23 dicembre 2016

I "mongoli" sono particolarmente permalosi?

Esistono persone non vedenti. Esistono persone non udenti. Esistono persone con sindrome di Down. Queste tre categorie di persone meritano lo stesso rispetto e sono permalose allo stesso modo? 

Nell'immaginario collettivo italiano no.

Infatti di solito non destano alcuno scandalo le seguenti frasi dette in senso retorico: "Oh! Sei cieco?!"; "Oh! Sei sordo?!"... mentre è politicamente scorrettissimo dire in senso retorico "Oh! Sei mongolo?!"
Perché?

E in oltre...

Dicendo scherzosamente a qualcuno "scemo" si manca di rispetto a tutte le persone con ritardo mentale?
Dicendo scherzosamente a qualcuno "rammollito" si manca di rispetto a tutte le persone affette da sindrome da fatica cronica e a tutte le persone che hanno una grave flaccidità muscolare per gravi patologie neurologiche?
Dicendo scherzosamente a qualcuno "stronzo" si manca di rispetto a tutte le persone affette da sociopatia?
Dicendo scherzosamente a qualcuno "zoppo" (ad es. a un amico che zoppica perché si è fatto un po' male a una caviglia o perché ha mal di schiena) si manca di rispetto a tutte le persone che a causa di una menomazione hanno un'andatura asimmetrica permanente?

Dicendo scherzosamente "Sparati!" si manca di rispetto alle persone che, a causa di una depressione, si sono suicidate?
Usando scherzosamente la parola "squattrinato" si manca di rispetto alle persone che hanno gravi problemi economici?
Dicendo scherzosamente "poi vengono a raccattarti col cucchiaino" si manca di rispetto alle persone che sono morte maciullate per schiacciamento o smembrate da un'esplosione?

Dicendo scherzosamente "ti strozzo" si manca di rispetto alle persone che sono state uccise per strangolamento?

Dicendo scherzosamente "ti faccio a pezzi" si manca di rispetto alle persone con danni fisici permanenti causate da un politrauma?

Credo che chiunque risponderebbe "no" a tutte queste domande.

Ma per la sindrome di Down è diverso. Si può dire scherzosamente scemo, rammollito, stronzo, etc, ma "mongolo" no.

Eppure una volta si chiamava addirittura la sindrome di Down "mongolismo". Poi si è eliminato questo termine, sostenendo che fosse poco rispettoso. Chissà le persone appartenenti al gruppo etnico mongolo (presenti in Mongolia e dintorni) cosa ne pensano. Un po' come se in Mongolia fosse offensivo dire a qualcuno "italiano!". Eppure non mi pare ci siano grandi motivi per dare alla razza mongola una connotazione negativa. Anzi. Sono persone con una corporatura resistente alle fatica, al forte freddo e al caldo, rarissimamente soffrono di calvizie e fra loro non mancano begli uomini e belle donne.

Ma niente, "mongolo" in Italia non solo è un'offesa, ma è un'offesa sull'offesa. Perché associa a delle persone malate degli esseri appartenenti a un'etnia disdicevole e orribile, come quella a cui appartengono la ragazza e il ragazzo raffigurati qui sopra.

...Mentre invece va benissimo - e lo si fa proprio nel gergo medico, ancor più che nel linguaggio comune - parlare di "andatura anserina" per riferirsi al modo di camminare di persone con distrofia muscolare o atrofia dei muscoli spinali, assimilandole a delle papere.

Boh.

21 dicembre 2016

Sunvito Diretta buon giorno - recensione cattiva

Il mese scorso ho acquistato su Amazon uno speaker bluetooth della Sunvito. Funzionava col cellulare. Ma non col PC. Neanche con l'altro PC. Installato il driver della penna bluetooth (grazie a cui si trasferivano senza problemi le foto dal cellulare al computer), installato il driver per lo speaker scaricato dal sito di Sunvito, ma... niente. Windows continua a dire che manca il driver.
Ho scritto un'email all'assistenza tecnica per chiedere spiegazioni... nessuna risposta.

Dopo 13 giorni dalla mia email, ricevo il seguente messaggio da "SunvitoDirect - Marketplace Amazon" (riporto solo la parte in italiano eliminando quella in inglese):

Caro Marco,
buongiorno!
Apprezziamo moltissimo il Suo acquisto Order ID: 406-7225766-9053958.
B01G1MUIGG: Sunvito Casse Bluetooth Mini portatili stereo senza fili, Casse Bluetooth per sport esterno impermeabile per la doccia con jack microfono stereo audio
Speriamo che Lei abbia già ricevuto con soddisfazione il nostro prodotto. Vogliamo sapere se l'ha utilizzato? Speriamo che funzioni bene.Se Lei ha alcun problema durante l'uso del nostro prodotto, o se Lei non è soddisfatto di esso, per favore si senta libero per contattarci qui per una assistenza.
Noi faremo il nostro meglio per assisterLa e soddisfarla al 100% dei nostri prodotti.
Se Lei è soddisfatto nostro prodotto, potrebbe aiutarci per favore lasciando una recensione? Ma se non Le piace, speriamo che non lascierà una recensione cattiva, per favore ci contatti per trovare una soluzione.
Se Lei ha avuto un'esperienza acquirente piacevole nel nostro shop Sunvito faccia compere, noi saremmo grati se Lei ci lasciasse una reazione.
Grazie ancora una volta per il Suo acquisto nel nostro negozio.
Distinti saluti
Sunvito diretta

Di primo acchito e senza conoscere la vicenda sembrerebbe che la firma, con un piccolo errore, sia di una signora che si chiama Sunvito Diletta. Ma no, non è così: questa è semmai la pronuncia dello staff, data la loro provenienza geografica.

Mi verrebbe da rispondere: Hei, Sunvito Diretta... una cosa l'hai detta bene: Buon giorno! Prodotto rispedito giusto ieri e recensione su Amazon... già rilasciata? Ah, pensavo di averlo già fatto. Grazie per avermelo ricordato. Ecco, fatto. È una recensione cattiva.

Aggiornamento del giorno dopo (26 dicembre 2016): la signora Estela, dopo aver visto la mia recensione cattiva su Amazon, mi ha scritto

Ciao amico,
Siamo molto grati a voi per un ordine con noi e prendere tempo per lasciare un commento.
Mi dispiace di sentire che gli altoparlanti acquistati non possono essere collegati al computer.
Perché il nostro prodotto è collegato al dispositivo tramite Bluetooth, si può provare ad attivare la connessione Bluetooth del computer senza l'utilizzo di un cavo per collegare il computer? E mi puoi dire la versione Bluetooth del vostro computer?
Se non è ancora in grado di connettersi con il computer, non esitare a non esitare a contattarci.
Faremo del nostro meglio per risolvere il vostro problema.
Buona giornata.
I migliori saluti,
Estela

Estela non ha notato che nella recensione ho scritto che ho già rispedito il prodotto. Buon giorno!

Aggiornamento del 26 dicembre 2016: la signora Estela mi scrive:

Ciao amico,
Siamo molto grati a voi per un ordine con noi e prendere tempo per lasciare un commento.
Dalla tua opinione, che abbiamo conosciuto non siete soddisfatti con il nostro prodotto, ci sarebbe un feedback ai nostri servizi competenti per migliorare questo problema. In questo caso, come su di te dare indietro 3USD a titolo di risarcimento? Accettate questa soluzione?
Non esitate a contattarci fateci sapere la vostra idea.
Buona giornata.
I migliori saluti,
Estela


Mia risposta:

Il feedback è il seguente:

- Quando un utente vi contatta tramite il vostro sito, rispondetegli entro 5 giorni, anziché rimanere in silenzio per 13 giorni

- Se proprio avete problemi nel rispondere a una domanda per tempo, almeno evitate di anticipare la vostra risposta con un'email standard in cui chiedete un feedback sul prodotto, altrimenti l'utente si sente preso in giro

- Se decidete di parlare italiano, migliorate il vostro italiano

- Per quanto riguarda specificamente il prodotto, assicuratevi che funzioni corretamente prima di venderlo. I miei 2 computer (Con Windows 7) hanno il sistema Bluetooth completamente funzionante (il trasferimento di dati dal cellulare col sistema Bluetooth non dà problemi), e nonostante il driver scaricato dal vostro sito e installato correttamente, appare una finestra che dice che il driver non c'è. Avete provato sui vostri computer?

- Non aggravate la vostra situazione con proposte ridicole. Per tentare di far funzionare il vostro speaker con i miei computer ho impiegato in tutto circa 3 ore, e per imballare il prodotto, recarmi
all'ufficio postale e fare lì la coda per rispedirlo ho impiegato altre 2 ore, e speso 4 €. Veramente credete che un risarcimento consono sia 3 USD ? Un risarcimento consono sarebbe forse 60 USD, e
servirebbe per andare a pari, non per eliminare la recensione che ho scritto su Amazon (e sul mio blog). La verità non è in vendita. Affinché io modifichi la recensione che ho scritto su Amazon (dicendo comunque la verità) bisognerebbe che mi spediste uno speaker dello stesso modello, ma funzionante.

Marco


Con questo mi sa che li ho messi a tacere...

Aggiornamento delle 12.22:  Oh, Estela ha risposto.

Ciao amico,
Grazie per la vostra risposta.
Mi dispiace davvero per la vostra insoddisfazione siamo con il nostro prodotto, grazie per i vostri suggerimenti, adotteremo e feedback ai nostri servizi competenti per migliorare il problema.
Ancora una volta a chiedere scusa a voi. Si può provare a connettersi ad altri dispositivi con questo diffusore? Hai fatto sì che il nostro prodotto è un problema?
Se è il nostro prodotto, siamo disposti a darvi una sostituzione. Accettate la nostra soluzione?
Buona giornata.
I migliori saluti,
Buone vacanze
Estela


Mia rispa:

Estela, I'm afraind I have to repeat a suggestion I gave you in my previous email: if you decide to speak Italian, improve your Italian. Ok, let's speak English.
As I'm not sure it's clear, I repeat it for the third time after saying it on my feedback on Amazon and after the previous email: I shipped the speaker back and I got a refound by Amazon (a reduced
refound, because of shipping charge). Said this, I suppose your proposal of replacement isn't valid any more, is it? Anyway:
Was I able to connect other devices to the speaker? Yes. It worked with my cellular.
Had I made sure your product had a problem? Yes, as it didn't work with a PC which had a working bluetooth system and with Sunvito's speaker's driver correctly installed. And the same happened with another computer (see previous email).
Bye
Marco


O vediamo.

AAAAAAAAA!!! CI RISIAMO!!! 27 dicembre:

Hi friend,
Thank you for your response.
Like you said, the product could work with your phone, it proves our product no problem, may we know your other bluetooth could connect your computer? Considering the product can connect your phone, we thought if we resend you a new one, may can not solve this problem, becaused after we received your message, we have feedback to our relevant departments, and try to connecting the computer, it can connect well.
We are really sorry for the problem, how about refund the rest shipping postage to you? Do you accept our solution?
Hope your kind understanding.
We are looking forward to your reply.
Have a nice day.
Best regard,
Estela


Mia risposta:

For the 3rd time: my PC is ok. It has a working bluetooth system. I know it because I can transfer files from my celluar to it via bluetooth.
Drivers I installed in my PC were the ones I had downloaded from Sunvito's website, and they were specific for model we're speaking about (B01G1MUIGG).
So maybe the problem is about your speaker, maybe the problem is about your diver, but not about my PC (furthermore, exactly the same happened using another PC of mine).
I posed a question and after more than a week I got no response, so I was resigned and I shipped it back. All this (included corrispondence with you in these last days) has been a waste of time that goes beyond the money I spent. I have no reason to change the estimate of compensation I made yesterday.
Have a nice day you too.
Marco


28 e 29 dicembre:

Hi friend
Thank for your fast reply .and we apologize for any inconvenience this purchase may have caused.
We have refunded to of your freight you as your requested, the full refund of the item will be in you buyer account within 24hour please kindly check it.
Please feel free to contact us if you getany further question .
Have a great day !
Estela


Hi.
Thanks, but... "as you requested" ?
Where did you read that I requested a full refound? Can you please
copy and paste my words about it?
Bye


Hi friend,
In order to give customers a good shopping experience, we voluntarily give you compensation, I hope you can be satisfied,Really sorry to bring you such a bad shopping experience. We would feedback to our relevant departments to improve this issue and our service in the future.
I hope your kind understanding.
Wish you have a nice day.
Best regards,
Estela


Beh, che dire? Ho contribuito a migliorare un'azienda.

20 dicembre 2016

Se vuoi rimanere mio FB-friend non diffondere bufale né siti bufalari

Riadattato dal mio diario di FB...

Mia decisione del 22 novembre 2016, comunicata a chi legge il mio diario di Facebook (e l'ignoranza dovuta alla mancata lettura non giustifica):


Vualà. D'ora in poi si fa così. Senza processo.
Chi linka bufale viene eliminato/a dai miei FB-Friend.
Avvertiti.
I motivi per i quali i siti bufalari mi irritano particolarmente puoi trovarli sull'articolo
"Pubblicare e condividere bufale è come rubare (non scherzo)".

Integrazione del 23 novembre:

Adesso che grazie a questo gatto incavolato ho la vostra attenzione, faccio un'integrazione dell'avvertimento di ieri:
d'ora in poi, oltre a rimuovere dai FB-friend chi condivide bufale, rimuoverò dagli amici anche chi commenta le bufale in modo da rivelare di averci creduto. In campana, utenti utonti, o a smammare state pronti.

- - - Approfondimenti - - -

Grazie ai commentatori che mi hanno dato occasione di aggiungere quanto segue.

Sono disposto a perdonare se per sbaglio hai postato una bufala e dimostri pentimento, eliminando il post?

Sì, a patto che:

- io e te siamo molto molto amici (in tal caso potrei fare uno o più tentativi di rimetterti sulla retta via, dopo di che, se non ci riesco magari smetto di seguirti anziché cancellarti)

- ...oppure il link bufalaro non appartenga a uno dei siti presenti in una blacklist dei siti bufala. Le blacklist sono disponibili presso:
Il sito Bufale.net: http://www.bufale.net/home/the-black-list-la-lista-nera-del-web/
Il sito BUTAC (Bufale Un Tanto Al Chilo): http://www.butac.it/the-black-list/

E se per una volta quel sito bufalaro ha scritto una notizia non verificata come bufala?

Ti elimino lo stesso.
Anche se quella notizia non è stata ancora smentita.
Anche se è vera.

Ecco perché: visti i precedenti di quel sito, quella notizia è una bufala fino a prova contraria. E la prova contraria la devi dare tu subito. In che modo? Linkando la notizia vera raccontata da un altro sito, non da quello bufalaro, a cui è sempre bene non fare pubblicità (non se la merita neanche adesso, dato che di sicuro ha solo copiato).

Ma non rischio di condannare un innocente se per una volta è l'autore di uno dei suddetti siti antibufala a sbagliare per mancanza di approfondimento?

No: elimino solo chi è cascato in una bufala che, cercando per pochi secondi sul web, si capisce essere tale con una certa ovvietà.

Integrazione del 5 gennaio 2017:

Inoltrare o copia-incollare nel proprio aggiornamento di stato fesserie come quella descritta in questo articolo conta come diffusione di una bufala.

Integrazione del 17 gennaio 2017:

Un commentatore ha mosso questa obiezione: non tutti hanno la stessa preparazione telematico-culturale, e chi sa di più dovrebbe non snobbare ed eliminare, ma educare, ad esempio linkando il relativo articolo anti-bufala.

È ciò che ho fatto per un lungo periodo; questo però mi portava via troppo tempo (talvolta anche con le solite persone che ari-bufalavano di nuovo qualche giorno dopo). Così ho deciso di scrivere questo articolo. I FB-friend sono già stati avvertiti, dato che l'ho linkato nel mio diario, e i futuri aspiranti FB-Friend vengono invitati a leggere l'articolo "Vuoi essere mio amico? Ne sei sicuro?", alla fine del quale c'è l'invito a leggere anche questo. Quindi il mio ritengo di averlo fatto.


Sullo stesso argomento consiglio la lettura di un altro mio articolo:

Come riconoscere un sito clickbaiting / bufalaro

14 dicembre 2016

L'orgoglio lardoso

Una considerazione sulle donne sovrappeso che invece di fare qualcosa per migliorarsi si scatenano in penose frecciatine nei confronti delle donne magre e ridicole invettive contro gli uomini che, comprensibilmente, preferiscono queste ultime: mi risulta che il maschio umano adulto sia solitamente abbastanza gentile con la donna da cui non si sente attratto. Ad esempio, a differenza di molte femmine, già da adolescente se deve rifiutare un'avance o un invito non lo fa certo con atteggiamento di superiorità o di presa in giro. Dunque perché ogni tanto, donne che fingete di non conoscere la differenza fra "curvy" e "grassa", vi prodigate in esternazioni di bacchettosa pseudo-saggezza, quando è tanto lampante che servono solo a farvi apparire non certo più sicure, ma più sofferenti?
I "mi piace" e i commenti incoraggianti delle vostre Facebook-friend non vi aiuteranno a trovare un uomo, né a piacere a voi stesse.
Vi farete, semmai, delle nemiche in più, e cioè le donne magre - fra cui, ve lo garantisco, esistono anche tante brave persone - contro le quali grugnite in modo del tutto gratuito, approfittando del fatto che è più socialmente accettato augurare le peggio sfortune a una di loro che fare anche una piccola critica a una di voi.

Le persone sane che vedono certi post su Facebook lo capiscono al volo: se foste convinte di quello che c'è scritto, non sentireste il bisogno di pubblicarli. Non ne sentireste il bisogno, se ci credeste davvero anziché essere afflitte da una frustrazione malmente tenuta a bada, come il coperchio traballante sull'acqua pronta a cuocere la vostra nemica-amica pastasciutta.

No, nessuno apprezzerà la vostra persona grazie a stupidaggini del genere. La reazione di un maschio eterosessuale che vuole capire cosa diamine avete in testa sarà immaginare di chiedervi (evitando di farlo davvero per paura di essere classificati come i peggiori mostri di insensibilità):
  • Visto che sicuramente non ti illudevi di cambiare i miei gusti... cosa speravi di ottenere concretamente, oltre che un po' di pena?
  • Stai facendo finta o davvero non ti viene in mente che fra essere grassa ed essere tutt'ossa ci possa essere una via di mezzo?
  • E comunque... ma chi t'ha detto nulla? Sicura che non stai facendo finta di parlare al mondo per parlare in realtà a te stessa raccontandoti il nulla?
Ecco un esempio di perla adiposa (ecco, ho trovato l'espressione giusta per queste immagini aggrassive... Uh! E questa?! Oggi mi vengono così!) che ho visto poche ore fa:
"Meglio un filo di cellulite che un manico di scopa. Se volete toccare le ossa andate a fare i guardiani al cimitero".
 
Certo che è meglio un filo di cellulite che un manico di scopa (sorvolando sul fatto che una cosa è il sovrappeso, e un'altra cosa è la cellulite, ma va beh...) e ok, una ragazza troppo magra può far venire in mente le ossa che si trovano al cimitero.
Però al cimitero rischio di trovare di nuovo te, se non badi alla salute. Il grasso in eccesso va eliminato... o lo fai tu mangiando di meno o lo fanno i vermi che mangeranno di più.

09 dicembre 2016

Se nessuno si fa vivo (su Facebook) per sapere come va

Pochi minuti fa ho letto questo aggiornamento di stato di una mia FB-friend:

"Se non mi faccio viva io non c'è dubbio che qualcuno a parte forse due persone in croce chiedano se sono no viva. ...Che tristezza"

Formulo la mia risposta, nella quale do per scontato che facesse riferimento a amici o presunti tali iscritti a Facebook. Se così non è, vorrà dire che avrò scritto questo articolo per un caso immaginario, che comunque può essere uno spunto di riflessione... Buona lettura...
 
Stando allo scopo per il quale è stato concepito Facebook, può darsi che una persona non si faccia viva con domande del tipo "Come va?" perché dà per scontata questa domanda per il fatto di seguirti su questo social network. Infatti Facebook è nato come diario da far sbirciare ai nostri amici per condividere con loro le nostre novità, quindi se una persona accetta o chiede la tua amicizia dovrebbe significare che è interessato a te.

Dovrebbe, certo. Ho usato il condizionale perché, com'è noto, purtroppo Facebook viene usato quasi sempre impropriamente: si mette nella propria lista di amici anche persone che veri amici non sono, o addirittura persone che si conosce appena, e li si lascia lì senza che ci sia una interazione per anni, fino a dimenticare chi sono e a non salutarli più se li si incontra dal vivo.
Come rimediare? Pubblicando durante l'anno molti aggiornamenti di stato che riguardano la tua vita e vedendo quante persone commentano o cliccano "Mi piace" o altra reazione.

Se un FB-friend non lo fa mai, puoi ipotizzare che:

1) forse controlla raramente Facebook, magari si è creato un account solo per l'eventuale bisogno di chattare;
2) forse non gli importa granché di te, e ha chiesto/accettato l'amicizia tanto per fare;
3) forse legge con interesse ciò che scrivi, ma non sa come commentare.

Rifletti su quale fra queste ipotesi è quella più probabile, e decidi di conseguenza se mantenere questa persona fra i tuoi amici oppure cancellarla.

Se hai centinaia di amici, seguire questo consiglio significherà probabilmente eliminare molti amici dalla tua lista. La conseguenza non sarà una sensazione di maggiore solitudine. Piuttosto, avrai la sensazione di parlare a persone che ti ascoltano, e avrai chiaro quante sono veramente.

Dopo di che in futuro ti consiglio di:

- includere fra i tuoi amici qualcuno non tanto per fare, ma solo se ritieni ci sia una buona probabilità che si tratti di una persona adatta a essere tua amica
- eseguire ogni anno, in base alle interazioni, una "pulizia" come descritto sopra.


Concludo ricordandoti che rimanere in contatto per mezzo di un qualsiasi strumento è una bella cosa, a patto che l'uso di questo strumento sia piacevole. È un vero peccato, ad esempio, portare una persona a non seguirci su Facebook a causa dell'uso improprio che facciamo. In effetti all'elenco numerato che ho scritto sopra si potrebbe aggiungere un'ipotesi numero 5, e cioè "La persona magari ti vuole bene e sarebbe interessata a seguirti, ma a causa di come usi Facebook seguirti è troppo noioso".
 

04 dicembre 2016

Come riconoscere un sito clickbaiting / bufalaro

È accaduto di nuovo. Una FB-friend condivide su Facebook un link di un articolo sensazionalistico, altri utenti commentano facendole notare che si tratta di una bufala, e... nessuna cancellazione del post.

Chiedo cosa aspetta a cancellarlo.

Mi risponde che nel suo diario scrive quello che le pare. Poi dice che uno è libero di credere a quello che vuole. Due utenti la difendono.

Sì, uno è libero di credere quello che vuole, anche nelle falsità più evidenti, ma non dovrebbe sentirsi libero di fare disinformazione (neanche sul proprio diario), che costituisce un danno per chi legge.

Dopo lo scambio di qualche altra battuta, in una delle quali spiego che il link in questione appartiene a un tipico sito di clickbaiting, mi chiede:

"come faccio a riconoscere che si tratta, con certezza, del tipico sito clickbaiting come dici tu??"

Ero convinto che si trovasse un qualche articolo sul web cercando "Come riconoscere un sito clickbaiting", ma pare di no.

Quindi, nel solito spirito di questo blog, così come delle discussioni su FB a cui partecipo e che superano una certa lunghezza (destinate a essere riciclate come materiale per i miei articoli), rispondo qui, affinché possa essere utile anche ad altri lettori.

(Aggiornamento: anche le Iene possono aiutarti a farti un'idea del fenomeno e darti dei consigli in merito: guarda questo servizio con Andrea Viviani che ha fatto fare un esperimento bufalaro su sé stesso)

Un sito di clickbaiting (non solo come dico io... semplicemente si chiama così un sito nato con lo scopo di attirare click con l'inganno per guadagnare con la pubblicità) è sempre un sito bufalaro, e cioè un sito che pubblica notizie false (dette anche all'inglese "fake news") oppure raccontate in maniera pesantemente tendenziosa, omettendo alcuni aspetti ed esasperandone altri, con l'evidente scopo di far cadere il lettore non attentissimo nel tranello di una interpretazione decisamente aberrata della verità e spingerlo alla diffusione per il clamore suscitato. Vale anche il viceversa? No, un sito bufalaro non è sempre un sito di clickbaiting (quindi non sempre c'è pubblicità), ma bisogna in ogni caso evitare di diffonderne i contenuti, se non per sbugiardarli. Quindi meglio spiegare non tanto come riconoscere i siti di clickbaiting, quanto in generale come riconoscere i siti di fake news.

Chi ha un po' di esperienza di navigazione riconosce subito a naso un sito che fa disinformazione. Se non hai abbastanza esperienza, puoi comunque riuscirci basandoti su vari indizi che emergono analizzando l'articolo, ma spesso è sufficiente anche leggere il titolo. Ecco i tipici indizi:
  • dopo una ricerca sul web con alcune delle parole principali inerenti all'argomento trattato insieme con la parola "bufala", noti che ci sono uno o più siti antibufala che sbugiardano l'articolo in questione
  • la notizia non è menzionata da alcuna testata giornalistica (né vicina al governo, né vicina all'opposizione, né indipendente), se non per essere smentita
  • i titoli degli articoli sono sensazionalistici mentre gli articoli, quando le notizie, se non completamente inventate, hanno un'importanza nettamente più blanda rispetto a quanto il titolo faceva presagire
  • la notizia descritta non ha riferimenti che possano far risalire ai dettagli del fatto (ad es. non indica data né luogo)
  • il sito è pieno di notizie già in passato smascherate come bufale (anche se in un sussulto di psichedelica fantasia volessimo supporre che gli autori erano in buona fede nel pubblicarle, si può notare come a tutt'oggi non siano state cancellate, quindi la malafede è acclarata in quanto è impossibile che non siano venuti a saperlo... e anche se così fosse... beh, si tratterebbe di bufalari involontari, ma pur sempre persone inaffidabili)
  • è lo stesso autore del sito a dichiarare, generalmente nel piè di pagina, che il sito "potrebbe" avere notizie inventate, con un avvertimento del tipo "questo è un sito satirico e quindi alcuni articoli contenuti in esso non corrispondono alla veridicità dei fatti"
  • il sito è elencato nella blacklist di bufale.net (vedi http://www.bufale.net/home/the-black-list-la-lista-nera-del-web/) o nella blacklist di BUTAC (vedi http://www.butac.it/the-black-list/)
    Riguardo quest'ultimo punto, ogni tanto un utente se ne esce con la solita insinuazione superficiale, del tipo "E quei siti antibufala? Come fai a sapere che non sono anche quelli bufalari?"

    Risposta: che noia. Per accorgersene basta leggere i loro articoli, che non contengono semplicemente affermazioni del tipo "questa notizia è falsa". Sono ragionati e, a differenza di chi fa disinformazione, citano le fonti e spiegano chiaramente perché una notizia è falsa o raccontata in maniera scorretta, e quindi da non condividere. In rari casi le argomentazioni riguardando lo sbufalamento di un singolo articolo potrebbero non trovarti d'accordo, ma almeno hai la possibilià, appunto, di farti una tua idea soppesando i dati a disposizione.

    Aggiornamento (sì, c'è un aggiornamento ancora prima della pubblicazione dell'articolo, perché si tratta di una cosa accaduta dopo l'inizio e prima della fine della sua stesura): la FB-friend ha cancellato il post. Questo fatto mi ricorda un'altra lieta notizia che documentai alla fine di quest'altro articolo.

    29 novembre 2016

    Contro le bufale i social network potrebbero...

    A questa pagina del giornale online Il Post c'è un bell'articolo sulle notizie false, i cui inventori sono secondo me paragonabili ai ladri.

    È un articolo molto lungo e quindi per le molte persone che non avranno il tempo o la voglia di leggerlo, riassumo di seguito la parte che ritengo più interessante, e ciè cosa potrebbe fare per arginare questo problema lo staff delle varie piattaforme online che veicolano le notizie tramite gli utenti (Facebook, Twitter, YouTube, etc).

    - Dare ai lettori la possibilità di segnalare più facilmente le notizie false alle piattaforme che le stanno mostrando.

    - Concordare con i siti di news più affidabili (agenzie di stampa internazionali, grandi quotidiani e altre media company) l’utilizzo di codici nelle loro pagine per rendere più riconoscibili le notizie affidabili e dare loro maggiore risalto, per esempio nelle notizie correlate mostrate da Facebook sotto un post in cui compare l'anteprima di un articolo; nel caso di una notizia falsa, le notizie correlate potrebbero mostrare sistematicamente gli articoli che le smentiscono (a questo proposito i siti di notizie dovrebbero creare apposite sezioni dedicate allo smontaggio delle bufale)

    - Identificare i siti creati da poco al solo scopo di diffondere notizie false (talvolta arrivano ad avere la stessa visibilità di articoli pubblicati da fonti più autorevoli in circolazione da anni).

    - inviare notifiche agli utenti che hanno visto un post qualora abbia subito una modifica, che potrebbe essere una importante rettifica o addirittura smentita.

    09 novembre 2016

    Video YouTube embedded - scegliere istanti di inizio e fine della riproduzione

    L'interfaccia di YouTube permette la creazione automatica di un link di condivisione cliccando sul quale si visualizza il video a partire da un certo istante da noi deciso: basta cliccare su Condividi, selezionare "Inizia a:" e nella casella accanto indicare minuti e secondi; subito dopo la digitazione il link di condivisione che sta subito sopra si auto-modificherà per diventare esattamente il link che ci serve.

    E se voglio decidere l'istante di inizio del filmato condiviso con un embedding?

    Anche in questo caso ci pensa YouTube a creare il codice. Basta che tu clicchi su "Condividi" e poi, nella finestra che appare, clicchi su "Incorpora", spunti la casella "Inizia da" e scriva nell'apposito spazio l'istante in cui il video deve iniziare (minuti e secondi):


    E se vuoi decidere il momento in cui il filmato embedded deve arrestarsi anziché proseguire fino alla fine?

    In questo caso devi ricorrere al vecchio metodo manuale, quello che si usava anche per impostare l'inizio del video quando ancora YT non aveva la funzione di generazione automatica descritta sopra.

    Ecco come fare (dato che ci sono ti dico anche come modificare base e altezza del video che apparirà sul tuo sito o blog):

    Prendiamo ad esempio il video della puntata di MalaSpeak n. 15.

    Dopo aver cliccato, sotto al video, su "Condividi" e poi su "Codice da incorporare", viene visualizzato un box che fornisce il seguente codice:

    <iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/CX0Ei0raf7Y" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>

    A questo punto:

    - Copia il codice su un qualsiasi foglio elettronico (es. documento del Blocco Note, pagina di creazione di un articolo di un blog o di un'email, etc)

    - Se vuoi, modifica il codice per regolare base e altezza del video, contenuti fra le virgolette dopo width= e height= rispettivamente (cosa che io in questo esempio non farò)

    - All'interno del codice, subito dopo la URL del video (evidenziata in blu nell'esempio) aggiungi una stringa di questo tipo:

    ?start=X&end=Y

    dove rispettivamente X e Y sono il tempo espresso in secondi (quindi ad esempio per indicare 2 minuti e 55 secondi scriverai 175).

    Se ad esempio vuoi che il video inizi a 2 minuti e 55 secondi, ovvero a 175 secondi, e finisca a 3 minuti e 32 secondi, ovvero a 212 secondi, il codice dovrà essere:

    <iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/CX0Ei0raf7Y?start=175&end=212" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>

    Com'è facile intuire, omettendo la parte di stringa del tipo start=X& la riproduzione si avvierà dall'inizio, mentre omettendo la parte di stringa del tipo &end=Y la riproduzione continuerà fino alla fine del video.

    E insomma vualà, hai finalmente ottenuto il codice embedded del filmato che potrai includere nel codice HTML della tua pagina web, filmato che dopo il clic su "play" da parte del visitatore verrà visualizzato a partire dall'istante da te scelto.

    Ed ecco il risultato dell'esempio che ho portato:

    06 novembre 2016

    Con la sedazione continua profonda anche in Italia i malati (terminali e non) possono smettere di soffrire

    In Italia l'eutanasia è vietata. Il suicidio assistito anche. Ma almeno un paziente terminale può chiedere che si ponga fine alle sue sofferenze mandandolo in coma farmacologico?

    La risposta a questa domanda è sconosciuta a molti italiani, forse la maggioranza.

    Per questo scrivo questo articolo su questo tema, che mi sta particolarmente a cuore e riguarda potenzialmente tutti (e a cui ciò nonostante troppe persone non danno grande importanza finché non li riguarda da vicino... ci vorrebbe anche un po' di "possipatia" per raddrizzare il mondo...).

    Secondo la legge 38 del 2010 sulle Cure Palliative e la terapia del dolore, un paziente affetto da una patologia inguaribile e che soffre di dolori non diversamente controllabili ha diritto alla sedazione continua profonda, detta anche sedazione terminale. È quella che chiese ed ottenne ad esempio il Cardinal Carlo Maria Martini, morto nel 2012.

    Non si tratta di "eutanasia clandestina", con cui viene talvolta confusa: quest'ultima tipicamente consiste nel sovradossaggio volontario di farmaci allo scopo di ottenere la morte del paziente. La sedazione terminale viene invece eseguita al solo scopo di eliminare le sue sofferenze, ed è quindi consentita anche quando può accorciare la vita.

    E i pazienti non terminali?
    I pazienti la cui accettabile qualità di vita non è sufficientemente garantita dalla terapia del dolore, ma che al tempo stesso non hanno una patologia che provoca la morte, hanno diritto alla sedazione continua profonda?

    Questa domanda riguarda ad esempio alcune persone con gravi patologie neurologiche come un'avanzata stenosi del canale midollare, o con una sclerosi multipla avanzata che dà forti dolori, o pazienti con SLA o con una distrofia muscolare la cui durata della vita non si può prevedere in quanto sono sottoposti a ventilazione artificiale.

    La legge 38/2010 dice che sì, anche loro ne hanno diritto.

    05 novembre 2016

    Essere contrari alle torture "gratuite" degli animali... e cioè?

    Stamattina ho partecipato per qualche rigo a una discussione su Facebook su animali maltrattati e metodi su come ridurre la sofferenza di un pesce da parte di chi pratica la pesca cosiddetta "sportiva". Una persona è intervenuta specificando di essere contraria alla tortura gratuita.

    Scrivo qui una riflessione sul concetto di "gratuito".

    In questo caso con questa parola si intende "senza ricavarne un plausibile beneficio". Dunque il significato non è univoco, perché il concetto di "plausibile" è soggettivo.

    Chi è a favore della pesca, o della caccia, o dello sfruttamento di animali necessario per produrre il latte pensa "mi sta bene provocare sofferenza a questi animali, e non la considero gratuita poiché dà a me un beneficio che ritengo plausibile, e cioè mi piace il loro sapore".
    Chi pesca per sport pensa "mi sta bene provocare sofferenza ai pesci [puoi avere tutte le accortezze che vuoi, ma il pesce non se la gode di sicuro], e non la considero gratuita, perché dà a me un beneficio che ritengo plausibile, e cioè mi diverto a pescare".
    Stessa cosa per chi organizza i combattimenti di galli o di cani. Basta togliere "mi piace il loro sapore" o "mi diverto a pescare" e sostituirli con "mi diverte vederli lottare".

    Io ritengo non plausibile allevare animali in modo intensivo o pescare o cacciare, perché:

    - non è indispensabile per sopravvivere (a meno che per situazioni di emergenza costituisca l'unico modo, ma in questo caso è plausibile anche il cannibalismo)

    - non è indispensabile per godere di una sufficiente soddisfazione nel mangiare (è anche una questione di abitudine, e qui si potrebbe aprire un discorso sull'abituare i bambini a un certo tipo di alimentazione)

    - il beneficio organolettico derivante dal mangiare animali e il divertimento nel pescare e sparare, qualunque essi siano (Mah!), sono sproporzionati rispetto alla sofferenza degli animali in questione.

    Quindi secondo me sia l'allevamento intensivo, sia il consumo di latte e derivati, sia la pesca ai fini alimentari, sia la pesca ai fini di divertimento, sia la caccia (ricordo che se spari a un uccello o a un capriolo non sempre muore sul colpo) sono da considerare, con buona approssimazione, torture gratuite.

    Nota: per quanto riguarda gli allevamenti non intensivi ai fini alimentari, ipotizzando una vita e una morte senza sofferenza degli animali, non mi sento spinto a mangiare carne comunque. Dopo che ho preso coscienza di quanto affetto può dare un bovino o un maiale o un agnello o un coniglio, l'idea di mangiarli mi mette esattamente lo stesso ribrezzo che mi metterebbe mangiare un gatto o un cane.
    ...E a proposito dei nostri amici gatti (carnivori) e cani (prevalentemente carnivori), come sfamarli?
    Allevare bovini, maiali e polli per trasformarli in cibo solo dopo la loro morte naturale (o eutanasia quando versano in gravi condizioni di salute)?
    Questo farebbe della carne un alimento super-costoso e inoltre non riusciremmo a sfamare tutti i cani e tutti i gatti presenti, ad esempio, in Italia.
    Dunque una soluzione è la riduzione del numero di cani e gatti grazie alla loro sterilizzazione, e la raccomandazione di provare a dare ai cani gli appositi mangimi vegani (sì, esiste, e si tratta di alimenti che forniscono tutti i principi nutritivi necessari per il cane).
    Per fortuna in futuro a costi analoghi a quelli che oggi ha la normale carne sarà disponibile sul mercato la carne sintetica.

    04 novembre 2016

    "L'inganno delle diete low-carb", il nuovo libro di Colin Campbell

    Libro di Colin Campbell e Michael Greger
    Le diete low-carb, come dice il termine stesso, sono quelle che prevedono una minimizzazione dei carboidrati e che propongono come alimenti principali i grassi e le proteine.

    Fra le diete low-carb più conosciute ci sono:

    - la dieta Atkins
    - la dieta Zona
    - la dieta South Beach

    Un'altra variante è la "Paleo-dieta", che non è propriamente "low-carb" in quanto elimina solo una parte degli alimenti a alto contenuto di carboidrati, e cioè i cereali, mentre suggerisce l'introito di carboidrati con frutta, verdura e tuberi.

    Tutte queste diete sono davvero salutari?

    02 novembre 2016

    L'esperimento di Milgram dimostra meno di ciò che si crede. In compenso non era necessario!

    Una breve introduzione per chi non conosce l'esperimento dell'elettroshock simulato eseguito dallo psicologo statunitense Stanley Milgram nel 1962:

    La storia dell'umanità passata e presente è piena di circostanze che la dicono lunga sull'esecuzione di crimini giustificati semplicemente dal fatto che bisognava seguire direttive provenienti da un'autorità.
    Le persone comuni sostengono di solito di essere civili, e che si rifiuterebbero di obbedire a ordini crudeli. Dicono il vero?
    Milgram volle verificarlo reclutando dei volontari, spiegando loro che con un macchinario dovevano infliggere delle scariche elettriche a dei falsi soggetti (che in realtà non le ricevevano, ma urlavano per simulare la loro sofferenza) ogni volta che avessero dato la risposta sbagliata a un quiz. L'esperimento è spiegato diffusamente a questa pagina di Wikipedia e documentato nel filmato che vedi qui sotto:



    Fu poi eseguito di nuovo alla fine degli anni 2000 dal celebre mentalista, ipnotista e scrittore britannico Deren Brown...



    ...con gli stessi risultati.

    A una prima osservazione si potrebbe essere sconcertati da quanto male è disposta a fare una persona (anche una persona comune, forse magari anche noi stessi) nella condizione in cui "debba" obbedire a una figura riconosciuta come autorità.

    Ma...

    Alcune osservazioni.

    - Il soggetto credeva che il dolore fosse compensato da un lato positivo, e cioè il progresso della scienza, quella stessa che in futuro avrebbe potuto essere utile alla salute di tutti. Sì, anche chi commette stragi di massa pensa che questo sia necessario alla purificazione della razza, alla sacrosanta stabilità di una nazione o altre stupidaggini simili, ma sostenendo questo ci si ferma ancora prima: chi fa parte di una cerchia di persone civili potrebbe affermare non solo che disobbedirebbe a ordini di eseguire stragi, ma anche che prima ancora non si farebbe convincere che le motivazioni di quelle stragi siano valide. Per smentire questo ci vorrebbe non un esperimento in cui ti si ordina di torturare una persona, ma un esperimento in cui si tenta di portarti a pensare che è giusto, per determinati motivi, commettere una crudeltà che fino a oggi hai convintamente ritenuto sbagliata se e senza ma.
    - Una cosa mi pare molto strana, soprattutto nella versione di pochi anni fa di questo esperimento. Com'è possibile che il soggetto non fosse al corrente del fatto che un esperimento del genere è illegale? Già. In Inghilterra come da noi in Italia è di sicuro illegale costringere una persona a subire torture contro la sua volontà. Il finto torturato diceva che voleva interrompere l'esperimento a causa dell'eccessivo dolore. Quindi chi è andato avanti con le (finte) scariche fino a 450 volt non so se si possa definire cattivo o no, ma mi pare essere di bassa estrazione culturale in quanto ignora una delle leggi più conosciute e banali.
    Lo so che in certe situazioni alcuni particolari ci sfuggono e non ci si pone il dubbio. Ma qui non è questione di porsi il dubbio col normale spirito critico. È questione che scatti o no un campanello di allarme quando l'anomalia diventa troppo palese. Se hai un minimo di cultura, quando una qualunque persona di dice di tortuare un soggetto contro la sua volontà il campanello di allarme ti scatta e ti dice "Questo è per forza uno scherzo; è impossibile che uno scenziato non conosca una legge così banale e rischi di essere denunciato per sequestro di persona e sevizie. Siamo in Inghilterra, mica in Cambogia".
    Ecco perché l'esperimento è fattibile solo con persone di una cultura bassa. Per farlo con persone di cultura alta o anche solo media le si dovrebbe portare in una nazione di cui ignorano le leggi.


    - Riguardo alla similitudine fra i soggetti dell'esperimento e i soldati / poliziotti / guardie carcerarie etc dei paesi totalitari, sì, l'analogia sussiste, ma bisogna vedere in quale misura. Infatti l'esperimento non vuole dimostrare che l'autorità ti influenza, cosa che già tutti sapevamo. L'esperimento vuole dimostrare *quanto* un'autorità può influenzarti. Ha lo scopo di dirti "Vedi? Questo dimostra che se anche tu fossi stato un tedesco immerso nella cultura nazista avresti potuto far parte delle SS e avresti potuto eseguire gli ordini di sterminare centinaia di persone".
    Ma un soggetto che ha preso parte a questo esperimento e che è arrivato a (credere di) infliggere la massima scarica elettrica al finto allievo potrebbe benissimo rispondere: "Eh no. Fino a quel punto certo non sarei arrivato. Sono stato disposto a dare scosse elettriche a una persona infliggendogli dolore contro la sua volontà, ma SOLO perché l'esperto che guidava l'esperimento mi ha garantito che non c'erano pericoli per la vita di quella persona, tant'è vero che prima di (credere di) infliggere le ultime scariche elettriche gli ho chiesto conferma più volte. Il solo fatto che andare avanti fosse necessario per la riuscita dell'esperimento certo non sarebbe stato sufficiente per convincermi a obbedire".
    Per questo motivo credo che la dimostrazione portata dall'esperimento di Milgram sia suggestiva ma decisamente incompleta per dimostrare la suddetta tesi.


    ...Tesi che in realtà è evidentemente vera senza bisogno di esperimenti. Basterebbe semplicemente dire:


    "Considerato che
    • Non può essere un caso che chi nasce in un certo luogo e ha una certa educazione si comporti in un certo modo
    • nel DNA non risulta esistere nessun gene della cattiveria
    ...se ne deduce che il comportamento crudele di una persona derivi per la maggior parte dall'educazione e dall'ambiente in cui è vissuto".

    11 ottobre 2016

    Ha fatto bene a sbagliare apposta il rigore che non c'era? Certo che sì!

    In questo articolo di Eurosport.com pubblicato l'altro ieri Stefano Dolci ha reso onore a un ragazzo di 13 anni che, dovendo battere un rigore concesso erroneamente dall'arbitro, l'ha sbagliato apposta calciando la palla fuori.

    Il suo allenatore si è mostrato d'accordo con lui, i giocatori della squadra avversaria l'hanno applaudito e il loro allenatore dopo la partita ha inviato a lui e ai suoi compagni un messaggio di grande apprezzamento.

    Ci sono stati commentatori che hanno apprezzato il piccolo calciatore, altri che hanno fatto banali battute su giocatori di serie A dal comportamento opposto, altri che hanno sminuito la cosa osservando che quella squadra già stava vincendo (1 a 0), e poi...

    ...E poi c'è stato un commentatore che ha scritto una roba che dovrebbe far riflettere. Perché la roba che ha scritto è un esempio di cosa non si dovrebbe insegnare o divulgare nel mondo dello sport come in qualsiasi altro campo.

    Ha scritto che il ragazzo non ha fatto bene, perché "Nel calcio gli errori dell'arbitro ci stanno, bisogna accettarli", e che dovendosi comportare come lui bisognerebbe fare lo stesso per ogni altro errore arbitrale, e si finirebbe per arbitrarsi da sé.

    Questo commentatore non è l'unico a pensarla in questo modo. Lo si vede dai due "mi piace" che ha ottenuto, da altri commenti simili che ho letto e soprattutto dal modo in cui tante persone pensano e si comportano.

    La mia non è una trita e ritrita critica alla disonestà, ma alla disonestà mischiata alla rassegnazione.

    Il commentatore ha giustificato la sua tesi dicendo che se diamo ragione al ragazzo che ha fatto questo gesto di onestà allora saremmo costretti a essere onesti sempre. Che sciagura! Che condanna orrenda e che mondo invivibile, essere onesti sempre!
    Io invece, guarda un po', non vedo assolutamente il problema. Ci sono momenti in cui il potere è in mano a qualcun altro (ad esempio quando l'arbitro fischia contro di te), e ci sono momenti in cui il potere è nelle tue mano (ad esempio quando l'arbitro fischia a favore della tua squadra e tu stai per battere un rigore). L'etica vuole che quando il potere è nelle tue mani, tu lo usi secondo giustizia.

    E allora, ricordando gli esempi portati da questo commentatore, bisognerebbe fare lo stesso con i falli laterai invertiti, calci d'angolo inesistenti, etc?

    Certo che sì. Certo che l'onestà andrebbe applicata sempre. In questo può vedere una complicazione solo chi all'onestà non ha fatto abbastanza l'abitudine, e tristemente ritiene che in certi casi possa essere troppa.

    Se poi si vede che a favore dell'altra squadra ci sono stati errori arbitrali non seguiti dallo stesso fair-play e si ritiene che errori analoghi a favore nostro li compensino, questo è un altro discorso. L'importante è avere un'etica integra, cioè che ci suggerisce lo stesso comportamento che riterremmo accettabile nel caso fossimo dall'altra parte della barricata... Oh, pardon, mi è venuto da scrivere "barricata" per via del contesto a cui mi ha fatto pensare la rassegnata mentalità di quel commentatore che accetta la disonestà come necessaria. Volevo semplicemente dire "nel caso fossimo l'altra persona", ecco.

    E tu, quando ti viene concesso un rigore che non c'è, lo sbagli apposta? Spero di sì per te, per le persone che ti stanno accanto ogni giorni e per quelle che incontri per caso. Lo spero non solo per l'esito dei singoli episodi, ma perché sia la disonestà che l'onestà, è bene prenderne coscienza, sono contagiose. E per il bene di tutti, fra le due è decisamente meglio diffondere la seconda.

    Aggiunta del 13 aprile 2018:

    Un episodio simile è avvenuto qualche giorno fa: un piccolo calciatore di 8 anni, portiere dell'A.S.D. Borogvercelli, ha detto all'arbitro di non annullare il goal che aveva appena subito, in quando valido. Il bimbo è stato per questo premiato dal Questore di Vercelli durante una cerimonia ufficiale.

    08 ottobre 2016

    La Possipatia

    L'empatia è provare dei sentimenti che, per quanto intensi e coinvolgenti, comunque a un qualche livello percepiamo come originari dell'esperienza di qualcun altro, a cui la nostra percezione sta "facendo visita".

    C'è poi la capacità di capire e percepire che le cose vissute dagli altri potrebbero capitare anche a noi. Questa, rispetto all'empatia, è una capacità forse più rara e superiore.

    Più che "visitare" il mondo di un'altra persona, consiste nel lasciare che il mondo di un'altra persona visiti l'interezza di noi, e cioè non solo i nostri sentimenti, ma il nostro senso di possibile realtà da vivere.

    Pensando ai concetti di possibilità e percezione, come potremmo chiamarla?

    Possipatia?

    Possipatia.

    Forse non suona granché bene solo perché non siamo abituati a sentirlo.
    Comunque se hai qualche suggerimento con altri neologismi o con parole già esistenti che magari mi sono sfuggite, scrivilo pure nello spazio dedicato ai commenti.

    14 settembre 2016

    Un'alternativa all'amicizia su Facebook: "Segui"

    Su Facebook c'è un limite al numero di amici che si può avere.

    Questo, di primo acchito, a qualcuno potrebbe dispiacere. Ma se ci pensi bene... Esistono al mondo persone che davvero hanno più di... (...sforzo la mia immaginazione per dire un numero più alto possibile...) ...più di 80-90 amici?


    Nota per gli sprovveduti che chiedono l'amicizia come strategia per trovare clienti o affiliati ai MultiLevel Marketing: se prima di decidere di accettare la tua amicizia una persona che non ti conosce dà un'occhiata al tuo profilo e capisce lo squallido motivo per cui l'hai contattata, dopo aver cliccato su "elimina richiesta" può cliccare sul tasto "spam" che compare subito dopo, e dopo un po' di volte che questo accade il tuo account verrà eliminato.
    Le richieste di amicizia devono essere inviate alle persone che si conoscono bene: amici, parenti, colleghi, e devono essere persone con cui hai ottimi rapporti.

    Molti pensano:

    E va beh, lo sanno tutti che quella su Facebook non è esattamente amicizia... Chiedere e dare l'amicizia su Facebook è un modo per rimanere in contatto anche fra persone che semplicemente abbiamo in simpatia o che abbiamo appena conosciuto e intuiamo sarebbe buona cosa conoscere meglio! Non fare il pignolo con le parole... Se Facebook ha utilizzato la parola "amicizia" in maniera un po' impropria non vuol dire che tu non lo debba usare come lo usano tutti gli altri!

    E però no, no, oh, no: non basta mettere in una frase l'espressione "buon senso" per aver ragione. ...Così come per essere nel giusto non basta fare come fanno molti altri (non tutti, per fortuna).

    Io dico

    Anvedi o

    una squadra di programmatori crea un social network, te e un'altra marea di persone sbagliate a usarlo (non perché vi sfugge un aspetto tecnico, ma il significato di "amicizia"), e siccome voi fraintenditori siete in tanti allora la colpa è dei programmatori?? Ma cosa vi frulla nel cervello?

    Comunque

    ti do una notizia che può essere che non sai: se desideri ricevere aggiornamenti di una persona che trovi interessante, ma che non conosci personalmente, anziché chiedere l'amicizia la potresti seguire.

    Seguire... E cioè?

    Dopo aver cliccato "Segui" sulla sua pagina-profilo di un utente, i suoi post verranno mostrati nella tua bacheca, esattamente come i post dei tuoi amici...

    ...A patto che si tratti di post indicati da quella persona come "pubblici" anziché riservati agli amici o altra lista specifica.

    Il tasto "segui" è eventualmente presente vicino al tasto "Aggiungi agli amici". Dopo averlo cliccato la sua scritta diventa "Segui già", e compare un menù a tendina in cui devi cliccare "mostra per primi" se ti interessa dare priorità ai post di questa persona che ritieni interessante.


    Se poi ogni volta che questa persona mette su FB un post pubblico vuoi ricevere una notifica (uno di quei numerini con sfondo rosso che compaiono in alto a destra sull'icona del globo), allora devi cliccare sui tre puntini accanto a "Messaggio" e poi, sul menù a tendina che appare, su "Ricevi le notifiche:


    Nota: ho detto che il tasto "segui" è eventualmente presente, perché a volte non c'è, per scelta dell'utente (vedi apposita pagina di impostazioni). In tal caso è impossibile ricevere in bacheca i suoi aggiornamenti di stato se non si è FB-friend, e per sapere le sue ultime novità (pubbliche) occorre visitare la sua pagina profilo.

    I personaggi pubblici (giornalisti, politici, etc) solitamente predispongono la possibilità di farsi seguire e inviano post pubblici poiché interessa loro che vengano letti da più persone possibili; la stessa cosa, comunque, fanno molti altri utenti in genere quando postano aggiornamenti che ritengono non mettere a rischio la propria privacy.

    ...Esattamente come faccio io.

    Per la chat, discorso simile. Puoi chattare con un utente Facebook anche se non fa parte dei tuoi amici, se (come me e la maggior parte di utenti) non ha modificato questa impostazione (e se non ti ha bloccato, ovviamente).
    Lo so, spesso il primo messaggio di un non-amico non viene notificato con numerino e squillino, viene messo nella sezione "altri", che verrà controllata non si sa quando (io la controllo abbastanza spesso), ma è giusto così. Se proprio hai urgenza che il messaggio venga visto, allora puoi usare impropriamente la richiesta di amicizia per farlo notare. Ma siccome non è detto che il destinatario apra Facebook spesso, se davvero è un messaggio urgente dovresti tentare con altri mezzi.

    Quindi:

    Se siamo già amici, chiedimi pure l'amicizia su Facebook, l'accetterò volentieri.
    Se mi conosci appena, ti sembro una persona simpatica o interessante e pensi ci siano delle verosimili premesse per un'amicizia, vai sul mio profilo e clicca su "Segui". Compariranno nella tua home le mie notizie pubbliche che ti aiuteranno a capire se davvero queste premesse ci sono; in chat contattami pure: compatibilmente coi miei impegni, ti risponderò.
     
    Se sei convintissimo/a che possiamo diventare amici, leggi l'articolo a questa pagina per sapere cosa intendo. Se dopo aver letto questo articolo la tua risposta è sì, chiedimi pure l'amicizia e l'accetrterò volentieri.

    10 settembre 2016

    Pubblicare e condividere bufale è come rubare (non scherzo)

    Stamattina un mio FB-Friend pro-tempore ha condiviso l'ennesima notizia razzista inventata di un noto sito di notizie inventate.

    Come molte volte è accaduto sotto i suoi post, ci sono stati commenti del tipo

    - "È una bufala"
    - "È l'ennesima bufala che condividi"
    - "Possibile che un grande professionista come te pubblichi queste scemenze? Ma che figura ci fai?"
    - [screenshot dei risultati di Google che mostra quanto notoriamente quel sito contenga notizie inventato]
    - Ennesimo post, oltretutto ennesimo post falso, che inneggia al razzismo, all'odio. Che brutta cosa, mamma mia!

    Alcune sue risposte sono state:

    - Non è razzismo, è ingiustizia. Bufala o no, ormai queste sono storie frequenti. Pirati della strada, ladri, e tanto altro. Un negoziante ha chiuso nel suo negozio dei ladri e poi ha chiamato le forze dell'ordine... denunciato x sequestro di persona.
    Io sono il razzista?

    - Pubblico bufale perché almeno alcuni hanno cose da scrivere. Se non vi interessano le mie bufale, toglimi dagli amici.

    Faccio qui due considerazioni che sfuggono purtroppo ad alcuni utenti utonti.

    1)

    "Bufala o no" un corno. Immagina questo: per 20 giorni, tutti i giorni, una persona è stata pesantemente insultata da una folla per aver posteggiato l'automobile in un parcheggio per disabili senza averne diritto; il 21° giorno questa persona non commette tale infrazione, ma c'è comunque un gruppo che urla il suo nome e lo chiama delinquente; si sbracciano cercando l'attenzione dei passanti, urlando che oggi per l'ennesima volta quello lì ha messo la macchina in un posto per disabili. Un passante fa loro notare che in realtà il posto per disabili è libero e non c'è nessuna automobile lì parcheggiata, e che è ingiusto accusare una persona per un'infrazione anche quando non l'ha commessa. Gli urlatori, invece di scusarsi, rispondono tipo "Non importa, tizio frequentemente manca di rispetto ai disabili. Per 20 giorni ha occupato un parcheggio a loro riservato, quindi non siamo noi gli ingiusti, è lui che non rispetta il codice della strada. E ora se non le dispiace riprendiamo a urlare le nostre ragioni. LA MACCHINA DI TIZIO È PARCHEGGIATA IN UN POSTO PER DISABILI!!! GUARDATE LA MACCHINA DI TIZIO DOV'È PARCHEGGIATA!!! STA OCCUPANDO IL POSTO DI PERSONE SVANTAGGIATE!!! È UNO SCHIFO!!! GUARDATE!!!". Alcuni altri passanti notano l'ilarità della cosa, dato il parcheggio vuoto, altri sentono le loro voci e basta, non danno un'occhiata per verificare, e ci credono. E non si rendono conto che questi urlatori sono quello che sono, e cioè... Come si potrebbero definire?... Degli imbecilli.

    Spero di aver reso l'idea di quanto sia imbecille accusare una persona mentendo e sapendo di mentire, e di come una menzogna non sia giustificata dal fatto che in altri momenti siano accaduti e accadano episodi simili.

    Si tratta di diffamazione. Diffamare una persona, cioè ad es. raccontare qualcosa di riprovevole che in realtà non ha fatto, significa apportarle un danno. Se hai apportato un danno a una persona, la devi risarcire. E non eseguire un risarcimento dovuto è come rubare. Questo indipendentemente dalla possibilità concreta che questa persona abbia nel dimostrarlo di fronte a un giudice.

    Stessa cosa, ma con una aggravante, vale per i gruppi di persone (di una stessa nazionalità, etnia, religione...). L'aggravante consiste nel fatto che la generalizzazione è doppia: viene estesa ingiustamente la colpa non solo agli eventi mai accaduti, ma anche ad altre singole persone mai coinvolte. Tornando all'esempio precedente, è come se la folla inveisse non solo contro quel tizio, ma anche contro tutta la sua famiglia.

    Nota per chi obietta "Va beh, è una notizia falsa, ma la condivido lo stesso perché rispecchia quello che succede spesso nel nostro paese": se mi hai presentato la notizia come vera non avendone la certezza o addirittura sapendo che è falsa, e poi mi confessi che e me l'hai detta lo stesso per educarmi alla tua visione politica, allora mi stai confessando che mi tratti da scemo. E quando me ne accorgo, se ce la faccio a trattenere la restituzione dell'insulto, ti dico con calma: deciditi. Vuoi descrivere il nostro mondo con delle favole? Raccontami delle favole, presentale come favole e dimmi che rispecchiano la realtà di oggi. Vuoi descrivere la realtà presentandomi dei fatti realmente accaduti? Proponimeli come tali dopo aver verificato che si tratta di fatti realmente accaduti.
    Un incrocio fra le due scelte, cioè proporre una notizia falsa presentandola come vera, non è educativo ma, ripeto, offensivo. Non arricchisce la conoscenza della realtà, ma la stravolge.
     
    2)

    Se scegli di usare un social network devi rispettarne il regolamento, perché questo si aspettano gli altri utenti che insieme a te lo usano.
    Il regolamento di Facebook:
    - vieta di pubblicare post che incitano all'odio
    - vieta di pubblicare notizie false
    Lo si vede anche dalla finestra che compare quando si segnala un post.

    In più, anche al di là del regolamento di Facebook, rifletti: se dare una notizia vera fornisce al lettore un beneficio (è come regalargli qualcosa, e infatti tante persone pagano per comprare un giornale), dare una notizia falsa equivale ad arrecargli un danno, cosa che non hai il diritto di fare neanche gratis.
    Immagina che uno straniero ti chieda informazioni su quale erogatore usare per mettere benzina nel serbatoio della sua automobile. Se, in buona fede oppure no, assicuri la persona che quella è benzina quando invece è gasolio, l'auto subirà un danno. Il fatto che tu abbia fornito questa informazione gratis e il fatto che quella persona ha scelto liberamente di fidarsi di te non tolgono il fatto che tu abbia provocato un danno. Per smarcarti da questa responsabilità avresti dovuto dire tipo "credo che...", oppure suggerire di chiedere informazioni a qualcun altro. Se invece dai semplicemente un'informazione (che in assenza di specificazioni si considera come spacciata per vera) tu sei responsabile delle conseguenze di quell'informazione.
    Se hai provocato un danno, devi risarcirlo. Se non lo risarcisci, è come rubare.

    Allo stesso modo, dare una notizia falsa provoca un danno, anche se non (direttamente) materiale. Puoi farti un'idea del'entità di questo danno mettendo un "meno" davanti al beneficio di avere una buona informazione. Al di là della possibilità o no di dimostrarlo in tribunale, al di là della possibilità di quantificarlo con esattezza, sappi semplicemente che fornendo una falsa informazione a una persona tu rubi il suo tempo, vai contro la sua voglia di conoscere la verità, ostacoli la sua evoluzione personale.
    Fai fare a questa persona un passo indietro rispetto a benefici che costano tempo e soldi: pensa al canone RAI, alla connessione Internet, al prezzo dei giornali cartacei ed alcuni giornali online, e pensa anche al prezioso tempo, che nessuno può restituire a chi l'ha perso.

    Ecco perché dare una notizia falsa, soprattutto quando si mente sapendo di mentire, è come rubare.

    Dalla bufala che hai diffuso non trai nessun beneficio economico o di altro tipo? Non importa: il fatto che il borsello scippato fosse vuoto e da buttare via non giustifica lo scippatore.
    Non l'hai fatto apposta? Non ti giustifica. Se tamponi l'automobile davanti a te sei comunque nel torto, avendo arrecato un danno. Danno che, se non risarcisci, sei come un ladro.
    E non ti giustifica il fatto che si possa scegliere di non leggere i tuoi post. Infatti:
    - per rendersi conto che hai scritto post falsi e smettere di leggerli c'è bisogno appunto di leggerli, e quindi di lasciare che tu almeno in quelle prime occasioni effettui almeno un "furto"
    - ci saranno persone che continuano purtroppo a crederti; se sono poco accorte non significa che tu abbia il diritto di rubare a loro; anzi, approfittarne è ancora più grave.

    AGGIORNAMENTO:

    Consiglio vivamente la lettura dell'articolo di Bufale.net "GUIDA UTILE - Nel dubbio astenersi (da condivisioni e allarmismi)", che spiega come diffondere bufale rischia di rendere inefficaci messaggi veri diffusi col passa-parola (hai presente la storia "al lupo, al lupo" ?)

    05 settembre 2016

    Servizio che immortala pagine online: utile, ma... Legale? Etico?

    Pochi giorni fa ha avuto luogo un battibecco a distanza fra due giornalisti che scrivono su blog molto conosciuti. Il tema era un contenuto copia-incollato e quindi ritenuto un plagio.
     
    Non voglio entrare nel merito della questione, ma spendere qualche parola sul sito di cui uno dei due litiganti si è servito per immortalare sul web la prima versione dell'articolo-quasi-fotocopia.

    Si tratta di un sito che non voglio nominare né linkare, in quanto offre un servizio su cui mi è sorto un dubbio quanto a liceità e eticità. Alludo proprio al tema del diritto d'autore.
    Il blog di questo sito è dedicato alle domande degli utenti, a cui viene data una risposta con discreta prontezza... quando viene data. Osservando le date dei vari articoli deduco che le domande sul diritto d'autore, da me inviate più di una settimana fa, siano state bypassate.

    Dunque non mi rimane che esprimere i miei dubbi qui, su OPIDOS.

    Come si legge in home page, si può usare questo servizio online per conservare il contenuto di una pagina web, che viene salvata internamente in una pagina replicata, ospitata dai server di questo sito. Viene generato un link che porta a questa pagina replicata, link a cui potenzialmente chiunque può avere accesso, indipendentemente dalla volontà dell'autore della pagina originale.

    Quindi il sito in questione, mi pare, viola il diritto d'autore ogni volta che (su azione di un utente che non fa parte dello staff, ma questo è irrilevante) incolla su una propria pagina un mio testo che ho pubblicato su una mia pagina web nonostante io non ne abbia dato il consenso (a proposito: se sul mio sito non scrivo nulla in proposito, per legge è sottinteso che non sto dando alcun consenso)!
    E potenzialmente viola anche la privacy: il motivo della cancellazione o modifica di una pagina può avere a che fare con la privacy dell'autore (che magari ha cambiato idea su qualcosa) o con la privacy di qualcuno di cui ha parlato, che ha chiesto e otenuto che rimuovesse un contenuto.

    Immagino che questo servizio online - completamente automatizzato - sia stato creato con buoni intenti, e cioè fornire delle prove su cosa conteneva un sito in una tale data in occasione di un contraddittorio, oppure linkare un contenuto dall'affidabile e duratura stabilità per paura che una pagina web in questione chiuda i battenti domani o fra 15 anni per motivi diversi dalla privacy dell'autore o dal copyright. Ma la buona fede è irrilevante, sia da un punto di vista giuridico che dal punto di vista di un ingiusto danno che un utente potrebbe avere.

    Quindi non sto facendo pura speculazione in punta di diritto. Il problema di cui parlo ha un risvolto anche pratico.

    Ammettiamo che io abbia scritto qualcosa che non lede gli interessi di nessuno, nella più completa legalità, e che a un certo punto cambi idea e decida di toglierlo dalla rete per questioni di immagine (ad es. ero uno spogliarellista e adesso, pentito, voglio farmi prete e voglio cancellare la mia pagina web in cui pubblicizzavo tale attività). È giusto che un altro sito possa senza il mio consenso conservare e mostrare le foto di me che faccio i versi su un palco in mutande, nonché i testi contenenti il mio numero di cellulare per prenotare degli spettacoli? Questo accade nel caso in cui un utente, magari senza alcuna volontà di danneggiarmi, abbia un anno fa salvato-duplicato la mia pagina web su un servizio online come questo prima della mia conversione e decisione di cambiare vita.

    La confessione cancella i peccati dall'anima. E per cancellarli da un sito copia-incollatore come si fa? Come dicevo, lo staff non risponde alle mie domande. Forse quella buona fede che supponevo all'inizio tanto buona non è. Beh, spero che anche loro ritrovino la fede e riparino le loro colpe.