28 maggio 2019

In che senso la festa del 25 aprile è divisiva?

(Sì, è passato più di un mese dal 25 aprile. E allora?)

Il 25 aprile scorso il solito sciatto omuncolo che tutti conosciamo ha preferito non festeggiare il 25 aprile, sostenendo che questa festa è diventata una polemica fra fascisti e comunisti (e siccome rimanere a casa pareva brutto, ci ha anche aggiunto il fatto di essere occupato a presenziare a un evento in cui manifestava il suo affetto nei confronti delle forze dell'ordine che lavoravano contro la mafia, che quando lo fai non sbagli mai).

Ma il 25 aprile è divisivo? Se sì, chi divide veramente?

Rispondo di seguito, attingendo a un post scritto su Facebook da Lorenzo, un amico di un mio amico (non è un copia e incolla integrale, e inoltre ho avuto la sua autorizzazione).

Ai tempi del fascismo l'Italia era divisa in due parti. Quali?

Da un lato c'era una dittatura, che prese il potere con un colpo di stato, abolì la libertà di voto, la libertà di stampa e pure quella di opinione.

Dall'altro lato c'erano le persone che si opponevano alla dittatura: non solo i comunisti (che erano una minoranza), ma anche socialisti, liberali, repubblicani, popolari (cattolici) e pure monarchici.

Questi oppositori appena sconfissero il regime dittatoriale nel giro di pochi anni ripristinarono lo stato di diritto, le libere elezioni e diedero il voto alle donne (che sotto il Fascismo non avevano diritti politici). Fecero scegliere al popolo se l'Italia doveva essere una monarchia o una repubblica, e poi vararono la Costituzione.

Quindi sì, il 25 Aprile è divisivo. Divide a metà chi crede nella democrazia e nello stato di diritto (a prescindere dall'orientamento politico) dagli stronzi. Gli stessi stronzi che hanno la faccia tosta di lamentarsi dei crimini dei partigiani, quando i criminali che hanno innescato questa furia antifascista - purtroppo sfociata anche nel crimine - sono stati proprio i fascisti.
I crimini di reazione sono ciò che purtroppo accade dopo che hai tolto lo Stato di diritto per sostituirlo con il tuo arbitrio. Una volta che quel potere l'hai perso, gli abusi che hai commesso vengono restituiti con gli interessi. Interessi ingiusti quando consideriamo i crimini di una parte dei partigiani, e interessi troppo tiepidi quando consideriamo che quel comunista di Togliatti varò pure l'amnistia in favore dei fascisti.
Ma che ci vuoi fare... è una caratteristica tipica del fascista: giustificare l'arbitrio quando il manganello lo brandisci tu per poi, quando ti trattano come tu trattavi gli altri, piagnucolare inneggiando allo Stato di diritto che tu stesso avevi calpestato. Stronzi appunto.

Speriamo che il prossimo 25 aprile la consapevolezza di quello che la Liberazione ha significato e significa per noi italiani abbui più possibile le scempiaggini di chi lo usa come occasione per produrre il suo sterco elettorale.

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