Esistono siti e libri che danno consigli su come condurre un colloquio di lavoro per essere assunti anziché scartati.
Molti parlano di postura, tono di voce, frasi da dire per rispondere alle domande, carattere da usare per scrivere una lettera di presentazione e margini di pagina per formattare il curriculum.
A leggerli, sembra tutto perfetto e la strada spianata per conquistarsi il posto di lavoro ed apparire come il perfetto e affidabilissimo dipendente. Sfortunatamente invece non è così.
Qualcuno potrebbe pensare che questi libri e siti sono ormai diffusi e quindi vengono letti da tutti i candidati, e quindi se metti in pratica quei consigli ci sono molte altre persone che fanno lo stesso, quindi non è detto che il vincente sia proprio tuo.
Ma c'è da prendere in considerazione un fattore importante, che su libri e blog non è scritto, perché dato per scontato, e che per tanti candidati scontato non è. E siccome scontato non è, lo scrivo qui io adesso.
Lo faccio citando le parole di Maurizio Vallese (mio amico e scrittore italiano che adesso vive a Rehedoard, nel Massachussets) dal suo libro "Il colloquio di lavoro".
L'autore scrisse questo libro, uscito nel 2000, dopo aver fra l'altro intervistato selezionatori di aziende in svariati settori, dalla ristorazione alla manovalanza in fabbrica, dai servizi di security a quelli sanitari.
Ecco dunque un estratto del suo libro, che riporto col suo permesso.
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Ristoratori, imprenditori edili, perfino titolari di agenzie di traduzioni mi hanno parlato di motivi differenti per i quali hanno scartato vari candidati presentatisi ai colloqui di lavoro.
Fra tutti questi motivi differenti, con mia sorpresa, ce n'era uno comune a tutte le interviste. Un motivo segreto. Forse lo stesso per il quale la ragazza con cui sei uscito ha detto in qualche modo che non ha tempo per vederti di nuovo, accampando delle scuse che non stanno in piedi.
Un motivo che, per pudore, a nessuno viene mai rivelato. Per me invece il pudore non è un gran problema, perché sto scrivendo un libro anziché parlare direttamente con te. Quindi posso anche svelarti la preziosa informazione frutto della mia indagine. È un segreto costituito da due elementi, semplici semplici, che se aggiustati potrebbero salvare la vita lavorativa non a qualche decina, ma a qualche migliaio di disoccupati...
Gli elementi segreti che nessun datore di lavoro avrà mai il coraggio di dirti sono:
- IGIENE
- LOOK
Gli imprenditori con cui ho parlato ci tenevano a sottolineare che i candidati al limite del trasandato non capitavano una volta ogni tanto. Parlando di questo apparivano costernati. In particolare negli occhi dei più anziani il sentimento che mi pareva di intravedere era preoccupazione. Come se volessero comunicarmi lo sconcerto per le sorti della società stante la stupidità giovanile di oggi giorno.
Sembravano quasi chiedermi un aiuto e dirmi "A me dispiace scartare dei candidati che sembrerebbero anche delle persone brave e capaci, ma che non si rendono conto di aspetti così basilari di un lavoro... Per favore... spiegaglielo tu".
Dopo le prime interviste mi era parso di aver avuto a che fare con persone con la puzza sotto il naso. Ma l'indagine andava avanti e questa "rivelazione" non mancava mai, neanche con datori di lavoro che conoscevo personalmente come persone assolutamente alla mano e senza chissà quali pretese di formalismo.
Così ho dovuto riporre il mio scetticismo iniziale. La gente va ai colloqui di lavoro con un abbigliamento inadeguato. Sembra tornato da una partita a calcetto. Non si lava. Non cura il proprio alito. Sprigiona un odore che, anche a volerlo sopportare, è così forte da richiedere concentrazione per mantenere l'attenzione sull'argomento di cui si sta parlando e per non fare smorfie di sofferenza.
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Quali sono i consigli che si possono trarre da questo estratto del buon Maurizio Vallese?
Il primo consiglio è evitarte l'errore che fanno tutti gli altri:
NON DIRE "OK, MA QUESTA COSA DELL'IGIENE NON MI RIGUARDA MICA".
Nessuna persona che emana un cattivo odore se ne accorge. Altrimenti si sarebbe lavata e non lo emanerebbe. Tu non lo puoi sapere. Quindi nel dubbio, prima di ogni colloquio di lavoro, lavati e datti il deodorante, meglio se in crema. Inoltre, oltre che lavarti i denti, pulisci la tua lingua, che come pochi sanno è una delle maggiori responsabili dell'alitosi. E poi, subito prima del colloquio, mangia una caramella alle erbe o simili. Ripeto: subito prima. Non un'ora o un quarto d'ora prima.
Il secondo consiglio è evitare di abbassare la guardia per il fatto che "quella è una persona alla mano":
NON DIRE "MA TANTO È UN TIPO TRANQUILLO, NON GLIENE IMPORTA SE SONO ELEGANTE".
Il modo in cui vai vestito al colloquio di lavoro rivela alla persona l'impegno che metti nel fare le cose: "stai andando a fare il colloquio di lavoro, quindi ti vesti bene", è un po' come dire "sto per medicare una ferita, quindi mi lavo le mani". Non è questione dell'essere alla mano. È questione di capire quanto ti impegni a fare le cose al meglio e curando i particolari.
Quindi:
- Indossa una camicia, non una maglietta.
- Pantaloni lunghi e scarpe (non infradito).
- Naturalmente tutti gli abiti e le scarpe devono essere perfettamente puliti.
- Lavati i capelli e pettinali al meglio. No, non importa se li hai lavati ieri. Li lavi anche oggi, prima del colloquio.
- Barba: dev'essere curata, oppure eliminata del tutto. Niente barba che "me la faccio domani perché tanto è di un giorno solo". Lo stesso per i baffi.
Forse tu non ci credi, come tutti i tuoi compagni del club "Le faremo sapere", ma questi banalissimi consigli che nessuno ha mai avuto il coraggio di darti per paura di offenderti, se li applichi potrebbero rivelarsi preziosi e fare la differenza fra mangiare e digiunare.