Sorvolo su quelli che dicono "Ma io di carne ne mangio poca". E con "poca" intendono 5 volte a settimana. E magari non contano come carne i salumi e il sugo che mettono sulla pasta.
Sorvolo su quelli che siccome non mangiano la carne mangiano formaggio, che è anche peggio.
Sorvolo, in questo articolo, sull'aspetto salutistico. E mi focalizzo su quello ecologico.
Per prima cosa ti invito a leggere, se non l'hai già fatto, questo articolo di Repubblica, che cita un documento curato da Annamaria Procacci, consigliera nazionale ENPA.
E poi, alcune mie considerazioni e immagini metaforiche per rendere l'idea.
Il pianeta che abitiamo è messo male. E con un pianeta messo così male, se mangi prodotti animali, immagina questo: una famiglia è talmente indebitata da essere lì lì per andare in bancarotta e perdere la propria casa e tutti i suoi averi. E un membro di questa famiglia continua a sperperare i soldi, sostenendo che l'importante è moderarsi: "Non dico di andare al cinema e in pizzeria tutte le sere, ma almeno una volta a settimana... Non dico di andare in vacanza tutti i mesi, ma almeno un paio di volte all'anno... non dico di andare a mignotta tutte le sere, ma ogni tanto...". Ciò che è plausibile in una situazione normale può non essere una scelleratezza in una situazione tragica.
In questo momento essere moderati significa essere dei pazzi irresponsabili che arrecano un danno enorme alla colettività e alle generazioni future.
Se hai un enfisema e una broncopatia cronico-ostruttiva, il numero di sigarette da fumare non è moderato. È zero.
Se sei sovrappeso e cardiopatico, hai urgente necessità di perdere peso, quindi il numero di cannoli alla panna da mangiare non è uno ogni tanto. È zero.
Se hai la cirrosi epatica, il numero di bicchieri di vino da bere non è limitatissimo. È uno zero virgola zero zero zero.
O meglio, con la tua salute fai quello che vuoi. Ma quando si tratta di consumare prodotti animali, che vengono da allevamenti intensivi purtroppo ancora non proibiti, allora si tratta di tue azioni per il tuo piacere che danneggiano, oltre agli animali, le altre persone e le future generazioni.
No, non è solo colpa del legislatore che non vieta gli allevamenti intensivi.
Il fatto che qualcun altro dovrebbe fare qualcos'altro non è una giustificazione.
Il benaltrismo è spazzatura in questo caso come in molti altri. Inizia ad agire correttamente tu, e avrai una qualche probabilità di poter diffondere la stessa idea. Se la diffondi e al tempo stesso ti comporti in maniera opposta, la diffusione sarà fallimentare poiché non sei credibile.
La diffusione di questa idea è irrinunciabile se vogliamo che la salute della Terra migliori anziché continuare a peggiorare.
I dati sull'inquinamento non opinioni. I dati sono dati.
Dicono che se ti alimenti con prodotti animali non sei semplicemente uno che la pensa diversamente da me. Sei un irresponsabile. Puoi solo chiudere gli occhi per non vedere oppure accorgerti che alimentarsi con prodotti animali significa essere vandali dell'unico luogo che abbiamo in cui vivere.
Dicono che se ti alimenti con prodotti animali non sei semplicemente uno che la pensa diversamente da me. Sei un irresponsabile. Puoi solo chiudere gli occhi per non vedere oppure accorgerti che alimentarsi con prodotti animali significa essere vandali dell'unico luogo che abbiamo in cui vivere.
Follia è aspettare delle leggi che arriveranno chissà quando (se arriveranno).
In questo mondo messo in ginocchio dall'inquinamento e dal menefreghismo, l'unico comportamento eticamente accettabile da parte del consumatore è cominciare da sé stessi: EVITARE DA SUBITO DI MANGIARE PRODOTTI ANIMALI COMPLETAMENTE.
A proposito di impatto ambientale degli allevamenti, segnalo l'articolo di Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale, che cita il documentario Cowspiracy e accusa le associazioni ambientaliste di dare al problema un'importanza marginale, e l'articolo di Andrea Pinchera, direttore comunicazione di Greenpeace Italia, che critica il documentario e difende l'associazione dalle accuse.
A proposito di impatto ambientale degli allevamenti, segnalo l'articolo di Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale, che cita il documentario Cowspiracy e accusa le associazioni ambientaliste di dare al problema un'importanza marginale, e l'articolo di Andrea Pinchera, direttore comunicazione di Greenpeace Italia, che critica il documentario e difende l'associazione dalle accuse.
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