzo di velivoli.

I ricercatori non hanno trovato alcuna evidenza di attuazione di programmi che prevedano lo spruzzo di sostanze chimiche su larga scala e di cui non saremmo a conoscenza, e hanno concluso che tutti i caratteristici disegni di “scie chimiche” nel cielo possono essere spiegati con le già conosciute leggi scientifiche sul vapore acqueo.

Nonostante la mancanza di solide evidenze sulle scie chimiche, questa teoria non morirà, e continuerà la ricorrenza di memi che circolano su Facebook e Twitter (grazie, Kylie Jenner) a suggerire che gli aerei strascicatori di nuvole sono qualcosa di ben più sinistro.

Questi disegni nel cielo sono in realtà conosciuti come scie di condensazione, e gli scienziati hanno mostrato che sono il prodotto del vapore acqueo che si condensa e dell'aerosol che si ghiaccia intorno nei tubi di scappamento.

Ma per qualche motivo tante persone pensano che siano causati da industrie o governi che spruzzano nell’atmosfera sostanze chimiche in grado di danneggiare la salute o di controllare i fenomeni meteorologici – un sondaggio internazionale del 2011 ha rivelato che quasi il 17% delle persone intervistate credeva nelle programmazioni segrete di irrorazione su larga scala.

Volevamo stabilire una documentazione scientifica sul tema dei programmi segreti di irrorazione atmosferica per il bene delle persone che non hanno ancora deciso - ha detto il direttore della ricerca Steven Davis dalla University of California, Irvine - Gli esperti che abbiamo interrogato hanno respinto con forza la tesi secondo cui le fotografie di scie di condensa fornirebbero un’evidenza di una cospirazione per la manipolazione dell’atmosfera su larga scala.

Per fare chiarezza, l’equipe ha interrogato 77 scienziati che si suppone sappiano cosa dicono – sono stati o chimici dell’atmosfera specializzati in scie di condensazione o geochimici che hanno lavorato nel campo dei depositi atmosferici di polvere e dell’inquinamento.

Di questi, 76 dei 77 esperti hanno detto di non essere venuti a conoscenza di programmi segreti di irrorazione su larga scala.

L’evidenza che il settantasettesimo ha incontrato riguardava “alti livelli atmosferici di bario in un’area remota in cui normalmente c’era una bassa quantità di bario a livello del suolo”.

In altre parole, aveva visto una differenza che poteva essere spiegata con sostanze chimiche irrorate nell’atmosfera, ma non aveva incontrato nessun segno di attività nefasta.

E soprattutto ai ricercatori sono state mostrate quattro immagini che comunemente circolavano come prova di scie chimiche, e il 100% di loro hanno detto che erano normali scie di condensazione – e hanno fornito citazioni peer-reviewed che certificavano le loro affermazioni.

I ricercatori inoltre hanno suggerito che le scie di condensazione sono più comuni in questi giorni poiché i viaggi aerei stanno diventando più regolari.

Nonostante la persistenza di erronee teorie sui programmi di irrorazione atmosferica, fin ora su questo non ci sono strati studi accademici peer-reviewed, e questo lascia dedurre che le supposte 'scie chimiche' sono semplicemente normali scie di condensazione, che stanno aumentando di numero con l’aumento dei viaggi aerei - ha detto uno dei ricercatori, Ken Caldeira, del Carnegie Institution for Science - Inoltre è possibile che il cambiamento climatico stia causando scie di condensazione per periodo più lunghi rispetto al passato”.

I membri dell’equipe ha ammesso che la loro ricerca probabilmente non influenzerà l’opinione di chi già crede nelle scie chimiche, ma sperano che fornendo uno studio peer-reviewed su di esse, le persone nuove che per la prima volta si approcciano a questo argomento troveranno qualcosa di oggettivo nella loro ricerca.

Era importante per me mostrare una volta per tutte cosa pensano i veri esperti in scie di condensazione e aerosol - ha detto Caldeira - Potremmo non convincere gli irriducibili sostenitori che il loro programma di irrorazione segreto sia solo pura fantasia, ma auspicabilmente i loro amici accetteranno la realtà dei fatti

La ricerca è stata pubblicata in Enviromental Research Letters.

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Articolo correlato: 1000 euro per una scia chimica - Intervista ai blogger David Incertis, ingegnere chimico, e Gabriel Incertis, musicista appassionato di scienza, che ispirandosi al "Premio Randi" hanno deciso di offrire 1000 euro a chiunque presenterà prove tangibili di un complotto sulle cosiddette scie chimiche.

13 agosto 2016

Il tempo libero altrui come argomentazione sbeffeggiante

Questo articolo è rivolto a chi si cimenta in un'attività stupida, inutile e pretestuosa: reagire a un commento ritenuto lungo (o più di uno) commentando che l'interlocutore ha tanto tempo libero.

A parte il fatto che ad avere tempo libero non c'è nulla di male, adesso mi cronometro. Senza stare troppo a cancellare e riscrivere se faccio qualche errore stilistico o senza troppo guardare cosa ho scritto di organico o convulso, creerò questo articolo con lo stesso spirito con cui scrivo un commento su Facebook o simili: di getto, giusto per cronometrarmi, appunto. Quando ho iniziato a scrivere il titolo erano le 19.30, e adesso che sono qui sono le 19.32. Veloce? Lento? Quanto ci ho pensato? Quanto mi sono soffermato? Pochissimo, giusto il tempo di cancellicchiare qualche parolina, ma sempre con l'intento di scrivere veloce, a raffica... Ah, dici che secondo te per ottenere una lunghezza plausibile dovrei, al contrario, rallentare? Sì, in effetti a volte chi commenta ci pensa, ci ripensa, scrive, cancella, aggiusta le parole... Ma siccome la cosa non è valutabile ed è opinabile, facciamo che do la possibilità di ponderare il giudizio di chi legge facendo la tara sulla mia scrittura a treno (o quasi, perché un po' mi sto impappinando a scrivere così veloce) e spero, romanticamente fantasticando, in un minimo barlume di onestà intellettuale da parte di chi adesso scopre di avere detto una grande sciocchezza. Ecco, vedo che almeno da com'è configurata l'interfaccia di Blogger in modalità scrittura, questo pappardello qua che ho scritto, se fosse un commento su Facebook apparirebbe invero abbastanza cicciotto. Sì, sarebbe uno di quei commenti che probabilmente indurrebbero qualche imbecille che non concorda con me a dire che ho un sacco di tempo libero in senso dispregiativo. Ed ecco qua... quanto ci ho messo a scrivere questa roba qui che stai leggendo e che dovrebbe farti pensare che non ho nulla, ma proprio nulla da fare, tenendo conto che ho cercato di scrivere veloce velocissimo e senza troppe cancellature (cosa che del resto fanno in molti, con conseguenti errori di digitazione e anche sintattici... va beh, essendo buoni anche questi ultimi possiamo attribuirli alla fretta anche se ho i miei dubbi) ?
Guardiamo un po' l'orologio di Windows... Ecco, aspettavo che fossero passati 8 minuti ma no, non passano. Siamo sempre a sette, oh.

Ecco, sono passati ora. 8 minuti.

Ora dico io: su, renditi conto di quanto sei persona sbagliata se ci tieni a evidenziare che ho tanto tempo libero. Renditi conto che il problema centrale non è tanto il mio tempo libero, quanto uno o entrambi i seguenti:
- banalmente, l'invidia da parte tua per il fatto che io ne disponga (invidia che non fai certo bella figura ad esternare con fare denigratorio... Che ti devo fare io?)
- la tua somarezza, ché quando ti trovi davanti più di 5 righi da leggere ti spaventi per la grande fatica che ti si prospetta e immagini che io ci abbia lavorato chissà quanto.

Ecco, è passato un altro minuto, siamo a nove, e in nove minuti ho praticamente finito di scrivere un articolo sul mio blog. Uno degli articoli più veloci, ok, perché sto rispettando l'intento iniziale, quello di andare come un treno senza pietà, ma insomma... Capisci adesso? Capisci che semplicemente una persona a pensare e a scrivere potrebbe essere più veloce di quanto immagini, e che un po' di tempo dovresti semmai risparmiarlo tu evitando di scrivere argomentazioni farlocche? Coraggio. Ché leggere non è così male e un giorno o l'altro un testo maggiore di 5 righe non ti impressionerà più di tanto.

Siamo a 12 minuti e qualcosina appena. Ne valeva decisamente la pena. Vedi sezione "Perché questo blog" e capirai, sempre a proposito di tempo.

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Aggiornamenti del 31.08.2016

1)

Ho ritoccato e corretto un po' quanto sopra, ma la lunghezza più o meno rimane quella, e... beh, la versione originale era comunque decente, nonostante qualche erroretto.

2)

Nella fretta non avevo scritto che... E se pure il tempo totale impiegato a scrivere uno o più commenti fosse un'ora? La gente passa anche più tempo davanti a una birra (bleah) chiacchierando di cose che vanno dal trash no-sense al tema socialmente rilevante, giusto per svagarsi.

Se tu entrassi in un pub dove ci sono due al tavolo che parlano di argomenti che ritieni frivoli, immagino che non interverresti dicendo: "Ragazzi, ma come vivete? Mi sa che non avete davvero nulla da fare se state qui a parlare di queste cose". Perché se lo facessi saresti meritatamente liquidato con una sberla o con un "Fatti gli affari tuoi, ma chi ti conosce", cioè messaggi riassuntivi che racchiudono più o meno i seguenti concetti:

- Ma che ne sai tu? L'argomento di cui stiamo parlando ti sembra stupido, e invece potrebbe essere cruciale. Magari stiamo facendo battute su battute, e questo per noi è un lavoro, perché lo facciamo per raccogliere idee per uno spettacolo teatrale comico. Magari parliamo di calcio e, guarda un po', lavoriamo in quella squadra. Magari parliamo di politica non tanto per fare, perché vogliamo mettere su una lista per candidarci alle prossime elezioni comunali. Magari parliamo di discoteche e siamo gestori di una discoteca e stiamo scambiandoci opinioni su come portare avanti il lavoro confrontandolo con quello della concorrenza. Magari parliamo di qualcosa che non ti tocca ma che è importante per me per motivi legati ai miei valori e alle mie esperienze, o perché colgo degli aspetti che a te risultano invisibili.
- Metti pure che siamo qui da un'ora a parlare di cose poco importanti. Hai mai sentito parlare di "svago"? È una bella cosa. A patto che non consista nel criticare gli altri per il modo in cui gestiscono il loro tempo.
- È pomeriggio / tarda mattinata, e siamo qui invece che a lavorare? Che ne sai dei giorni e dei turni che facciamo? Non tutti lavorano dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 18.
- ...O forse siamo in ferie. E no, il fatto che tu ci abbia visto passare una o due ore a parlare fra noi non significa che passiamo a questo tavolo l'intero periodo di ferie. Sai, una giornata è composta da 24 ore, non due. E le ferie potrebbero essere lunghe non una o due ore, ma una o due settimane. Magari stiamo per partire per una vacanza e abbiamo fatto presto a preparare le valige. Che ne sai? Che ne sai, intontito profondo. L'aereo parte fra molte ore e stiamo cazzeggiando in attesa di partire. Ti pare strano?

E su Facebook? Uguale.

...Più o meno.
...La differenza è che su FB si possono anche spezzettare le conversazioni distribuendole così nei ritagli di tempo. Si possono scrivere in totale un bel po' di righi che visti tutti insieme, come accennavo su, potrebbero destabilizzarti, se leggere non è proprio fra i tuoi hobby o addirittura la ritieni una perdita di tempo. In tal caso potrebbe essere una buona idea astenerti, tu sì, dallo scrivere.

Ma veramente hai letto questo articolo fino in fondo? Secondo me proprio non hai un cazzo da fare te, eh.
Scherzo. Hai fatto benissimo ad investire il tuo tempo in questa lettura: è importante per te capire quanto sciocca e presuntuosa è stata la tua esternazione, ed è importante che tu non ci ricaschi in futuro.

11 agosto 2016

L'aspetto dei bufalari che mi mette tanta ansia

Qual è un fenomeno che sconvolge ancora più dell'idiozia di chi inventa bufale?

"I polli che ci credono", potresti rispondere.
Certo: chi non è abituato a navigare su Internet e non ha esperienza su come riconoscere l'informazione corretta dall'informazione tendenziosa o bufalosa può cascarci, ma dopo qualche tempo dovrebbe sviluppare un certo intuito che lo porti a difendersi. E invece c'è chi non impara, e continua a credere a tutte le fesserie che legge.

Fenomeno brutto brutto, vero.

Ma ce n'è uno più sconvolgente.

"Il fatto che i polli difendano la veridicità delle bufale a cui piace credere", potresti osservare.
Beh, sì... Il cervello umano tende alla coerenza, e quindi il primo istinto, piaccia o non piaccia, è sempre quello di tentare di confermare ciò che si è affermato. Ma dopo un certo numero di secondi ogni persona con un minimo di maturità dovrebbe lasciare che la razionalità prenda il sopravvento e iniziare a selezionare le informazioni davvero utili a capire la verità. E invece c'è chi continua a difendere a spada tratta la tesi affermata nonostante il suo tentennamento.

Fenomeno brutto brutto, anche questo, vero.

Ma ce n'è uno ancora più sconvolgente.

...A cui, a differenza dei precedenti, non trovo spiegazione. O forse ho troppa paura di saperla in quanto intuisco inconsciamente che è troppo spiacevole.
È l'utente che ha condiviso una bufala e poi ne ignora completamente una smentita palese, lasciando il post bufalaro lì dove l'ha messo.

Ripeto: non mi riferisco al caso in cui la notizia "è dubbia, e nel dubbio la lascio" (il che sarebbe sbagliato comunque), ma anche quando è palesemente falsa.

Perché?

Che umano sei, se fai così?
Che figura ci fai?
Qual è il tuo vero obiettivo?
Cosa ti succede dentro?
 
Forse voglio saperlo, forse no. Sto troppo male. A me mi ammazza, sta cosa.

E tu, OPIDOS lettore, cosa ne pensi? Scrivi qui sotto un commento per darmi spiegazioni o per darmi conforto.

10 agosto 2016

Le misteriose foto erotiche sul web

Non ho mai capito come funziona per queste foto.

Lo so, alcune sono per le pubblicità dei profumi e altri articoli che a ragione o a torto vengono associati alla seduzione. Ma non tutte. Sono troppe di più le foto erotiche che si trovano sul web rispetto al numero di pubblicità esistenti!

Quindi come sta la cosa? Chi paga chi?

Il fotografo paga un modello e una modella perché si struscino insieme e poi il pubblico paga il fotografo che fa la mostra delle foto arrapanti? Il fotografo paga solo la modella perché ha la fila di maschi che si strusciano a una bella donna gratis? Il maschio paga il fotografo che offre un servizio di fotografia e modella annessa e con l'occasione ha l'occasione di strusciarsi a una donna? Il produttore
di un profumo o di abiti paga fotografo, modello e modella, e queste foto senza logo né marca sono quelle scartate che sono rimaste di proprietà del fotografo, come da contratto, e sono quindi usate dal fotografo per farsi pubblicità sul suo sito?

Se sei in possesso della risposta a questo quesito, o se anche hai ipotesi da formulare, scrivilo pure nei commenti.

05 agosto 2016

Poste Italiane: Abbiamo il tuo pacco ma ancora non te lo diamo

Riporto l'esperienza con Poste Italiane che un utente ha raccontato in un gruppo FB, risalente a venerdì 20 dicembre 2015.

Nella sua cassetta delle lettere trova un avviso di mancata consegna. Capisce subito che si tratta di un libro che aspettava. L'indomani si reca all'ufficio delle Poste per ritirarlo.

Dopo 20 minuti di attesa nonostante fosse il secondo della fila, riesce a parlare con l'impiegata, con cui ha un dialogo al limite del surreale. Ecco più o meno com'è andata la conversazione:

- Buon giorno, ho trovato questo avviso e vorrei ritirare il pacco

- Non posso consegnarglielo.

- Come sarebbe non può consegnarmelo?

- Non posso. Sabato non lavorano i portalettere.

- Infatti sono venuto a ritirarlo io, che c'entra il portalettere?

- Vero, ma ma è così che funziona. Fra l'altro, anche volendoglielo consegnare, il pacco non è qui, ma nell'ufficio Postale di Serrenti [il Comune Vicino]

Ilario va a Serrenti e parla con l'impiegata. Ed ecco più o meno com'è andato il dialogo:

- No.

- No?

- Il pacco è qui, ma non possiamo consegnarglielo: la spedizione non è di nostra competenza.

- Può dirmi gentilmente come devo fare avere subito il mio pacco?

- Può ritirarlo lunedì prossimo dopo le 10 all'ufficio postale di Samassi, dopo che dal nostro ufficio l'avremo portato lì.
 
Esattamente 3 mesi prima, il 20 settembre 2015, nel canale YouTube di Poste Italiane veniva caricato questo video:



Speriamo che continuino a cambiare, ché ancora proprio non ci siamo.

Articoli correlati:

Poste Italiane: la deludente risposta a un mio reclamo

Poste italiane e lo stravolgimento dell'italiano ("gratis")

03 agosto 2016

Tixti, strumento per creare pagine web semplici

(se una pagina non viene visitata nell'arco di 2 mesi viene eliminata, quindi scrivo anche qui quanto ho già scritto su http://txti.es/prova-italiano)

Ciao. Dopo aver visitato per caso Txti.es, voglio provarlo. E con l'occasione di questa prova, offro il mio contributo alla rete spiegando in italiano cos'è e come funziona.

Txti.es è un serivizio creato da Barry T. Smith che ti dà la possibilità di creare un sito leggero e senza fronzoli, in controtendenza rispetto ai molti siti stra-appariscenti che siamo abituati a visitare, molti dei quali purtroppo limitano la possibilità di visualizzazione a chi non ha una connessione Internet abbastanza veloce (ad esempio i paesi del terzo mondo) e ai ciechi. L'avversione dell'autore nei confronti dei siti poco essenziali è espressa, con ampia dose di parolacce, su http://motherfuckingwebsite.com.

L'interfaccia di utilizzo di Txti.es è super-semplice.
L'attività minima per la costruzione della pagina è inserire il contenuto (mi pare ragionevole).
Se vuoi puoi anche
  • scegliere un indirizzo URL personalizzato del tipo http://txti.es/quello_che_vuoi
  • inserire un "Custom edit code"
  • inserire immagini (ma non ho ancora capito come); in tal caso, quando il visitatore entrerà nella pagina, gli verrà chiesto se vuole visualizzarle oppure no
  • inserire i metadati (titolo della pagina, descrizione, nome dell'autore)
Le istruzioni complete (che non ho ancora letto) si trovano su http://txti.es/how, dove viene spiegato ad esempio come associare a una scritta un collegamento ipertestuale, come fare scritte grandi, etc, il tutto secondo il codice Markdown.

Dopo aver creato la pagina, appare una schermata che ti ricorda il suo URL, ti fornisce il link che devi visitare per modificarla o eliminarla (del tipo http://txti.es/quello_che_vuoi/edit) e la relativa password da inserire nel form in basso prima di cliccare il bottone di conferma.

La pagina creata verrà cancellata se in sei mesi non totalizza almeno 2 visualizzazioni. Per proteste riguardo a contenuti illeciti si può scrivere a legal@txti.es.

Il servizio Txti.es è gratuito e lo sarà per sempre. L'autore comunque dice di accettare volentieri offerte via Paypal o Dogecoin.

02 agosto 2016

Tirati fuori dalle discussioni-melma con un blog

Spiego qui in maniera un po' più estesa quanto ho scritto all'inizio della pagina "Perché questo blog".

Quando leggo o sento opinioni, idee e osservazioni con cui non concordo e ho voglia di proporre la mia opinione, e ritengo che questa per essere compresa (da chi ha voglia di comprenderla) necessiti di una spiegazione abbastanza ampia, scrivo un articolo su questo blog anziché ad esempio spiegare a voce o con un commento su Facebook.

Ecco perché:
  • in questo modo non solo posso suggerire il link dell'articolo non solo alle persone coinvolte nella discussione del momento, ma posso farlo anche in occasioni simili dove si parla della stessa cosa;
  • ciò che dico non sprofonda nell'oblìo dei commenti o delle parole dette a voce che proverbialmente volano via (e vengono spesso anche dimenticate dalle stesse persone che ascoltano), e rimane facilmente disponibile e reperibile
  • nel mio blog comando io, quindi posso censurare i commenti che oltrepassano una certa soglia di stupidità, oppure approvarli, ma solo se voglio fare un esempio su come non si commenta un articolo.
Man mano che sullo stesso argomento leggo o sento osservazioni o argomentazioni nuove, posso aggiornare l'articolo e, sotto eventuali commenti stupido-cattivi su FB o altro luogo originario della discussione, dico che ho già risposto sul blog, facendo passare in qualche modo un messaggio del tipo:

Per scansare la pioggia di scemenze provenienti da cani e porci ho deciso che chi vuole parlare con me deve commentare il mio articolo sul mio blog; invece, cani e porci che senza leggere attentamente quello che ho scritto vogliono continuare a insultare e sparare fesserie gratuite continuino pure a sfogarsi qui, ma non si aspettino di essere presi in considerazione.
 
C'è poi Neurogulp
Neurogulp è il mio blog in cui riporto proprio episodi di incontri comunicativi con casi umani che non hanno bisogno di commenti e semplicemente testimoniano di per sé fino a che punto le tenebre cognitive possono impossessarsi di un essere vivente. Unica reazione positiva che distoglie dalla disperazione è sorridere, ridere e condividere. A proposito: per Neurogulp accetto anche contributi di altri utenti.

Dunque qual è il mio consiglio se vuoi esprimere chiaramente la tua opinione o spiegare dei dati di fatto, e al tempo stesso neutralizzare il fastidio per l'interazione a pari livello di persone che parlano e offendono a sproposito?

Fai come me. Fatti un blog. Oppure, se ne hai voglia e hai predisposizione a parlare in pubblico, anche un video-blog.