23 ottobre 2022

Equa politica spirituale e filosofica

Molte persone pensano: "È normale che un genitore insegni la propria religione a un bambino, perché ritiene di farlo per il suo bene, in quanto ritiene che sia la religione vera. Del resto quando sarà cresciuto il bambino sarà comunque libero di cambiare religione o diventare ateo o agnostico".
 
Lo so che è normale. Lo vedo. Accade nella maggior parte dei casi. Che è un altro modo per dire "è normale". Ma il fatto che sia normale non significa che sia giusto per forza. Nessuno può sapere e dimostrare qual è la vera religione (ammesso che ne esista una). E ricordiamo che il numero di seguaci non dice nulla sulla veridicità di una religione (altrimenti si dovrebbe affermare che ai tempi dell'impero romano gli dèi esistevano davvero). Quindi un governo di uno stato laico, necessariamente superpartes rispetto alle religioni, cosa dovrebbe predisporre sull'insegnamento ai bambini?

Non mi sto riferendo all'insegnamento della storia delle religioni. Mi sto riferendo all'insegnamento che migliora la tua qualità di vita e che potrebbe salvarti l'anima quando morirai. Roba grossa. Roba importante. Sono due materie assai diverse. C'è la stessa differenza fra studiare la storia del calcio e fare preparazione atletica per giocare a calcio.

Torno alla domanda: a nulla valendo il numero di fedeli di una religione per dedurre che si tratta di quella vera (altrimenti si farebbe presto, prestissimo, basta contare, non ci vuol nulla), io legislatore laico e quindi superpartes che decisione prendo riguardo all'educazione spirituale dei bambini?

Certamente scarto tutte le religioni nate per interessi di delinquenti in malafede, come ad es. la religione dei Testimoni di Geova o altre sette i cui fondatori ogni tanto giustamente vengono arrestati per riduzione in schiavitù o circonvenzione di incapace. Poi potrei scartare l'islam, dato che è stata fondata proprio da Maometto, tagliagole non da poco, per scopi personali, eccetera.

Affido questa scrematura a una commissione di esperti, e cioè storici e linguisti (non teologi), che lasceranno sul piatto solo le religioni plausibilmente candidabili ad essere considerate verosimili.
Nota: potrà trattarsi anche di religioni strane, buffe: se non posso dimostrare che sono state create per interessi personali, né che contiene contraddizioni interne o col mondo oggettivo, saranno candidabili. Tipo: se una persona mi dice che Dio gli ha parlato e gli ha detto che il giovedì bisogna mangiare pasta e fagioli, altrimenti sua sorella, di nome Rotzalda, diventa triste e farà dannare l'anima di chi non mangia pasta e fagioli il giovedì e anche l'anima di tutti coloro che abitano ai civici dispari della sua via e comunque tutti i multipli di 9, io non ho modo di dimostrare che ciò sia falso, quindi va bene. Perfettamente plausibile. Candidatura accettata. Non importa se hai 1 miliardo di seguaci o se tu sei l'unico seguace di te stesso. Stessa cosa se nella religione che mi viene presentata c'è un dio che non accetta le tue scuse se gliele porgi in maniera diretta, mentre le accetta se gliele porgi parlando con un suo ministro che lì per lì decide quante e quali preghiere devi dire per penitenza. Tutto ok.
Ah, vorrei tanto eliminare anche le religioni seguendo le quali ci sarebbe caos, terrore o entrambe le cose. Infatti nessuno può dimostrare che Dio sia ragionevole o buono (o che lo siano gli dèi se sono più di uno). Molti lo danno per scontato, ma non ce n'è motivo. Quindi nulla da obiettare se Tizio mi dice che parlando con Dio, anzi, con la Dea, variamo un po', usiamo il femminile e quindi mettiamo l'articolo, come per i cognomi delle donne famose, dicevo nulla da obiettare se Tizio mi dice che parlando con la Dea ha saputo che è contenta e salverà le nostre anime se e solo se ogni 3 marzo il sindaco di Asti, città sacra, sgozza viva una ragazza 15enne greca (dunque, se nessuna ha il buon cuore di offrirsi spontaneamente, ogni anno deve andare in grecia e rapirne una, anzi, sarebbe meglio fossero due o tre per non rimanere senza in caso di suicidio durante il trasporto).

Così, selezionate le religioni plausibili (candidabili ogni anno con domanda da presentare via PEC dal 1° al 31 gennaio), io da buon sovrano superpartes che resiste alla tentazione di lasciarsi influenzare dal proprio credo (disobbedendo quindi al proprio dio!) cosa faccio?

Mi vengono in mente due strade possibili, entrambe contemplanti una estrazione a sorte.

1) Predispongo che per ogni bambino nato venga fatta un'estrazione a sorte affinché gli venga impartita l'educazione spirituale / filosofica indicata nel bigliettino che verrà estratto. Da una scimmia. Bello. Mi piace. A tirare a sorte è una scimmia. Bellissimo. Potrà trattarsi di cattolicesimo, protestantesimo, pastafarianesimo, induismo, buddismo o altra religione / filosofia candidata, compresi ateismo e agnosticismo.

2) Opzione più veloce: la religione o filosofia estratta a sorte (sempre e comunque da una scimmia) viene impartita a tutti i bambini nati in quell'anno.

Ah già, ci potrebbe essere anche una terza strada: non si propone al bambino alcuna educazione spirituale o filosofica; all'età che si preferisce (non ha grande importanza) lo si mette al corrente dell'esistenza delle varie religioni e scuole di pensiero esistenti che, se avrà voglia, approfondirà e a cui addirittura potrà anche aderire. E i cui divulgatori addirittura potrà anche finanziare (coi suoi soldi, non distraendo una parte del suo IRPEF col giochino dell'8 per mille, dato che quelli non sono soldi suoi, ma dello stato).


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