06 febbraio 2015

L'egregio cliente e le psichedeliche fantasie aziendali

ESEMPIO DI SIGNORE
ALQUANTO EGREGIO
Molte lettere inviate dalle aziende ai potenziali clienti iniziano elogiando il destinatario maschio con l'epiteto "egregio" (per motivi su cui ho il terrore di indagare, le destinatarie donne non hanno questa sfortuna).

Oggi ho voluto cercare il significato di "egregio". Ho cercato in rete e ho scoperto che "Egregio" significa "fuori dal comune per qualità e pregi".

Allora è una delle parole più ipocrite per definire chi non si è mai conosciuto, ad esempio un potenziale cliente. Che, se legge una lettera intuendo che a una grande quantità di persone è stata spedita una lettera identica eccezion fatta per indirizzo e nome all'inizio, dovrebbe capire che lui è fuori dal comune per qualità e pregi proprio come tutti gli altri".

Ma cosa vuoi, è il linguaggio aziendale.

È IL LINGUAGGIO AZIENDALE.

Se fossi un re chiederei la testa di chi l'ha inventato, il linguaggio aziendale. Va beh, ormai chi l'ha inventato è sicuramente morto. Allora chiederei il suo cadavere per farlo deturpare e ridicolizzare. Sì, lo farei mangiare dai maiali, come in The Snatch, uno dei miei film preferiti (lo è anche e soprattutto grazie alla scena della spiegazione sui maiali che mangiano i cadaveri).

Comunque, nonostante io nutra un odio e disprezzo profondo per questo spregevole inventore, devo ammettere che in qualche modo è stato un genio. Infatti ha tirato fuori una serie di castronerie chiamate "formule di cortesia" sostenendo che il lettore si sente compiaciuto leggendole, e quasi tutte le aziende gli hanno creduto. Senza nessuna prova tangibile. Nessun riscontro. Hai presente il fenomeno della sospensione dell'incredulità che necessariamente deve albergare nella testa dello spettatore di un film di fantascienza affinché il suo spirito critico non debba disturbare ogni 2-3 secondi e gli lasci godere la divertente storia in cui Supermen vola? Uguale.

Certo, le lettere aziendali non sono proprio divertentissime di solito.

In compenso può essere divertente notare cosa, secondo il galateo su cui sono basate, dovrebbe avvenire per dare plausibilità a questa strana storia. Una storia i cui strambi protagonisti, mittente e destinatario della lettera, sono accomunati da caratteristiche che farebbero sembrare roba di tutti i giorni i giochetti di T1000 di Terminator 2.
Praticamente le aziende e la clientela sono formate non da persone in carne e ossa (e tanto meno neuroni), ma da fantomatiche unità aziendali e clientelari dalle sembianze umane, ma costituite da un materiale segreto.  Funziona così: subito prima che un umano varchi la soglia per entrare nel proprio ufficio o da casa sua legga una qualunque comunicazione inviata da un'azienda, Miwa gli lancia i componenti del suddetto materiale segreto che lo fanno diventare spettabile, pregiatissimo, egregio, mentre i tessuti organici sottostanti si liquefanno e dall'unghia del mignolo sinistro scendono nelle fogne dove le Tartarughe Ninja lo usano come condimento per la pizza. L'egregio potenziale cliente e il venditore della pregiatissima azienda vivono da quel momento in poi un trip mentale alternativo nel quale alcune parole mai usate nella realtà sono fonte di agio, di gioia e compiacimento. Una realtà alternativa che ricorda un po' l'atteggiamento dei personaggi femminili di certi film sconci.
All'uscita dell'ufficio o alla fine della lettera, i componenti cadono a terra e, per non dare nell'occhio, formano un portacenere da corridoio, considerato da nessuno perché in qualsiasi ufficio è vietato fumare, oppure, nel caso dell'abitazione, si trasformeranno in uno scatolone di Amazon con su scritto marca e modello dell'ultimo estrattore di succo da 660 euro, che è normale acquistare quotidianamente e che quindi passerà parimenti inosservato. Nel frattempo Donatello, Raffaello, Michelangelo e Leonardo hanno già mangiato la pizza, digerito e usato la toilette, la cui tubatura porta alla piscina di Mazinga Z che si apre e da cui prontamente escono le sostanze organiche che vanno a ricomporre l'umano di prima. Che non si è accorto di nulla e si sente un po' strano, ma dà la colpa alla ribollita di cui si è strafogato ieri sera.
Questo più o meno il fantasioso mondo degli aziendalesi, che nel trattarti da grande uomo ti considerano di fatto il concime del loro portafoglio, illudendosi misteriosamente che certi epiteti palesemente acidi (nel senso psichedelico del termine) possano indurti maggiormente a comprare.

Domanda: ma cosa ci vuole per svegliarvi e mettervi nei panni del cliente che legge?
Beh, nel frattempo voglio sognare anch'io. Sogno i maiali che mangiano l'inventore dell'aziendalese. Mi piace pensare che sia il suo turbinoso ruttone di fine banchetto a svegliarvi nel mondo delle persone che danno un significato alle parole.

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1 commento:

Laserium ha detto...

Condivido quanto hai scritto. Per fortuna io sono un tecnico e nelle mie comunicazioni aziendali posso permettermi di essere abbastanza schietto. Aggiungo soltanto che trovo particolarmente ipocrita la maiuscola sui pronomi (la Vostra richiesta, se Lei volesse), peggio se insieme al verbo (sentirLa, fornirVi), mi rifiuto di usarla.
Mi hai fatto venire voglia di rivedere The Snatch, bel film.

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