Il cantante Lucio Dalla, morto il 1° marzo 2012 |
È purtroppo diffusa l'abitudine di percepire un personaggio pubblico come una persona necessariamente privilegiata in tutti gli aspetti della vita, una persona che non soffre, oppure che soffre, ma dopo pochi minuti o secondi tutto sarà passato, giusto il tempo di non sentirne più parlare dai mass media; una persona che, nei pochi momenti in cui sta male, forse fa finta; una persona di cui comunque non vale la pena preoccuparsi, perché siccome guadagna (o ha guadagnato) molto, oppure è stato in televisione, allora la sua sofferenza è niente in confronto a quella di molti altri.
Quando poi muore, il fatto che ci siano programmi televisivi dedicati a questo personaggio significa che gli si sta dando troppa importanza, e che ben altre sono le persone di cui si dovrebbe parlare; i suoi parenti e gli amici stretti, siccome sono parenti e amici di una persona celebre, si possono trattare esattamente alla stessa stregua: in qualche modo avranno avuto, di riflesso, così tanto benessere che senza timore di sembrare blasfemi ci si può permettere, il giorno stesso del funerale, di fare battute spiritose o pronunciarsi con un commento superficiale, sciatto e basato sul nulla, tipo "Adesso dico anche la mia: mi stava antipatico, era ridicolo, ipocrita, etc". Poco importa se queste parole finiranno sotto gli occhi dei suoi cari: l'offesa che a loro porteranno sarà niente rispetto a tutti i privilegi di cui hanno potuto godere grazie all'aver avuto a che fare con quell'individuo. Ancora meno importa se il commento andrà sotto gli occhi di chi, pur non avendo conosciuto direttamente questa persona, ci si sentiva legato e nutriva nei suoi confronti un grande senso di gratitutine.
E invece no.
Siccome anche i personaggi pubblici sono persone, siccome anch'essi soffrono, così come soffrono i parenti, gli amici, e anche i fan alla notizia della sua morte, buona educazione sarebbe avere, almeno in quel momento e nei giorni successivi, comportarsi come se se ne fosse andata una persona comune.
Del resto la morte accomuna tutti. Quindi non vedo perché mai, a meno di non aver compiuto imperdonabili crimini, non dovrebbe accomunarci il diritto al rispetto.
E invece no.
Siccome anche i personaggi pubblici sono persone, siccome anch'essi soffrono, così come soffrono i parenti, gli amici, e anche i fan alla notizia della sua morte, buona educazione sarebbe avere, almeno in quel momento e nei giorni successivi, comportarsi come se se ne fosse andata una persona comune.
Del resto la morte accomuna tutti. Quindi non vedo perché mai, a meno di non aver compiuto imperdonabili crimini, non dovrebbe accomunarci il diritto al rispetto.
Buon compleanno, Lucio.
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