15 marzo 2012

Battute blasfeme e senza senso sulla sofferenza degli animali

Di tanto in tanto ho visto che qualcuno invia su Facebook una battuta che prende in giro le persone che si impegnano a far valere i diritti degli animali. Oggi ad esempio c'era (anzi, ci ri-era) questa:

"Ogni giorno migliaia di piante innocenti vengono uccise e torturate dai vegetariani... Aiutaci anche tu a fermare questa violenza!!! Oggi mangia una bistecca!!!"

Uno pseudo-umorismo di nessun valore:

- La battuta è vecchia

- Anche se non fosse vecchia sarebbe comunque di cattivo gusto

- Anche se non fosse vecchia e di cattivo gusto sarebbe comunque di per sé decisamente banale

- Anche se non fosse vecchia, di cattivo gusto e banale mancherebbe di un elemento fondamentale per potersi candidare a battuta spiritosa: avere un senso. Infatti non ce l'ha, perché chi mangia la bistecca contribuisce all'uccisione di un essere che rispetto a una pianta ha una sensibilità molto più vicina a quella umana (cosa importante, visto che la pietà per gli altri esseri nasce dall'interpretazione del dolore degli altri come analogo al proprio), e contribuisce molto probabilmente anche al suo maltrattamento (il 95% circa degli allevamenti sono intensivi). Se una persona è talmente sensibile da non voler uccidere dei vegetali per alimentarsi, esiste una soluzione a portata di mano che non è uccidere animali, ma adottare un'alimentazione fruttariana (cosa che molti fanno, e godono di ottima salute).

Allora ecco quali sono i fattori che possono spingere a inviare o condividere battute del genere, alle spalle di esseri che soffrono e alle spalle delle persone sensibili a queste ingiustizie (e per esserlo è sufficiente evitare di tenere la testa sotto terra, a meno di essere malati di sadismo): lentezza, stupidità, ignoranza, superficialità.

Un Facebook-Friend, in risposta a un mio commento su un'immagine che conteneva la suddetta battuta ha risposto: "Non credo di aver riflettuto su tutte queste cose nel momento in cui ho deciso di condivedere questa foto, ma la trovo simpatica e di risposta ai tantissimi spot grafici in cui ti fanno sentire un essere tremendo perche mangi carne"

Io invece:

- Trovo opportuno riflettere prima di postare/condividere qualcosa, se riflettere è necessario a non essere blasfemi, cioè a non ridicolizzare la sofferenza di esseri la cui percezione del dolore è del tutto analoga alla nostra. Il modo in cui comunichiamo ha un effetto non solo sulla sensibilità degli altri, ma anche sull'inflazionamento e la desensibilizzazione generale a una problematica, e questo vale anche quando cazzeggiamo.

- Trovo quella battuta antipatica e offensiva

- Credo che se per un istante riescono a farti sentire un essere tremendo per il fatto che mangi carne, questo non rappresenta per te un grande problema: basta che volti la testa e la ri-infili nella sabbia: potrai tranquillamente tornare a mangiare carne con la coscienza a posto.

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo autore,

Se sei così pignolo da criticare tanto quella battuta, fondando quasi l'intero post su considerazioni personali e soggettive, significa che vuoi fingere un grado di sensibilità maggiore di quello che hai in realtà. In quanto volendo proprio estremizzare, quella semplice battuta nasconde un fondo di verità: le piante SONO esseri viventi a tutti gli effetti in quanto hanno tutte le caratteristiche che la biologia attribuisce agli esseri viventi.
Pertanto dimostri di fare una discriminazione tra una tipologia di essere vivente ed un altro e anche questo potrebbe urtare individui ben più sensibili di te.
Questa discriminazione è accentuata ancora di più dal titolo del tuo post: "battute blasfeme..." e qui è il punto cruciale, perché da quel "blasfeme" partono 2 possibili soluzioni: o sei una persona talmente ignorante al punto da ignorare il significato di blasfemia oppure consideri gli animali come se fossero delle divinità, e quindi esprimi di più il concetto di discriminazione, dimostrando conseguentemente un'incoerenza tra quello che hai scritto intenzionalmente e ciò che hai dimostrato di essere.

Ciao bello!

Marco ha detto...

Già, fondo spesso i post quasi interamente su considerazioni personali e soggettive. O anche senza "quasi". OPIDOS sta per OPinioni, IDee, OSservazioni... eppure c'è scritto. E anche se non ci fosse scritto, è abbastanza la prassi dei blog personali.
Non dico che devi essere pignolo come me, ma almeno 'sta cosa andrebbe saputa, se no ipotizzare l'ignoranza altrui diventa un po' buffo.

Non so quale grado di sensibilità tu credi che io voglia dimostrare e come tu possa dedurre ciò dal fatto che esprimo la mia opinione, ma a me il concetto sembra semplicissimo:
- sono abbastanza sensibile alla sofferenza degli animali al punto di non mangiarli/indossarli
- non sono abbastanza sensibile alla sofferenza delle piante al punto di non mangiale/indossarle
- ...ma almeno mi astengo da fare battute sulle persone che per motivi etici sono fruttariane per non urtare la loro sensibilità

Riguardo al mio uso della parola "blasfemia", che ti ha fatto pensare a due possibili soluzioni, ti invito a considerarne una terza: non considero sacri gli animali, ma considero "sacro" (in senso lato, e spero non tu sia tanto ignorante da non conoscere questa possibile eventualità di uso di un termine) il rispetto per la sofferenza di esseri che percepiscono il dolore in maniera simile alla mia.

Discrimino le piante? Discrimino i fruttariani? Discrimino gli onnivori? Vero. A patto da intendere il termine "discriminazione" in senso stretto.
Ti spiego, così non usi più questa parola a sproposito. "Discriminazione" è una parola spesso usata con connotazione negativa, ma solo perché con questa si sottintende il comportamento dannoso che deriva dalla discriminazione stessa, che di per sé significa semplicemente "distinzione".
Se ho di fronte a me due persone di razze diverse, li discrimino in base al colore della pelle, nel senso che semplicemente noto due colori diversi. Questo non significa che in ragione di ciò io attribuisca ai due una dignità diversa in ragione di tale differenza.
Se vedo una persona che mangia carne, la discrimino, e cioè so che è differente da me, e cioè è onnivora. E secondo me ha un comportamento sbagliato. Cosa che non faccio presente se non mi viene chiesto. Se poi vuole sapere cosa penso, mi pare sacrosanto (in senso lato, ricordi?) rispondere sinceramente, a voce oppure inviando un link a un mio articolo se la nostra conversazione è telematica. Questo non significa che il comportamento che tengo con questa persona dia ragione (secondo me) di dire che la tratto male: possiamo tranquillamente essere amici.
Se poi una persona si sente trattata male per l'opinione che ho di un aspetto del suo comportamento o perché ho scritto la mia opinione su un mio blog, allora è una persona con gravi problemi e non me ne sento colpevole.

Anonimo ha detto...

Opinioni Idee Osservazioni. Appunto!
Trovo la polemica dell'Anonimo di sopra alquanto fuori luogo e probabilmente dettata da chi non conosce realmente l'argomento.
Innanzitutto sono d'accordo con Marco sulla battuta in questione, perchè è fuorviante e solo un ignorante può trarne godimento, visto che comunque indirettamente si uccidono MOLTISSIME più piante continuando ad alimentarsi di carne e derivati! Invito coloro che non conoscono le conseguenza disatrose e ormai quasi inesorabili dell'alimentazione occidentale così come la conosciamo, quale impatto ambientale si nasconda dietro le industrie di carne(e con carne si intenda anche il pesce) latte e uova, e quanto invece si possano minimizzare gli sprechi solo facendo scelte etiche e consapevoli! se ci cibassimo meno di carne e derivati, potremmo sfamare anche tutte le popolazioni alle quali derubiamo cibo, risorse e acqua per sfamare gli animali da allevamento che poi vengono mangiati solo da NOI occidentali! Dico "noi" per semplificare, visto che sono felicemente vegana!! Consiglio di documentarsi, in rete trovate molti trattati a proposito. Prima di fare battute bisogna argomentare, sennò si rischia di "sembrare" ripetitivi e sciocchi!
Un saluto. Simona

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