Penso il concetto sia chiaro.
E si capisce. Se mi chiedi "Un caffè?" io capisco che c'è il "vuoi" sottinteso.
Ma i titolisti dei giornali, colpevoli di scrivere titoli come quello di questo articolo, scrivono domande che sottintendono qualcosa che non si capisce. Lo si capisce solo quando leggiamo la risposta.
Tipo:
"Le banane? Vengono dal sud-est asiatico."
Finché non leggi la risposta non capisci la domanda. Quindi è una domanda che fa montare la rabbia.
"Le banane?"
Eh. Le banane. E allora, che ti devo rispondere? Sono gialle. Si mangiano. Si rubano infilandole nelle maniche. Le banane cosa? Non so che diamine vuoi sapere. Spiegati meglio. Ah, volevi sapere da dove vengono. Bene. L'ho capito dalla tua risposta.
So già che qualcuno muore dalla voglia di dirmi "Ma è una domanda che non abbisogna di una risposta! Si chiama domanda retorica!".
No, non è una domanda retorica. La domanda è retorica quando dalla domanda l'interlocutore capisce la risposta. Nel caso di fattispecie non si capisce un bel niente. C'è uno che fa le domande senza senso, si dà una risposta e pensando di esser fantasimpa e invece è uno che stimola la voglia di prenderlo a pedate nel sedere fino alla scuola primaria.
Ma non è che questa formula serve per abbreviare?
Ma abbreviare cosa?
"Le banane vengono dal sud-est asiatico"
Se ci aggiungi un punto interrogativo e una lettera maiuscola non accorci. Allunghi. Fra l'altro i titoli scritti dalle persone normodotate non hanno il punto in fondo. E invece quelli che iniziano con le domande insensate spesso hanno il punto in fondo, tanto per dare l'idea che stiamo leggendo un discorsetto (mentre il titolo dovrebbe solo indicare l'argomento dei discorsetti che stanno sotto), quindi altro allungamento.
E insomma questa è uno dei sintomi della pseudo-titolosi diffusa fra i titolisti degli ultimi anni. Sì, ci sono altri sintomi, anche più gravi (ho detto nel titolo "i titoli più scemi", ma ho mentito... così mi sono ancor più immedesimato nel titolista-spazzatura). Forse ne parlerò in futuro. O forse no. Chi può saperlo? Non lo so chi può saperlo. Te lo sai? No. Io nemmeno. Via, ciao.
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