La legge sulle disposizioni antipiate di trattamento, abbreviato DAT, nel gergo comune testamento biologico è un passo avanti rispetto ai problemi interpretativi della normativa vigente, ma non è abbastanza. Non è abbastanza chiara.
Non si capisce cosa si può disporre e cosa no nel testamento, e in quali casi può valere.
Quand'è che il medico deve obbedire a un testamento biologico in cui il paziente ha scritto che non vuole essere alimentato e idratato? Solo quando il paziente è terminale? E di quanto tempo dev'essere la prognosi infausta affinché lo si possa classificare come "terminale"?
Al paziente è permesso lasciarsi morire anche se il paziente soffre di una patologia cronica che gli consentirà di vivere per molto tempo, ma che gli dà una totale invalidità? E quali requisiti deve avere esattamente per potersi classificare come grave invalidità?
Al paziente è permesso lasciarsi morire solo se la sua patologia dà grande dolore? Nota: il rischio soffocamento ogni volta che uno viene alimentato non è dolore, ma dà grande disagio... quindi?
Quali sono i criteri grazie ai quali si può dire che una persona non si risveglierà mai dal coma? Che succede se la probabilità è non nulla, ma molto molto molto piccola, tipo 1 su 1000 ?
Non si sa.
Quindi la legge sulle DAT si presta maledettamente a interpretazioni. Ed è proprio quello che non dovrebbe succedere, data l'importanza dell'argomento.
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