25 settembre 2015

Io, ideatore di una "truffa!", vi aggiorno sul ragazzo in difficoltà a Hon Kong

Circa un mese fa un ragazzo che era in classe mia alle scuole medie e che da qualche anno vive a Hon Kong si è sfogato su Facebook per la sua condizione disagiata: dopo la separazione da sua moglie e la perdita del posto di lavoro, era diventato un senza tetto. Si è sfogato non solo a parole, ma anche pubblicando una foto che si era fatto scattare da una passante e che lo ritraeva nella condizione in cui da tre mesi si trovava ogni notte, quando era il momento di dormire, e cioè disteso per strada. Era stato derubato tre volte, e durante uno di questi tre furti gli erano stati sottratti anche carta di identità e passaporto. Inoltre aveva seri problemi di salute ed era in attesa di fare una endoscopia per sospetto tumore allo stomaco.

La mia reazione è stata, oltre che dargli un sostegno morale parlando con lui tramite Facebook e Watsapp, promuovere online una raccolta fondi presso amici e conoscenti per dargli una mano. Saputa la cosa, anche una giornalista di un giornale online locale ha pubblicato un articolo per diffondere l'appello.

A questo mio appello ho potuto constatare varie risposte concrete: fra le persone che hanno contattato per fare una donazione ci sono stati suoi vecchi amici che abitano vicino a me e anche alcune persone che non lo conoscevano affatto... e che non conoscevano neanche me. Un buon contributo è arrivato anche da un paio di persone iscritte alla mia newsletter.

Altre persone hanno solo condiviso su Facebook l'appello. Come dire "Bella questa iniziativa... però la donazione fatela voi". Forte.

una parte della discussione sul
gruppo FB "Italiani a Hon Kong"
Altre persone ancora, per fortuna pochissime, che non conoscono né me né questo ragazzo, su un gruppo Facebook dedicato agli italiani a Hon Kong hanno sollevato dubbi sul fatto che io stessi operando una truffa. Non è che io morissi dalla voglia di chiacchierare con dei bimbiminchia: semplicemente un mia FB-Friend mi ha detto di aver parlato della questione in quel gruppo e di aver letto domande e obiezioni, e così mi pareva buona cosa iscrivermi e rispondere, dimostrando che il WC Net fosse il detergente più adatto al lavaggio del cavo orale per chi si era permesso di accusare di truffa senza mezzi termini una persona che raccoglie soldi per un amico in difficoltà.
L'invito non è stato racolto da un individuo il cui nominativo su FB è "Giuseppe J.R.", che non ne ha proprio voluto sapere di leggere con attenzione le puntuali risposte che ho dato alle varie obiezioni rivoltemi, e semplicemente ha detto che le mie erano fregnacce e ha ribadito che la mia era una truffa. In un gruppo dove il moderatore lascia accusare in libertà e sciattezza, buttandola in caciara e argomenando zero (Altro che lavarsi la bocca col WC net... a volte c'è bisogno del camion spurghi), non ho voluto continuare a rispondere e sono uscito.

Ho deciso per una ottimistica deduzione dall'esperienza nel suddetto gruppo:

se promuovi una raccolta fondi per beneficenza e nessuno ti dà di truffatore, non ti sei dato da fare abbastanza.

In questo articolo voglio mettere a disposizione di tutti le varie domande/obiezioni e le risposte mie e della persona che ho aiutato (quelle che già avevo dato nel gruppo più altre).

Prima però, per i lettori che non sono miei FB-friend o che per altri motivi non hanno avuto occasione di essere aggiornati sulla vicenda, annuncio che attualmente il ragazzo ha trovato lavoro a tempo pieno in un ristorante e, per quanto riguarda la sua salute, i suoi sintomi sono migliorati e l'endoscopia era negativa. La cura che gli è stata data si basa essenzialmente su una buona dieta, cosa che negli ultimi anni non aveva fatto.

Vengo alle domande e risposte.

- A cosa sarebbero serviti i soldi che stavo raccogliendo?
- A pagarsi un affitto, nella speranza di un impiego prima che i soldi raccolti finissero. Per fortuna negli ultimi giorni della raccolta fondi mi ha contattato una persona delle mie parti che da poco abita a Hon Kong per lavoro, e che ha deciso di ospitarlo per un po', consentendogli di risparmiare. Comunque necessitava di denaro anche per pagare i 150 € mensili per l'affitto di un fondo per la locazione dei mobili che aveva dovuto traslocare dalla vecchia abitazione. E anche per le spese sanitarie, dato il suo problema di salute. E anche per comprarsi il cibo.

- Ma a Hon Kong per la sanità basta pagare il ticket... la spesa è irrisoria!
- Non se sei senza documenti. Vedi sopra. Era stato derubato, e la sua carta di identità gli era stata portata via nello stesso periodo in cui aveva avuto bisogno di assistenza medica. E in quel caso non puoi dire "adesso rifaccio la carta di identità e quindi pago una parcella ridotta". Ormai le prestazioni erano state erogate a prezzo pieno, per un ammontare di circa 500 euro, che lui era tenuto a pagare.

- Appena ha perso il lavoro è finito in strada? Ma allora non è una persona responsabile! Non ha messo nulla da parte?
- La sua risposta è contrastante con quella di un suo parente, che accusa avergli prosciugato i risparmi mentre era suo ospite; ho parlato anche con questo parente che ha presentato tutt'altra versione portando varie argomentazioni, ma non mi metto qui a fare il detective o il giudice. Del resto, anche considerando un suo comportamento irresponsabile, questo non significa che fosse sbagliato aiutarlo; quello che posso dedurre con certezza dopo i nostri dialoghi è che si è reso conto di dover cambiare atteggiamento nella gestione del denaro.
- Perché non si è rivolto al PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) ? È un'organizzazione che aiuta persone in difficoltà, e ha una sede anche a Hon Kong.
- Non si era rivolto al PIME perché né io né lui ne conoscevamo l'esistenza. Comunque dopo che gliene ho parlato si è recato là per un colloquio (a circa 100 km di distanza da dove vive) e non gli è stato offerto alcun tipo di aiuto che gli fosse veramente utile.

- Perché non è tornato in Italia?
- Perché in Italia c'è molta più disoccupazione che a Hon Kong. Sarebbe stata una inutile perdita di tempo e di denaro. Non approfondisco i motivi per i quali sarebbe stato inutile cercare un sostegno dai suoi parenti; basti pensare che da una ventina di anni non vede suo padre (pregiudicato e divorziato da sua madre da molto tempo), e non è in buoni rapporti con sua madre (che ha fra l'altro seri problemi di salute). Il suo obiettivo è comunque rimanere a vivere a Hon Kong, dove ha un figlio che ha la possibilità di vedere regolarmente come da disposizioni del giudice, fortunatamente rispettate dalla ex-moglie.

- Perché ho organizzato la raccolta fondi invitando i donatori a consegnarmi i contanti, o effettuare una ricarica sulla mia PostePay o sul mio conto PayPal?
- Perché se ad esempio 10 persone eseguono un bonifico, le spese di bonifico (che da una banca italiana a una di Hon Kong non sono 2 spiccioli) vengono moltiplicate per 10. Ho preferito far confluire tutto il denaro in mano mia, dopo di che ho consegnato i contanti a un ragazzo (già suo amico da tanto) che in quei giorni sarebbe partito dall'Italia per Hon Kong con la sua famiglia, affinché glieli consegnasse. L'ho ritenuto il modo più semplice (ma non per me, che ho dovuto fare il contabile per un resoconto finale e soprattutto fare vari giri in automobile per raccogliere i contanti).

- E insomma quanti euri sei riuscito a raccogliere?
- 1.090 euri.

- Hai verificato che gli siano arrivati?
- Certo. Mi ha detto che gli sono stati consegnati.

- Ma insomma questa è una truffa.
- Ma vaffanculo.

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1 commento:

Samusamu ha detto...

a far del bene ci si rimette sempre Marco.
Io comunque ho massima stima per te e ancora di più per Loriano, che non si è mai arreso ad una situazione come questa in cui molti forse ancora starebbero a piangere.
Un abbraccio

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