15 agosto 2019

I processi si fanno in tribunale, ma vanno bene anche in TV

Spesso si vedono in TV giornalisti che intervistano persone accusate di un illecito, invitandole ad argomentare in merito, e la risposta è del tipo "Non rilascio di chiarazioni, perché i processi non si fanno in TV, ma nei tribunali".

A parte il fatto che poi, quando vengono condannate, vanno in TV (o mandano in TV il loro avvocato) a spiegare che la condanna è secondo loro ingiusta... cosa impedisce a un imputato di commentare un'accusa difendendosi nel merito? Certo non la legge.

Vecchia barzelletta:

Dialogo fra marito e moglie:
- Caro, c'è da tagliare l'erba.
- Non sono mica un giardiniere, io.
Il giorno dopo:
- Caro, ho chiamato il giardiniere e ha tagliato l'erba. Non avevo i soldi per pagarli e così mi ha chiesto di ricompensarlo andando a letto con lui oppure facendogli una torta.
- E tu gli hai fatto la torta, giusto?
- Non sono mica una pasticcera, io.

Sì, esistono figure professionali adatte a un ceto compito. Esistono strimenti adatti a una certa funzione. Esistono contesti adatti a un certo dibattito.

Ma questo non significa che la persona, lo strumento o il contesto adatti abbiano l'esclusiva, a meno che non ci sia una specifica ragione.

Questa storia secondo cui i processi non si fanno in TV (o sui giornali) è una stupidaggine. I processi si possono fare benissimo anche in TV. Ovviamente si tratterà di processi che portano non a una sentenza, ma a un'opinione che ognuno si fa osservando le varie argomentazioni. Certo, deve essere condotto in maniera obiettiva, e io non risponderei a un giornalista che in passato ha dimostrato scarsa onestà intellettuale, o che lavora per una trasmissione televisiva che si è dimostrata spazzatura.
Quindi, se l'accusato ritiene che il giornalista o la trasmissione siano scorretti, lo dica chiaramente rispondendo "Conosco lei / il programma per cui lavora, so che tagliate ad arte le risposte degli intervistati e costruite servizi faziosi e tendenziosi, quindi mi rifiuto di parlare con voi".
Ma se il giornalista e la trasmissione televisiva offrono un terreno obiettivo, allora rifiutarsi di rispondere può significare solo una cosa: all'accusato conviene divincolarsi in quanto la domanda è scomoda. E cioè è colpevole.

E i giornalisti che si sentono rispondere "I processi si fanno nelle aule dei tribunali, non in TV" .dovrebbero cercare, col tempo, di mettere in cattiva luce questo modo di difendersi.
Purtroppo quella pseudo-argomentazione nella testa di tante persone sembra avere un senso, perché troppe volte è stata detta senza che nessuno rispondesse "Embè? Il processo si fa in tribunale, ma intanto nulla vieta che fai la tua dichiarazione a questo microfono".

La frase "I processi si fanno nelle aule dei tribunali, non in TV" spero un giorno acquisti la stessa valenza stupido-comica che hanno la barzelletta riportata sopra, o più semplicemente la stessa valenza di stupidità di scenari del tipo

- Mi può indicare via Puccini?
- Mica sono un navigatore.

- Secondo te gli extraterrestri hanno visitato la Terra?
- Mica siamo a un congresso di ufologia.

- Mi passi il vassoio dei fagiolini, per favore?
- Mica sono un cameriere.

E l'intervistato mica è innocente. Se no non scapperebbe con una frase fatta.

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