25 gennaio 2021

Boicottare i social network troppo permissivi?

Come molti sanno, spesso i dipendenti di Facebook a causa della gran mole di lavoro da eseguire e della loro poca competenza hanno censurato contenuti che non c'era nessun motivi di censurare, coprendo di ridicolo la piattaforma (quindi non mi riferisco a bufale).

Pensando a questo verrebbe voglia di iscriversi a uno di quei social network che danno una maggiore libertà agli utenti. C'è però il rovescio della medaglia, che consiste in una censura ridotta all'osso, limitata solamente a violazione di copyright, incitazione a reati e manomissione della piattaforma informatica.

Ad esempio nel regolamento di uno di questi social network (di cui non faccio il nome per non pubblicizzarlo) non si trova nessun divieto di scrivere post che promuovono in razzismo. Quanto al linguaggio offensivo, c'è scritto che è sconsigliato ma non vietato.

Fra le cose di Facebook che fanno innervosire, oltre alle censure insensate, ci sono anche le non-censure di contenuti che con tutta evidenza violano il regolamento. E mi pare che le due cose, pur tristemente, si bilancino a vicenda (e che non ci sia nessuna linea guida ufficiale né ufficiosa grazie a cui vengono privilegiate certe bufale rispetto ad altre). Questo bilanciamento in altri social network, per regolamento e non per inefficienza, è escluso. Ovvero c'è campo libero per un influencer di abusare della credibilità popolare, arrecando così un danno alla società.

Si potrebbe pensare:

"Io mi iscrivo a quel social network super-anarchico giusto per leggere i post di quella persona che più volte è stata censurata ingiustamente da Facebook e non mi interessa diffondere bufale oppure seguire gli imbecilli di estrema destra, antivaccinisti, etc, dunque qual è il problema?"

Il problema è che se ti iscrivi a una certa piattaforma fai numero. Così il gestore della piattaforma può dire di avere un numero maggiore di iscritti, e questo costituisce un incentivo alle altre persone a iscriversi, e fra queste ci saranno non solo i bufalari e i loro adepti, ma anche persone deboli che saranno loro facile preda.

Riassumendo, il meccanismo potrebbe essere verosimilmente questo:

- alla piattaforma si iscrivono inizialmente le persone che vogliono libertà di parola (anche la libertà di diffondere razzismo, bufale, negazionismo e idiozie varie);
- poi arrivano le persone che si iscrivono pensando "Bah, male non fa"
-in ultimo si iscrivono le persone trascinate dal fatto che le precedenti hanno fatto sufficientemente numero, e dunque se non ci si iscrive a quel social, ormai celebre seppur birichino, si rischia di perdersi qualcosa).

Mi pare dunque giusto non prendere parte a questo meccanismo, e cioè boicottare piattaforme social che costituiscono terreno fertile per la crescita dell'ignoranza e della stupidità popolare.

Che ne pensi? Se ti va fammelo sapere nello spazio dedicato ai commenti.


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