15 novembre 2020

L'abolizione del reato di ingiuria è antidemocratico

Dal 2016 il reato di ingiuria non esiste più: l'ingiuria, da illecito penale e civile, è diventato illecito civile solamente.

Cioè l'unica punizione per chi offende qualcun altro è essere condannati a sborsare dei quattrini a titolo di risarcimento (sempre che l'offeso gli faccia causa e la vinca). Quanti quattrini?

- dai 100 a 8.000 euro se l'ingiuria è una semplice offesa, tipo "cornuto" o "imbecille"

- dai 200 ai 12.000 euro se consiste nella falsa accusa su un preciso fatto disdicevole (tipo "sei stato tu a rubarmi il portafoglio" o "hai una relazione con un boss mafioso"

Lo scopo di questa degradazione a illecito civile (e di vari altri provvedimenti simili) era far fronte al problema dell'ingolfamento dei tribunali, vista l'alta litigiosità degli italiani (e, aggiungo io, vista la lentezza della nostra super-burocratizzata giustizia).

Comprensibile, ma non giustificabile.

Sarebbe stato più razionale un "liberi tutti": stabilire che l'ingiuria non è illecita affatto, e che quindi chiunque può ingiuriare chi vuole senza conseguenze, partendo dall'assunto secondo cui l'ingiuria non è poi un gran male, e d'altra parte se qualcuno ti offende puoi sempre punirlo ri-offendendolo.

Una roba inaccettabile in un paese civile, ma comunque meno ingiusta della disuguaglianza che si è creata.

Quale disuguaglianza?

La depenalizzazione dell'ingiuria contibuisce a creare cittadini che possono sentirsi libere di offendere e cittadini che non possono. Queste due categorie di cittadini sono rispettivamente quelle economicamente benestanti e quelle economicamente disagiate: un tizio molto ricco si trova adesso nella posizione di poter ingiuriare una persona comune senza timore, perché a lui magari fa il solletico una spesa di 12.000 euro + spese processuali.

Fra l'altro, come già detto, 12.000 euro è la cifra massima, e in realtà nella maggior parte dei casi il risarcimento deciso dal giudice si aggira verosimilmente sui 500 euro (per alleggerire il carrozzone giudiziario i giudici spesso agiscono con lo scopo di scoraggiare le azioni giudiziarie, stabilendo risarcimenti bassi a favore di chi ha intentato una causa per un fatto "a cui si potrebbe passar sopra".

...Non capendo che:

- ciò innesca un ulteriore meccanismo, quello delle persone che si comportereanno nel totale non rispetto degli altri immaginando (nella maggior parte dei casi a ragione) che la vittima dell'offesa non farà mai causa; bisogna qui osservare che sì, anche in sede penale il processo può essere lungo e da questo punto di vista fare meno paura, ma il deterrente di sporcarsi la fedina penale è molto maggiore rispetto a dover pagare una somma di denaro, e per questo motivo, anche in assenza di testimoni, una persona nell'ordinamento precedente era molto più disincentivata a offendere; a proposito di testimoni, in entrambi i casi possono esserci tesimoni falsi, ma testimoniare il falso in un processo penale ha conseguenze più gravi rispetto al testimoniare il falso in un processo civile, motivo in più che prima disincentivava una persona a testimoniare il falso a differenza di adesso;

- una società in cui si è liberi di insultare genera due categorie di persone anche dal punto di vista emotivo: proprio come per la forza fisica, ci saranno quelle più deboli, magari già tendenti alla depressione, che non riescono a difendersi efficacemente, e i bulli, abili nell'offendere, che non solo non verranno puniti, ma si sentiranno gratificati ogni volta che avranno rovinato la giornata a una persona umiliandola.

La depenalizzazione dell'ingiuria ingiuria è fortemente ingiusto e antidemocratico. Spero che prima possibile uno dei nostri governi faccia un passo indietro e ripristini una punizione uguale per tutti per un comportamento quantomai sottovalutato.


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