18 dicembre 2019

Bella pubblicità!

L'AVIS mi ha regalato un calendario. Visto che non mi serve e mi dispiace buttarlo via, ho pensato di ri-regalarlo a chi lo potrebbe usare. In un mercatino su Facebook un membro ha commentato dicendo "Bella pubblicità", pensando che io avessi voluto promuovere la mia attività commerciale perché avevo scritto "Regalo calendario a chi viene a prenderlo a casa mia o al mio ambulatorio".

Nella testa di taluni individui, che ricordano un po' i complottari del tipo "ki ti paka", si formano pensieri davvero avvilenti sulle presunte intenzioni altrui.

Secondo te io ho pensato: "Scrivo in un mercatino dell'usato che ho un ambulatorio, così i lettori saranno curiosissimi di sapere che tipo di operatore sanitario sono, dunque visiteranno il mio profilo, vedranno che professione svolgo, e quando ne avranno bisogno verranno da me".

Se ti è venuta in mente una cosa del genere, può darsi che secondo te valga un minimo la pena usare questa strategia. Questo farebbe di te non dico un totale ignorante nel campo del marketing (che non è neanche necessario scomodare) ma proprio una persona totalmente incapace di immedesimarsi in un lettore. Certo, non capire nulla di marketing e non sapersi immedesimare è lecito. La cosa brutta brutta è che secondo te questa stupidità (che tu la creda tale o no) appartenga non a te che supponi una cosa del genere, ma a me, che però sarei stato beccato da te.

Diamine. Ragiona. Ti basta poco per cestinare sta spazzatura mentale. Facciamo un altro esempio. Se uno scrive che un oggetto può essere ritirato in un negozio (dal momento che lavora lì e quindi è spesso proprio lì), prova a pensare che, diciamo, non necessariamente l'ha scritto immaginando che il lettore pensi "Ehi, allora vende delle cose! Non so neanche cosa, però mi incuriosisce... andiamo sul suo profilo a vedere, mi è davvero venuta voglia di comprare una cosa a caso". E se al posto del negozio c'è un ambulatorio? Uguale.

Ma poniamo anche il caso in cui lo stupido sia io, e tu sei il graaaande che mi hai beccato. Cosa decidi di fare? Clicchi sullo spazio dei commenti e scrivi "Bella pubblicità!". Di cosa sa questo commento? Forse sbaglio, ma voglio essere più rispetosamente ottimista sul mio interlocutore: non mi ci azzardo neanche a pensare che nella tua testa quella battuta dovrebbe far ridere. Quindi l'intento qual è? L'unica ipotesi che mi pare possibile è che tu mi stia rimproverando perché secondo te starei facendo spam. Ma allora dovresti segnalare il mio post all'amministratore del gruppo. Ah no. il gruppo è moderato. Quindi l'amministratore l'ha già approvato. Quindi l'invasione di campo è tua che vuoi fare il moderatore senza esserlo, non il mio presunto spam, già decretato non tale dal vero moderatore.

Quindi io che faccio? Ti spiego queste cose? Certo che no. Modifico il post togliendo il riferimento all'ambulatorio, perché lo ammetto, ho mentito. No, non ho mentito sui miei secondi fini, ho mentito dicendomi ottimista su di te: sono pessimista, tantissimo. Sì, adesso è il mio turno a pensar male: se ti spiegassi tutto quello che ho scritto qui sopra non avresti nessuna voglia di metterti in discussione, nessuna voglia di chiedere scusa per una battuta brutta e scema detta a chi non conosci nemmeno, nessuna voglia di capire che se parli in modo inopportuno sul web fai esattamente la stessa figura che faresti se la dicessi dal vivo (quant'è difficile sta cosa da capire... mah). Quindi mi limito a sfogarmi sul mio diario Facebook, e a riutilizzare questo post per farci un articolo sul mio blog OPIDOS, ché è tanto che non ne scrivevo uno.

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