Gli articoli sui rapporti interpersonali li scrivo di solito su Psicoperformance.com. Alcuni però no. Perché i miei lettori di Psicoperformance mi aspetto che siano persone magari bisognose di un aiuto, un chiarimento, un suggerimento utile in uno specifico campo... ma mai sotto un certo livello di consapevolezza. Insomma, destinare a loro certe spiegazioni significherebbe forse offendere la loro intelligenza e perdere dei lettori.
Ma comunque capita che ci siano cose di livello medio basso - basso oppure anche basso che mi trovo a dover spiegare. Beh, "dover" è un po' esagerato... diciamo che sono indotto a spiegarle per la conversazione che sto avendo.
E siccome questo blog serve (a me e a te) anche e soprattutto per fornire il link a un mio articolo al posto di dare e ridare lunghe spiegazioni, ecco che oggi spiego perché è buona creanza comunicare le cose dal vivo quando sono molto importanti.
La morte di un soldato non viene comunicata ai familiari per telefono: un suo superiore di grado alto si presenta di persona a casa della famiglia. Se venisse detto per telefono figurerrebbe come una delle tante azioni quotidiane che un segretario deve sbrigare, e al lutto si aggiungerebbe lo schiaffo morale della poca considerazione dell'evento.
Gli eventi che toccano profondamente i sentimenti di una persona, specialmente quelle negative come un lutto, la decisione di concludere una relazione, la confessione di un tradimento (di qualunque tipo), la decisione di licenziare un dipendente, etc figurano come deturpati della loro importanza da parte del mittente, se quest'ultimo li comunica senza dimostrare l'attenzione e la vicinanza nei confronti dei sentimenti di chi li riceve. Attenzione e vicinanza significa in questo caso essere presenti lì, dal vivo, per dimostrare che si sta dando importanza al messaggio ed essere disposti ad ascoltarne il feedback. Magari questo feedback non ci sarà fisicamente né verbalmente, ma comunque c'è l'implicita dimostrazione della volontà di essere presenti al massimo per riceverlo, disponibilità invece minimizzata quando si comunica per interposta persona, per lettera, per telefono o in chat.
L'importanza dell'evento da comunicare è proporzionale alla necessità che sia alto il livello di presenza del mittente (un lutto dev'essere comunicato dal vivo, una frattura di tibia anche per telefono; un lutto di un figlio dev'essere comunicato dal vivo, un lutto di un parente lontano va bene anche per telefono; se devo licenziare un ragazzo che lavorava per me 2 ore a settimana per 10 euro l'ora, la cosa non gli cambia la vita e posso dirlo anche via email), mentre l'urgenza della comunicazione è inversamente proporzionale (se il datore di lavoro si trova all'estero e ritardare la comunicazione fino al ritorno precluderebbe eccessivamente le possibilità per il dipendente di trovare un altro ingaggio, fa bene a comunicarglielo per telefono o via email).
Nel caso di una coppia in cui un partner vuole comunicare all'altro la sua decisione di lasciarlo, di solito l'importanza è molto grande, e la fattibilità dell'incontro anche. Quindi direi che è molto irrispettoso dare una comunicazione del genere telematicamente.
Volendo fare un altro esempio meno pertinente ma più immediato, c'è differenza nella percezione di gentilezza fra consegnarti un oggetto nelle tue mani e buttartelo sul tavolo. Perché? Consegartelo prevede che io lo porti nella tua direzione in maniera precisa, e mantenga la presa dell'oggetto finché non lo hai stabilmente afferrato. È dare attenzione. Buttarlo acquista invece il significato di "eseguo aprossimativamente, e quindi attribuendovi poca importanza, l'azione più semplice affinché l'oggetto si avvicini a te senza badare dove vada a finire di preciso, disinteressandomene totalmente, ed essendo per me sufficiente sapere che in qualche modo lo prenderai".
O ancora più semplicemente: se dovessi essere lasciato/a, preferiresti che ciò avvenisse a distanza o dal vivo? Se pensi che la persona che stai lasciando meriti ancora il tuo rispetto, non negarglielo in un momento difficile.
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