27 gennaio 2015

Olio di palma: Barilla lo difende, ma non mi risponde

Da qualche anno una grande quantità di pagine web invita a non acquistare alimenti contenenti olio di palma per motivi ambientali: le multinazionali produttrici di alimenti confezionati che fanno uso di olio di palma sono responsabili della distruzione di foreste, in particolare nel sud est asiatico, per far posto alle palme da cui si ricava un olio la cui produzione è economicamente conveniente.

Nel dicembre 2014, cercando sul web sono finito su una pagina di Barilla che difende la produzione di olio di palma... Dopo averla letta sono andato sulla pagina dedicata ai contatti, ho cliccato su "Vorrei fare una domanda sulla sostenibilità di Barilla" e ho compilato il form scrivendo un messaggio con alcune riflessioni. È passato più di un mese e non ho ricevuto risposta. A questo punto il mio messaggio lo pubblico qui... magari potrà diventare oggetto di discussione online.

Buona lettura (se ti va).

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Salve. Qualche tempo fa ho letto, su questa vostra pagina

http://www.barillagroup.it/corporate/it/home/media/posizioni-aziendali/210613-olio-di-palma.html

che rispetto alla produzione di tutti gli altri olii vegetali, la produzione dell'olio di palma è la più ecologica in quanto: comporta minori emissioni di CO2, necessita di minori fabbisogni idrici e a parità di resa produttiva necessita di superfici da coltivare 6 volte inferiori.

Qualcuno, in reazione a ciò, potrebbe pensare che evviva, non deve più rinunciare a quello o a quell'altro snack così gustoso e a decine di alimenti e saponi che contengono olio di palma.

Per invece me è tutto il contrario. Il pensiero che mi viene in mente è: se anche adottare la migliore soluzione possibile per la produzione di olio alimentare sta comportando inaccettabili disastri ecologici (deforestazione e morte di scimmie, elefanti, etc), allora cosa possiamo fare?

Questa la soluzione: produci olio vegetale dalla pianta che preferisci, e al tempo stesso smetti di disboscare.
Esiste un limite al numero di litri di olio producibili annualmente nel pianeta senza fare danno. Questo limite a quanto pare è già raggiunto.

Cresce la domanda di saponi? Cresce la domanda di biscotti e snack? Pazienza. Se ti è possibile, produci biscotti e sapone senza olio di palma (e senza nessun altro tipo di olio, a questo punto). Altrimenti produci altro. L'olio è finito. Come gli ulivi, le palme sono spoglie. Si aspetta che tornino a produrre.

Le idee che avete appena (spero) letto fra qualche giorno potrebbero essere scritte in un articolo che scriverò su un mio blog. Prima di pubblicarlo mi pareva giusto scrivervi per sapere se avete qualcosa da dire in merito.

Immagino che, se risponderete al mio messaggio, mi parlerete dei metodi di produzione rispettosi delle linee guida definite dalla Tavola rotonda per l'olio di palma sostenibile (RSPO).

Colgo l'occasione quindi per chiedervi: in cosa consistono queste linee guida?
L'unica linea guida concretamente utile che mi viene in mente è la regola che ho esposto sopra: si usa lo spazio che c'è già e non si disbosca più. Ma forse mi sfugge qualcosa, e vi chiedo gentilmente di segnalarmelo.

Da ricordare, comunque, quanto scritto su una pagina del sito svizzero del WWF (http://www.wwf.ch/it/progetti/cooperazione/tavola_rotonde/olio_di_palma/):

Gli standard della RSPO sono lungi dal rispecchiare le richieste del WWF in tutti i punti. Esso ritiene pertanto che le linee guida elaborate nell’aprile 2013 non arrivino al punto. Ad esempio, il WWF è deluso dal mancato divieto dell’utilizzo di pesticidi pericolosi come il paraquat e della trasformazione di terreni torbosi. Ma poiché ad oggi solo circa la metà dell’olio di palma certificato trova un acquirente, non è stato possibile convincere la maggior parte dei produttori ad aderire a criteri più severi.

Pertanto il WWF invita le aziende responsabili a svolgere un ruolo pionieristico e dimostrare la loro leadership nell’attuazione delle nuove linee guida: nell’ambito del RSPO dovrebbero impegnarsi in favore di azioni e criteri aggiuntivi (ad es. la rinuncia a pesticidi pericolosi, il divieto di trasformazione di terreni torbosi in piantagioni) nonché imporre il proprio reporting e pretenderlo dai rispettivi fornitori.

A voi la parola

Grazie anticipatamente per la vostra risposta

[non è arrivata... pazienza]

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Chiediti se l'olio di palma è così sano per l'alimentazione.....

Marco ha detto...

So che sul tema della salubrità dell'olio di palma ci sono pareri in contrasto con quanto riportato sulla pagina della Barilla che ho linkato all'inizio dell'articolo, ma questo articolo tratta un altro tema: boicottare o non boicottare prodotti con olio di palma? O semplicemente boicottare alimenti la cui produzione industriale richiede un lungo lavoro?
Se boicotti un prodotto significa che non ne acquisti neanche una confezione. Se invece sai che quel prodotto non fa bene alla salute ogni tanto un'eccezione puoi farla e in fondo non ti lamenti della sua esistenza, ma consideri accettabile un suo consumo entro certi limiti.
Ad esempio io potrei farmi uno spinello ogni 2-3 mesi senza avere nessuna conseguenza sulla salute,ma non lo faccio perché so che se acquisto marijuana in Italia di sicuro questo significa finanziare la criminalità.

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