Avevo pensato, tutto sommato, di potercela fare. Che quella malattia serpeggiante fra le anime che incontro ogni giorno non avrebbe invaso il mio umore più di tanto, a patto che si insinuasse un poco alla volta nei miei organi di senso. Che magari mi avrebbe ucciso, ma in maniera accettabile, appunto un poco alla volta... l'ingenuo "chissà se e chissà quando" di chi non ha paura del fumo di sigaretta, dei pesticidi. Di chi oggi ricorda sempre ciò che aveva provato a dimenticare ieri e allora beve di nuovo. Quell'epidemia sociale per la maggior parte del tempo la vivevo come un vecchio ogni giorno sente rallentare il proprio passo, ma che altrettanto lentamente se ne accorge e per questo sorride ancora, sopportando il male.
Ma altre volte no. Quando la paura non viene a piccoli frammenti digeribili. Ci sono gli episodi terrore vero e intero. Improvvisi, vigliacchi. Nella voce dell'idiota fai appena a tempo a riconoscere la mannaia della morte, che non è lì per tagliarti la testa. Con la stessa imponenza distruttiva dell'immane creatura nera incappucciata di nero è lì con te per sorprenderti, sì, ma non per finirti. Non ti decapita e non ti annienta. Oggi ti colpisce per farti sapere da vivo com'è aspro e sfondante il sentore del niente. Una fucilata col manico di scure nell'addome, e ti pieghi giù sul tuo stomaco, e il dolore ti fa urlare nel pensiero soltanto, perché la voce è ach'essa accartocciata ed implosa.
13 aprile 2014. Una settimana e qualche ora fa.
Non lo so cosa sarebbe accaduto se quel locale fosse stato mio. Ma non si può in casa d'altri decidere di sbatere fortissimo sul muro la testa, lasciarlo tutto rosso e lasciarsi andare cadavere lì. Così ho resistito alla voglia di morire e sparire, pur grande ed urgente come la sentivo.
- ...Va beh, se è per questo su Internet si legge di tutto, anche dei rettiliani...
- Eh. Ed è vero quello che dicono. I nostri politici sono quasi tutti rettiliani, sai.
- Oh, Madonna... Io l'avevo detto come battuta, e te credi veramente ai rettiliani...
- Non ci credi? Studiati la fisica quantistica, vai [pat pat]
Pat - pat.
Addirittura i rettiliani si spiegano con la FQ.
E pat - pat.
Ora basta. Io non lo so cosa vuole Dio da me. Ma se lo vuole me lo deve dire chiaramente.
E non so cosa vogliono da me i bimbiminchia quantistici. Dicono che devo studiare. Ma se poi studio mica risolvo. Dirò loro
"Ecco, l'ho studiata. Mi sono fatto prestare tutti i libri di fisica quantistica da un mio amico che si è laureato in fisica l'anno scorso e me la sono fatta risentire. Ha detto che la so. Ora mi spiegheresti gentilmente cosa c'entra coi rettiliani?"
Mi risponderanno:
"Ah, va beh, ma tu hai studiato sui testi universitari? Guarda che i programmi che si studiano all'università sono superati, anzi i programmi ministeriali sono volutamente incompleti affinché noi rimaniamo nell'ignoranza e siamo facilmente manipolabili"
Lo ammetto, è un mio limite. Ho conosciuto la deduzione del tipo "L'elettrone si può considerare una particella o un'onda a seconda di come l'osservatore lo guardi, QUINDI la realtà è una cosa soggettiva regolata dal pensiero umano, QUINDI basta pensare che la mia automobile nera sia arancione affinché l'Universo la spennelli"... e non sono stato in grado di andare avanti ad approfondire con la scienza alternativa che parla di sviluppo personale e fisica qua qua quaraquà quantistica. Ho troppa paura. Voglio rimanere nella mia zona di comfort, perché come sento accostare le psycotesi all'innocente fisica quantistica lo sconfort è troppo forte.
Quando Berlusconi disse tipo "sono come Enzo Tortora", cos'avrà provato la giornalista figliola di Tortora? Come sarà riuscita a commentare tale blasfemia così educatamente? Forse anche per lei contava il fatto di essere in uno studio televisivo e non in casa propria.
Questa moda scema deve finire. Sento la morte nello stomaco. Sullo stomaco. Mi ammazza, già a me che all'università ho dovuto dare, di fisica, un solo esame. Figuriamoci chi la fisica la sa bene come può sentirsi. Su, facciamo moda scalcia moda, meniamogliela con un'altra scienza. La botanica.
Ma sì, la botanica.
Faccio io.
Faccio io.
Prendo un libro di botanica. Anzi, vado su un sito di botanica. E leggo nel primo rigo della prima pagina che le piante sono degli organismi fatti di cellule e la cui crescita è indefinita, cioè continuano a crescere per tutta la loro vita. Allora dico che anche noi umani siamo fatti di cellule, quindi vuoi vedere che non ti scopro i segreti di stato. Rubo una divisa di un'associazione di volontariato, buco le gomme di un volontario che il tal giorno alla tale ora si doveva presentare in una casa di riposo per fare animazione e mi presento al suo posto allo stesso orario, mi faccio dire da un'OSS ungherese qual è il malato di demenza senile che parla più a macchinetta di tutti, mi ci siedo accanto, gli do il "la" parlando di piante e di crescita, e lo registro mentre mi risponde con un discorso fiume.
Poi compro il corso di Piernicola "Delega facile", dove c'è scritto che invece di trascrivere la registrazione bisogna farlo fare a una ragazza di 21 anni che di professione trascrive gli Alzheimer stream e prende pure poco. Le do 180 euro, mi prendo la trascrizione, aggiungo che in questo libro ci sono insegnamenti di un uomo molto anziano che prima di morire mi ha voluto confidare realtà sconvolgenti ed ecco pronto il libro che i potenti non vogliono tu legga intitolato La cura proibita del nanismo.
Poi vado in giro a dire che se vuoi diventare più alto devi mangiare vegetali, e a chi mi contraddice picchietto ziescamente la spalla dicendogli che prima di parlare con me si deve studiare la botanica.
Può essere?
Certo che può essere. Tutto può essere!!! Eh eh eh. Vièn qua, alla salute. Cin cin.
Pat - pat.
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