In seguito ai risultati dei campionati Europei di Baku il presidente della Fijlkam Mimmo Falcone ha deciso di ridurre da 9 a 4 i judoka italiani da portare ai campionati mondiali che si svolgerano ad Astana (Kazakhstan) dal 24 al 30 agosto. L'ex-campione olimpico Pino Maddaloni, responsabile della squadra maschile di judo, vedendo dimezzare la schiera di atleti che aveva proposto, ha reagito disertando lo stage di Tel Aviv, cosciente che sarebbe stato sospeso. In teoria, una decisione definitiva in merito verrà presa dopo i mondiali dal Consiglio di settore, ma di fatto si è trattato di dimissioni dalla carica di ct azzurro.
Falcone, intervistato da Giorgio Lo Giudice della Gazzetta dello Sport, ha detto che Pino "agisce non proprio da campione quale è", e ha aggiunto "Possibile sia così difficile capire che la federazione non può mandare gli atleti ai Mondiali a fare figuracce?
Questa invece la mia opinione: Pino Maddaloni anche in questo frangente ha agito da campione qual è. Campione di coerenza, correttezza e sportività.
Infatti è anti-sporivo dire "non possiamo andare a fare figuracce".
Non esistono figuracce nello sport, se non nella testa di chi ignora cosa lo sport sia.
La vera figuraccia l'ha fatta Falcone. Perché è davvero sconcertante che questo, uno dei primi concetti che si spiegano ai bambini durante i primi allenamenti, sfugga a delle persone adulte deputate a prendere decisioni per la nazionale di Judo, uno degli sport più educativi del mondo. Chissà Jigorō Kanō cosa penserebbe di questo modo di ragionare.
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