Il linguaggio dice molto sulla mentalità di una persona o di un gruppo di persone. Ad esempio una nazione.
La parola "furbo" è nata con una connotazione simile a "intelligente". In più rispetto a quest'ultima dà un'idea di divertimento derivante dalle trovate, più o meno bizzarre, del soggetto in questione. Nessuna connotazione negativa.
Eppure oggi in varie occasioni si usa la parola "furbo" e "furbetto" per indicare le persone che hanno compiuto atti disonesti.
Ad esempio, per indicare gli impiegati comunali che timbrano il cartellino e poi vanno a fare la spesa anziché a lavorare, si dice "i furbetti del cartellino", quando invece, trattandosi di truffa, si dovrebbe dire "i truffatori del cartellino". Lo so, quando si usano parole come "truffatore", "ladro" o "assassino" si rischiano querele anche se la colpevolezza di quella persona è provata ed evidente. Ma insomma si usino altre parole. Si eviti l'uso di parole a connotazione positiva!
...Perché così come il linguaggio è influenzato dalla mentalità, vale anche il contrario: la mentalità è influenzata dai concetti e dalle connessioni fra concetti che vengono elaborati, e quindi anche dal linguaggio. E se ci si abitua a esprimersi con errori come quelli che ho descritto sopra, si rischia di andare incontro a una mentalità distorta almeno sotto due aspetti:
- le persone che grazie alla loro intelligenza, più o meno bizzarra, riescono a ottenere dei vantaggi per sé stessi, faranno pensare a qualcosa di disonesto a prescindere
- le persone disoneste verranno in parte apprezzate per la simpatia suscitata dal loro modo di rubare, truffare, etc.
Eh no. Furbizia e disonestà sono due cose ben distinte. E questi due concetti distinti devono rimanere. Che poi possano essere presenti contemporaneamente è un altro discorso.
Ma se parlate di un truffatore, per favore, non chiamatelo furbetto. È un ingiusto complimento per lui e un ingiusto insulto nei confronti di quei furbi che non fanno nulla di male.
1 commento:
Anche io preferisco che un ladro venga definito ladro ed un imbroglione sia chiamato imbroglione. Chi ha il compito di diffondere notizie come i giornalisti dovrebbe usare termini più chiari e meno ambigui: i razzisti è meglio che vengano chiamati razzisti, gli assassini sono assassini, i ladri sono in prima analisi ladri. Il termine furbo ha delle origini antiche e non ben definite, pare che derivi dal lat. fur furis=ladro. Nella lingua francese ha assunto il sign. di"colui che ripulisce le tasche"ovvero il ladro. Anche Esopo(564 a.c)nelle sue favole definisce la volpe come furba ed è spesso imbrogliona ed agisce a proprio vantaggio a danno di altri. Ad es. ne"La volpe e la capra"Esopo racconta una storiella in cui una volpe finisce in un pozzo: una povera capra si sofferma nei pressi del pozzo e viene ingannata dalla volpe. Quest'ultima la invita a bere e la capra( capra spesso viene usata per indicare persona stupida)cade nel pozzo. La volpe le sale in groppa e con un salto esce fuori. La pov. capra... rimane nel pozzo. Così Esopo"Sono venuta a bere questa meravigliosa acqua fresca-rispose subito la furba volpe facendo finta di nulla...". Ti ringrazio per i tuoi articoli che spesso danno occasione di riflettere su termini usati comunemente e su comportamenti che regolano i rapporti interpersonali. Ah... io sono renna... non volpe e non capra.
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