Attingendo alle informazioni che Maria Laura Cattinari, presidentessa dell'Associazione Libera Uscita, ha dato l'altro ieri a Modena in occasione dell'incontro "Il rispetto della persona e il suo diritto all'autodeterminazione", chiarisco alcuni aspetti riguardanti la possibilità che gli italiani hanno di far valere le proprie disposizioni sul fine vita secondo la legislazione ad oggi in vigore.
- Non esiste un vuoto normativo nel nostro ordinamento per quanto concerne il diritto all'autodeterminazione. Come ha ricordato spesso il Prof. Stefano Rodotà, esistono gli articolo 2,3,13,32 della Costituzione, ed esiste la Sentenza 438 del Dic. 2008 della Corte Costituzionale in cui si dice che il diritto all'autodeterminazione "è un diritto fondamentale della Persona"; esistono varie sentenze della Cassazione tra cui quella sul caso Englaro, da cui si deduce il riconoscimento della validità delle dichiarazioni precedentemente espresse ed in cui, come noto, i cosiddetti NIA (nutrizione, idratazione artificiali) vengono riconosciuti per quello che sono, cioè delle terapie a tutti gli effetti che come tali esigono il consenso dell'interessato per poter essere avviati.
- Ciò che manca è il regolamento secondo il quale poter esercitare questo nostro diritto. Per questo si voleva una Legge sul Testamento Biologico, una legge che fissasse le regole più semplici e meno onerose per il singolo e la collettività a garanzia del rispetto della volontà della Persona ed anche a tutela dei medici che quella volontà intendano rispettare.
- Nell'assenza di una legge specifica sul Testamento Biologico ed in presenza al contrario di un vero e proprio attacco al nostro diritto all'autodeterminazione attraverso il Ddl Calabrò, giustamente ribattezzato "Bagnasco-Calabrò", la società civile si è mobilitata rivolgendosi all'Istituzione più vicina ai cittadini, cioè al Comune che non solo ha competenze in materia sanitaria ma è anche delegato dallo Stato a fornire servizi ai cittadini. Così si è giunti all'istituzione dei Registri Comunali dei Testamenti Biologici. (a Modena funziona dal Giugno del 2010 ed è il Registro che, in Italia, ha totalizzato il maggior numero di depositi, circa 170. Possono sembrare pochi ma non lo sono...) Il deposito del proprio Testamento Biologico presso il Registro Comunale dà certezza di data e firma alle nostre volontà anticipate sulle cure. Ed è il caso di ricordare che l'attuale Codice deontologico dei medici (nella sua ultima revisione del Dic. 2006) all'art. 38 "Autonomia del cittadino e direttive anticipate" dice, tra l'altro: "il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, deve tenere in conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato", con ciò assumendo quanto previsto dall'art.9 della Convenzione di Oviedo.
- ...Quindi attualmente noi possiamo esercitare il nostro diritto all’autodeterminazione terapeutica anche oggi per domani, in caso di incapacità di intendere e di volere o di incapacità a comunicare, stendendo le nostre DAV (dichiarazioni anticipate di volontà) e depositandole presso il Registro comunale dei Testamenti Biologici. Figura chiave è e sarà il nostro Fiduciario da noi nominato quale garante del rispetto delle nostre volontà. Questi dovrà rapportarsi coi medici, chiedere l’inserimento in cartella clinica delle nostre DAV e, qualora trovasse una sostanziale indisponibilità a seguire le direttive precedentemente formulate, potrà far ricorso al Giudice Tutelare per chiedere, sulla base del Testamento Biologico prodotto, di essere nominato Amministratore di Sostegno della Persona in stato in incapacità di intendere e di volere e di essere autorizzato dal Giudice a negare il consenso alle terapie dal suo amministrato rifiutate, conformemente alla Legge Cendon del 2004. Nulla vieta al Fiduciario di far presente al medico la sua intenzione di inviare un esposto all’Ordine dei Medici o addirittura di procedere ad una denuncia presso il Procuratore delle Repubblica esponendo i fatti (si potrebbe ravvisare il reato di violenza privata).
Tutto questo ad oggi. Se invece dovesse (speriamo di no) diventare legge il liberticida, incostituzionale e crudele Ddl “Bagnasco-Calabrò”, allora il nostro diritto all’autodeterminazione, che la Consulta ha riconosciuto quale diritto fondamentale della Persona, verrebbe completamente annullato e non solo per quanto riguarda il fine vita ma, in certa misura, anche per quanto concerne il Consenso Informato della persona competente. In questo secondo disgraziato scenario gli strumenti nelle nostre mani non potrebbero che essere due: ricorsi alla Corte Costituzionale e/o referendum abrogativo.
Alla pagina dell'Associazione Libera Uscita
COMUNI ITALIANI CHE HANNO IL REGISTRO PER IL TESTAMENTO BIOLOGICO
Alla pagina dell'Associazione Libera Uscita
sono indicati tutti comuni italiani in cui è stato
istituito un registro per il testamento biologico.
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