Questo è un guest post della mia fidanzatina Bubà. Visitate i suoi blog Invecedistudiare e Bubà disegna, e il suo canale YouTube Bubà. Buona lettura.
No, non è che ho trovato scarafaggi in quella casa: l'immagine però rende l'idea a livello metaforico, perché un "ospite" indesiderato ogni tanto arrivava, e non so cosa avrei scelto fra lui e un brutto animalino che almeno ha il pregio di non essere super-prepotente.
Per motivi di studio ho preso in affitto per due mesi un appartamento di Pistoia, sito in via Benedetto Croce (giugno e luglio 2019... eh sì, luglio deve ancor finire, ahimè, dunque sono ancora qua). Non dico il numero civico, altrimenti rischiamo di beccarci quarantacinque querele a testa, io e l'amministratore del blog di cui sono ospite (che poi si risolverebbero in un nulla di fatto in quanto rileggendo non mi pare di aver scritto nulla di infamante, ma insomma si sa... a volte si dicono delle cose per far leggere fra le righe, quindi...).
Per motivi di studio ho preso in affitto per due mesi un appartamento di Pistoia, sito in via Benedetto Croce (giugno e luglio 2019... eh sì, luglio deve ancor finire, ahimè, dunque sono ancora qua). Non dico il numero civico, altrimenti rischiamo di beccarci quarantacinque querele a testa, io e l'amministratore del blog di cui sono ospite (che poi si risolverebbero in un nulla di fatto in quanto rileggendo non mi pare di aver scritto nulla di infamante, ma insomma si sa... a volte si dicono delle cose per far leggere fra le righe, quindi...).
L'appartamento, affittato tramite l'agenzia Cortimmobiliare, a cui ho appena dato una stella su Google Maps, ha come proprietario una persona che si è rivelata per nulla gradevole.
Entrava usando le sue chiavi senza avvertire, anziché suonare il campanello. E ogni volta che, per motivi di privacy, lasciavo le chiavi sulla toppa, mi intimava di non farlo.
In pratica, in un torrido luglio in cui la temperatura arrivava anche a 41 gradi, non ero libera di girare per casa semi-svestita senza timore che sarebbe prima o poi sopraggiunto lui, che si giustificava citando il contratto di affitto. Nel contratto c'era scritto che il padrone di casa o un suo delagato (alé! Tutti dentro!) aveva accesso all'appartamento nel caso fossero sussistite "valide ragioni".
Però evidentemente secondo lui c'erano valide ragioni per farmi le sorprese e non avere la pazienza di aspettare la manciata di secondi necessaria affinché io potessi essere pronta a ricevere una persona da cui preferivo essere vista vestita.
La prima volta è stato mentre dormivo. Il sentirmi indispettita è stato quindi preceduto da un bel po' di paura, prima che mi rendessi conto che era entrato in casa non un ladro, ma un maleducato.
La prima volta è stato mentre dormivo. Il sentirmi indispettita è stato quindi preceduto da un bel po' di paura, prima che mi rendessi conto che era entrato in casa non un ladro, ma un maleducato.
Dopo alcuni giorni che continuava a comportarsi in questo modo mi sono rivolta all'agenzia.
In una prima telefonata mi sono sentita dire che avevo ragione, che il padrone di casa sarebbe stato contattato e gli sarebbe stato detto di suonare anziché usare le proprie chiavi.
E invece non l'hanno fatto. Neanche dopo ripetuti solleciti. Quando l'agente è venuto col proprietario per mostrare l'appartamento ad un'altra studentessa affinché lo condividesse con me, ho ribadito la cosa, e lui ha risposto che sarei stata contattata nel pomeriggio. Niente da fare: pochi minuti prima della chiusura degli uffici ho dovuto chiamare io, altrimenti la mia istanza sarebbe stata ignorata per l'ennesima volta. Conversazione con parole supercazzolo-concilianti alla vasellina, piene di "magari", "buon senso" e simili. E infatti, nei giorni successivi, il proprietario ovviamente non è stato contattato, né per questa questione, né per fargli presente, come da me richiesto, che la porta del bagno non si chiudeva da dentro in modo sicuro (da fuori si poteva comunque entrare), motivo in più per non sentirmi a mio agio quando facevo la doccia, sapendo che il proprietario poteva entrare nell'appartamento da un momento all'altro.
Sì, avevo preso in affitto un appartamento in cui, ad eccezzione della camera, gli spazi erano condivisi. Certo, condivisi con altri inquilini, al momento inesistenti, non col padrone di casa!
...Ah, no: sulla carta i coinquilini non sarebbero inesistenti: dopo un mese che stavo lì, mi dice che un inqulino c'è, ed è suo figlio, che pur non prsentandosi mai se non per questioni logistiche (con le stesse modalità del padre) addirittura ha la residenza lì... Sì, l'ho saputo solo in quel momento. Né il padrone di casa, né l'agenzia mi aveva avvertito di questo prima di allora.
E quando ho fatto presente al proprietario del problema della porta del bagno, come ha reagito? Ha cambiato discorso e non ha voluto andare a controllare.
Il mio fidanzato, nel pomeriggio in cui era venuto a trovarmi e in cui il proprietario aveva fatto l'ennesima incursione, ha provato a fargli capire qualcosina, ma senza successo: il proprietario si era innervosito e alla fine gli aveva detto che stava facendo fare una brutta figura a me. La risposta era stata
immeritatamente benevola: "No, perché sono sicuro che sei abbastanza
intelligente da non giudicarla in base a come mi comporto io". E invece macché.
Io né in quell'occasione né in altre avevo mai alzato la voce, né usato parole o toni poco gentili. Eppure nei giorni seguenti si è rivolto a me in modo
scorbutico al punto di essere per questo ripreso anche dal figlio.
Durante quella discussione, parlando di pudicizia, spazi condivisi e libertà di muoversi svestiti in casa, quando gli faceva comodo tirava fuori l'argomentazione che suo figlio (maschio) era inquilino, però poi si aspettava le scuse da parte del mio fidanzato per avermi fatto visita (mentre ero l'unica affittuaria) in quanto era un maschio in un appartamento che lui affittava solo a femmine affinché siano a loro agio.
E, qualche minuto dopo essersi vantato di essere più vecchio di lui e conoscere le cose della vita più di lui, come un bambino di 5 anni aveva detto di essere disposto a chiedere scusa a me, ma solo a patto che il mio fidanzato chiedesse scusa a lui [articolo correlato: Sono adulto, portami rispetto, bimbo].
Fra le sue perle, ricordiamo un paventato terribile pericolo: secondo lui il mio fidanzato, non comparendo nel contratto, non avrebbe dovuto essere presente nell'appartamento (né di notte né di giorno), in quanto la sua presenza avrebbe costituito un'illegalità (turbo-fantasy diritto), illegalità che avrebbe potuto essere rilevata da un controllo delle forze dell'ordine, che possono effettuare controlli in un qualunque orario che va dalle 5 di mattina alle una di notte. Fattogli notare che questo tipo di controlli vengono eseguiti solo se c'è il fodnato sospetto di un reato (non un turbo-fantasy reato inesistente), ha portato come esempio una ragazza che ha ricevuto dei controlli. Solo che questa ragazza, a differenza di me, era nota per il fatto che si prostituiva. Una differenza che evidentemente il proprietario ha considerato irrilevante.
Ma poi ha considerato irrilevante anche sé stesso, visto che quando il mio fidanzato gli ha detto che non era venuto a visitare lui, ma a visitare me, ha risposto che sì, io ci potevo stare, ma non negli spazi condivisi: solo nello spazio assegnato esclusivamente a me, e cioè in camera. Chissà cosa ci dev'essere dentro al cervello di un uomo che immagina una visita di una persona che dalla porta di ingresso si teletrasporta in camera, che non può andare in bagno e che, pur gli altri inquilini non lamentandosi (per forza: non esistono), deve assecondare in questo modo i capricci di questo nemico giurato della coerenza e dell'onestà intellettuale.
...Che nella discussione, a seconda di quello che gli fa comodo, un po' cita il contratto (che fra l'altro è scritto coi piedi ed è troppo interpretabile), e un po' sostiene cose non scritte nel contratto, né in alcuna legge, dicendo che beh, è questione di buon senso. Il suo buon senso, ovviamente. Che come avrete intuito è buono al massimo per concimare i campi.
Fra le sue perle, ricordiamo un paventato terribile pericolo: secondo lui il mio fidanzato, non comparendo nel contratto, non avrebbe dovuto essere presente nell'appartamento (né di notte né di giorno), in quanto la sua presenza avrebbe costituito un'illegalità (turbo-fantasy diritto), illegalità che avrebbe potuto essere rilevata da un controllo delle forze dell'ordine, che possono effettuare controlli in un qualunque orario che va dalle 5 di mattina alle una di notte. Fattogli notare che questo tipo di controlli vengono eseguiti solo se c'è il fodnato sospetto di un reato (non un turbo-fantasy reato inesistente), ha portato come esempio una ragazza che ha ricevuto dei controlli. Solo che questa ragazza, a differenza di me, era nota per il fatto che si prostituiva. Una differenza che evidentemente il proprietario ha considerato irrilevante.
Ma poi ha considerato irrilevante anche sé stesso, visto che quando il mio fidanzato gli ha detto che non era venuto a visitare lui, ma a visitare me, ha risposto che sì, io ci potevo stare, ma non negli spazi condivisi: solo nello spazio assegnato esclusivamente a me, e cioè in camera. Chissà cosa ci dev'essere dentro al cervello di un uomo che immagina una visita di una persona che dalla porta di ingresso si teletrasporta in camera, che non può andare in bagno e che, pur gli altri inquilini non lamentandosi (per forza: non esistono), deve assecondare in questo modo i capricci di questo nemico giurato della coerenza e dell'onestà intellettuale.
...Che nella discussione, a seconda di quello che gli fa comodo, un po' cita il contratto (che fra l'altro è scritto coi piedi ed è troppo interpretabile), e un po' sostiene cose non scritte nel contratto, né in alcuna legge, dicendo che beh, è questione di buon senso. Il suo buon senso, ovviamente. Che come avrete intuito è buono al massimo per concimare i campi.
Insomma, m'è capitata un'accoppiata davvero sfortunata:
- un padrone di casa che rifiuta di farmi un favore che non gli costa nulla, cioè avere l'educazione di suonare il campanello e quindi evitare di aprire con le proprie chiavi se sono in casa, e che mi proibisce di lasciare le chiavi sulla toppa senza che da questo derivi alcun vantaggio per lui;
- un'agenzia che sembrava avere come unico scopo tenersi buono il
proprietario di casa, per quanto scorretto potesse essere.
Fra l'altro 2 mesi di affitto sono
costati circa 1000 euro. Non mille euro per un appartamento con pareti
d'oro con uso esclusivo. Mille euro per un appartamento in cui l'unico
spazio privato era una piccola camera, e con l'eventualità di incursioni di uno zoticone + eventuali altre persone.
Che consiglio posso darti per evitare problemi simili? Siccome difficilmente troverai un contratto con scritto tipo "Il padrone di casa deve suonare e non usare la propria chiave se l'affittuaria è in casa", almeno prima di firmare parla chiaramente sia col padrone che con l'agenzia di questo aspetto.
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