Testimonial è Enrica Bonaccorti, che dice:
Articolo correlato: Quanti morti per la malasanità? di Marcello Crivellini, esperto nell'analisi degli errori sanitari e docente di Analisi e Organizzazione di Sistemi Sanitari al Politecnico di Milano.
Quella mattina del 2005, nella casa di riposo in cui lavoravo, una mia collega era assente. Aveva lasciato un biglietto con scritte alcune cose ci chiedeva di fare al posto suo. Nel biglietto c'era scritto
"Buongiorno: [...]"
Il seguito non lo ricordo. Ma pazienza, perché questo frammento è l'unica cosa importante adesso. Lo trovai divertente. Buongiorno seguito da due punti era divertente, perché dava l'idea che subito, subitissimo dopo la parola "buongiorno" dovevamo concentrarci nella lettura delle cose da fare. Insomma, sembrava che la collega, dicendo "Buongiorno" ci stesse mettendo una mano sulla testa accennando un'affettuosa carezza che una frazione di secondo si trasformava in una spinta per dirigere gentilmente il nostro sguardo sui compiti da eseguire.
Questo è l'unico uso improprio dei due punti che ho trovato divertente in via mia. Tutti gli altri siano maledetti.
In particolare quello che ho letto stamattina... Accademia della Crusca, tu quoque!
Stamattina sulla pagina Facebook della Crusca è stato condiviso questo articolo di Luca Serianni, pubblicato sul sito nel 2014.
...In cui ho letto:
"Un ERRORE DI ORTOGRAFIA non comporta un'incriminazione: però può compromettere il buon esito [...]"
Ecco.
Era da tanto che volevo gridare al mondo la mia rabbia per il volontario uso improprio dei due punti. Adesso che mi accorgo della presenza di questa deplorevole condotta anche in un articolo della prestigiosa istituzione che da secoli si occupa di lingua italiana, non voglio più rimandare.
Il significato dei due punti non è un generico "ora ti dico qualcosa in più".
Il fatto che io ti dica qualcosa in più era già ovvio. Lo capisci semplicemente dal fatto che sto continuando a scrivere o parlare.
Il significato dei due punti è
"di seguito spiego ciò che ho appena introdotto".
oppure
"di seguito faccio un elenco".
Purtroppo in frequenti casi come quello esemplificato (spero vivamente l'articolo sul sito della Crusca verrà corretto in seguito al mio commento su Facebook), i due punti vengono usati in sostituzione di virgola o punto e virgola.
Quest'uso dei due punti è stato inventato dai giornalisti e dai blogger per aumentare le probabilità che il lettore prosegua la lettura anziché interromperla. Fra questo e l'uso di "piuttosto che" come disgiuntivo non so quale dei due mi fa imbufalire di più.
Una volta anche ai bambini e ai ragazzini della scuola dell'obbligo veniva chiaramente insegnato che (spiegazione semplificata, ed esempio non esaustivo) non si mettono i due punti dopo un "ma" o dopo un "però". Adesso invece viene fatto, e finora non ho notato nessuno che ci faccia caso.
BASTA.
Cessate e fate cessare questo scempio.
Aggiornamento
L'amministratrice della pagina FB dell'Accademia della Crusca non l'ha presa bene e inoltre pensa che l'errore di cui ho parlato non esista. Che cosa tremenda. Proprio da parte di chi si suppone dovrebbe amare e conoscere la lingua italiana. Mi viene il vomito.
Altra cosa: nella discussione che è seguita nello spazio dedicato ai commenti, un po' per caso mi è venuto in mente che...
ho letto più votle altri titoli di giornale nei quali è presente l'errore opposto!
Cioè vengono sostituiti i due punti con la virgola. Oltre che omesse le virgolette. Lo fanno i giornalisti quando citano (o storpiano con riassunti mutanti) le frasi di qualcuno. Ad esempio:
Berlusconi, Mangano eroe
invece che
Berlusconi: "Mangano è un eroe"
Bleah, anche qui.