Lui e quelli che lo citano.
Concordo su quanto ho letto sulla pagina FB "Biologi per la Scienza" nel post intitolato "NANOSCIENZIATI INDIPENDENTI":
E se stavolta Montanari avesse detto qualcosa di sensato che facciamo, ce la perdiamo?
Se stavolta avesse detto qualcosa di sensato (no, non lo ha fatto, ma facciamo finta), probabilmente la stessa cosa è stata detta meglio da qualcun altro. Quindi leggila sul sito in cui parla qualcun altro. Così magari non leggi mezza informazione sensata accostata a mezza informazione antiscientifica. Perché è questo che Montanari ha fatto più di una volta, ed è questo che inganna: parte da affermazioni vere e sensate per mischiarle a bufale (autoprodotte o citate). Questa, insieme alla sua aria di pacato e saggio anziano ragionevole, è la sua arma.
Con l'aura di scienziato indipendente che si è creato, è riuscito ad ingraziarsi tante persone, non necessariamente complottare e super rabbiose antisistema. Il pensiero che viene fuori è del tipo
Vedi? Lui non è contro i vaccini, l'ha detto più volte. Mica è estremista. È razionale. Però dice che i vaccini bla bla bla... E se lo dice lui che non è antivaccinista...
Stefano Montanari ha rotto il cazzo.
E io non dico quasi mai parolacce.
Pensaci un attimo. Io che così di rado dico parolacce, in questo singolo articolo dico "ha rotto il cazzo" più volte. Avrà rotto il cazzo, secondo te?
Una miriade di persone che hanno letto gli scritti di Montanari e visto i suoi video sono state indotte a ritenerlo uno studioso che analizza i dati in modo intelligente e basandosi su dati scientifici, quindi affidabile, ma solo perché non sono a conoscenza di quante balle ci sono nel suo curriculum di divulgatore, ampiamente sbufalate in lungo e in largo.
Ecco un commento che ho letto poco fa (epurato da errori sintattici):
Non dico che abbia la verità in tasca, ma penso possa anche dare spunti alternativi sulla visione del problema.
Sbagliato.
Spunti? E che siamo, a scrivere una sceneggiatura di un romanzo?
Alternativi? Alternativi a cosa? Al metodo scientifico, e cioè all'unico metodo con cui si deve studiare la virologia?
Espressione simile:
"Fuori dal coro"
Espressione che trasforma in vittima il colpevole. Colpevole di essere intellettualmente disonesto. La scienza viene detta "coro", immaginandola come meccanismo che fa fare a tutti gli scienziati la stessa cosa, come automi guidati da chissà chi, anzi sappiamo bene chi, la famosa e crudele Big Pharma, naturalmente. Se parlare al di fuori della scienza significa "parlare fuori dal coro", allora diciamo che esistono cantanti stonati che fanno solo danno, sia a chi canta che a chi ascolta. Perché nel coro essere intonati equivale a essere intellettualmente onesti, e non c'è spazio per chi non dimostra di esserlo. E Montanari non dimostra di esserlo. Infatti non credo che Montanari non conosca i criteri scientifici. Non credo che mai nessuno gli abbia spiegato come uno studioso si deve comportare per non fare figuracce: occorre condurre uno studio coi criteri che la scienza impone, ottenere una pubblicazione su una buona rivista scientifica (e non pubblicare su riviste predatorie o parlare su un canale YT spazzatura come Byoblu), e solo successivamente, volendo, rivolgersi al grande pubblico. Oppure rivolgersi anche subito al grande pubblico, ma evidenziando che le sue ipotesi sono solo ipotesi. Fermo restando che devono avere una qualche plausibilità e non contenere errori grossolani. Eppure si comporta come se non lo sapesse.
Da qui la considerazione che ho scritto ieri sul mio profilo Facebook: normalmente non si dovrebbe usare il principio di autorità e neanche, al contrario, rifiutare un'affermazione sulla base di chi è il mittente.
Mi capita di pensare "Non stimo questa persona, ma sentiamo stavolta cos'ha da dire, parliamo di contenuti".
Ma non lo penso quando si tratta di Stefano Montanari. Perché?
Perché ha rotto il cazzo.
Non vale più la pena di dare udienza a una persona che si comporta così. La virologia è un argomento complesso, e chi non è del campo non ha gli strumenti per accorgersi della infondatezza di tesi che, farcite di una buona retorica e di un certo numero di bugie, possono sembrare sembrare credibili.
Un'obiezione che ho letto è:
Se ti atteggi in questo modo con una critica ad personam senza argomentare sui contenuti rischi di ottenere, sugli indecisi, l'effetto opposto a quello desiderato.
A parte il fatto che sul web le argomentazioni che smentiscono lo pseudoscienziato ci sono, e le linko più avanti, rispondo che piuttosto viceversa, arrivati a questo punto, se tu mi portassi un buon argomento sostenuto da Montanari, rischieresti di ottenere su di me l'effetto opposto a quello che desideri, quindi ti converrebbe sì portarmelo, ma sostenuto da qualcun altro. Perché se parlare come sto parlando significa sembrare arroganti e senza argomenti, parlare citando Montanari è ormai diventato equivalente all'aver voglia di parlare di idiozie, dette da una persona che ne ha già dette troppe e che non ha dato prova di ragionare in maniera scientifica, né autocritica.
E per tutte le idiozie che ha detto su un argomento così importante come quello dei vaccini, Montanari non ha chiesto scusa, mai. Per questo non vale la pena leggere quello che scrive o ascoltare quello che dice, e conviene automaticamente classificarlo come spazzatura, e questo automatismo che suggerisco non è frutto di un atteggiamento prevenuto. Se l'è ampiamente cercata.
Credo che il famoso virologo Roberto Burioni esageri decisamente col principio di autorità, e concordo con quanto detto da Mattia Butta nel suo articolo intitolato "Lo scazzo epico".
Se qualcuno mi contraddice su un argomento che riguarda il mio mestiere io non rispondo “taci, ignorante, tu non hai titolo per parlare”. Rispondo nel merito, perché so benissimo che l’arroganza nasconde l’ignoranza.
Non c’è bisogno, come è stato fatto in una recente conversazione, di scomodare l’atteggiamento di Burioni per spiegare il mio stato d’animo quando vedo condividere un post del tipo “E se Montanari avesse ragione?”. Molto più semplicemente ho finito la pazienza con questo tizio. E non sono il solo.
Non stupirti se, quando chiedi a una persona fedele al metodo scientifico di sbufalare punto per punto le sue ultime dichiarazioni, la risposta è no. Devi immaginarti la scena di un bimbo di 7 anni che entra in un'aula universitaria a disturbare la lezione, e giustamente gli viene detto "sparisci, ragazzino, non disturbarci". Non è che si sta a sentire quello che ha da dire, specialmente se è la ventesima volta e dice cose facilmetne sbugiardabili, dimostrando di avere lacune su concetti basilari.
Se sei ancora all'oscuro della storia professionale di Stefano Montanari e non ti sono chiari i motivi per i quali non c'è da spendere un solo secondo a leggere un suo articolo o guardare un suo video, ti suggerisco ad esempio di leggere l'articolo di BUTAC "Così parlò Montanari" o cercare sul web gli articoli di Medbunker su di lui, o leggere questa intervista al virologo Guido Silvestri su L'Espresso. E riflettere un secondo sul fatto che è stato spesso ospite del canale Youtube superbufalaro "Byoblu".
Aggiornamento: vedi anche mio articolo "Stefano Montanari e Antonietta Gatti: alcuni esempi sulla loro disinformazione".
Riporto un commento al suddetto post su Facebook su "Biologi per la Scienza" che riassume abbastanza bene la cosa...
Se questo tizio avesse prove scientifiche solide pubblicherebbe nelle sedi opportune per contribuire allo sviluppo della medicina e della salute pubblica.
Se non lo fa è perché sa bene che le sue teorie non supererebbero le verifiche di qualità scientifica, per cui si affida a YouTube per arrivare al pubblico bypassando controlli e verifiche, per avere visibilità e relativo ritorno, sfruttando il dramma attuale [la pandemia del COVID-19].
È il metodo che utilizzano gli pseudoscienziati. Quelli veri pubblicano, e quando divulgano parlano di ciò che è stato pubblicato.
A proposito di come capire se conviene dedicare tempo oppure no a una persona che si presenta come ricercatore, ti riporto il contenuto di un post di una pagina FB gestita dai dottori Silvestri & Cossarizza (aggiornamento 2021: tale pagina non esiste più, e proprio per questo anziché linkare il post ne incollo il contenuto):
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PSEUDOSCIENZIATI: SE LI CONOSCI LI EVITI
In molti ci chiedono: ma come si fa a riconoscere uno scienziato vero da un pseudoscienziato? In realtà, per noi, la risposta è semplicissima. Facciamo come farebbero i violinisti della Filarmonica di Berlino o dell’orchestra della Scala se vedessero salire sul palco uno che non sa nemmeno tenere in mano lo strumento. Tuttavia, rendendoci conto che per i non-addetti ai lavori la distinzione può essere più difficile, vi proponiamo 10 CRITERI 10 per riconoscere gli pseudoscienziati (e la loro pseudoscienza).
1. Pregiudizi, preconcetti, e tesi a priori. Mentre la scienza vera è libera, ed accetta qualunque ipotesi e qualunque risultato purché interpretabile, la pseudoscienza è schiava di pregiudizi, preconcetti e tesi prestabilite (spesso di tipo politico, sempre di tipo complottista, vedi punto #10), e l’unico risultato accettabile per uno pseudoscienziato è quello che conferma i suoi apriorismi. Lo pseudoscienziato è del tutto impermeabile ai fatti, che invariabilmente contraddicono la sua teoria.
2. Mancanza di conferme indipendenti. La scienza vera produce dati riproducibili: l’esperimento che oggi fa Cossarizza a Modena domani lo fa Silvestri ad Atlanta e dopodomani lo fa Ming Zhang a Pechino, ed il risultato è sempre lo stesso. I dati pseudoscientifici sono sempre irriproducibili, ed infatti vengono inevitabilmente smentiti da altri laboratori.
3. Mancanza di controlli. Questo è un criterio infallibile, e basta da solo a emettere un giudizio definitivo. La scienza vera è fatta di controlli, positivi e negativi, che sono necessari per stabilire la validità di un risultato. I controlli sono importanti tanto quanto il dato che si ottiene. La pseudoscienza non usa controlli, e per questo le sue conclusioni hanno valore nullo. Ripetete tutti con noi: NIENTE CONTROLLI = NIENTE SCIENZA.
4. Sensazionalismo ingiustificato. Gli scienziati veri, che sono rigorosissimi, di solito sono molto cauti sulle proprie conclusioni, fanno gli avvocati del diavolo con se stessi, ed evitano ogni over-interpretazione dei propri risultati. In caso di risultati importanti, buttano sempre acqua sul fuoco (“… questi dati andranno confermati da ulteriori esperimenti” è la tipica conclusione di un articolo). Gli pseudoscienziati tipicamente traggono dai loro “esperimenti” conclusioni tanto sensazionali quanto infondate (“i vaccini sono pericolosi perché pieni di nanoparticelle”).
5. Assenza di reputazione internazionale. Il tipico pseudoscienziato italiano è un soggetto che a livello internazionale è un perfetto sconosciuto (tranne forse tra colleghi pseudoscienziati di altra nazionalità – e purtroppo ce ne sono!). È interessante notare che, dal punto di vista dello pseudoscienziato, questa anonimità è necessaria, perché nel momento stesso in cui le sue strampalate “teorie” vengono conosciute a livello internazionale la truffa viene rivelata (e lui finisce nei guai, vedi Vannoni e Stamina).
6. Rivolgersi ad un “pubblico” di non scienziati anziché alla comunità scientifica. Questo è un corollario del punto precedente. Non avendo, ovviamente, alcuna reputazione tra gli scienziati veri (a cui la pseudoscienza fa ribrezzo), gli pseudoscienziati passano gran parte del loro tempo a costruirsi una “reputazione” tra il pubblico (soprattutto quello pagante – vedi oltre), spesso con qualche complicità dei media che troppo spesso amano fare rivelazioni sensazionali. Molto spesso si fanno anche pagare profumatamente per fare conferenze, per la cui organizzazione formulano richieste che spesso superano ampiamente il limite del ridicolo.
7. La pubblicazione su riviste farlocche, prive sia di valore scientifico che di “impact factor”. Mentre gli scienziati veri pubblicano articoli su riviste prestigiose passando attraverso duri processi di “peer review”, gli pseudoscienziati pubblicano le loro porcherie su riviste predatorie a pagamento – tipo quelle che accettano articoli inventati di sana pianta dalla sceneggiatura di Star Wars (fatto reale, accaduto qualche tempo fa, per dimostrare scientificamente la “farloccaggine” di certi giornali [ndr, qui trovate la storia https://www.facebook.com/.../a.10768622.../1642642335759498/). Questo delle riviste farlocche è un altro criterio pressoché infallibile per identificare pseudoscienza e pseudoscienziati.
8. Assenza di ufficialità. Caveat: non è un criterio assoluto, perché anche persone con titoli e affiliazioni ufficiali possono fare pseudoscienza (Duesberg docet). Ma è certamente uno pseudoscienziato chi si auto-definisce “ricercatore” ma non ha una solida struttura alle spalle, né finanziamenti governativi, né posizioni o titoli accademici, e gira col cappello in mano per spillare pochi euro alle vittime delle sue fandonie.
9. Presenza di sciocchezze a “grappoli”. Per motivi legati al tipo di audience che si sono costruiti, gli pseudoscienziati di solito credono (o dicono di credere) ad interi “grappoli” di sciocchezze pseudoscientifiche, prese tutte in blocco: anti-vaxx, negazionismo AIDS, pro-Stamina, memoria dell’acqua, scie chimiche etc. Invece, lo scienziato che innocentemente fa un errore (capita anche questo!) ha credenze normali su tutto il resto.
10. Vittimismo e complottismo. Lo pseudoscienziato, prima o poi, viene smascherato dagli scienziati veri. A questa regola non si sfugge. A quel punto lo pseudoscienziato è… scientificamente morto e sepolto. L’unica difesa possibile per salvare la sua reputazione col pubblico (in altre parole, per continuare la sua truffa e portare a casa la pagnotta) è quella di assumere atteggiamenti vittimistici e lanciare accuse tanto generiche quanto infondate di complotti nei suoi confronti.
Ed ora, aiutateci a diffondere questi 10 criteri.
La pseudoscienza e gli pseudoscienziati sono un cancro per il tessuto sociale, culturale, e morale di un paese.
Riconosciamoli per poterli evitare.
Grazie!
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Insomma, dato che le ore di una giornata sono limitate, scegli bene chi merita il tuo tempo. Chi dice qualcosa che sia semplicemente diverso da ciò che dicono gli altri desta ovviamente più attenzione, come desta più attenzione un musicista che sbaglia durante un concerto. Solo che durante il concerto il pubblico, anche se profano, si accorge dello sbaglio, mentre purtroppo quando si parla di scienza la reazione di tanta gente alla fesseria del cazzaro "fuori dal coro" è "Interessante! Sentiamo cosa si è tirato fuori dal culo questo eccentrico personaggio senza nessun criterio scientifico! Che abbia ragione lui invece dei migliaia di studiosi che lavorano onestamente?". Non farti rubare il tempo dagli pseudoscienziati.
(è meglio piuttosto, per esempio, passare il tuo tempo svagandoti con una bella storiella che parla di edilizia)
Aggiornamento 2 aprile 2020: sulla pagina "Biologi per la Scienza" è stato pubblicato una ulteriore chiarificatrice spiegazione:
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”Io non ho tempo da perdere con un personaggio senza curriculum e senza dati propri che sproloquia, per di più in modo quanto mai prolisso, su argomenti a lui ignoti. In campo scientifico le regole sono poche e chiare: rifaccia le analisi e mostri i risultati. Il resto è aria fritta. Basterebbe che il sig. Medbunker leggesse ciò che ho pubblicato negli anni per accorgersi delle stupidaggini assurde che spara, compresi, al colmo del ridicolo, appunti su passaggi della ricerca che semplicemente non esistono. Ma, in fondo, ha ragione lui: il grande pubblico è ricettivo al massimo quando si tratta di uscire robecillito di chiacchiere stravaganti.”
”Sta scherzando?”
”A parte il fatto che le risposte le ho date numerose volte e certo non le ripeterò ancora per lei, se avessi tempo per queste idiozie significherebbe che sarei seduto anch’io al bar […]”
1 commento:
Che dire, 92 minuti di standing ovation. Massima stima.
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