16 luglio 2012

Risposta al cosiddetto "test di coerenza" per gli animalisti


Ho trovato a questa pagina un articolo intitolato "Test di coerenza" rivolto agli animalisti.
Comincia così: "Sulla nostra pagina facebook circola da tempo un simpatico test di coerenza, elaborato da uno dei nostri iscritti, e che spesso viene rivolto ai visitatori animalisti allo scopo di evidenziare l’incoerenza tipica di questi ultimi".

Evidentemente l’autore di questo test, nel momento in cui scriveva, non si rendeva conto che si possono avere due comportamenti che hanno conseguenze opposte, ma che hanno entrambi ragione di esistere perché così risulta dal sistema di valori di quella persona, che all’interno della propria scala di valori è ovviamente coerente: l’incoerenza è un elemento che viene individuato da un’altra persona che non capisce il perché di quell’apparente conflitto di comportamenti. E il fatto che un osservatore esterno non capisca la coesistenza di due comportamenti che gli appaiono in conflitto non significa che il conflitto esista.
Coerenza e incoerenza sono concetti relativi e quindi validi, al massimo, in uno sterile pettegolezzo: ogni comportamento ha una sua direzione, e qualunque comportamento non portato all’estrema esasperazione potrebbe essere criticato come incoerente. Per capire meglio questo concetto, si veda l’articolo in cui spiego perché l’antispecismo è una cosa non solo assurda, ma anche inesistente.

Comunque do una personale risposta al test visto che è rivolto agli animalisti, ed essendo io una persona che decisamente più della media cerca di rispettare gli animali (sono vegano ad esempio e contrario alla vivisezione), penso di potermi definire un animalista.
Vivete in un quartiere derattizzato?
Vivo nel mio quartiere da 5 anni e non so se prima di 5 anni fa ci fossero dei ratti né se ci sia stata una derattizzazione.
Secondo voi i topi fanno una fine peggiore quando vengono avvelenati o sbranati da un gatto, oppure quando vengono sacrificati con anestesia quando necessario, e non sempre lo è?
Non mi trovo all'interno dell'apparato neurologico di un topo e quindi non so rispondere a questa domanda.
Però so di non essere un gatto, né uno che dà il veleno ai topi.
E credo che sarebbe possibile una derattizzazione con una sofferenza fisica zero, con trappole che attirano i topi grazie a delle esche e che li uccidono istantaneamente con una scarica elettrica a tempo o a tocco.
Secondo voi vivono di più e meglio in un laboratorio al caldo con cibo e acqua in abbondanza o in natura dove soffrono la fame e rischiano di fare da preda?
Questa domanda mi pare più una battuta. Ma risponderò lo stesso. Un numero di animali presenti in una zona talmente grande da rendere necessaria una derattizzazione dovrebbe far dedurre che quell’ambiente è già adatto a quegli animali per temperatura e risorse per idratazione e nutrizione; quanto alla comparazione fra la situazione ambientale e quella del laboratorio, di nuovo, non mi trovo all’interno dell’apparato neurologico di un topo, ma credo che rischiare di morire di fame o di sete o morire come preda sia meglio che essere torturati (fine che fra l’altro aspetta la totalità dei ratti, mentre nell’altro caso ogni ratto ha una bassa probabilità di esperire).
Aggiungo che se ammesso che un animale in natura abbia dei problemi questo non autorizza me a catturarlo e a creargli problemi di entità minore, uguale o maggiore.
Se ti porto via (forzatamente) da una famiglia in cui ti danno 10 schiaffi al giorno e decido di tenerti in casa mia, questo non mi autorizza a darti 5 schiaffi al giorno per il fatto che ti do da mangiare.
Se vi doveste ammalare di una malattia banale, quale una tracheite (banale se trattata) o una candidosi genitale, vi curate coi farmaci o ve le tenete?Se doveste ammalarvi di una malattia grave (neoplasie, schizofrenia, aritmia ecc.) ma curabile tramite farmaci, prendereste tali farmaci o ve la tenete?Se un vostro figlio dovesse ammalarsi di leucemia (o qualsiasi altra malattia grave), lo fareste curare o restereste a guardare? E se si prendesse una semplice scarlattina? Antibiotici o restare a guardare?Se una persona a voi cara dovesse essere colta da arresto cardiaco, chiamereste il 118 o preferite restare a guardare visto che i farmaci per l’apparato cardiovascolare sono stati testati sui cani?
Volendo fare un po’ di ordine per riparare alla confusione che c’era nella testa di chi ha formulato tutte queste domande, distinguiamo vari casi.
1) Caso in cui si ponga il problema etico riguardante la SPERIMENTAZIONE di una cura: questo non c’entra nulla con la decisione di avvalersi di questa cura oppure no. Una persona contraria alla sperimentazione animale non sostiene che non si sarebbe dovuto CREARE una cura che oggi è di comprovata efficacia. Sostiene che per la sua validazione e applicazione si sarebbe dovuto appunto EVITARE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE, visto che si è rivelata antiscientifica, e visto che è possibile una ricerca senza animali (per informazioni, vedi www.ricercasenzaanimali.org).
2) Caso in cui il problema etico riguardi la CREAZIONE di un farmaco, che senza animali non potrebbe esistere: nel caso in cui questo farmaco sia indispensabile a una qualità di vita che ritengo accettabile, privilegerei la persona rispetto agli animali. Il che è perfettamente in linea con i miei valori, secondo cui non devo far del male agli animali tranne che nei rarissimi casi in cui lasciarli in vita rappresenta un pericolo per me. Da notare che il farmaco probabilmente più conosciuto di derivazione animale, l’eparina (estratta dal maiale), usata per fluidificare il sangue nel post-operatorio e nei pazienti con ridotta mobilità, normalmente non è necessaria se il paziente è vegano, perché un vegano ha tipicamente un sangue molto più fluido di chi si nutre di sostanze animali; comunque esistono prodotti alternativi all’eparina non di derivazione animale.
I vostri animali domestici sono vaccinati e/o sterilizzati?
La mia cagna è vaccinata (e allora?).
Riguardo alla sterilizzazione degli animali, se fatta con anestesia e non porta loro alcuna sofferenza, è una pratica in cui non vedo niente di sbagliato. Anzi è utile affinché non nascano altri animali che si troverebbero in difficoltà.
Se si ammalano o hanno un incidente, li portate dal veterinario che li curerà con testatissimi farmaci o state a guardare?Se vostra madre avesse il lupus o la sclerosi multipla e vostro figlio la distrofia muscolare, sosterreste la ricerca o restereste a guardare, magari invitando a boicottarla come state facendo?
Vedi sopra.
Se voi foste persone coerenti, dovreste rispondere “me la tengo” oppure “sto a guardare”!
No. Piuttosto l'autore di questo test, se conoscesse il pensiero delle persone contrarie alla vivisezione, avrebbe evitato di scrivere in questo test certe castronerie. E se avesse saputo che il concetto di coerenza è relativo, forse avrebbe evitato proprio di scrivere il test.




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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Risposte che sfuggono volontariamente il punto. A parte che la SA NON E' tortura, sebbene vi siano anche sperimentazioni che implicano sofferenza dell'animale, e benché chiunque sappia che la grande maggioranza degli animali fa una morte orribile in natura (non certo una piccola minoranza di sfortunati), e ancora benché si sappia che sovrappopolazione per una specie vuol dire carenza di risorse e rischio di estinzione per un'altra... non sono questi i problemi.
Il problema di base è che TUTTA la medicina moderna si è basata sulla SA, quindi inutile fare fantastoria su cosa "si sarebbe potuto fare senza". La storia non si fa con i sé, è così che ha funzionato, non si è potuto fare proprio un bel niente senza, se non nella fantasia. E in generale è sbagliato proprio il presupposto: dal punto di vista scientifico la ricerca biomedica non può fare a meno della SA senza gravissimi rallentamenti e in alcuni casi arresti.
Poi c'è gente che se ne rende conto e decide che gli animali sono sacrificabili, coerentemente. C'è gente che se ne rende conto e decide che ciò nonostante si preferisce sacrificare la scienza, coerentemente (il cosiddetto antivivisezionismo "etico" che tanto etico non è, ma va be'). E infine c'è gente che preferisce crogiolarsi nell'infantile credenza che le cose stiano diversamente per poter conservare la propria beata incoerenza.
Pick your category.

Marco ha detto...

Molti pro-sperimentazione animale (così come molte persone che hanno in antipatia il veganesimo) generalizzano descrivendo gli animalisti come gente col para-occhi e quindi disinteressate alla verità, dimostrandosi così prevenuti e facendo proprio l'errore di cui accusano.
Prima di arrivare alla conclusione che la sperimentazione animale è sbagliata mi sono documentato ed ho riflettuto; magari non l'ho fatto abbastanza (non finisce mai di imparare chi è del settore, figuriamoci chi, come me, non lo è), ma altro è dire che io non solo sfuggirei il punto, ma lo farei volontariamente. Anche nel caso in cui io avessi "sfuggito il punto" potrebbe darsi che io non avessi capito quale fosse "il punto", che fossi andato fuori tema senza volerlo, etc. (e non mi pare che ciò sia successo, in quanto non ho lasciato senza risposta nessuna domanda del test, rispondendo a tema).
Inoltre hai affermato che "chiunque" sa che la grande maggioranza degli animali fa una morte orribile in natura; mi pare un po' inverosimile che tu abbia fatto un sondaggio per sapere se veramente la gente conosca questa informazione; personalmente non lo sapevo e non lo so nemmeno adesso, visto che né mi pare così ovvio, né me la sento di affidarmi ciecamente alle tue parole come fonte di informazioni. Ma anche posto che la maggior parte degli animali in natura fa una fine orribile, a questo ho già risposto nel mio articolo. Sta di fatto che per la seconda volta leggo un'accusa da parte tua nei miei confronti di conoscere la verità e non volerla far venire a galla, accusa che non ha motivo di essere.
Parlare in questo modo mi pare francamente segno di una non volontà di un dialogo costruttivo; lo vedo più come un linguaggio adatto a un dialogo fra persone che la pensano nello stesso modo che se la cantano e se la suonano, cosa ben diversa dallo scopo per il quale ho aperto i commenti su questo articolo e sul resto del blog. Presentate con questo spirito, le domande del cosiddetto "test di coerenza" sarebbero domande retoriche, che quindi non richiedono una risposta... il test sarebbe quindi un non-test.
Se vuoi portare argomentazioni nel merito (vedi più sotto), fai pure, anche sotto forma di link. Commenti mirati a screditare una persona o una categoria di persone qui saranno cancellati.

Marco ha detto...

[continua dal commento precedente, "spezzato per via del n. di caratteri massimo]

Mi rendo conto che questa dissertazione relativamente lunga potrebbe far sospettare che io voglia sviare la discussione, visto non sono ancora tornato a toccare il merito della ricerca sugli animali. In realtà con queste parole ho toccato un tema assolutamente centrale. Infatti il motivo per cui vengono perpetrate pratiche abominevoli, ingiuste e inutili sta anche e soprattutto nella mancanza di comunicazione o nella cattiva comunicazione. Sta proprio nel fatto che la gente non sa. E non sa perché viene convinta da frasi a effetto, affermazioni false, che vanno a braccetto con la pigrizia che induce a non approfondire. Quindi i carcerati pigiati come sardine in prigione "se sono lì un motivo ci sarà", la guerra in Iraq ha fatto tanti morti "ma in fondo Saddam era un malvagio dittatore", alla scuola Diaz hanno massacrato dei manifestanti "ma un po' di casino lo avranno pur fatto", e così via. Sto andando fuori argomento? No. Il problema dell'ignoranza è IL problema che riguarda una miriade di mali di questo mondo, inclusa la ricerca sugli animali, per quello che fin ora ho saputo io. Forse sono venuto a conoscenza di informazioni parziali e/o fuorvianti? Naturalmente tu ritieni di sì, ritieni che l'ignoranza non appartenga a te, ma a me, e che non capisco (o faccio finta di non capire, vedi un po' tu) che la ricerca sugli animali è cosa buona e giusta. Ma anche in questo caso, posto anche che tu abbia ragione, con questo atteggiamento difficilmente farai qualcosa per la tua causa, perché difficilmente stimolerai lo spirito di autocritica di un interlocutore che la pensa diversamente da te. E persone razionali, che fanno autocritica e che cercano di essere ogni giorno più coerenti, a dispetto di quanto scritto dall'autore del test, esistono "anche" fra gli animalisti.

All'invito "pick your category" rispondo che non devo scegliere necessariamente fra le categorie che hai presentato, trattandosi di categorie create a partire da presupposti che ritengo sbagliati.

Quanto al merito della morte orribile in natura, negli esempi che sono stati scritti nel test, ho dato delle risposte basate sul poco che so e non mi sembrano campate in aria. Affermi che la sperimentazione animale non è tortura... Io mi riferivo alla sperimentazione animale che implica la sofferenza di animali, e sarei d'accordo con la sperimentazione che non implica sofferenza se questa veramente fosse indispensabile.
Il dibattito sulla sua utilità è inutile basarlo sulle frasi generiche che hai detto. Le risposte sono già contenute nel sito che ti ho linkato. Se vuoi argomentare su quelle puoi rispondere punto per punto a quello che trovi su www.ricercasenzaanimali.org.
Forse lo hai già fatto interamente sul tuo blog "In difesa della sperimentazione animale", che dolo da poco ho iniziato a leggere e che credo leggerò interamente a breve.
...Ma il punto centrale del mio articolo, che rispondeva al cosiddetto "test di coerenza" non era neanche questo: era, appunto, la coerenza.
Ripeto, a quel test mi sembra di aver dato una risposta a tema, e con l'occasione ho voluto sottolineare il modo poco intelligente con cui è stato formulato. Se e quando non dovessi sentirmi più coerente in base ad argomentazioni che riterrò valide, cambierò comportamento / opinioni / atteggiamento; per adesso, stando a ciò che per me significa essere coerente, lo sono... A dispetto di ciò che risulterebbe da quel test, che come ho spiegato è inattendibile e di cui sconsiglierei la diffusione anche agli stessi sostenitori della sperimentazione animale.

Anonimo ha detto...

insomma preferisci considerarti ignorante piuttosto che in mala fede. Ciò è senz'altro molto nobile. Ma ciò non toglie che un presupposto fondamentale del tuo discorso fosse appuunto che la SA non serva e sia addirittura antiscientifica. Presupposto senz'altro sbagliato, e perdonami se non aggiungo il "secondo me" perché ne sono abbastanza sicuro da poterlo omettere.
Ciò detto, sì, ti assicuro che la maggior parte degli animali muore generalmente poco dopo la nascita (dopotutto era in gran parte così anche per l'uomo, fino a una cinquantina d'anni fa). malattie, infezioni, difetti gentici, predazione sono alcune delle cause. Nessun animale in natura arriva alla vecchiaia; quelli più fortunati, dopo una dura selezione, arrivano alla riproduzione, e muoiono di qualche malanno poco dopo la fine del periodo fertile.
Entrando nel merito, io trovo che il test di coerenza in questione troverà molti del tutto tetragoni. L'incoerenza di opporsi alla morte di qualche ratto per la SA quando si approva che ne muoiano cento volte tanti durante le disinfestazioni o nella lotta alle pesti è incoerente. E che le disinfestazioni possano essere fatte con pace, baci e fiorellini esiste solo nella fantasia di Peter Singer, che per altro pretenderebbe che si trovino metodi incruenti per le disinfestazioni senza fare ricerca su animali per ottenerli. Con la bacchetta di Harry Potter, insomma.
In generale, la preoccupazione per la salute dei ratti di laboratorio non può che apparire sproporzionata se guardata con un minimo di obbiettività. Anche senza tirare fuori i bambini dell'Africa, si potrebbe almeno cominciare col non allevare gatti per fare qualcosa di molto più concreto, visto che un gatto ammazza di solito più di un animaletto al giorno e come carnefice supera dunque di gran lunga noi ricercatori. Oltre a vivere in belle case piene di topi, in pace e armonia con loro.
Un po' più complesso è il discorso sui farmaci, ma non poi così tanto. Se dici alla casa farmaceutica che tu i suoi farmaci li comprerai sempre e comunque, anche laddove siano ottenuti con metodi che reputi immorali, allora non stai facendo proprio niente per combattere la tua battaglia. Non vedo come si possa pretendere che lo facciano gli altri.

Marco ha detto...

Riguardo agli animali in natura: se vuoi dire "ti assicuro" potresti almeno citarmi una fonte o un biologo / veterinario di tua scelta a cui chiedere conferma. Ma anche nel caso ciò sia vero, ho già dato una risposta sopra.
Riguardo alla disinfestazione senza veleno, ciò che ho scritto è ispirato a un metodo realmente esistente descritto qui: www.disinfestazioneecologica.it/derattizzazioni/derattizzazioni_ecologiche.php, dove si parla di trappole che, aggiungo io, potrebbero essere migliorate con un dispositivo che dà scariche elettriche (non mi pare una roba da Herry Potter).
Riguardo al messaggio per le case farmaceutiche, se dici a uno che acquista farmaci "non stai facendo nulla per combattere la tua battaglia" significa che credi che il boicottaggio dell'acquirente sia l'unico mezzo, mentre non è così. Esistono le petizioni, le manifestazioni, le proposte di legge, i referendum, etc.

Marco ha detto...

Altra cosa: per quanto io possa trovare importante questo argomento, la cosa migliore per me è acquisire informazioni in modo più veloce e meno ridondante possibile. Ho visto che è uscito da poco il libro "tutto quello che dovresti sapere sulla vivisezione
ma non vogliono che tu sappia" di Stefano Cagno, medico membro della LIMAV. Ho pensato di ordinarlo e farlo inviare direttamente a te (puoi fornirmi via email un indirizzo civico utile diverso dal tuo, se ci tieni a rimanere anonimo: marco@psicoperformance.com), così eventualmente puoi rispondere qui o sul tuo blog alle tesi di Stefano Cagno. Il libro potrebbe non essere un semplice "brodo allungato" delle affermazioni che hai citato nel tuo articolo "La FantaFarmacologia della LIMAV".

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