26 dicembre 2014

"Ormai a questa età": i Mister RassegnazioneComodone

Questo articolo di primo acchito potrebbe sembrare adatto al mio sito sull'evoluzione personale www.psicoperformance.com. E invece no. Su Psicoperformance.com do consigli a chi ha voglia e intenzione di fare e cambiare qualcosa per innalzare la propria qualità di vita e magari dare ad essa una nuova direzione. Ecco perché scrivo ciò che sto per scrivere qui su OPIDOS. Perché OPIDOS è il blog in cui più che altro faccio delle osservazioni e dico mie opinioni, senza intento o speranza che il lettore cambi idea. Il tipico lettore di OPIDOS non cambia idea: se era d'accordo con me prima di leggere l'articolo semplicemente si compiace del fatto che io la pensi come lui, mentre se non era d'accordo con me difficilmente si fa convincere, visto che scrivendo io inveisco pesantemente contro di lui, ritenendolo un caso disperato, una piaga sociale, un delinquente da rinchiudere o tutte le precedenti.

...E ciò è ancor più vero
se si parla del pirla
fintamente sincero
che scodella la perla:

"Se fino all'età di X anni sono stato abituato a fare/essere così, dubito ci sia qualcosa che mi possa far cambiare"

Ho detto sopra "fintamente sincero", perché questo tipo di esternazione non la fa chi è impossibilitato a cambiare causa limiti di età (?!), ma chi di fronte alla stessa questione anni prima avrebbe sicuramente accampato un'altra scusa (ad esempio "Mah, magari ci penserò fra un po' di anni"). O semplicemente avrebbe scelto la strada della sincerità, ammettendo di non aver voglia di cambiare.

Ma anche ammettendo per assurdo che la suddetta perla corrisponda a verità, quella rassegnata decisione non ha ragione di essere.

Infatti per l'evoluzione personale non si può ragionare come un ragazzo delle scuole superiori che a maggio dice: "Tanto ormai non ce la faccio a recuperare le insufficienze, quindi posso anche smettere di studiare perché boccerò di sicuro".

Per l'evoluzione personale è diverso:

- Non c'è un "sei" da raggiungere a pena di bocciatura. C'è semplicemente da fare il più possibile

- L'avanzamento è "quantico", cioè non è che in pagella prendi cinque oppure sei senza possibilità di una via di mezzo. Ogni passo avanti ha un valore, ogni mezzo passo avanti ha un valore, ogni decimo di passo avanti ha un valore e ogni intenzione di fare un passo avanti avrebbe di per sé un valore anche se non producesse un risultato (ma in realtà lo produce comunque, pur minimo)

- Se non hai mai provato a cambiare non sai quanto è facile né quanto è difficile. Se ci hai provato comunque non puoi sapere quanti e quali altri approcci adatti allo scopo esistono e che non conosci ancora.

Quindi se affermi di non poter cambiare a causa della tua annosa abitudine ad essere ed agire in un certo modo, il tuo nome e cognome d'arte è Pigrobugiardo Rassegnazionecomodone.

25 dicembre 2014

Piano-bar per l'ultimo dell'anno: se il pubblico è eterogeneo

La notte di San Silvestro è la tipica situazione in cui un piano-barista, con la sua performance canora e con l'attività di DJ dopo mezzanotte, deve accontentare un pubblico composto da persone di età e gusti differenti. Magari questo articolo può essere di aiuto a chi sta per cantare e mettere musica per la prima volta al cenone dell'ultimo dell'anno in un ristorante...

Ma chi sono io per parlarne a ragion veduta?

Ad eccezione di due anni fa, negli ultimi 18 anni ho sempre passato San Silvestro in mezzo a microfoni e casse acustiche. A volte l'andamento della serata-nottata ha sfiorato la perfezione, altre volte ho incontrato difficoltà piccole e grandi, tutte comunque utili a capire cosa fare e non fare nelle successive occasioni, cosicché da un bel po' di tempo l'ansia del "chissà se andrà bene... speriamo di piacere" è fortunatamente per me solo un lontano ricordo.

COME ACCONTENTARE UN PUBBLICO ETEROGENEO?

Annoso problema del San Silvestro è capire come accontentare le persone di tutti i tipi contemporaneamente...

Io ho trovato un modo che ha sempre funzionato:

1) Cantare per la maggior parte canzoni che sono uscite in un arco di tempo che va dai 25 anni fa ai 5 anni fa...

2) ...E ad esse sommare canzoni che, indipendentemente dal fatto che siano conosciute oppure no, non possono non piacere. Questo significa che l'ascoltatore se conosce il pezzo è contento; se non lo conosce, lo ascolta volentieri e mi applaude per la sua esecuzione (è l'effetto che praticamente si ha nel sentire una canzone che ci piace durante il Festival di San Remo).

3) Ad ogni modo è consigliabile avere un repertorio vasto, molto vasto.
Cioè: benissimo, anzi indispensabile avere una scaletta di canzoni previste (il cui ordine viene lì per lì variato a seconda di ciò che dice l'intuizione su cosa potrebbe piacere in quel momento a quegli spettatori)... MA è buona cosa e aggiunge un tocco di qualità poter fare canzoni a richiesta. La persona del pubblico è contentissima se chiede il suo pezzo e questo due minuti dopo viene eseguito. Ed è contenta magari anche la persona a cui l'ha dedicata ed inoltre tutti coloro che stanno ascoltando sono compiaciuti dell'atteggiamento del piano-barista, disponibile ad una interazione.

IL MOMENTO DEL CONTO ALL'ARROVESCIA

Io ho creato un file da far partire in un momento ben preciso (a circa 4 min da mezzanotte), in modo che quando manca 1 minuto a mezzanotte si crei l'atmosfera del conto all'arrovescia (rullo di tamburi) e che allo scoccare esatto della mezzanotte parta una musica "celebrativa", adatta ai baci-abbracci-auguri.
Questa musica dura circa 3-4 minuti, durante i quali nessuno è interessato a ballare né a sentire il piano-barista cantare: è appunto il momento degli auguri e subito dopo il momento della torta.
Il che non significa che si possa cantare una canzone a caso: deve preparare l'atmosfera al ballo. Quindi per 10 minuti le canzoni devono essere sprintanti ed ammiccanti al clima di festa.

IL BALLO DI DOPO-MEZZANOTTE

Stappato lo spumante, brindato, mangiato il dolce, spostate un po' di sedie se necessario, è il momento di ballare.
Anche qui, come accontentare tutti, così diversi fra loro?

I sistemi sono fondamentalmente due, e partono dal presupposto che le persone si dividono non tanto in giovani e meno giovani, quanto in

1) "persone per le quali è normale un po' ballare e un po' riposarsi"

Questa prima categoria ci permette di alternare: ad esempio se ti accorgi che c'è un gruppo che vuole ballare il liscio e un gruppo che ama la musica latino-americana-disco, la cosa migliore è mettere una delle due tipologie (a seconda di quante e quali persone in quel momento sono sedute e quante e quali sono in piedi), e passare all'altra quando si vede che il primo gruppo di ballerini è stanco:
si alzerà il secondo gruppo*.

Poi, secondo lo stesso criterio, si tornerà al primo.
Il bello di questo metodo è che nessuno dei due gruppi si lamenterà: quello di persone stanche dirà "Finalmente ho una scusa per riposarmi" e quello di persone che aspettavano la loro musica dirà "Finalmente posso ballare anch'io".

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* Attenzione: il fatto che si alzi il secondo gruppo non è una cosa scontata. Affinché accada devi mettere, fra tutte le canzoni di quel genere, una delle più coinvolgenti.
Le canzoni più coinvolgenti di un dato genere vanno tenute come "riserva" per i momenti più difficili:
- quando vuoi che si scollino dalla sedia e prenda loro la voglia di muovere il sedere
- quando vuoi dare un surplus di energia perché ti sei accorto che si stanno un po' ammosciando, probabilmente perché non contentissimi dell'ultima canzone che hai messo

2) Gli "irriducibili ballatori instancabili"

Ci sono poi persone per le quali il problema sussiste poco o non sussiste: gli irriducibili ballerini instancabili. Sono quelli che balleranno sempre qualsiasi cosa, indipendentemente dalla loro età. Anzi, il problema è l'opposto: sarà il gestore a dover dire al piano-barista "Ok, metti un'altra canzone e poi basta, perché questi ballerebbero fino a mezzogiorno".

E SE IL PUBBLICO NON HA VOGLIA DI BALLARE?

Può anche verificarsi un'altra eventualità, non poi così rara a dire il vero. E cioè il caso in cui la maggior parte dei convenuti amino non tanto ballare quanto cantare. Bisogna essere preparati anche a questo, perché non c'è personaggio più triste di un DJ che vuole per forza far ballare chi ha voglia di fare altro.
In tal caso è bene dare la possibilità di consultare la lista di canzoni per un bel karaoke alternato con canzoni cantate dal piano-barista.
Ripeto: alternato a canzoni cantate dal piano-barista. È un particolare importante, perché non si deve fare l'errore di far divertire 4 persone che vogliono cantare e farne rattristare altre 70 costringendole ad ascoltare voci stonatucole.
Naturalmente è fondamentale saper a tenere ordine per evitare che qualche brillo possa fare danni agli strumenti, e riuscire a farlo allo stesso tempo con gentilezza e fermezza.

Spero che questi consigli ti siano stati utili se sei un piano-barista alle prime armi.
Se invece sei un ristoratore e vuoi contattarmi per una serata, allora puoi scrivermi a codisilver@gmail.com.

Buon anno e buona musica!!

18 dicembre 2014

Credi alle bufale e le diffondi? Ecco cosa meriteresti

Scrivo questo articolo per dare, per quello che posso, un po' più di meritata visibilità alle parole di un utente che sono sì pubblicate su una pagina di un famoso blogger, ma risultano d'altra parte imboscate fra tanti commenti.

Il 20 febbraio 2013 usciva sul blog di Paolo Attivissimo uno dei tanti articoli che facevano chiarezza sul fatto che la storia di Facebook che fra poco diventa a pagamento era una bufala.
Fra i tanti commenti ci fu quello di Alberto, che diceva di non saper rispondere a una sua amica, curiosa di sapere "perché partono ste bufale". E la risposta di Replicante Cattivo, che mi è piaciuta assai:
Rispondile così: dille che per un singolo cretino che si inventa (o ripropone) una bufala, ce ne sono diverse migliaia che ne alimentano la diffusione. Questo vuol dire che il problema non sono quelli che creano le bufale, ma quelli che abboccano e le diffondono: la sproporzione è evidente.
Se nel mondo ci fossero solo gli ideatori di bufale, senza boccaloni che condividono impulsivamente, queste non durerebbero a lungo.

I boccaloni che, per lavarsi le mani, se la prendono con il presunto ideatore (immaginandolo come un genio del male) sono paragonabili a quelli che prima raccontano a tutti un pettegolezzo o una diceria, poi se la prendono col barbiere che l'ha raccontata. Ma se nessuno raccontasse le cazzate dette dal barbiere, queste rimarrebbero confinate nel suo locale.

[citando l'utente Unorthodox Behaviour] Ogni volta che vedo un simile post sulla mia bacheca divento sempre piu' convinto che a chi diffonde questo ciarpame dovrebbe essere impedito l'accesso non solo a internet ma anche a qualsiasi strumento di comunicazione piu' evoluto del piccione viaggiatore

Nonchè al diritto di voto.

Ricordiamoci che questa è la stessa gente che anni fa cliccava su qualsiasi cosa prometteva loro di scoprire chi visitava il loro profilo, chi salvava le loro foto, account "oro, incenso e mirra", chat VIP e altre menate simili...e di cui evidentemente si è dimenticata. E la memoria corta non fa bene a un popolo che ogni TOT anni va a votare.
Perfetto così. Non aggiungo altro.

...Se non il fatto che... oggi, cioè quasi 2 anni dopo, vedo nella mia bacheca di FB il nuovo allarme sotto forma di link ad un articolo che riciclava la stessa spazzatura. "Facebook a pagamento: da gennaio costerà 3 euro al mese". E dopo aver commentato linkando uno dei tanti articoli che spiegano che si tratta di una bufala (anche quest'anno), vedo che la FB-friend risponde "Io ci credo". E io pensando alle prossime elezioni provo parecchia angoscia.

AGGIORNAMENTO:

Il noto giornalista LeFou ha poche ore fa postato su Facebook una buona notizia:
Ora potete segnalare le notizie false su Facebook!Yuhu!(funziona solo per le condivisioni, non per i post originali, ma così avrete un'arma per combattere i vostri "amici" che diffondono stupidaggini e proteggerete anche gli altri)

Nessuna notizia invece della FB-friend che ha diffuso la notizia falsa. Eppure dovrebbe aver visto il mio secondo commento, dove linko quest'altro articolo, che dà info e spiegazioni ancora più chiare... Beh, non mi resta che approfittare della nuova funzionalità di FB.
...
Ecco fatto. Subito dopo la segnalazione Facebook mi dice che posso, fra l'altro, scrivere un messaggio alla persona che ha pubblicato una notizia falsa. L'ho appena fatto, scrivendo:
"Ciao. Questa bufala è la replica di altre identiche che giravano anche negli anni passati. Penso che quando ci si accorge di aver dato una notizia è falsa si dovrebbe rettificare o per lo meno rimuovere il post."
Vediamo che succede.

...aggiornamentino:   ha cancellato il post e mi ha ringraziato.

15 dicembre 2014

A Lamentopoli, dove la colpa è sempre di qualcun altro

Ce l'hai presente, no?
Ce l'hai presente che, com'è ladro anche chi regge il sacco, è delinquente anche chi paga una persona per commetterlo. Ma certo che ce l'hai presente se hai più di 6 anni.

Ma... non è che, pur avendocelo presente, tu faccia finta di scordartene quando ti fa comodo, vero?

Perché se no sei un cittadino di Lamentopoli, provincia di Tirosasso Nascondo Lamanopoli. Uno di quelli che la colpa è sempre di qualcun altro.
In tal caso hai un grave problema: sei disposto a cambiare, ma solo dopo che saranno cambiati quegli irresponsabili di Tizio, Caio e Sempronio, che quindi secondo il tuo stesso pensiero potrebbero benissimo dire la stessa cosa di te.
Il tuo problema sei tu, che fingi che il problema siano gli altri.
Il tuo problema è che non sei disposto a muovere un dito per cambiare, perché il poco di energia, soldi e tempo che dici di avere li devolvi interamente a dar fiato alla bocca su quanto sia tutto da rifare.

E invece non è che tutto sia da rifare.
Va bene anche non tutto, ma semplicemente qualcosina. Cominciando dal capire CHI lo deve fare. Ti do subito la soluzione: TU.

Una volta mosso il suddetto primo passo, e cioè capire, potresti muovere il secondo. E cioè? Qualcosa che devi fare? Oh, no. Non ancora. Non avendo mai mosso un dito, è bene essere cauti. Andiamoci piano. Ci vuole un esercizio propedeutico: ti propongo semplicemente di pensare. Se lo fai davvero, c'è caso che domani l'ispirazione su cosa devi fare arrivi di conseguenza.

Pensa a tutte le volte che ti lamenti del governo, ma si tratta del governo che tu hai votato, perché ti piaceva un altro partito che però "si sa già che prenderà pochi voti e allora è inutile votarlo". Hai scelto di far parte del problema.

Pensa a tutte le volte che hai detto "Eh, bisognerebbe che questa regola la mettessero come legge, perché se la seguo solo io è inutile". Hai scelto di peggiorare un po' il tuo mondo anziché migliorarlo un po'.

Ricordati la tua voglia di cambiare argomento dopo aver notato che lo sguardo di maiali o vitelli trasportati su un camion era lo stesso sguardo umano del tuo cane, sapendo che questa realtà l'hai decisa tu acquistando e mangiango ragù e prosciutto. Tu sei il mandante.

Ricordati la tua voglia di cambiare argomento quando compri un prodotto di una multinazionale che selvaggiamente in altre parti del mondo distrugge foreste e fa assassinare sindacalisti. Tu approvi tutto questo. Mentre dai i soldi alla cassiera stai dicendo loro "Ok, continuate così". E non è una metafora. È esattissimamente quello che stai facendo.

Pensa a quanto poco hai indagato sul motivo per il quale è stata licenziata la persona che stai sostituendo nel tuo nuovo posto di lavoro. Se è accaduto per una causa ingiusta, tieni presente che se l'hanno licenziata è perché possono prendere una persona come te che subito la sostituisce. Hanno commesso questa ingiustizia grazie a te.

Pensa a tutte le volte che hai detto "Ma tanto se non lo faccio io lo farà qualcun altro". Il tuo comportamento (quando portato avanti dagli altri) è quello di cui ti lamenti.

In tutto questo, se non altro, c'è una cosa assolutamente giustissima e bellissima: per ogni questione,

in ogni momento puoi scegliere di essere parte della soluzione o parte del problema, indipendentemente da quanto tu sei influente.

Se scegli la seconda opzione, allora ogni volta che ti lamenti di un qualsiasi problema senza aver mosso un dito per fare anche il minimo passo verso il miglioramento, questa è la risposta che mi sento di darti: il mostro che dici di voler morto è lo stesso a cui ogni giorno dai da mangiare.

Non lamentarti di ciò che viene fatto. Sei tu il mandante. Ti hanno solo obbedito. Hai quello che ti meriti. E le colpe che attribuisci ad altri sono tue.
Passo e chiudo.

Ah, salutami Lamentopoli, stupenda città dove splende il Sole, con tanti bei monumenti e tanta bella gente e dove si mangia benissimo... chi può, finché può.

La bufala della depressione che non è segno di debolezza

Ho visto poco fa una delle tante catenine di Sant'Antonio feisbucchiane. Un JPG con sfondo viola, un logo poco visibile e le seguenti scritte:

Depressione, ansia e attacchi di panico non sono segno di debolezza. Sono il risultato del tentativo di aver cercato di essere forte per troppo tempo. Vuoi lasciarlo sulla tua bacheca per almeno un'ora? La maggior parte della gente non lo farà, ma è la settimana della salute mentale! Uno su tre di noi altri ne soffrirà in qualche momento della sua vita per aver cercato di essere forte per troppo tempo. Su richiesta ho provveduto al copia e incolla perché ritengo che la depressione sia un problema da non sottovalutare.

Ho commentato facendo presente che uno dei segni che ti fanno identificare istantaneamente una bufala è leggere che "è la settimana" di qualcosa senza specificare quando, cosicché la notizia gira per X anni di seguito.

Ecco cosa ha risposto il condivisore mio FB-friend:

Se è una bufala o no non mi importa. È il senso che conta.

Niente affatto. NIENTE AFFATTO, diamine.
Come fa a decidere sulla bontà di un messaggio una persona non esperta in materia? Per prima cosa guarda chi lo ha scritto e come si sta comportando. Anche se ti trovi in terra straniera, puoi renderti conto del fatto che la persona più adatta a cui chiedere dove si trova la scuola di tiro con l'arco non è certo un signore con occhiali scuri che cammina agitando un bastone bianco.

Posso avere il ragionevole sospetto che "il senso che conta" possa contare dieci o contare zero a seconda del modo in cui viene presentato. Questo non significa necessariamente che il messaggio contenga il 100% di informazioni false e consigli controproducenti, ma significa che non è affidabile, ovvero potrebbe essere così come non esserlo. Cinquanta per cento. Stessa affidabilità che dire "fra 5 anni a quest'ora pioverà". Può esser vero o falso; leggere quel messaggio o non leggerlo è la stessa cosa, ovviamente tranne la perdita di tempo per averlo letto e un po' di tristezza per il credulone che pensava di far buona cosa a diffonderlo.

Ho detto 50%, ma sono stato troppo buono. In realtà da chi scrive messaggi in un certo modo non si ha motivo di aspettarsi la sagacia di reperire informazioni da fonti affidabili anziché inventarli di sana pianta o riportarli per sentito dire da chi se li è inventati mentre si aspirava una canna col naso.
E se pronunci delle tesi che ti sono venute in mente mentre aspiri una canna col naso, quante probabilità su 100 ci sono che tale tesi corrisponda al vero? Molto meno di 50, ho timore.

Andando nel merito del suddetto messaggio (ma anche di tanti di altre catenine di Sant'Antò), notiamo, senza bisogno di essere esperti in materia, dei guai comunicativi che mettono in gran dubbio l'affidabilità dell'autore:

"Sono il risultato del tentativo di aver cercato di essere forte per troppo tempo"

Chissà cosa significa "essere forte". 100% retorica (spicciola), 0% consigli chiari su cosa fare e non fare.

"è la settimana della salute mentale! Uno su tre di noi altri ne soffrirà in qualche momento della sua vita"

Uno di "noi altri" soffrirà di salute mentale? Bellissimo.

Inoltre l'autore snocciola la solita sfiduccia pateticuccia codadipaglierina

"la maggior parte della gente non lo farà".

Oh ma quanto mi fai sentire in colpa! Più efficace di un cagnolino pelosone di quelli che hanno gli occhi tristi anche quando stanno normale. Mi tocca condividerla, adesso. Sì, ciao.

E dai, questa roba secondo me mica aiuta contro la depressione. La fa venire. Per via di chi l'ha scritta e per via di chi la condivide.

Insomma, l'autore del messaggio potrebbe essere un intelligentissimo essere umano di 4 anni che, essendo un bambino prodigio, ragiona come un undicenne che ha voglia di sembrare un un piccolo Budda Buddino de noiartri. Apprezzabile, ma direi non abbastanza per garantire che non abbia sparato che sciocchezze.

Dunque ora condividi questo articolo commentando il post de quo se malauguratamente ti è capitato di vederlo. E se non ti è ancora capitato, condividilo su FB e G+ come misura preventiva.

...Perché se voglio sapere cosa sono depressione, ansia e attacchi di panico, e se voglio avere consigli davvero utili per risolvere problemi del genere, mi sa che chiederlo a una persona con un nome e un cognome e un motivo per ritenerlo esperto in materia è sempre meglio che affidarsi a un anonimo bimbominchia che ha scritto un JPG su Facebook con buffa sintassi che però l'importante è il senso... e che purtroppo ha ottenuto discreto successo fra i condivisori facili; con uno di questi ho discusso brevemente cercando di spiegargli quanto sopra ma non ho ottenuto gran successo, dato che ha deciso di cancellare i miei commenti.

Allora lo dico in questo blog, mia libra valvola di sfogo: questo salire sul carro dei vincitori del boccalone d'oro condividendo catenine che l'importante è il senso, lo dico perché per me è importante, mi fa senso.

11 dicembre 2014

Facebook censura i nudi anche quando è arte. E che dovrebbe fare?

Nota: questo articolo è stato originariamente scritto prima di una importante modifica delle condizioni di utilizzo di Facebook. Vedi aggiornamento in fondo.

La pittrice americana Aleah Chapin ha dipinto nudi a scopi non certo libidinosi. Si tratta infatti di corpi di persone in età alquanto avanzata. Li aveva pubblicati, fra l'altro, nella sua pagina Facebook, il cui staff però l'ha chiusa in quanto i nudi su Facebook sono proibiti. 

Non voglio dire che gli impiegati di FB fanno sempre bene il loro lavoro: a volte le loro decisioni mi sono parse davvero sconcertanti. Ma non in questo caso.

Ci sono dipinti fatti da bravissimi artisti che rappresentano dei rapporti sessuali. Quella è arte. Però è proibita su FB, perché su FB non si possono mettere immagini che rappresentino rapporti sessuali. Ricordiamoci che anche il cinema è arte, e non ho dubbi che qualcuno potrebbe dire "Ma questo è porno d'autore, guarda che inquadrature, guarda che espressività, guarda lo sguardo di lei mentre lecca, cosa trasmette..."

Mio fratello chirurgo plastico ha una pagina Facebook dove mostrava dei seni di alcune sue pazienti prima e dopo l'operazione (naturalmente senza mostrare i volti e quindi garantendo loro la privacy). Lo staff di Facebook gli ha intimato di togliere quelle foto perché i nudi non erano permessi. Eppure si trattava di foto utili a chi voleva farsi un'idea della riuscita di un certo tipo di chirurgia, che venivano visualizzate solamente da persone iscritte alla sua pagina fan.
Ma forse Facebook non ha potuto o voluto dedicare un budget abbastanza grande per pagare un numero di ore lavorative necessarie a che i suoi impiegati ponessero attenzione alla liceità di quel nudo e alla non liceità di quell'altro.

Del resto è gratis per gli utenti privati, e anche per aziende e per gli artisti farsi creare su Facebook sia un profilo privato, sia una pagina fan, sia un gruppo. Quindi nessuno può lamentarsi: una regola può piacere oppure no, ma se viene messa e di tale regola l'utente viene avvertito quando si iscrive a un social network o a un forum, etc, è normale che venga applicata.

A parte il già citato problema degli impiegati che, con i migliaia di post da analizzare e non possono stare lì a interpretare per motivi di budget (o forse di scelta di impiegati che costano poco), rimane il fatto che il risultato della loro interpretazione troverebbe alcune persone d'accordo e alcune persone contrarie. Quindi tanto vale far rispettare la regola per com'è scritta.

Che non è "I nudi sono proibiti, tranne i casi in cui possono essere interpretati come arte", o "i nudi sono proibiti tranne i casi in cui sono dipinti e non fotografati".
La regola è "I nudi sono proibiti".
Anche perché esiste l'iperrealismo, genere nel quale la pittura è realizzata così bene da sembrare una fotografia, mentre le fotografie possono essere elaborate con vari software per farle sembrare pitture...

AGGIORNAMENTO del 27.3.2015

Come ho appreso da questo articolo di Paolo attivissimo, le regoledi FB sul nudo sono attualmente così descritte:

Rimuoviamo le foto dei genitali delle persone o che ritraggono fondoschiena completamente in vista. Rimuoviamo anche le immagini di seni femminili dove è visibile il capezzolo, ma permettiamo sempre la pubblicazione di foto di donne che allattano o che mostrano il seno con cicatrici causate da una mastectomia. È permessa anche la pubblicazione di fotografie di dipinti, sculture o altre forme d'arte che ritraggono figure nude. Le restrizioni relative alla visualizzazione di nudità e alle attività sessuali si applicano ai contenuti creati digitalmente a meno che non vengano pubblicati a fini educativi, umoristici o satirici. Sono vietate le immagini esplicite di rapporti sessuali. Anche le descrizioni di atti sessuali che entrano troppo nel dettaglio potrebbero essere rimosse.

Uhm... Distinguo fra dipinti e foto? E che dire dell'utente che prende una foto e la pubblica dopo averla leggermente modificata in modo da farla sembrare un dipinto grazie a un effetto di un software di editing grafico? E che dire dell'iperrealismo?

04 dicembre 2014

Tu NON sei un commerciale.

È possibile che ci sia gente che non conosce il nome della propria professione?
Tu dici "Sono un commerciale".

Uuuuuh. Lui è un commerciale.
Davvero sei un commerciale?
Ma sì, dai. Può darsi.

Così come può darsi che quel signore vestito di verde che ho visto in sala operatoria sia un chirurgico.
E che quella signora che dà lo straccio per le scale del mio palazzo sia un'igienica.
E che un signore che si fa pagare per disegnare sia un illustrativo.
E che un gruppo di ragazzi che per mestiere suonano uno strumento siano dei musicali.

Parlo strambo, vero?
Anche tu. Solo che io lo faccio apposta.

Tu parli strambo e non lo sai. Non lo sai che "commerciale" non è un sostantivo. Non lo sai che tu sei un venditore. Oppure lo sai ma lo voi dire, perché te ne vergogni. Perché dicendo il vero nome del tuo mestiere temi di far scappare i tuoi potenziali clienti (renditi conto).
Ma senti me: lo sai davvero quand'è che i tuoi potenziali clienti scappano per aver scoperto che vendi qualcosa? Quando hai scelto un target sbagliato. Tipico errore dei multilevellari, che qualche volta convincono qualche pollo disorientato a intraprendere lo stesso mestiere (educandolo a farlo anche lui sotto le solite mentite spoglie, s'intende), che per un ristretto periodo (prima di abbandonare) gli porterà guadagni alquanto smilzi a conti fatti. Anzi, conti non fatti, perché il multilevellaro ha paura a fare certi calcoli, altrimenti si accorgerebbe che stando al tempo che ha impiegato per convincere il pollo disorientato e poi per motivarlo ha guadagnato circa 3-5 euro l'ora.

Ecco a chi devi nascondere che sei un venditore. Agli inutili polli disorientati.

Ma dai che ciai ragione te.
Perché tu mica vendi. Tu informi. Mica devi convincere nessuno. Devi far conoscere le straordinarie qualità di quel prodotto, che poi si vende da solo.
No, non si vede da solo un prodotto, testa di testone. Perché il prodotto si venda ci dev'essere un venditore che lo vende. Certo, a questo scopo lo deve far conoscere. Il che fa parte della vendita. VENDITA.
Se tu mi dici che non vuoi vendermi nulla significa che vieni da me a presentarmi il tuo fantastico prodotto per il solo fatto che ti sto simpatico e mi vuoi bene, e che se io lo comprerò tu non ci guadagnerai nulla.

È il tuo caso?
NO.
Quindi cosa sei?
Bravissimo. Un venditore.

Che? Ancora insisti che si può dire anche "commerciale" ?

Guarda:



Non c'è traccia di accezione come sostantivo.
È, può essere e sarà esclusivamente un aggettivo. Capisci?
Io non sono un fisioterapico. Sono un fisioterapista.
Mia mamma non ha fatto la didattica. Ha fatto la maestra.

E tu non sei un commerciale. Sei un venditore. Senza offesa.

30 novembre 2014

"La tua voce è musica", una canzone per Laura Pausini

E adesso qualcosa di completamente diverso...

Una mattina di due estati fa ero ancora nel dormiveglia e avevo in testa qualche nota e qualche parola. E insieme la sensazione e la voglia poter scrivere una canzone che parla di una donna in attesa di un bambino/a. Ancor prima di scrivere quella canzone, ancor prima di aver chiare le parole, mi immaginavo la voce di Laura Pausini che l'avrebbe interpretata.

Da tempo avevo abbandonato la SIAE... Mi sono ri-iscritto, ho pagato gli arretrati, ho registrato la mia nuova canzone e dopo qualche ricerca ho incontrato due persone che mi hanno detto che forse potevano far ascoltare questa canzone a Laura. Purtroppo non è successo.

Bah. Io la metto anche qui. Se ti capitasse di incontrare Laura per favore segnalale questo link. Mi faresti un gran piacere!

Altrimenti... semplicemente buon ascolto. Anzi, non semplicemente. Se ti piace falla girare... magari dedicala a una donna che aspetta un bimbo!



--> Link YouTube: http://youtu.be/wwEF3yGJ8cY

--> Scarica cliccando qui lo zip con Mp3, testo con accordi, miei recapiti e base strumentale, nelle versioni originale e aumentata di 1, 2, e 3 semitoni (in alto a destra trovi il pulsante per il download)

Di seguito, il testo della canzone...

Come Ripulire cache di Facebook, anche per i link YouTube!

Come in tanti si sono accorti, riguardo al linkare una pagina web su Facebook può accadere quanto segue:

- Hai scritto un articolo sul tuo blog (o caricato un video su YouTube) e vuoi condividerlo su FB

- Lo condividi frettolosamente senza curarti della scelta dell'immagine e del testo di anteprima, e ti accorgi che FB ha scelto da sé un'immagine (o nessuna immagine) e un testo (o nessun testo)

- Pensi "Eh beh, Facebook ha ragione... non ho messo nel mio articolo nessuna immagine, e lui ne sceglie una a caso fra quelle presenti nel blog / non ho inserito nella "descrizione della ricerca" nessuna parola, e lui quindi non ha messo nessun testo sotto il titolo nell'anteprima.

- Decidi di porre rimedio modificando il tuo articolo, inserendo in esso un'immagine e (nel caso di Blogger) del testo nello spazio "descrizione della ricerca" (o, nel caso del video YT, inserendo una descrizione)

- Su Facebook cancelli il tuo precedente post e ne crei un altro in cui condividi nuovamente la pagina che hai appena modificato (lasciandone invariata l'url)

- Ti accorgi che Facebook, nonostante la tua modifica, continua a presentare la stessa anteprima, identica a quella che compariva subito dopo la tua prima condivisione.

Perché questo?

Perché Facebook, ogni volta che gli dai in pasto un link, salva alcuni dati nella propria cache. Salva l'immagine di anteprima e salva il testo di anteprima. E se qualcuno condivide nuovamente quel link, Facebook non va di nuovo a visitare quella pagina web per deciderne l'anteprima. Mette direttamente quella che aveva salvato, indipendentemente dalle modifiche che quella pagina nel frattempo ha subito. Mi pare di ricordare che questa cache rimanga in memoria per 6 mesi.

E, da una prova che ho appena eseguito, sembra che il salvataggio nella cache di FB avvenga senza bisogno di pubblicare l'articolo. Avviene pochi secondi dopo che hai inserito il link nello spazio per gli aggiornamenti di stato ("A cosa stai pensando?").

COME PORRE RIMEDIO E CAMBIARE L'ANTEPRIMA DELLA PAGINA LINKATA SU FACEBOOK

C'è un modo di ripulire la cache di Facebook per un dato link. Ecco come fare:

1)

Modifica l'articolo sul tuo blog inserendo l'immagine che vuoi appaia in anteprima e (nel caso di Blogger) inserendo nello spazio "descrizione della ricerca" il testo che vuoi appaia in anteprima

Se poi vuoi la (quasi) sicurezza sulla possibilità di avere come anteprima l'immagine da te scelta, fai così:

- se usi Blogger scrivi in modalità "HTML" e inserisci all'inizio del post la stringa

<link href="URL_IMMAGINE" rel="image_src"></link>

sostituendo alla scritta verde l'indirizzo web dell'immagine desiderata, da te precedentemente caricata in rete ad es. servendoti di Flickr. Questa stringa non cambierà nulla di quanto sarà visibile nell'articolo.

link breve a questa immagine: http://tinyurl.com/jk4a4ge

Nota: l'immagine linkata deve essere più grande rispetto a tutte le altre immagini presenti all'interno dell'articolo che vuoi condividere su Facebook, e anche rispetto alle eventuali "immagini fisse" (nella testata, nella sidebar, etc). Inoltre deve in senso assoluto essere sufficientemente grande: se è un'immagine orizzontale deve avere una larghezza maggiore di 660 pixel e un'altezza maggiore di 315 pixel; se è verticale, deve avere una larghezza maggiore di 315 pixel e un'altezza maggiore di 660 pixel.
Nota: si parla di dimensioni dell'immagine caricata e non di quanto grande compaia poi nell'articolo (nell'articolo può essere stata anche ridimensionata).

Altra cosa: se nel tuo articolo è presente l'embedded di un video YT e nessun'altra immagine sufficientemente grande, quando linkerai su FB questo articolo l'anteprima che comparirà nel tuo post potrà essere la stessa anteprima di quel video, ma un po' tagliata in basso e con una inutile banda nera in alto.

- se usi Wordpress vedi questo post


2)

Vai sulla pagina debug di Facebook http://developers.facebook.com/tools/debug

3)

Nell'apposito spazio inserisci l'indirizzo della pagina relativamente alla quale vuoi che la cache di Facebook venga ripulita e aggiornata

4)

Clicca sul pulsante "Debug"

5)

Clicca su "Fetch new scrape information"

5b)

All'interno del riquadro "When and how we last scraped the URL" compariranno gli indirizzi indicati come "Fetched URL" e "Canonical URL" ; ripeti l'operazione "Fetch new scrape information" dopo che nel form in alto hai incollato la suddetta "Fetched URL" e poi stessa cosa con la suddetta "Canonical URL"

5c)

Nel caso si tratti non di un tuo articolo, ma di un tuo video su YouTube, ripeti i passi dal 3 al 5 inserendo sia il link YT lungo che quello corto (forse è sufficiente farlo solo per uno dei due link, ma non ne sono sicuro, quindi nel dubbio...).
Il link lungo è quello che vedi sulla pagina di YouTube mentre il video viene riprodotto, es.
https://www.youtube.com/watch?v=wwEF3yGJ8cY&feature=youtu.be
Il link corto è quello che compare quando clicchi sulla scritta "condividi" (sotto al video), es.
[A proposito... visita il suddetto video e condividilo su FB, se vuoi ringraziarmi di queste istruzioni che ti sto dando!]

6)

Aspetta qualche minuto

7)

Condividi di nuovo il tuo articolo, e vedi se il problema è risolto.
Nota: siamo abituati a vedere l'anteprima dell'articolo pochi istanti dopo aver incollato il link sullo spazio per l'aggiornamento di stato, ancor prima di cliccare su "pubblica". Ma a volte è successo che dopo l'incollaggio del link l'anteprima fosse incompleta (ad es. senza testo piccolo) e dopo aver pubblicato fosse completa. Quindi per verificare occorre proprio pubblicare. Magari una prova puoi farla rendendo il post visibile solo a te.

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Nota: mi sono accorto che almeno per YouTube questo sistema non funziona sempre. Infatti dopo averlo attuato ho scritto sulla bacheca di un mio FB-friend un post con un link di un video YouTube, e l'anteprima compariva tale e quale precedentemente la modifica + "debug". Mi spiace.

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Per scrivere questa guida ho attinto a piene mani a questo articolo di Ernesto di ideepercomputeredinternet.com e ai commenti di Brian.

25 novembre 2014

Fisco: elusioni, evasioni... soluzioni?

Ieri sono andato al negozio di ricaricamento cartucce per stampante. Il gestore con gli ultrasuoni ha gratuitamente risolto il problema della mia cartuccia (testina sporca, non inchiostro finito). Ringrazio, esco e vengo approcciato da un guardio di finanzo che mi chiede se ho pagato qualcosa. Gli spiego l'accaduto, mi chiede se sono sicuro (che fastidio), entriamo nel negozio, rispieghiamo l'accaduto e me ne vado. Coincidenza, rimettendo a posto le cartelle vedo un documento di testo salvato 2 anni fa: ci avevo incollato il messaggio di mio zio sull'argomento "tasse". Glielo ri-invio, lo modifica leggermente e dà l'ok per la pubblicazione. Anch'io rimaneggio un po' per un maggior ordine, e...

Buona lettura.

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ELUSIONE

L’elusione è un modo legale per pagare meno tasse. E allora perché evadere? Con l’elusione è tutto regolare e alla luce del sole. Nessun rischio. Vero, ma una società fantasma (legalmente perfetta) alle Cayman costa sempre alcune migliaia di Euro, per cui se la può permettere solo chi ha in programma di evadere, anzi, eludere almeno centinaia di migliaia di euro, ovvero industriali di medio e grosso calibro; ce ne sono pochi, meno di mezzo milione in Italia e non so se la loro elusione viene conteggiata come evasione. Rimedi? Nessuno praticabile, se non quello di rendere meno appetibili i paradisi fiscali. 

E gli altri? Chi sono gli altri evasori, quelli che non si possono permettere il lusso di eludere? Vedi sotto.

EVASIONE

Gli evasori sono una grande schiera di persone di ogni ceto. Ci hanno pensato in molti a come estorcere loro il maltolto evaso. Risultati scarsi. Sembra che lo strumento più efficace l’abbia trovato l’inventore degli studi di settore… ma di questo ne parliamo dopo.

Ecco chi sono gli evasori...

1. Criminalità organizzata

Come è noto, mafia, camorra et similia fanno affari d’oro senza pagare un centesimo di tasse.

Rimedi?

Semplicissimo: basta mettere in galera i criminali e confiscare tutti i loro beni. Sembra facile a dirsi ma poi la magistratura è così…. democratica, rispettosa delle leggi e garantista! Il giro d’affari è stimato superiore ai 10 miliardi all’anno.

2. Furbetti vari

Ad esempio:
  • Commercianti, che non emettono tutti gli scontrini fiscali.
  • Liberi professionisti (avvocati, medici, ecc.), che emettono parcelle più basse e si fanno dare la differenza in nero.
  • Artigiani, che tralasciano di emettere fatture.
  • Lavoratori dipendenti statali, che avendo un sacco di tempo libero fanno una miriade di lavoretti extra, pagati ovviamente senza emettere ricevuta fiscale.
  • Pensionati, che... Idem come sopra.
  • Insegnanti, che danno ripetizioni rigorosamente pagate in nero.
Soffermiamoci sui primi tre. Con un breve calcolo cerchiamo di capire quanto evadono. Supponiamo che lavorino 200 ore al mese, a 40 euro l’ora lordi (cioè a tale cifra va sottratta quella da versare al fisco e quella da versare obbligatoriamente all'INPS o altro istituto previdenziale). Sono 8.000 euro al mese lordi. Di tale cifra la metà circa dovrebbe andare in tasse e contributi. Ma evadono per una buona metà, quindi invece di versare 2.000 euro ne versano solo 1.000. Il criminale in un anno evade quindi circa 12.000 euro. Forse un po’meno se vuole andare in vacanza e/o se si ammala. Quindi diciamo 10.000 euro.
Moltiplicando tale evasione annua di 10.000 euro per 4 milioni di evasori (all'incirca le partite IVA in Italia fra artigiani, commercianti e liberi professionisti) si ottiene l'enorme cifra di 40 miliardi di euro.

E i lavoratori dipendenti (17 milioni in totale) che hanno un lavoro extra in nero? Sono oltre 3 milioni. Che, sommati ad almeno altri 2 milioni di pensionati extra-lavoratori in nero, fanno 5 milioni.
Cinque milioni di persone che evadono pochi spiccioli a testa, in media solo 4000 euro l'anno. Totale 20 miliardi di evaso. Più della criminalità.

E chi paga tutte le tasse?

Non di rado i dipendenti dicono: “A me le tolgono direttamente in busta paga! Pago fino all’ultimo centesimo!”

D’accordo, però quando dici che guadagni 1.000 euro al mese sei un bugiardo: la verità è che ti danno 2.000 euro e poi tu ne paghi la metà fra tasse e contributi. Quindi comincia a dire che il tuo stipendio è di 1.700 euro mensili lordi.

QUINDI?

“Pagare tutti, pagare meno” diceva un noto sindacalista. Allora ci siamo di già! L’evasione è spalmata abbastanza equamente fra i vari ceti sociali. Però ci sono almeno due categorie che risultano particolarmente penalizzate:

- lavoratori dipendenti che non hanno un secondo lavoro in nero
- disoccupati e sottoccupati senza sussidi e senza ammortizzatori sociali

Questi ultimi però costituiscono una minoranza (non arrivano a due milioni complessivamente), ce ne possiamo anche fregare, tanto mica possono fare sciopero, al massimo bruciano qualche cassonetto dell’immondizia.

In definitiva, oltre la metà della popolazione attiva evade le tasse o comunque trae un qualche beneficio dall’evasione fiscale.

Non dimentichiamoci che il beneficio dell'evasione va anche a una qualunque persona che sia cliente di un evasore fiscale, che abbassa il prezzo del prodotto o servizio e in compenso non emetto scontrino o fattura!

Studi di settore

Secondo la normativa, un libero professionista o un imprenditore deve guadagnare una certa cifra minima desunta in modo induttivo. Se paga le tasse calcolate su questa cifra minima, allora è in regola. Se, al contrario, si ammala, i suoi clienti falliscono e quindi non possono pagare, oppure subisce un tracollo di mercato, allora… può scegliere se pagare lo stesso (magari si fa prestare i soldi) oppure essere considerato evasore fiscale.

Potrebbe essere un modo per risolvere i problemi della disoccupazione: sarebbe sufficiente obbligare tutti i disoccupati a diventare imprenditori, o almeno a prendere la partita IVA. Dopodiché applicare loro gli studi di settore e tassarli di conseguenza. Niente più disoccupati, ma soltanto evasori fiscali da perseguire come autentici criminali.

E va bene, scherzi a parte, propongo una soluzione vera. Una soluzione a bassa tecnologia, anche se a prima vista sembrerebbe il contrario. Si chiama Anagrafe delle transazioni. Tutte le transazioni, acquisti, spese, versamenti, pagamenti, di qualunque cifra (e non sopra i 1.000 euro, come di normativa vigente) devono avvenire in modo elettronico, con causale, ordinante e beneficiario identificati. Non è complicato, anzi, eliminerebbe una certa criminalità tipo furtarelli e borseggi: la tecnologia esiste già. Basta che i soldi prelevati in banca (o al casinò) vengano messi non in tasca, ma... nel telefonino! Per pagare è sufficiente avvicinare il cellulare al POS, digitare il PIN e la cifra e zac! Più veloce della luce (o quasi!). Il resto lo fa un banalissimo (o quasi) software di analisi. Poi, chi spende il doppio di quanto incassa…. ci deve spiegare come fa.

Obiezione: chissà quanto costa un’attrezzatura del genere. Bene, la faccio io gratis, salvo chiedere la percentuale dello 0,001 % dell’evasione recuperata.

23 novembre 2014

È reato dire "Ti stai comportando da [aggettivo ingiurioso]"

A fine 2009 sono stati pubblicati sul web molti articoli intitolati tipo "Dare di 'cretino' ha rilevanza penale".
Uno di questi esordiva con "È reato dare del 'cretino' ad una persona, sostenendo che si tratta di esercizio del diritto di critica in un confronto politico".
Ma questo era già ovvio. Ci vuole una discreta ignoranza in tema di diritto per non sapere che è reato dare del cretino a una persona, o dell'imbecille, o dello scemo.

Solo più avanti, nonostante il fuorviante titolo ed esordio degli articoli, si capiva cosa c'era di nuovo: la Quinta sezione penale della Cassazione, con la sentenza n. 31096, aveva stabilito che è reato anche solo dire a qualcuno "Ti stai comportando da cretino". La vera notizia quindi era che la frase "Ti stai comportando da [aggettivo/nome ingiurioso]" ha rilevanza penale, sebbene descriva il comportamento dell'interlocutore piuttosto che la sua persona.

A proposito di ingiurie e di rilevanza penale, l'anno scorso la Cassazione Penale, con sentenza n. 27980/2013 ha stabilito che configura il reato di ingiuria dare del cretino e anche dare di stupido. Anche questo mi pareva abbastanza scontato. Ciò nonostante non me la sento di essere sicuro su cosa ne penserebbe la Cassazione Penale su un caso misto fra i due, e cioè sul fatto che "ti stai comportando da stupido" sia reato oppure no. Stando a quanto sopra si direbbe di sì, ma purtroppo, purtroppissimo, il diritto è ben lontano da essere una scienza esatta.

Da non dimenticare inoltre che in Italia, a differenza che nel diritto anglosassone, una sentenza passata può essere persuasiva ma non legifera obbligatoriamente, quindi anche nel caso di due situazioni identiche ci si può aspettare una sentenza diversa a seconda dell'opinione dei giudici.

Inoltre, come spiegato sul sito laleggepertutti.it, la Cassazione Penale con sentenza n. 30790/14 dell’11.07.2014 ha stabilito che la valutazione del reato di ingiuria deve tenere conto del contesto, come spiegato in questo articolo.

Sullo stesso sito, altri due articoli interessanti in argomento:
"Offese: quando la critica diventa ingiuria?"
e
"Quali parolacce rientrano nell'ingiuria".

Concludo ricordando una sentenza sugli SMS, emessa della Sezione I Penale n. 18449 del 29/04/2005, che ha stabilito che l'invio di SMS non può configurare il reato di molestia poiché, trattandosi di messaggi scritti e non orali, non ledono la privata tranquillità. Bah. Che sentenza ingiusta. Secondo me la possono ledere eccome. Comunque la sentenza ha affermato che se gli SMS contengono espressioni offensive ciò configura il reato di ingiuria. Beh, vorrei vedere.

18 novembre 2014

Trackback da siti strani = SPAM!

In questi giorni mi stanno arrivando un sacco di email di tipologia di seguito descritta.

------------------------

Oggetto:

[nome del mio sito] Applica la moderazione: "[titolo del mio articolo]"

Corpo del messaggio:

Un nuovo trackback all'articolo "[titolo di mio articolo su mio blog Wordpress]" è in attesa di approvazione [url del mio articolo]

Sito web: [nome del sito, strano, e che non conosco] (IP: [indirizzo IP che porta a una pagina strana, con delle cartelle]

Approvalo: [link per approvazione]
Cestinare: [link per cestinamento]
Marca come spam: [link per segnalazione spam]
Attualmente sono presenti [numero] commenti in attesa di approvazione. Visitare il pannello di moderazione:
[link pannello di moderazione]

------------------------

Qual è la cosa migliore che puoi fare se ricevi una richiesta di approvazione del genere?

Siccome si tratta di SPAM da trackback, ti consiglio di segnalarli appunto come spam:

- clicca sul link "marca come spam" --> verrai portato alla pagina di conferma dove leggerai "Si è davvero sicuri di voler fare questo?"
- conferma cliccando su "commento spam"

...ed è fatta... per stavolta. E se le richieste d trackback da parte di siti SPAM sono molte nello stesso periodo?

- Aspetta che si sia calmata la "tempesta di email" (ho letto sul web che dopo un po' smettono... lo spero proprio... mentre sto scrivendo questo articolo ancora non hanno smesso, e la cosa dura da ieri.. ho ricevuto una cinquantina di email doppie)

- Apri una delle email

- Clicca sul collegamento per marcare come spam

- Conferma cliccando su "commento spam"

- Rimani sulla pagina che Wordpress ti propone, avvicina il puntatore del mouse ai vari commenti inviati dalla feccia della società; così facendo vedrai comparire i link per approvazione, cancellazione e segnalazione spam

- Clicca su "spam" senza pietà su ognuno dei commenti da eliminare e segnalare.

C'È POI UN METODO PIÙ RADICALE

...più comodo; anche questo, come i precedenti, non arreca nessuno svantaggio in termini di SEO (vedi più avanti).

E cioè disabilitare i trackback per i post futuri. Ecco come fare:

1) Sul pannello di controllo di Wordpress, vai su Impostazioni --> Discussione

2) Disabilita l'opzione “Allow link notifications from other blogs (pingbacks and trackbacks)”


3) Vai in fondo alla pagina e clicca su "Salva le modifiche".

Perché questi metodi non penalizzano il tuo posizionamento nei motori di ricerca?

Perché non si tratta di andare a toccare il meccanismo secondo cui un normale blogger,
linkandoti su un suo articolo (in modalità dofollow), ti fa salire col SEO.

12 novembre 2014

Italia, aziende, prassi e crisi...

Le prassi, i protocolli, le standardizzazioni... tutte robe che possono indubbiamente servire all'interno di un gran numero di organizzazioni, ad esempio le aziende.

E però oggi ricorre il primo anniversario di una entusiasmante conversazione che ho avuto con un negozio di informatica trovato su Internet che di seguito incollo pari pari (salvo adattamenti poco più che grafici per motivi di scorrevolezza)...

=================================

[...]
abbiamo ricevuto la sua richiesta per il prodotto [...], che siamo lieti di gestire, ma per inviarle l’offerta formale, avrei bisogno dei suoi dati per inserirla in anagrafica ed emettere l’offerta formale, composti da:
Nominativo, Indirizzo, Telefono, Codice Fiscale (Partita Iva nel caso di azienda).
Rimango in attesa di un gentile riscontro, in modo da portele inviare al più presto l’offerta.
Cordiali Saluti
[nome e cognome dell'impiegato]
Reparto Commerciale
CRC
[dati di contatto, nome ditta]

-----

Cioè... io vi chiedo il prezzo di un prodotto e voi non me lo dite
finché non vi ho fornito i miei dati?
Mitico.
Marco

-----

Per emettere l'offerta formale dal gestionale la prassi è questa, e non possiamo fare diversamente.
Appena mi ha inviato i dati le preparo l'offerta.
Rimango in attesa di un gentile riscontro.
Cordiali Saluti
[nome e cognome]

-----

Lei ha assolutamente le mani legate e la capisco. Non dev'esser bello.
"Appena mi ha inviato i dati le preparo l'offerta"... Il che significa digitare un numero: il numero di euro che vi avrei potuto dare in cambio di quel prodotto.
Spiacente, la mia prassi di cliente è fuggire a razzo dai venditori che rispondono a una domanda con una domanda e che si giustificano con le prassi.
Buon lavoro.

=================================

Ora io dico una cosa.

C'è la crisi. C'è la disoccupazione. Aziende grandi, medie e piccole falliscono oppure reggono l'anima coi denti.
Però ho letto sul web più di un comportamento business-suicida ai livelli di questa conversazione.
Insomma... in questo mercato di gente che compra cum grano salis quasi tutti i tipi di prodotti (e quelli informatici non sono un'eccezione) queste aziende qua sono isole felici che vanno bene benone strabene al punto di potersene fregare di come non far scappare un cliente che aveva la chiara intenzione di acquistare, oppure si tratta di gente completamente stupida, che un giorno (o magari già adesso) si ritrova a dire "accidenti a questa crisi e chi ce l'ha mandata" ?

02 novembre 2014

Come riconnettersi a Internet con iconcina a dx sparita

Non sono un "nativo digitale", ma navigo da moooolti anni. Fu cosa bella, quando l'ADSL diventò uno standard.

Da allora però scommetto che tante persone come me hanno perso la capacità di sconnettersi a Internet e riconnettersi in pochi clic e senza spegnere e riaccendere il modem/router. Dopo essermi chiesto com'è possibile non sapere una cosa probabilmente superbanale, sono arrivato a ipoteizzare che questa cosa nessuno la sapesse. Nessuno lo sa. Tranne quelli del mestiere. Ho trovato conforto in questo pensiero.

Allora ho trovato coraggio e ho chiesto assistenza su FB con l'altro computer. Sì, perché mi era stato inutile cercare con Google "Come riconnettersi a Internet".

Ho scritto:

Domanda vergognosa: Come mi riconnetto a Internet? Ho cliccato col tasto destro sull'icona in basso a destra e nel menù a tendina ho cliccato su "disattiva", quindi sono scollegato. E adesso che l'iconcina è sparita dove clicco per riconnettermi? (chiaramente ora sto scrivendo da un altro computer) Non voglio rassegnarmi a riavviare il sistema. Ci dev'essere un modo meno zappatore.

Dopo pochi minuti, 3 FB friend mi hanno risposto, fra cui Stefano, che mi ha istruito così:

Pannello di Controllo - Sistema - Gestione Dispositivi - Schede di Rete - selezioni la tua scheda di rete - tasto destro e Riattiva

Dopo i ringraziamenti, ho detto:

E adesso cancellerò questo post vergogna. Non è mai successo.

Bah, ho cambiato idea. Chissà quanti internauti non sanno e non trovano il coraggio per chiedere aiuto. Mi raccomando. Trovate coraggio. Chiedete aiuto.

28 ottobre 2014

Multa con autovelox e ricorsi: come andò con Ricorsi.net

Ricorsi.net è un’iniziativa dell'associazione "Istituto per la Difesa del Consumo". Il sito è molto ben fatto: ha un blog con varie sentenze, offre spiegazioni sulla legislazione e mette a disposizione un eBook su come fare ricorsi contro le multe.

E per quanto riguarda i servizi offerti? In occasione di una multa presa con l'autovelox anni fa, decisi di sperimentare l'aiuto di Ricorsi.net per mettere a disposizione dei miei lettori la mia esperienza...

Inviai allo staff la scansione della multa. Mi risposero che dopo averla analizzata avevano dedotto che sussistevano elementi per poter fare ricorso.

Naturalmente Ricorsi.net non promette vittorie sicure, come non lo promette nessuno che possa dirsi onesto. Almeno al tempo, però (2010), dichiarava che dalle loro statistiche risultavano accolti 7 ricorsi su 10.

Sul sito c'era scritto che prima è bene far ricorso al Prefetto, e dopo, in caso di respingimento, fare ricorso al Giudice di Pace. Per avere due possibilità anziché una sola.
Sbagliato: salvo i casi in cui c'è stato un errore evidentissimo e innegabile (tipicamente targa errata, scambio di persona), fare ricorso al Prefetto è completamente inutile, visto che viene respinto di sicuro. Quindi si tratta di una perdita di tempo e di soldi. Solo che al tempo non lo sapevo.

Nel mio caso all'inizio sembrava che paradossalmente io avessi fatto bene a fare ricorso al Prefetto, perché quest'ultimo mi dette una risposta generica, standardizzata e senza rispondere sulle mie specifiche argomentazioni, e una sentenza passata aveva stabilito che una risposta del genere decretasse il torto del Prefetto e quindi l'annullamento della multa, indipendentemente dal merito. Ma non andò così (vedi sotto).

E insomma cosa feci io?

Volendo appunto vedere come sarebbe andata servendomi di Ricorsi.net, invio i 39 euro allora richiesti per farmi scrivere il ricorso con le varie argomentazioni secondo loro persuasive sull'illegittimità della multa, ricorso che firmerò e presenterò al Prefetto.
Ricevuta l'ovvia lettera con cui il Prefetto rimbalzava il mio ricorso raddoppiandomi l'importo della multa (ovvia, ma allora non per me e stranamente neanche per persone del mestiere come lo staff di Ricorsi.net), decido di continuare il test e andare dal Giudice di Pace.

Prima però mi rivolgo al mio avvocato per chiedergli cosa ne pensa delle argomentazioni scritte dallo staff di Ricorsi.net.
Mi risponde che si tratta di argomentazioni così ridicole che rischiano di far pensare al giudice "Questo vuole prendermi per scemo". Ad ogni modo faccio ricorso lo stesso, ma solo perché, come detto sopra, il mio avvocato ha individuato ho un'argomentazione in più, l'unica che dà una qualche speranza di vittoria, e cioè la risposta del Prefetto generica, "standardizzata" e non argomentata, che già in letteratura aveva determinato da sé la vittoria del ricorrente.
Nel ricorso al Giudice di Pace comunque aggiungo anche le argomentazioni presentate al Prefetto che Ricorsi.net aveva scritto.

Risultato del ricorso: il Giudice di Pace non tiene conto della sentenza da me citata e respinge il mio ricorso. Unica nota positiva, riporta la multa all'importo originale.

Stavolta il Prefetto è stato dettagliato, rispondendo punto per punto alle argomentazioni scritte dallo staff di Ricorsi.net, e il Giudice gli h dato ragione.

Ecco, ho sperimentato e questo è il risultato. E mi pareva giusto pubblicare il tutto per mettere in guardia i miei lettori dall'illusione di facili ed economici annullamenti di multe.

13 ottobre 2014

La bufala dell'amore spiegato dai bambini

Anche oggi vedo che quel giorno non è oggi. Il giorno in cui sarà finita l'abitudine di prendere per vero e soprattutto diffondere come vero tutto ciò che leggiamo e che ci suggestiona, senza spendere un secondo su un motore di ricerca per verificarne l'affidabilità. Sogno che arrivi, e non arriva mai.

Circa un'ora fa ho visto l'ennesimo pollame umano condividere l'ennesima bufala, che gira sul web da un bel po'. Eccola spiattellata di seguito:

Degli psicologi hanno posto a bambini dai 4 agli 8 anni, la domanda: "Cosa vuol dire amore?" Queste le risposte:

1. L’amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l’altro le dia a te.(Gianluca, 6 anni)

2. Quando nonna aveva l’artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l’artrite pure lui. Questo è l’amore. (Rebecca, 8 anni)

3. L’amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)

4. L’amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)

5. L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)

6. L’amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)

7. L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)

8. L’amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)

9. L’amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)

10. Non bisogna mai dire “Ti amo” se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni)

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Ecco perché è sicuramente une bufala:

- "Degli psicologi"... Decisamente generico. Quando un giornalista o uno studioso scoprono qualcosa di molto suggestivo (per la sua utilità o per la sua bellezza), la notizia è accompagnata dalla fonte. E se non lo è in nessun sito Internet che la riporta, allora la fonte è la fantasia di qualcuno che si diverte a inventare.

- Lo stile finto-semplice. A volte i bambini dicono delle cose semplici, carine e inaspettate. Ma le frasi su riportate sono di una semplicità ricercata, che un bambino di 4-8 anni non saprebbe tirar fuori; mi riferisco allo strumento retorico-poetico che consiste nel limitare a un semplice e suggestivo esempio la spiegazione di un concetto ampio.

E va beh, è una roba inventata, ma che c'è di tanto sbagliato a diffonderla, visto che non fa grandi danni? Darò la mia risposta nel prossimo articolo, che intitolerò "E delle innocue bufale poetiche, cosa dovremmo dire?".

Nel frattempo, se vedi condividere su FB o su un qualche forum la bufala de quo, rispondi copiando e incollando il link di questa pagina.