10 maggio 2013

Padri separati, ex-mariti fregati da ex mogli... Occhio al matrimonio!

Ecco un servizio delle Iene in cui Enrico Lucci intervista un padre separato...

http://www.iene.mediaset.it/puntate/2013/05/05/lucci-padri-separati_7862.shtml

papà divorziati - Servizio Le Iene (Enrico Lucci)

...E un estratto da un messaggio in una mailing list, su quel contratto mutante chiamato matrimonio:

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I contratti e gli accordi si stilano perché funzionino quando le cose vanno male. Sembra lapalissiano, ma lo sapete quanta gente ho visto frustrata nella propria sicumera, perché la controparte aveva trovato un avvocato di quelli che ti levano la pelle di dosso?

Non potreste nemmeno immaginare di che cattiverie sono capaci le persone sul cui amore eterno avremmo messo la mano sul fuoco. Se si pensasse più spesso al peggio, quando il peggio dovesse arrivare, ci sarebbero molti meno problemi. Almeno di carattere legale.

E di recente ho notato che, se è vero come è vero che il 50% dei matrimoni va a puttane (scusatemi, ma è un termine appropriato), a volte è dovuto anche alla leggerezza con la quale si prende una decisione così importante, senza pensare alle implicazioni legali che il matrimonio comporta.

Quando mi sono sposato io, circa 25 anni fa, era pensiero comune una certa forma di "understatement" (chiamatelo low profile, se preferite) per il quale si cercava di contenere al massimo il numero degli invitati. E si facevano le liste nozze, e ognuno contribuiva come poteva, perché soldini ne giravano pochi.

Oggi noto che si torna a cercare di organizzare pranzi di nozze con decine di invitati, perché si considera importante "la busta". Quindi il calcolo è: tiro il collo al ristoratore e mi calcolo su un investimento di 40/60 Euro a persona, un ritorno di almeno 100 Euro per invitato. A voi sembrerà strano, ma vi assicuro che ho sentito coppie sostenere che il contributo vale la decisione di sposarsi. Ovviamente, "not only, but also".

Lo trovo assurdo, come sicuramente la penserete voi. Ma la leggerezza sembra essere di moda, in tempi di aspiranti veline, soldi facili e subito e via discorrendo.

Mia moglie (non posso ancora definirla "ex") è una super cattolica intergralista. Parenti sacerdoti, educazione dalle suore, "l'uomo non divida ciò che Dio ha unito" e via farneticando. Se anche fossi stato un marito manesco (e non lo sono) avrebbe taciuto, pur di non infrangere il matrimonio. Ovvio quindi che questa situazione, a parte le conseguenze affettive, assume per lei i connotati di un pesante fallimento sociale.

Ribadisco comunque il concetto: se proprio si decidesse di sposarsi, converrebbe ricorrere ai patti prematrimoniali [se in Italia fossero previsti dalla legge]. E se invece si decidesse di convivere, e si uscisse da un matrimonio fallito, converrebbe stilare alcuni documenti a favore dell'attuale compagno/a per quanto riguarda casa, conti bancari, assicurazioni e quant'altro e depositarli presso un avvocato o un notaio (basta una semplice dichiarazione). In caso di morte (si vis pacem para bellum) non eviterà che la moglie (magari con figli) pianti un casino ricorrendo ad avvocati e quant'altro per ciucciare quanto più possibile, ma farà certamente in modo che il vostro compagno/a non venga sbattuto in mezzo ad una strada, e gli garantirà una base per reggere le randellate che il/la consorte sarà pronto/a a menare.

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Fine. Inutile aggiungere altro.

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