12 aprile 2020

Stefano Montanari e Antonietta Gatti: alcuni esempi sulla loro disinformazione

In questo articolo parlerò di chi sono, cosa fanno ma soprattutto cosa hanno affermato il dott. Stefano Montanari e Antonietta Gatti; si capirà dunque perché io come tante altre persone abbia una pessima opinione di loro e perché, stufo di vedere ogni tanto condiviso su FB un intervento di Montanari, ho scritto uno sfogo in quest’altro articolo, in cui giustifico l’indisponibilità a leggere o ascoltare qualsiasi altra parola che esca dalla sua bocca, perché quando è troppo è troppo (ed essendo io molto, molto stufo, questo è l'ultimo articolo che scrivo su queste due persone).

Le affermazioni di Montanari che citerò (a volte non alla lettera, ma aggiustando leggermente il testo senza cambiarne il senso, per motivi di maggiore leggibilità) sono tratte da vari convegni (principalmente “Le vaccinazioni di massa”, tenutosi a Padova il 5 ottobre 2013), dal suo blog stefanomontanari.net e dalle sue parole riportate dalla giornalista Gioia Locati, sua simpatizzante, nello spazio dei commenti dell’articolo a pag http://blog.ilgiornale.it/locati/2017/02/11/vaccini-sporchi-minacce-ai-ricercatori-/

STEFANO MONTANARI E ANTONIETTA GATTI: CHI SONO E COSA FANNO (E CHI CREDONO DI ESSERE E COSA CREDONO DI FARE)

Stefano Montanari è un laureato in farmacia; sua moglie Antonietta Gatti è laureata in fisica.
Nel 2013 Montanari diceva a un convegno:

“Mia moglie l’anno scorso [2012] è stata inserita dai nostri colleghi a livello mondiale, calcolate qualche decina di migliaia di scienziati, tra i 32 scienziati top al mondo, e gli italiani non lo sanno”

In realtà è stata accettata come “fellow” dall’International Union of Societies for Biomaterials Science and Engeneering (i fellow di quella società scientifica sono quasi 300), e “scienziata top al mondo” no, non è una nomina che ha conseguito.

Quando, all’età di 63 anni, è andata in pensione, suo marito ha parlato di prepensionamento dovuto alla persecuzione di cui i due sarebbero stati vittima (ma un ricercatore in italia viene mandato in pensione a 63 anni per legge). Subito dopo ha dichiarato la sua assunzione all’ISTEC di Faenza, il cui personale, interrogato, ha detto di non conoscerla.

Montanari e Gatti lavorano nel loro laboratorio di analisi Nanodiagnostics, in cui dicono di fare ricerca sulle nanoparticelle, cioè particelle o strutture più piccole di 100 nanometri, l’ordine di grandezza di proteine e virus.

In seguito a un’indagine su un vaccino contro il papillomavirus, Montanari affermò di aver trovato particelle di bismuto e piombo. La dott.ssa Stefania Salmaso, direttrice del Centro Nazionale di Epidemiologia, dell’Istituto Superiore di Sanità, osservò che tali analisi sono estemporanee e non ripetibili. Il commento di Montanari:

“...come se noi fossimo dilettanti; rendo noto che il mio laboratorio è inserito dalla Comunità Europea fra i 100 di punta di tutta l’Unione”.

Bella argomentazione. E poi che significa? Ci sono anche laboratori non di punta nell’UE?

Nel 2017 Montanari sostenne di aver ricevuto minacce che avrebbero spinto lui e sua moglie a smettere di parlare di vaccini. Lo scrisse nell’articolo del suo blog intitolato “Sipario”, in cui a un commento sull’opportunità di denunciare le minacce rispose:

“Le minacce sono fatte da chi sa come farle. Siete tutti voi a dover reagire scrivendo all’Università di Urbino e all’Ordine dei Medici.”

Nell’articolo scrisse che avrebbe così smesso di occuparsi di vaccini, salvo poi tornare a farlo nel 2020 ai tempi del coronavirus.

LA CANTONATA DELLA GATTI SUL’URANIO IMPOVERITO: L’INCHIESTA RITARDATA DI 10 ANNI

I coniugi Montanari sono conosciuti per le loro osservazioni antiscientifiche in cui affermano la pericolosità dei vaccini a causa delle loro impurità.
È interessante che proprio quando c’era da dare davvero la colpa ai vaccini, e cioè nell’inchiesta sul Poligono Interforze del Salto di Quirra, i coniugi Montanari fecero l’opposto! Montanari nel 2013 affermò che chi correla una morte di una persona a un vaccino è in malafede o ignorante. Si riferiva al prof. Franco Nobile, oncologo presidente della Lega Tumori di Siena, consulente della commissione senatoriale di inchiesta. La verità è che a causa della Gatti e di altri depistatori, che sostenevano che la causa dei linfomi dei militari fosse l’uranio impoverito dei proiettili, si persero 10 anni nell’accertare la responsabilità delle vaccinazioni intensive e irrazionali.

IL LABORATORIO NANODIAGNOSTICS

In un filmato Montanari mostra il suo laboratorio (https://youtu.be/EBxgF30B484).

Il trattamento dei campioni di tessuto mostra gravi errori di procedura che possono determinare la contaminazione in laboratorio: dal momento del prelievo fino all’analisi con microscopio elettronico a scansione, i campioni vengono a contatto con strumenti chirurgici, contenitori, reattivi, fissativi, coloranti e l’aria dell’ambiente.

Mostra alcuni campioni di tessuto dicendo che sono sotto paraffina, un derivato del petrolio. Ma neppure la paraffina farmaceutica può essere completamente priva di contaminazione da polveri.

Mostra il micròtomo che usa per tagliare i tessuti da analizzare, la cui lama, che come tutte le lame durante l’uso perde il filo e cioè perde materiale, potrebbe contaminare i campioni analizzati. La giornalista Giulia Locati ha riportato in un commento al suo articolo queste parole di Montanari:
”Le lame perdono frammenti a seconda del materiale di cui sono fatte, del materiale che tagliano e delle modalità con cui sono usate”
Il micòtomo utilizza lame in acciaio al carburo di tungsteno. L'acciaio è una lega di ferro, cromo, nickel e altri metalli. Nei campioni biologici spesso hanno detto di aver trovato trovare ferro, cromo, nickel e tungsteno.

Da quello che si vede nel filmato, il campione viene manipolato in un modo che non garantisce la non contaminazione da parte delle polveri presenti nell’aria della stanza. Una tipica atmosfera urbana può contenere 10.000.000 di nanoparticelle per cm cubo, il 14% delle quali costituite da metalli di transizione (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15116832). Tra i metalli di transizione troviamo ad esempio titanio, vanadio, zirconio, cromo, manganese, ferro, molibdeno, tungsteno, cobalto, nichel, rame, rodio, palladio, argento, iridio, platino, oro, zinco, cadmio, mercurio. L’aria del modenese non è esente da inquinanti. Ad esempio a Modena nel 2012 è stato registrato 85 volte il superamento del valore limite giornaliero di polveri sottili; il valore medio annuale è stato 38 microgrammi per metro cubo.

GLI STRAFALCIONI SU CONCETTI DI BASE

Nel suo articolo Giulia Locati disse a Montanari: ”Qualcuno sostiene che le concentrazioni di inquinanti sono infinitesimali, si paragona la più grande a un miliardesimo di milionesimo di mole… una piccolezza simile non può nuocere”. Montanari rispose:

“Ma un’ignoranza così grande sì. La mole è l’unità di misura delle molecole non delle particelle che contengono a loro volta centinaia di molecole […]”

Come dire che la dozzina è l’unità di conteggio che si usa solo per le uova. Dire “una mole della cosa X” equivale a dire “una quantità della cosa X pari al numero di Avogadro” (il numero di Avogadro è il numero di atomi presenti in 12 grammi di carbonio 12, e cioè 6,02214076 x 10 23). Chiaramente la cosa X può essere “atomi”, “molecole”, specifici gruppi di particelle… Questo lo sa anche uno studente di quarta liceo.

Montanari ha affermato che

Se il mercurio si posa sui globuli rossi impedisce loro di portare emoglobina ai tessuti.

Da dove ha preso questa informazione non si sa. Non certo in un testo di tossicologia (forse si è confuso col monossido di carbonio? Ma questo non forma certo nanoparticelle!)

La cellula contenente la nanoparticella si riproduce, e genera cellule che dentro di loro non hanno le nanoparticelle.

Dunque le nanoparticelle che fine hanno fatto??!

Le particelle di cui noi ci occupiamo non si sciolgono né nell’acqua né nei grassi; questo fa sì che siano eterne: né la natura, né la tecnologia umana sono in grado di liberarsi di queste polveri. Una volta prodotte, è per sempre.

Pare che Montanari non abbia presente la diagenesi, fenomeno per cui le polveri si depositano e col tempo formano rocce.

Per il particolato non è stato identificato nessun livello di sicurezza (cioè non esiste una quantità minima di particolato nell’aria sotto la quale la nostra salute è al sicuro).

Ovviamente è una stupidaggine: il veleno lo fa sempre la dose, che può essere anche bassissima, ma esiste comunque. Basti pensare che nell’aria di alta montagna ci sono in media 10.000 particelle per centimetro cubo. Eppure lui è convinto:

“Con le nanoparticelle non si può applicare la regola di Paracelso secondo cui è la dose a fare il veleno. Perché può bastare una sola particella che danneggia una cellula a scatenare un danno irreversibile. Con le particelle ciò che conta è dove finiscono la loro corsa, quanto sono grandi, che forma hanno e che composizione chimica. La quantità è un fattore decisamente secondario che può solo influenzare statisticamente la possibilità di colpire bersagli più o meno sensibili”

Se fosse vero, considerata la quantità di nanoparticelle che inaliamo, dovremmo morire tutti in tenera età ed estinguerci. E invece le pneumoconiosi insorgono con probabilità e gravità diversa a seconda che una persona abbia lavorato stando esposto alle polveri per un periodo più lungo o meno lungo; le patologie polmonari dovute al tabagismo (che comporta un enorme inalazione di nanoparticelle) sono correlate a quante sigarette al giorno il soggetto ha fumato e agli anni di tabagismo. Nozioni, queste, non solo ampiamente provate dala scienza, ma anche facilmente intuibili.

Sulla possibilità che la lama del micròtomo possa contaminare i campioni di tessuto analizzati nel suo laboratorio Montanari ha detto in un’intervista:

“Le pare che la farina possa scalfire una lama? Nessun formaggio o salame affetta l’acciaio”.

Ma anche un bambino sa che le lame, col tempo, perdono il filo, e cioè si consumano perdendo materiale. Del resto lo sa anche Montanari, che nel suo blog a pag http://www.vitalmicroscopio.net/2014/11/06/cavolo-mangiamo-2/ ha scritto:
“La cosa più buffa fu scoprire che l’unico produttore di mortadella il cui prodotto era stato trovato esente da inquinamento di particelle d’acciaio proveniente dalle lame di lavorazione rifiutò di usare quel suo vantaggio a livello d’informazione per la clientela. La motivazione addotta, e certamente accettabile dal punto di vista di chi fa business e non altro, fu che, se i clienti, notoriamente considerati imbecilli e come tale trattati, vengono informati del problema magari da un grillo qualunque che non ci ha capito niente, non comprano più la mortadella, buona o non troppo buona che questa sia. Insomma, per non rovinare il mercato non si dice niente a nessuno e si mangino in tutta gaiezza i granelli d’acciaio.”

L’ATTEGGIAMENTO ANTISCIENTIFICO

Montanari ha detto che

prima i bambini autistici erano uno ogni 2000, ora sono 1 su 80, probabilmente a causa non solo dei vaccini, ma anche dell’aria che respiriamo e degli alimenti contaminati, su cui cadono le polveri con nanoparticelle.

Per smontare questa affermazione, che comprende la grave quanto antiscientifica accusa ai vaccini di causare l’autismo, basta considerare che negli ultimi decenni non sono aumentati i casi di autismo, ma le diagnosi di autismo, perché sono cambiati i criteri di diagnosi; inoltre è aumentato il numero di genitori che, notato un comportamento atipico del figlio, chiedono un consulto medico.

Le polveri di oggi stanno provocando delle malattie nuove, ma diventano anche causa di malattie che eistono già, con meccanismi completamente diversi da quelli che conoscevamo.

Affermazione non supportata da alcuna prova scientifica. Per tentare di dimostrarla, fa questo esempio:

Il diabete è sempre stato legato alla dieta [qui dunque sembra si riferisca al diabete di tipo II]
Quando sono crollate le torri gemelle a New York si sono formate delle polveri sottili […] Il diabete è andato alle stelle. Non c’era zucchero in queste polveri. Il diabete è andato alle stelle perché queste polveri sono andate a finire nel pancreas, nelle isole di Langherans, che sono le produttrici dell’insulina [ma questo è il diabete di tipo I, che non è provocato dall’alimentazione!], un meccanismo completamente diverso [e invece è una patologia diversa]. È un meccanismo che i medici non conoscono, ma è quello che si vede sperimentalmente [alla faccia della sperimentazione… quale?]

Secondo Montanari la correlazione è lampante, senza che ci sia bisogno di verificare una corrispondenza statistica fra la presenza di polveri e le varie patologie.

Parlando del suo laboratorio Montanari dice di osservare gli elementi chimici del campione di tessuto analizzato,

“…che poi sono gli inquinanti che possibilmente o probabilmente hanno provocato la malattia”

“Possibilmente o probabilmente” ? Insomma, si può stabilire una correlazione fra presenza di polveri e la malattia col solo criterio topografico? Certo che no. La valutazione del rapporto di causalità segue i criteri cronologico, topografico, dell’idoneità, della continuità fenomenica e dell’esclusione. Ma questo a Montanari sembra sfuggire.

“Se una nanoparticella si deposita su un rene o su un qualsiasi altro organo, questo non è mai in grado di liberarsene”

Affermazione inventata. Numerosi studi dimostrano che le naoparticelle possono essere rapidamente eliminate per via renale o biliare.

Le nanoparticelle si depositano sugli organi e provocano tumori

Affermazione non verificata. I coniugi Montanari - Gatti hanno analizzato tessuti anatomici malati senza confrontarli con tessuti sani, quindi non dimostrando la correlazione fra nanoparticelle e patologia.

“Se nello sperma ci sono nanoparticelle di piombo, una volta immesso nel canale vaginale, provoca la sindrome del seme urente, cioè il canale vaginale si si ustiona e si formano piaghe sanguinanti e dolorose non trattabili chirurgicamente né farmacologicamente”

Affermazione mai provata scientificamente.

Le nanoparticelle provocano la formazione di trombi.

Affermazione fuorviante in un contesto di critica nei confronti dei vaccini, in cui è stata pronunciata. Nel ratto è stato osservato che le nanoparticelle accelerano la formazione di trombi. Questo non autorizza a pensare che i vaccini, eventualmente contenenti nanoparticelle, aumentano in modo apprezzabile il rischio di trombosi. Infatti è enorme la quantità di nanoparticelle che assumiamo nel corso dell’intera vita o anche solo in tenera età, e che finiscono nel sangue. Lo facciamo (stando agli studi sugli animali) attraverso polmoni, mucosa nasale, cute, stomaco, intestino. Con alimenti cosmetici, mediante il contatto con vestiti e oggetti, assumiamo qualcosa come mille miliardi di nanoparticelle al giorno, contenuti per lo più negli additivi. Queste nanoparticelle vengono espulse attraverso gli apparati digerente e respiratorio e con la sudorazione. Da questo si capisce quanto irrilevante sia la quota di nanoparticelle eventualmente assunte tramite vaccini.

“Un conto è quando respiriamo inquinanti, li inaliamo ma poi li buttiamo fuori. O quando li mangiamo. Ma è ben diverso quando le particelle sono iniettate sotto cute, in questo caso non ne esce nessuna, l’organismo non è capace di espellerle”

Le nanoparticelle, proprio perché piccole, sono le particelle che più facilmente passano da tessuto a tessuto. Quindi sì, passano facilmente dal sito di iniezione di un farmaco, cioè il muscolo nel caso dei vaccini, al circolo ematico, per poi passare i reni ed essere espulse.

“Le nanoparticelle passano anche dalla donna incinta al feto, infatti guardate questo agnello nato malformato dopo che alla madre era stato somministrato un vaccino”

Si trattava del vaccino contro la malattia della lingua blu, che aveva come effetto collaterale la malformazione dei feti degli agnelli; nonostante ciò vennero vaccinate anche le pecore gravide. La specifica correlazione con le nanoparticelle è una pura supposizione di Montanari.

A Mantova l’autopsia su un bambino morto a 8 ore dalla nascita evidenziava una grande presenza in vari organi delle stesse nanoparticelle trovate nell’aria inquinata di Mantova. Era un bambino leucemico con madre sana. In questo caso il feto fa da “spugna” che assorbe tutte le nanoparticelle, mentre la madre non ne subisce le conseguenze.

Si potrebbe fare questa affermazione dopo aver fatto esami sulla mamma, trovandola priva di una quantità importante di nanoparticelle, cosa che non è stata fatta.

Il mercurio non viene più usato come conservante per i vaccini. Ma Montanari, senza portare prove, dice che è ancora usato. Quello che veniva usato era etilmercurio, innocuo e facilmente eliminabile dall'organismo per via epatica. Ma Montanari descrive i danni di legami proteici tipici del metilmercurio, dannoso e difficilmente eliminabile dall’organismo.

“Si racconta che il mercurio sia stato tolto dai vaccini. Non è così. Il mercurio è indispensabile alla preparazione perché le sostanze biologiche di cui sono fatti i vaccini possono essere attaccate da funghi e batteri. L’unico modo per evitare contaminazioni di quel tipo è inserire mercurio e poi cercare di eliminarlo. Ma il mercurio è tecnicamente impossibile da eliminare del tutto.”

Eppure stando al famoso articolo di Gatti e Montanari il mercurio risulta assente in tutti e 44 i vaccini da loro analizzati. Allora delle due una: non c’era mai stato, oppure era stato eliminato del tutto.

Sul blog di Montanari, a pag https://www.stefanomontanari.net/sipario/ un utente scrisse: “Mi pare che la misera qualità dello studio di Montanari (che fa l’offeso e non risponde alle critiche) sia talmente misera da non consentire alcuna conclusione sulla purezza dei vaccini”. Montanari rispose:

Ma perché non fate le analisi voi?

Ecco perché: se la qualità del tuo studio già lo classifica come spazzatura, non vale la pena fare una verifica: è spazzatura e basta. L’onere della prova ce l’ha chi ha avuto l’idea di fare un’affermazione, non chi ne dubita.

LO STUDIO SPAZZATURA PUBBLICATO SULLA RIVISTA PREDATORIA

Nel loro articolo "New Quality-Control Investigations on Vaccines: Micro- and Nanocontamination", pubblicato sulla rivista predatoria "International Journal of Vaccine and Vaccination", Gatti e Montanari elencano una serie di vaccini nei quali, con il loro microscopio, avrebbero trovato varie sostanze, spesso metalliche. Ma non c'è nessun controllo né in doppio cieco, né in cieco, né senza cieco.
Lo studio è stato ben sbufalato in questo articolo in lingua inglese:
http://www.skepticalraptor.com/skepticalraptorblog.php/another-anti-vaccine-article-bad-journal-bad-data/
Comunque un’ottima spiegazione la dà anche Medbunker a partire dal paragrafo “La scoperta dell'acqua calda” del suo articolo a pag
http://www.medbunker.it/2017/02/i-vaccini-inquinati-unesperta-dice-di-no.html

Su un sito antivaccinista viene detto che in seguito allo studio di Gatti e Montanari fu stato fatto nel 2016 un altro studio su 16 fiale di vaccini nel laboratorio clinico ed ambientale Micro Trace Minerals, con sede in Germania, studio in cui sono state così trovate tracce di mercurio, nichel, arsenico, uranio, alluminio. E però, per la metodologia usata, anche questo studio è spazzatura.

ALTRE FESSERIE SUI VACCINI

Rimanendo in tema di vaccini (ma non di Gatti e Montanari, che qui non c'entrano) colgo l'occasione per riportare alcune delle decine di fesserie antivacciniste che trovano sul web…

E il documento Simpsonwood? All’inizio lo studio riportava una correlazione fra vaccini e autismo e altri problemi neurologici, e dopo le revisioni, nella versione pubblicata nel 2003 le conclusioni sono cambiate e i vaccini sono stati assolti!

Era uno studio preliminare, che come tutti gli studi che presentano dati spaventosi. E tutti, una volta approfonditi (non “alterati”), epurati dai confondimenti e evitati i bias, giungono a conclusioni diverse.
E poi se davvero lo studio fosse stato alterato, e se il Thiomersal (fino ad allora contenuto nei vaccini) causava davvero autismo, non si spiegherebbe perché dopo la sua eliminazione dai vaccini l'incidenza di autismo ha continuato ad aumentare.

Le enclave che non vaccinano i figli non hanno casi di autismo!

Falso. Molti studi sulle cause dell'autismo, in particolare quelle genetiche, sono stati fatti ad esempio proprio sulla comunità Amish: nelle comunità chiuse, in cui le persone si incrociano tra loro vengono selezionati geni in un rapporto percentuale maggiore rispetto alla popolazione generale, per cui é piú semplice fare studi riguardo geni rari.
Ecco un esempio di uno studio che correla una variante genica con l'autismo in una comunità Amish: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19302947

ALTRE FESSERIE E SCIATTERIE...

...Le trovi in questo post degli autori dell'ottima pagina Facebook "Biologi per la scienza":
https://www.facebook.com/BiologiPerLaScienza/photos/a.284416352089286/762073417656908/

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