30 gennaio 2017

Semplificazione e approfondimento

da una conversazioncina su Facebook iniziata da Marco Cavicchioli... a cui ho preso parte io e un altro Marco ancora...

Marco Cavicchioli:

(Avvertenza: post difficile)
È vero: il mondo è talmente complesso che bisogna per forza semplificarlo per poterlo comprendere.
Ma attenzione: un eccesso di semplificazione genera un egual livello di incomprensione! Quindi è assolutamente necessario sia che, da un lato, si proceda con la semplificazione, sia che, dall'altro, si eviti di semplificare troppo.
Pertanto non solo chi vuol spiegare deve per forza semplificare, ma è anche necessario che chi vuol davvero comprendere faccia la sua parte! In altre parole LO SFORZO DEVE ESSERE RECIPROCO. Non è affatto sufficiente che chi spiega semplifichi per rendersi comprensibile, proprio perché oltre una certa soglia di semplificazione semplicemente non si può andare.
Ovvero: senza semplificazione non si può comprendere, ma nemmeno senza uno sforzo per comprendere! Sono assolutamente necessarie entrambe le cose.
Quindi se le masse non comprendono, il problema potrebbe essere sia la mancanza di semplificazione da parte di chi spiega, sia uno scarso sforzo di comprensione da parte di chi dovrebbe (o vorrebbe) comprendere...
E comunque ci deve essere la VOLONTÀ di comprendere, perchè senza quella non c'è alcuna possibilità che ciò avvenga!

Marco Ci.:

Non concordo sulla semplificazione, per quanto condotta con rigore didattico e nobili finalita'.
Al massimo si puo' essere "esperti", o comunque dotati di capacita' valutative su due tre temi.
Generalmente cio' di cui ci si occupa nella vita e qualche altra cosa che per studio scolastico o interesse abbiamo avuto modo di approfondire.
Faccio un esempio su me stesso, considerandomi non proprio un coglione analfabeta (qualcuno potrebbe obiettare, ma lascio stare le critiche dettate da antipatia!).
Bene, se leggo l' analisi di qualche vero esperto a favore della Tav divento automaticamente favorevole, perche vengono esposti dati e argomenti in modo professionale e convincente.
Se il giorno successivo leggo un parere contrario altrettanto autorevole, divento automaticamente contrario.
Lo stesso vale per i temi dell' energia o ambiente su cui si confrontano esperti ottimisti e catastrofisti.
Non avendo alcuna preparazione in materia e strumenti per confrontare o mettere in discussione la validita' delle tesi posso essere facilmente influenzato.
Sono altresì convinto che conoscere qualcosa a livello di Bignami sia piu' dannoso che non conoscerla affatto.
Il Bignami ti assicura che puoi padroneggiare Hegel o uno studio di funzione in tre paginette, fino a quando non fai un frontale con il compito in classe!
Questo e' anche il difetto dei politici, tutti: sfogliarsi un Power Point sul cellulare magari ti permette di fare un figurone da Vespa, ma ti porta poi a commettere danni enormi quando devi prendere decisioni.

Io, in risposta a Marco Ci.:

Non concordo.
Se un argomento non è oggetto di disputa, allora conoscerlo a livello semplificato non può fare che bene rispetto a non conoscerlo per nulla.
Se invece l'argomento è oggetto di disputa, è possibile individuare il nodo che li mette in contrapposizione e semplificarlo.
Ne consegue che se i sostenitori di entrambe le tesi contrapposte sono in buona fede, l'ascoltatore non acculturato in materia (ma un minimo intelligente e volenteroso) magari non si ritiene in grado di prendere posizione, ma almeno capisce i motivi della contrapposizione. Se invece uno dei due è in malafede, fa di fronte agli ascoltatori volenterosi la figura di disonesto che merita.

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