Una delle cose che trovo più irritanti è quando una persona, interrogata sull'opportunità di un risarcimento, risponde che per quello c'è la giustizia civile. Un sacco di personaggi sembrano convinti che questo tipo di risposta sia una sorta di jolly che attenua la figuraccia che stanno facendo, mentre in realtà la peggiorano.
Se danneggi una persona è innanzi tutto l'etica a dirti che devi risarcirla.
Se lasci che ci si metta di mezzo la giustizia, allora la figuraccia che hai fatto, che poteva essere una singola semplice figuraccia per aver sbagliato, diventa tripla:
- hai danneggiato una persona
- ti sei rifiutato di risarcirla, costringendola a ricorrere alla giustizia, e questa è evidentemente una tua scappatoia per ritardare più possibile il tuo doveroso pagamento dei danni
- ecco, avevi torto. Lo dice anche il Giudice. Contento?
Un esempio eclatante è stato raccontato in questo servizio delle Iene dell'anno scorso, che parla della storia di un ragazzo che ha appreso da sua madre una verità scioccante: ha scoperto di essere stato concepito con una violenza sessuale da parte di un prete di 45 anni su una ragazzina di 15 anni.
Questo prete, che adesso ha più di 70 anni, intervistato, ha detto che ha chiesto scusa a Dio e non deve chiedere scusa a nessun altro.
Gli altri membri della Chiesa, quando l'intervistatore parla di risarcimento del danno, si rifugiano in argomentazioni che fanno appello alla legge.
...Non rendendosi forse conto che, come dicevo, in questo modo ci fanno una figura ancora più meschina. Se avessi potere decisionale all'interno di un'organizzazione così grande e piena di soldi, e venissi a sapere di un fatto del genere, la mia reazione sarebbe credo la stessa di tutte le persone di buon senso, e cioè:
...Non rendendosi forse conto che, come dicevo, in questo modo ci fanno una figura ancora più meschina. Se avessi potere decisionale all'interno di un'organizzazione così grande e piena di soldi, e venissi a sapere di un fatto del genere, la mia reazione sarebbe credo la stessa di tutte le persone di buon senso, e cioè:
"Non sto neanche a guardare cosa dice la legge: cerco di immaginare l'umiliazione tua e di tua mamma e le difficoltà con cui avete vissuto tutti questi anni [sì, perché contestualmente alla denuncia il ragazzo e i suoi numerosi parenti, per nulla benestanti e che vivevano in una casa appartenente alla Chiesa, furono sfrattati], vi chiedo scusa pubblicamente e vi risarcisco di una quantità di denaro doppia rispetto a quella che chiederei io se fossi nei vostri panni"
Invece l'atteggiamento è stato tutto l'opposto: subito dopo la violenza sessuale, il prete miacciò pesantemente la ragazzina per non farle spifferare niente; le uniche comunicazioni da parte dei funzionari ecclesiastici venuti a sapere della vicenda si potevano riassumere così: "Se non denunci, non verrete sfrattati".
Sono particolarmente grato a questo ragazzo e a sua madre per il coraggio che hanno avuto di dire la verità, e per averci messo al corrente su a che punto può arrivare il comportamento indegno non di una singola mela marcia, ma di TANTE, TROPPE mele marce tutte insieme. Troppe, per rappresentare una coincidenza. Troppe in quegli anni, a ridosso della violenza sessuale, e troppe al giorno d'oggi, come si vede in queste interviste.
...Grazie inoltre alle Iene, grazie alle quali il grande pubblico ha potuto rendersi conto di questa vicenda, e anche dell'atteggiamento dell'oggi amatissimo Papa Francesco, intervistato anni fa su un argomento simile, che si rifiutò di dare risposte.
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