29 novembre 2017

Se davvero vogliamo aiutare gli africani a casa loro...

Cos'hanno proposto e fatto concretamente, le persone che si sono riempite la bocca dell'adagio "Aiutiamoli a casa loro", che è andato tanto di moda in passato? Sì, solo in passato. Oggi non viene più usato, se non ironicamente, perché in effetti non ci crede più nessuno. Sull'argomento consiglio questo articolo del giornale online Il Post.

Correggetemi se sbaglio, ma non mi risulta che siano state fatte tre cose importantissime, senza le quali il problema afro-europeo è destinato a non avere fine:

1)

Una massiccia campagna informativa negli stati africani, incentrata soprattutto su cosa può significare un viaggio verso l'Italia facendo chilometri e chilometri via terra e mare:
  • Le probabilità di morire nel deserto, per chi deve attraversarlo
  • Le probabilità di morire in mare
  • Le probabilità di finire in una prigione libica, e cosa questo significa (sopportare violenza, fame, e spesso morire)
  • Le probabilità, per le giovani donne, che i trafficanti di umani le costringano alla prostituzione (80%)
  • I traumi psichici a cui si può andare incontro in ragione di tutto questo.
    La dott.ssa Anna Maria Meoni, psichiatra presso l'università La Sapienza di Roma, ha scritto il seguente commento a questo post del sito Globalist: Il vero problema è che sono tutte persone sofferenti per sindrome post traumatica e che accoglierli non basta. Hanno l'animo profondamente ferito molto di più che il corpo. Curarli non è facile [...]
    Marco Eracles, che lavora in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, ha aggiunto: In SPDC arrivano sempre più richiedenti asilo con profondi traumi psichici, che la psichiatria non ha strumenti adeguati per affrontare
  • Le probabilità di rimanere senza lavoro e di non realizzare la vita che i criminali scafisti & c. promettono, in paesi in cui già esiste un alto tasso di disocupazione e povertà
  • L'opportunità di fare figli solo quando si ha una ragionevole sicurezza economica. Fare un figlio quando si è poveri significa creare, con alta probabilità, un nuovo povero o un criminale.
2)

Intervenire militarmente per porre fine alle guerre, in Africa. Sì, intervenire indipendentemente dalla presenza di petrolio o altre risorse da depredare.

3)

Fare in modo che vengano rimossi dalle loro cariche politiche i governanti africani corrotti, per niente interessati al benessere del proprio paese, in quanto si intascano la magior parte di denaro che proviene dalle donazioni da parte dei paesi stranieri sotto forma di aiuto umanitario. E promuovere una struttura governativa che renda la corruzione più difficile. Dopo, e solo dopo, ha senso sborsare quattrini per incrementare l'economia dei paesi in via di sviluppo africani.

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Sono strade che danno risultati a lungo termine, cosa che a quanto pare chi ci governa è portato a considerare poco in quanto, come la maggior parte di esseri umani, cerca soluzioni (più o meno impossibili) che diano subito un risultato. Sia nel merito del problema, sia elettorale.

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