31 gennaio 2015

Samuele Segoni: dimissioni dal M5S. T'interessa il perché?

In questi giorni Samuele Segoni, in seguito alle dimissioni dal Movimento Cinque Stelle, sta ricevendo critiche e insulti da parte di un sacco di persone persone, molte delle quali probabilmente non hanno letto le FAQ riportate sul suo sito o non ne hanno tenuto conto.

A tutti gli accaniti, specialmente quelli che si sono offesi dopo esser stati chiamati squadristi e fascisti, propongo una riflessione...

Avete presente il sostenere qualcosa "per partito preso" ? Non a caso questo detto ha un'accezione negativa. Quando l'impeto di attaccare/insultare sarà finito e sarete in grado di dare una serena valutazione razionale di ciò che è successo, vi suggerisco di rispondere a questa domanda senza cadere nella tentazione di sostenere ciò che è più comodo e veloce sostenere:

- premesso che Samuele Segoni continuerà a decurtarsi lo stipendio

- premesso che di sicuro gli avrebbe fatto più comodo stare allineato con un partito che ha riscosso un grande successo, e che così facendo non si sarebbe beccato una serie di insulti e di impopolarità e sarebbe stata più facile la sua carriera

- premesso che non è stato espulso, ma ha abbandonato il Movimento 5 Stelle volontariamente

- premesso che voi, non avendo vissuto ciò che ha vissuto lui e non essendo stati presenti ai dibattiti (dibattiti?) interni al Movimento...

...premesso tutto questo, se veramente volete sapere la verità (a costo di scoprirne una scomoda) non vi sembra più utile eliminare un po' di punti esclamativi e usarne un po' più di interrogativi? Almeno per un momento fermatevi e chiedetevi con razionalità: perché l'ha fatto?
E (ma questo solo per chi è così super-coraggioso da non vergognarsi a cambiare idea), potreste perfino chiedervi: E se avesse ragione lui?

Ho letto più volte la parola "traditore".

Siete sicuri che traditore si debba considerare per forza chi si allontana da un movimento, quando allontanarsi da quel movimento significa rimanere fedele alle promesse che il movimento aveva fatto e non sta mantenendo? Tipo "uno vale uno", la trasparenza, l'accoglienza per le iniziative di tutti...

Chi è il vero traditore?

P.S.: In tutto questo io non c'entro, dato che il partito politico in cui mi riconosco maggiormente da più di 15 anni è Radicali Italiani.

27 gennaio 2015

Olio di palma: Barilla lo difende, ma non mi risponde

Da qualche anno una grande quantità di pagine web invita a non acquistare alimenti contenenti olio di palma per motivi ambientali: le multinazionali produttrici di alimenti confezionati che fanno uso di olio di palma sono responsabili della distruzione di foreste, in particolare nel sud est asiatico, per far posto alle palme da cui si ricava un olio la cui produzione è economicamente conveniente.

Nel dicembre 2014, cercando sul web sono finito su una pagina di Barilla che difende la produzione di olio di palma... Dopo averla letta sono andato sulla pagina dedicata ai contatti, ho cliccato su "Vorrei fare una domanda sulla sostenibilità di Barilla" e ho compilato il form scrivendo un messaggio con alcune riflessioni. È passato più di un mese e non ho ricevuto risposta. A questo punto il mio messaggio lo pubblico qui... magari potrà diventare oggetto di discussione online.

Buona lettura (se ti va).

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Salve. Qualche tempo fa ho letto, su questa vostra pagina

http://www.barillagroup.it/corporate/it/home/media/posizioni-aziendali/210613-olio-di-palma.html

che rispetto alla produzione di tutti gli altri olii vegetali, la produzione dell'olio di palma è la più ecologica in quanto: comporta minori emissioni di CO2, necessita di minori fabbisogni idrici e a parità di resa produttiva necessita di superfici da coltivare 6 volte inferiori.

Qualcuno, in reazione a ciò, potrebbe pensare che evviva, non deve più rinunciare a quello o a quell'altro snack così gustoso e a decine di alimenti e saponi che contengono olio di palma.

Per invece me è tutto il contrario. Il pensiero che mi viene in mente è: se anche adottare la migliore soluzione possibile per la produzione di olio alimentare sta comportando inaccettabili disastri ecologici (deforestazione e morte di scimmie, elefanti, etc), allora cosa possiamo fare?

Questa la soluzione: produci olio vegetale dalla pianta che preferisci, e al tempo stesso smetti di disboscare.
Esiste un limite al numero di litri di olio producibili annualmente nel pianeta senza fare danno. Questo limite a quanto pare è già raggiunto.

Cresce la domanda di saponi? Cresce la domanda di biscotti e snack? Pazienza. Se ti è possibile, produci biscotti e sapone senza olio di palma (e senza nessun altro tipo di olio, a questo punto). Altrimenti produci altro. L'olio è finito. Come gli ulivi, le palme sono spoglie. Si aspetta che tornino a produrre.

Le idee che avete appena (spero) letto fra qualche giorno potrebbero essere scritte in un articolo che scriverò su un mio blog. Prima di pubblicarlo mi pareva giusto scrivervi per sapere se avete qualcosa da dire in merito.

Immagino che, se risponderete al mio messaggio, mi parlerete dei metodi di produzione rispettosi delle linee guida definite dalla Tavola rotonda per l'olio di palma sostenibile (RSPO).

Colgo l'occasione quindi per chiedervi: in cosa consistono queste linee guida?
L'unica linea guida concretamente utile che mi viene in mente è la regola che ho esposto sopra: si usa lo spazio che c'è già e non si disbosca più. Ma forse mi sfugge qualcosa, e vi chiedo gentilmente di segnalarmelo.

Da ricordare, comunque, quanto scritto su una pagina del sito svizzero del WWF (http://www.wwf.ch/it/progetti/cooperazione/tavola_rotonde/olio_di_palma/):

Gli standard della RSPO sono lungi dal rispecchiare le richieste del WWF in tutti i punti. Esso ritiene pertanto che le linee guida elaborate nell’aprile 2013 non arrivino al punto. Ad esempio, il WWF è deluso dal mancato divieto dell’utilizzo di pesticidi pericolosi come il paraquat e della trasformazione di terreni torbosi. Ma poiché ad oggi solo circa la metà dell’olio di palma certificato trova un acquirente, non è stato possibile convincere la maggior parte dei produttori ad aderire a criteri più severi.

Pertanto il WWF invita le aziende responsabili a svolgere un ruolo pionieristico e dimostrare la loro leadership nell’attuazione delle nuove linee guida: nell’ambito del RSPO dovrebbero impegnarsi in favore di azioni e criteri aggiuntivi (ad es. la rinuncia a pesticidi pericolosi, il divieto di trasformazione di terreni torbosi in piantagioni) nonché imporre il proprio reporting e pretenderlo dai rispettivi fornitori.

A voi la parola

Grazie anticipatamente per la vostra risposta

[non è arrivata... pazienza]

26 gennaio 2015

Gli affari andranno a gonfie vele quando potrai essere zotico

Anche se può sembrare strano (ma basta ragionarci 2 secondi e strano non è), ho sempre avuto l'impressione che quando si parla di business, non di rado dove c'è scorbuticità c'è successo. Non dico per forza "enorme successo", ma almeno un successo sufficiente affinché lo scorbutico non sia indotto a chiedersi se sia ora di cambiare atteggiamento. Non ho mai sentito affermare, né con sicurezza né in via ipotetica, "Quello ha chiuso perché era maleducato / i suoi collaboratori erano maleducati"

Il medico, avvocato, consulente di qualsiasi ramo e addirittura la segretaria del professionista, se si comportano in un certo modo, è perché se lo possono permettere. E cioè è perché il mercato glielo permette. Come molti altri elementi, mi pare normale che la gentilezza si auto-calibri col mercato. Un po' come il casino che fanno gli studenti in classe si auto-regola a seconda di quanto è severo il professore.

Lo so, oltrepassata una certa soglia di indecenza comunicativa il cliente o potenziale cliente se ne va (ma non sempre), mentre se non si supera quella soglia sono in molti a pensare "questo può permettersi di fare lo zotico e di tenere una segretaria zotica... e nonostante ciò è pieno di lavoro... dev'essere proprio bravo! Tanto più che fa dei prezzo più alti degli altri...". Non dico che questo ragionamento sia automaticamente veritiero, ma lo diventa se sostituiamo "dev'essere proprio bravo" con "dev'essere riuscito in qualche modo a far credere che è proprio bravo, che sia vero o no".

Uno dei fotografi per attori più conosciuto di Roma (e quindi d'Italia) è noto per essere bravissimo e al contempo maleducatissimo. Nota: non sto semplicemente dicendo che è famoso per esser bravo ed è maleducato. Sto dicendo che è famoso per esser bravo ed è anche famoso per essere maleducato.
Quando ci parlai al telefono per un servizio fotografico il modo in cui parlava confermava ciò che mi avevano detto di lui, e cioè "Lui è bravo e ti farà un servizio fotografico coi fiocchi... sempre che tu regga. Perché sai, molti non ce la fanno e lo mandano affanculo". Fra l'altro gli chiesi se aveva un'email e mi rispose "Oooh, ma non me rompete i coglioni.. non ce l'ho, è già tanto che lei abbia il mio numero di telefono". Come da mia abitudine in questi casi (in realtà io lo percepisco come un dovere), decisi di non premiare il suo atteggiamento e quindi di non ingaggiarlo... ma io evidentemente ero uno fra tanti. Che scelgono lui nonostante la persona che è.

E insomma lì per lì ci rimasi male, ma qualche minuto dopo che ebbi riattaccato pensai che a tutto c'è un motivo, e che aver raggiunto uno status come quello di quel fotografo dev'essere una gran pacchia: tanti clienti ben paganti nonostante tu li tratti come zerbini. Beh, non è obbligatorio che tu lo faccia, ma almeno sai che puoi sfanculare chi se lo merita (magari con un linguaggio che non ti esponga a querele) senza pensarci due volte.

Se hai raggiunto una tale notorietà da poter essere zotico e ciò nonostante guadagnare bene, significa che il tuo business va a gonfie vele. A me non importa, perché sono cordiale di natura, ma la cosa purtroppo ha senso.

20 gennaio 2015

Perché non devi salvare/inviare file in formato DOCX

Qualcuno ti ha inviato un documento in formato DOCX, PPTX o XLSX e non sei in grado di leggerlo? Inviagli il link di questo articolo!

Salvi e invii come allegato file di testo in formato DOCX ? No, non farlo. Salva in RFT!

Perché?

DOCX è un formato proprietario: può essere letto solo da chi ha Word del pacchetto Microsoft Office 2007 o superiori, oppure da chi ha un programma che è stato progettato appositamente da programmatori che hanno detto "vediamo di risolvere questo problema sociale della gente che invia file DOCX".

Non so quante persone siano rimaste "indietro" come me, ma... ho usato per molti anni Word 2003, mi ci trovo bene e non vedo il motivo di passare a Word 2007 o superiori.
L'unico motivo potrebbe essere "Adesso usano tutti Word 2007 o superiori, tutti salvano file in formato DOCX, e io devo quindi installare un software che legga tale formato". Ma non è certo una motivazione sufficiente.

È invece buona cosa - visto che apporta solo benefici - che tutti salvino e inviino documenti testuali in formato aperto, ad es. RTF, affinché la possibilità di aprire tali documenti non sia legata all'uso di un software proprietario di ultima generazione le cui innovazioni, fra l'altro, sono per la maggior parte una questione di marketing.

Molte persone usano Microsoft Office 2007 o superiori perché il pacchetto Office 2003 non è più in vendita. Ok, niente in contrario. Ma questo pacchetto software contiene una versione di Word che si comporta in maniera "poco democratica". Cioè quando viene il momento di salvare il file, il formato preimpostato è il DOCX.

Cosa analoga per i file Excel che, salvo il raro caso in cui il nuovo formato XLSX sia proprio necessario, dovrebbero essere salvati in XLS per poter essere letti anche da chi ha una versione di Office precedente al Office 2007, e anche per i file PowerPoint: no al formato PPTX (salvo reale necessità), sì al formato PPT.

Quanto sopra ho auspicato richiede quindi che l'utente si ricordi, nel salvare il file, di cliccare sul menù a tendina e scegliere il formato più democratico (nel caso dei file di testo, il formato RTF). Un piccolo accorgimento che certamente vale una dimostrazione di intelligenza, rispetto e responsabilità.

19 gennaio 2015

Eutanasia, Nembutal e truffe online

Fra le truffe online, una delle più odiose è quella dei falsi venditori del farmaco anestetico Nembutal, cercato disperatamente dalle persone che desiderano praticare su sé stessi l'eutanasia e che non possono ottenerla nella propria nazione in quanto ivi proibita.

A riguardo Exit International, organizzazione internazionale no profit per la legalizzazione dell'eutanasia, ha inviato oggi una newsletter di cui riporto qui sotto la parte saliente traducendola in italiano (nota: "The Peacefill Pill Handbook" è il libro del medico australiano Philip Nitschke che parla di eutanasia, della cui versione online vengono rilasciate nuove edizioni più volte l'anno)

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Nell'edizione di gennaio 2015 del libro Peaceful Pill eHandbook abbiamo parlato di vari siti-truffa, in particolare

Peacefulexit.com, curato dal sedicente "Dr John Martin Harris".

Il nuovo aggiornamento di febbraio 2015 rivela che adesso questo sito e l'indirizzo email in esso citato sono chiusi. Ma ora hanno aperto una nuova pagina Facebook che usa immagini rubate del Dr Nitschke e di Exit International per abbindolare potenziali acquirenti. Facbook è stato avvisato di questo clamoroso furto di immagine (e di questo assassinio di reputazione).

Nota: Su YouTube si vede che questa immagine raffigura il "Dr. John Harris". Exit International sospetta che questo sfortunato signore sia un'altra vittima di furto di identità da parte di questo truffatore.

L'aggiornamento di questo mese spiega come individuare email false e come evitare di buttare denaro in truffe come questa. Il modus operandi dei truffatori è sempre più sofisticato ed efficace. Quando un sito chiude, ne viene aperto un altro inevitabilmente.

Se avete a che fare con questi criminali, lo fate a vostro rischio.

Il PPhH [Peaceful Pill Handbook] continuerà con le segnalazioni su questo fenomeno ogni qual volta che apprenderà informazioni a riguardo, quindi se sapete qualcosa, per favore comunicatecelo [in inglese] scrivendo a contact@exitinternational.net.

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Che dire? Un Bleah moltiplicato per un numero grande a dispiacere.

15 gennaio 2015

Badanti rumene - Ecco la mia esperienza e qualche consiglio

Nota del 4.7.2015 per badanti che si sentono contrariate per questo articolo e simili: visto che alcune persone hanno commentato dimenticando di leggere una parte importante, aggiorno questo articolo evidenziando quella parte in grassetto rosso. Prima di commentare per favore:
- leggi tutto l'articolo
- assicurati di aver capito la parte in grassetto rosso
- leggi tutti i commenti precedenti.
I commenti sono moderati, quindi se il tuo commento non compare immediatamente, non ri-inviarlo: sarà eventualmente pubblicato dopo che la mia approvazione...
...Approvazione che mi riservo di non dare nei casi in cui io ritenga che:
- Il tuo commento è offensivo, o blasfemo, o viola la legge italiana
- Il tuo commento contiene inutili o antipatiche insinuazioni, provocazioni o gufate
- Il tuo commento contiene frasi "dico - non dico". Se vuoi dire qualcosa dilla chiaramente; se non vuoi dirla, taci.
- Il tuo commento è inutile, perché contiene argomentazioni a cui ho già risposto nell'articolo o in altri commenti. Questo articolo vuole essere qualcosa di utile per i datori di lavoro delle badanti, non una pattumiera di sfoghi per chi non legge con attenzione.
- Il tuo commento è inutile o fastidioso per altri motivi, ad esempio è in una lingua diversa dall'italiano o costituisce spam.

Nota per tutti (aggiornamento): per motivi di praticità, per favore non commentare come "Anonimo". Usa il tuo nome oppure un nick. Altrimenti, anche in questo caso, mi riservo di non approvare il commento.

Nota per il navigante che mi chiede ulteriore aiuto (aggiornamento): ho dedicato molto del mio tempo libero alla scrittura e all'aggiornamento di questo articolo e alle risposte ai commenti (non solo quelli polemici)... Articolo con nel quale ho volentieri messo a disposizione vari consigli di cui tutti possono beneficiare gratuitamente. Se vuoi un chiarimento in più puoi chiedermelo con un commento e sarò lieto, potendo, di darti una risposta utile, che sarà visibile anche a tutti gli altri, magari con un nuovo aggiornamento all'articolo. Ciò che invece non faccio gratuitamente è una consulenza privata. Era necessaro un avvertimento del genere? Davvero esistono persone tanto sfacciate da pretendere una cosa del genere? Sì. Esiste qualsiasi cosa, fra gli stranieri come fra gli italiani (come confermato da ciò che leggerai in questo articolo e fra i commenti). Una persona ha compilato il form per i clienti del sito dedicato alla mia professione saltando la parte dedicata al suo problema e dicendo che avrebbe voluto sentirmi per telefono (con la scusa "non ho il dono della sintesi"); solo dopo è venuto fuori che appunto voleva che lavorassi per lui, salvo poi salutarmi polemicamente per il fatto che non regalo il mio tempo gratuitamente a uno sconosciuto.

Ed ecco finalmente l'articolo.


Nella documentazione dei pazienti che facevano il loro ingresso nelle varie case di riposo in cui ho lavorato, più di una volta ho letto cose del tipo "Ha cambiato 5 badanti, e neanche con una di queste si è trovato bene". Leggendo, pensavo "Ah. paziente difficile... deve avere un caratterino..."

Ma dopo aver conosciuto l'esperienza di una mia parente mi sono reso conto di quanto sono stato ingenuo coi miei giudizi affrettati.

La prima badante che questa mia parente ha avuto (rumena di origini ungheresi) era una persona che svolgeva il suo lavoro discretamente bene e dal comportamento assolutamente educato. Ma si è trattato di un'eccezione. Purtroppo un anno fa circa è dovuta tornare in Romania per assistere sua mamma. Così io e mia mamma ci siamo dati da fare per trovare un'altra persona. Ne abbiamo cambiate molte, delle quali nove erano rumene.

Una, che già conoscevamo, non era male. Solo che il suo fidanzato, a cui veniva offerto vitto e alloggio poiché senza un'abitazione e per lo più disoccupato, si permetteva di alzare la voce con lei dicendole di cambiare posto di lavoro perché secondo lui le condizioni erano vessatorie (tipo che doveva dare perfino lo straccio), al che è stato "sfrattato", e da lei volontariamente seguito dopo pochi giorni.

Un'altra di queste era gentile nei modi, ma totalmente alle prime armi e quindi incapace di prestare assistenza.
Tremendamente arroganti, nonché piene di pretese ridicole, le altre quattro, di cui una manifestamente affetta da seri problemi mentali e un'altra, quella che abbiamo adesso, odiosamente bugiarda.

Un'altra era molto brava. Purtroppo però parlava pochissimo l'italiano ed era davvero difficile comunicare con lei.

Un'altra (aggiornamento del 3 agosto 2016), di nazionalità mista rumena-ungherese, ha lavorato per 4 giorni. Il 4° giorno ha fatto la valigia e ha annunciato la sua immediata partenza per motivi di famiglia, di cui non voleva parlare perché, diceva "si trattava di cose personali" (cioè non le veniva in mente lì per lì ua bugia abbastanza credibile). Guarda caso due giorni prima aveva chiesto un anticipo che, grosso errore, le era stato concesso. Probabilmente il vero motivo era che aveva trovato un altro posto di lavoro più remunerativo.

Mi sono fatto questa idea sul problema delle badanti rumene:

...Ah, spetta un attimo... Importante: non lessarmi con commenti tipo "così tu infanghi un'intera categoria di persone, non sono tutte uguali, conosco badanti rumene bravissime / io sono una badante rumena bravissima". Grazie tante che non le conosco tutte, ovvio che qualcuna brava ci sarà, grazie, GRAZIE.
Non parlo di tutte le badanti rumene, ma dell'idea che mi son fatto sulla maggior parte di esse, avendone conosciute ben sette, con 6 delle quali ho avuto un'esperienza deludente.
E allora? Se questa è stata la mia esperienza non è detto che sia l'esperienza di tutti. LO SO. È OVVIO. E infatti io parlo della MIA esperienza. Forse sono stato sfortunato, forse è un puro caso che sia andata male 6 volte su 7, ma questo è accaduto, quindi secondo me lo scenario che ti sto per raccontare è il tipico scenario che si verifica. E visto che a raccontare una cosa del genere non ci guadagno nulla, chi legge non ha motivo di pensare che io la stia rigirando come fa comodo a me.
Va bene così?
No
→ visita un altro blog.
→ continua a leggere, e se vuoi commenta raccontando magari di tue esperienze positive o dando ulteriori consigli, il che non è certo vietato e anzi benvenuto.
Ad ogni modo chiunque abbia poca esperienza è sempre libero di farsi un giro sul web facendo una ricerca con parole tipo BADANTI RUMENE ESPERIENZE e leggere racconti di molte altre persone...

Bene, adesso che ho fatto del mio meglio per evitare commenti idioti (a giudicare dai commenti anche successivi a questa aggiunta non è servito a granché, ma almeno ci ho provato), posso continuare.

Dicevo, ho idea che il problema relativo alla tipica badante rumena si possa riassumere in uno dei tre scenari descritti di seguito (o in uno scenario misto fra questi):

- È partita dal suo paese con l'idea di farsi un gruzzoletto per comprarsi una casa in Romania, ma ha dimenticato quest'obiettivo a causa del grande agio trovato in Italia, che consiste nel poter mangiare e dormire gratis anche senza lavorare. Infatti se la licenzi torna dal prete che la stava ospitando grazie ai 40 euro al giorno che il Comune gli dà. Quindi da una parte se la mandi via è anche più contenta.

- Quando è partita dalla Romania aveva in mente di venire in Italia e trovare il lusso; è venuta qua e ha trovato una roba semplicemente normale. Che l'ha delusa, innervosita e intrisa di spirito di rivalsa, che mette in atto lavorando meno possibile e ottenendo in cambio il maggior numero di € possibile.

- Quando è partita dalla Romania aveva in mente che in Italia si guadagnasse cifre altissime se paragonate al costo della vita in Romania. Non le era chiaro un piccolo particolare: per guadagnare bisogna lavorare, cosa che in vita sua non ha mai o quasi mai fatto, causa disoccupazione, causa che lavorava il marito da cui ora è divorziata, causa boh.

RISULTATO:

- La badante è educatissima e affettuosissima col cane il primo giorno di lavoro

- Il secondo giorno già ha smorzato di parecchio la sua smielosa dolcezza, ma va bene così, mica ce n'è gran bisogno; anzi era anche troppo, meglio così

- Il quarto giorno inizia a fare qualche richiesta strana; ma che vuoi fàr, accontentiamola

- Il quinto giorno si scopre che ha fatto mezze cose di quelle che doveva fare e, fattale notare la cosa, adduce motivazioni ridicole

- Il sesto giorno simula obbedienza nel fare i lavori richiesti di casa e di assistenza, ma si rivela un mezzo disastro, se non intero

- Il settimo giorno inizia a puntualizzare che ha difficoltà a svolgere il lavoro adducendo motivazioni ridicole e alza anche la voce trattando male i parenti dell'anziano/a

- Nei giorni seguenti la badante è fiscalissima sulle sue ore di pausa: ad esempio, se è stato concordato che ogni giorno è libera dalle 13.30 alle 15.30 (quindi tu devi sostituirla in quel lasso di tempo) e ti presenti con un ritardo di 5 minuti te lo fa notare. Però lei ritarda anche di 10 minuti con disinvoltura senza chiedere scusa.

- Il tuo parente assistito lamenta un dolore. Avendo problemi cognitivi, non si ricorda come è insorto. Hai il forte sospetto che sia caduto, nonostante la badante non ti abbia riferito nulla.

- ...Oppure il tuo parente assistito ha una ferita a una gamba, e non si ricorda come se l'è procurata. La badante non te l'ha segnalato. Ha lasciato correre, oppure ha tentato di arrabattare una medicazione improvvisandosi infermiera. L'hai saputo per caso, mentre facevi la risvolta ai pantaloni del tuo parente. Te ne lamenti con la badante e lei ti risponde che non è nulla, e che lei anche se non è infermiera sa come si medicano le ferite. Più tardi chiedi il parere a un infermiere, che osservando la ferita ti mette in guardia dall'affidare la medicazioni a una cialtrona del genere.

- Ti rendi conto che se prima eri impensierito per il tuo parente, adesso sei impensierito per il tuo parente e per la badante. Ma decidi di avere un po' di pazienza raccontandoti che magari il suo comportamento migliorerà, senza considerare che non c'è motivo di sperare che accada una cosa del genere, che infatti non accade. Anzi accade il contrario: la badante rumena è sempre più pretenziosa e arrogante: vuole che tu le compri quello e quell'altro cibo di quella precisa marca, quella marca di vino, quella marca di latte, etc.; quanto ai lavori da fare, poi, vuole diventare praticamente la padrona di casa e decidere lei cosa pulire e quando.

- A un certo punto pensi che così non si può andare avanti, ma non fai a tempo a dire "Mi sa che devo mettermi alla ricerca di un'altra", che la badante ti dice "Io sono stufa, non posso lavorare qui, domani o al massimo dopo domani vado via". E allora devi sospendere i tuoi impegni lavorativi e darti a corsa per trovare un'altra badante, fare un colloquio con lei, un colloquio giusto per sapere il suo nome e il suo numero di cellulare, non certo per fare selezione, perché sei in una situazione di emergenza e ti va bene una qualsiasi. La nuova badante che trovi è per fortuna disponibile e sembrerebbe una brava persona... sembrerebbe.

- Il ciclo si ripete.

OPPURE

- Tutto bene

- La badante se ne va improvvisamente o con un preavviso di pochissimi giorni, raccontando di avere un'urgenza per motivi di famiglia (nella maggior parte dei casi dice che un familiare ha problemi di salute, altre volte non ha neanche la fantasia di inventarsi una bugia, vedi su). In realtà ha semplicemente trovato un altro posto di lavoro dove la pagano di più.

Cosa fare per evitare questo tipo di esperienza? Come scegliere la badante giusta?

Intanto, patti chiari... a voce, e anche per iscritto. Redigi proprio una "carta dei servizi", che le farai leggere e approvare PRIMA di iniziare il rapporto di lavoro. Te ne parlerò poco più avanti...

Ma prima di tutto, le precauzioni sulla sicurezza e per non perdere tempo inutilmente.

Quando sei al telefono con lei per fissare il colloquio, devi dirle che al colloquio deve esibire

- un documento di identità valido

- il permesso di soggiorno (se non è residente in Italia o naturalizzata italiana)

Devi infatti prevenire il rischio che ti dia un nominativo falso (e il motivo risiede probabilmente nella volontà di commettere un qualche illecito), e prevenire il rischio di incorrere in sanzioni penali e pecuniarie per aver dato ospitalità e lavoro a persone sprovviste di permesso di soggiorno.

Se ti dice che ha dei problemi a portarti il documento di identità e/o il permesso di soggiorno, allora sposta il colloquio a una data nella quale potrà esibirli. Se ti trovi in una situazione di estrema urgenza, puoi anche fissare il colloquio senza che lei si porti dietro questi documenti, ma avvertila del fatto che il rapporto di lavoro potrà iniziare solo dopo che te li avrà mostrati.

Soprattutto se non ti ha ancora mostrato un documento, ma anche se te l'ha già mostrato, è buona cosa fare subito una foto che ritrae la badante, il tuo parente da lei assistito e, volendo, anche te; dalla foto si deve capire bene che vi trovate sul suo luogo di lavoro.
Ti do questo consiglio perché una foto è un documento grazie al quale una badante, se denunciata per furto o altri illeciti, non potrà affermare di non essere mai stata in quella casa o di non avervi mai conosciuti.

Un consiglio che ti do per non rischiare di perdere tempo in un colloquio inutile con un'aspirante badante è avvertila di eventuali animali presenti nell'abitazione. Una badante con cui avevo fatto un colloquio telefonico e poi dal vivo, arrivata nell'abitazione della persona da assistere, si rifiutò di entrare perché, avendo la fobia dei cani, era terrorizzata da farsi anche solo avvicinare dal cane della persona da assistere, nonostante fosse buonissimo, e così se ne andò.

Detto questo, veniamo alla carta dei servizi.

Se, come nella maggior parte dei casi, la badante non sa parlare l'italiano molto bene, ti consiglio di far tradurre questa carta dei servizi nella sua lingua. I vari punti dovranno essere numerati, cosicché se dovrai ricordarle uno di questi, potrai dirle ad es. "Ti ricordo il punto 4, che dice [...], prendi il foglio tradotto e rileggitelo".
Ecco cosa ti suggerisco di scrivere nella carta dei servizi:

- Premessa: esiste un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, che però non è legge. È un insieme di regole che vengono consigliate ai datori di lavoro, ma che i datori di lavoro non sono obbligati a seguire se non iscritti a un sindacato datoriale che ha sottoscritto tale CCNL. Questa cosa spesso non la sanno neanche i commercialisti. Spiegala anche a loro. Esiste la possibilità per datori di lavoro e badanti di accordarsi diversamente rispetto al CCNL. Per approfondimenti, leggi il capitolo "Efficacia del contratto collettivo e sua estensione" della pagina di Wikipedia sul CCNL.

- Compiti nei confronti dell'assistito e abilità dell'assistito. Nel periodo in cui erano tutt'altro che buone le condizioni generali di una mia parente, ingaggiai una badante rumena che però se ne andò dopo circa 3 giorni di lavoro, dichiarandosi incapace di provvedere all'assistenza di una paziente del genere. Quindi: in cosa consiste esattamente la cura della persona? Fai una lista dettagliata, anche delle cose che ti sembrano ovvie. Una badante (stavolta italiana) si rifiutava di tagliare le unghie alla mia parente, perché non lo sapeva fare e non lo aveva mai fatto. Altra cosa: oltre ad assistere la persona la badante deve anche fare i lavori di casa? Se sì, quali? Spazzare? Dare lo straccio? Quante volte alla settimana? Deve lavare e stirare i vestiti? Cucinare? Tolgliere dal giardino le foglie cadute e gli escrementi del cane? Specifica tutto fin dall'inizio.

- Regole su chi prende le decisioni. Chiarisci fin da subito chi sono le persone a cui deve aprire la porta di casa e chi no, a quali altri parenti deve obbedire e a quali deve rispondere che essendo tu il referente, è a te che deve chiedere conferma per obbedire a un certo ordine. Nel caso in cui l'assistito manchi in tutto o in parte della capacità di prendere decisioni relative alla propria salute e al proprio benessere, e anche relative all'opportunità di contattarti, specifica in quali casi deve attenersi a ciò che hai detto tu e non a ciò che chiede lui. Ad es. puoi dirle che, indipendentemente dalle sue richieste, non deve dargli più di 3 sigarette al dì, o che non deve lasciarlo a letto tutto il giorno, o che salvo emergenze non può chiamarti mentre sei al lavoro. È allo stesso tempo importante chiarire che al di là di questi casi, se ci sono delle richieste dell'assistito a cui non vuole attenersi, deve contattarti e parlarne con te prima possibile e non semplicemetne fare ciò che vuole tralasciando di avvisarti.

- Regole sulla somministrazione di farmaci. Una delle badanti che ho ingaggiato variava con disinvoltura la terapia somministrata dal medico!!!

- Il menù e come si cucina. Ahimè, molte badanti non sanno come si cucina. Va loro insegnato. Non stupisce quindi che molte badanti non abbiano la necessaria fantasia per fare un menù settimanale variato. Quindi fai tu un menù e affiggilo in cucina. In aggiunta, il top sarebbe darle un quaderno con le ricette dei pasti da preparare.

Dormire o no nella stessa stanza. Nonostante la mia parente assistita avesse una voce flebile, udibile quindi solo da chi le sarebbe stato vicino, una delle badanti che avevo ingaggiato pretendeva di dormire in una stanza separata. Disse proprio che lei di notte voleva dormire! E se la persona assistita di notte ha bisogno di qualcosa che fai, la ignori??! Il Nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Colf e Badanti dice che l'orario giornaliero di una badante dev'essere al massimo di 10 ore giornaliere non consecutive, e che le ore lavorative notturne discontinue (cioè le ore in cui può dormire se la persona assistita non ha bisogno) sono considerate straordinari, e devono essere pagate con una maggiorazione del 20% rispetto alleore normali. Se ci si dovesse attenere a queste regole, per molte famiglie che già faticano a pagare il lavoro diurno della badante oltre che al suo vitto, contributi e ferie, sarebbe impossibile chiedere alla badante di intervenire di notte in caso di bisogno, anche se l'assistito non ha quasi mai bisogno di assistenza notturna. Sulla carta, quel "quasi" dovrebbe trasformare tutte le ore di sonno in ore lavorative straordinarie!!! Per fortuna ogni badante e ogni datore di lavoro dotati di buon senso possono negoziare questo aspetto a seconda dei casi, anche perché, come ho già detto, attenersi al CCNL non è obbligatorio per legge.

Regole di economia domestica. È doveroso prevenire gli sprechi, come lasciare la luce accesa o alzare eccessivamente il riscaldamento. Accordati in particolare per quest'ultimo aspetto: quanti gradi dovranno esserci in casa, e le ore del giorno in cui il riscaldamento dovrà essere acceso e spento. Quante volte alla settimana deve fare la lavatrice, affinché la spesa non sia eccessiva? Accordati anche su questi aspetti e non dare per scontato nulla. Attenzione alla conservazione dei cibi: quali vanno conservati in frigorifero e quali no. Attenzione al fatto che il cibo avanzato e consumabile nei pasti successivi non venga buttato via, ma conservato. E viceversa attenzione al fatto che un certo tipo di cibo NON debba essere conservato più di tanto, e a un certo punto buttato via anziché riutilizzato.
 
- Regole di igiene. Una badante rumena che assisteva la mia parente, con la stessa spugna puliva i piatti e mobili. Chiarisci cosa usare e per cosa.

- Routine. Descrivi accuratamente la routine della persona assistita, che dev'essere rispettata e non cambiata a seconda del parere della badante. Ad esempio a che ora si alza la mattina, a che ora va a letto la sera, se fa o no un sonnellino pomeridiano, a che ora mangia, eventuali orari fissi per andare al bagno.

- Regole sull'assistenza nella giusta misura. Una persona disabile deve esercitare le sue capacità residue; non consentirlo significa privarlo di una soddisfazione e dell'allenamento muscolare e neurologico, peggiorando così la sua situazione. Ad. esempio, se l'assistito può camminare agevolmente con bastone e aiuto, la badante non deve usare la carrozzina salvo reale necessità. Se l'assistito può e vuole tagliare il cibo col coltello e metterlo dalla pentola al piatto, la badante deve lasciarglielo fare e non fare tutto al posto suo. Per molti aspetti lasciar esercitare le capacità residue dell'assistito è meno comodo per la badante, perché il compito viene svolto più lentamente ed è necessaria la supervisione. Ma questo dev'esser fatto.
 
- Regole su chi chiamare in caso di necessità. In quali casi chiamare il 118? In quali casi chiamare il medico di famiglia? In quali casi chiamare il parente, e cosa fare se non è raggiungibile? Vedi anche punto successivo.

- Regole sul riferire accadimenti importanti. Se ci sono variazioni sullo stato di salute della persona assistita, la badante deve dirtelo appena ti vede; se si tratta di qualcosa di molto rilevante o se tu fai visita raramente alla persona assistita, deve dirtelo contattandoti in un orario in cui sei di solito libero. Ovvio? Per te probabilmente sì. Per le badanti non è detto che lo sia. Anzi, potrebbe essere il contrario. Cioè la badante potrebbe cercare di nasconderti quello che è successo. Esempio realmente accaduto con una badante rumena: la persona assistita ha una ferita a una gamba. Sua figlia se ne accorge dopo giorni. Nel frattempo la badante aveva cercato di nascondere la cosa, improvvisando una medicazione con risultati peggiorativi (le medicazioni non si improvvisano e vanno fatte fare da un infermiere, che magari poi insegna come eseguirle); la figlia se ne accorge solo dopo aver scoperto il calzino e sentendo un odore tremendo.
 
- Regole sull'educazione. Una persona anziana va trattata con la dovuta educazione, ad esempio, non si deve essere prepotenti alzando la voce, o trasportandola o svestendola/vestendola con movimenti bruschi. È triste che ci sia bisogno di specificarlo, ma tant'è. Addirittura una badante rumena, quando la mia parente assistita gli chiese, tanto per parlare, dove lavora la sua amica, le rispose tipo "A te che t'interessa?". La badante, oltre che essere educata e cordiale con l'assistita, deve esserlo anche coi parenti che vanno a trovare l'assistito, portando lo stesso rispetto che riceve.
 
- Orario lavorativo. In particolare fai chiarezza sulle ore lavorative dei giorni prefestivi, festivi e superfestivi (Capodanno, Epifania, 1° maggio, 2 giugno, 25 aprile, Pasqua, Ferragosto, etc). Ti consiglio di informarti cercando in rete le varie feste nazionali per non scordarne neanche una e quindi non avere sorprese. Puoi anche stabilire che dei cosiddetti "superfestivi" non si tiene conto, e che cioè saranno giornate lavorative se non cadono di domenica o altri giorni liberi stabiliti. Oppure puoi stabilire che in ogni caso vengono considerati al pari delle domeniche.

- A che ora scatta il giorno successivo. Se è stabilito che una badante "lavora fino al giorno X", cosa significa esattamente? Giorno X, ma a che ora? Stabilite dall'inizio una regola: la giornata lavorativa successiva inizia a un preciso orario di scatto da concordare. Per quanto riguarda l'ultimo giorno di lavoro (prima della cessazione o sospensione provvisoria del rapporto), potrete accordarvi e decidere che la badante lavorerà fino al giorno X e qualche ora in più rispetto all'orario di scatto; in questo caso queste ore in più verranno pagate a parte e non come giornata intera.
 
- Importo della paga mensile. Una badante che ho ingaggiato, quando è arrivato il momento di farsi pagare il primo mese di lavoro ha detto a mia mamma che si era accordata con me per una cifra di 50 euro maggiore. Il fatto che fosse in malafede era evidente, visto che per zittirla e non farla insistere è bastato semplicemente che mia mamma le rispondesse tipo "No no, la cifra concordata era quest'altra" senza che io sia stato chiamato da nessuna delle due a intervenire per un chiarimento. Importante: specificare fin da subito (magari anche per telefono, prima del colloquio dal vivo, per evitare fraintesi e perdite di tempo) se nella cifra ci cui si sta parlando sono compresi oppure no il TFR, la tredicesima e le ferie. Puoi fare alcuni conti per stabilire una paga a seconda che il mese sia di 28 o 30 o 31 giorni, oppure stabilire una paga mensile media.

- Il budget per vitto. La scelta del cibo (ad es. per quanto riguarda la marca dei prodotti) influisce molto sul bilancio mensile e può farlo variare anche di 50-100 euro. Purtroppo è facile che una badante, sapendo di avere il "vitto compreso", avanzi richieste che comportano una spesa eccessiva. Ad esempio una badante rumena che ha lavorato per la mia parente voleva mangiare la carne tutti i giorni, voleva il latte di una certa marca, i biscotti di una certa marca...
Puoi chiedere alla badante cosa devi comprare, specificando quale budget settimanale non sei disposto a superare. Puoi dirle che c'è la possibilità di superare tale budget detraendo l'eccedenza dalla sua paga. Se il vitto della badante e quello dell'assistito vengono acquistati insieme, abbi chiaro tipo e quantità di cibo che l'assistito è abituato a mangiare e in ragione di ciò esponi questi dati alla badante.
Il mio consiglio è acquistare solo cibo per l'assistito, chiarendo che deve essere mangiato solamente dall'assistito e non dalla badante, e dare a quest'ultima una precisa somma di denaro ogni settimana affinché lo acquisti da sé. Ad esempio il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro prevede per il vitto un budget minimo di 3,28 € al giorno.
Altro consiglio è suddividere fisicamente in maniera inequivocabile il cibo per l'assistito e cibo per la badante, collocandoli in posti diversi (ad es. armadi diversi e scompartimenti del frigorifero diversi).

- Importo della paga oraria, magari con distinzione fra quella diurna e quella notturna. Dalla paga mensile stabilita e dalle ore di lavoro diurne  e notturne previste potrai estrapolare la paga oraria, utile per diminuire o aumentare della giusta cifra eventuali ore di lavoro in meno o in più in caso di variazioni.

- Paga in più/meno in caso di ore di lavoro in più o in meno rispetto all'orario usuale, eventualmente differenziata a seconda che il giorno sia feriale, prefestivo, festivo o superfestivo. È necessario parlarne fin dall'inizio perché ci potranno essere dei momenti in cui avrai bisogno che la badante lavori nonostante sia prevista per lei una pausa, e viceversa ci potranno essere dei momenti in cui la badante avrà bisogno di ore libere in momenti durante i quali, secondo l'orario stabilito, dovrebbe essere in servizio. Nota: quando di comune accordo, le variazioni di orario lavorativo potranno consistere anche semplicemente in uno spostamento delle ore, senza variazioni di paga.

- Regole sulle variazioni degli orari di pausa. È possibile, come è successo nella mia famiglia, che la badante ti dica "Oggi nell'orario di pausa sto comunque in casa, perché piove". Dev'essere chiaro che comunque sia quello conta come orario di pausa, perché è lei a decidere di non uscire, a meno che non vi siate accordati per spostare quella pausa. Inoltre, se tu hai acconsentito a che quelle ore di pausa possa sfruttarle in un altro momento, dovete accordarvi su quando esattamente. Te lo dico perché una badante aveva dichiarato che sarebbe rientrata alle 19.00 e invece, senza neanche avvertire (e senza rispondere al telefono) rientrò alle 21, e si giustificò dicendo che doveva recuperare le ore di pausa non sfruttate il giorno prima perché era piovuta e non era uscita.
Se un giorno la badante ha necessità di uscire in un orario diverso da quello di pausa, deve chiedertene il permesso, e se la tua risposta è no, deve rinunciare. Deve fra l'altro capire che è più probabile la tua risposta sia "sì" se avverte 2-3 giorni prima affinché tu ti possa organizzare, e che comunque non è obbligatorio per te acconsentire.
 
- Precedenza in caso di conflitto di necessità. Le richieste di variazione di orario possono essere più o meno giustificate da bisogni urgenti, che nella peggiore delle ipotesi potrebbero essere simulati; oppure potrebbe capitare una richiesta di variazione per un bisogno realmente urgente, che non può comunque essere accolta a causa di necessità altrettanto importanti della controparte. Fin dall'inizio deve essere chiaro chi, fra te e la badante, ha l'ultima parola in questi casi conflittuali. Puoi stabilire che in caso di indisponibilità di entrambi l'ultima parola ce l'avrai tu, o ce l'avrà chi dei due vuole mantenere l'orario regolare.

- Rigorosità sugli orari. Se qualche volta  tu ritardi di 5 minuti per sostituirla e lei te lo fa notare indispettita, da quel momento in poi sii puntualissimo, sincronizza il tuo orologio col suo, o ancora meglio stabilisci come riferimento un orologio affisso al muro e, ogni volta che ritarda lei, immediatamente in sua presenza scrivi su un foglio di quanti minuti ha ritardato, che verranno sottratti dalle sue successive pause. Con lo stesso sistema aggiungerai minuti alle sue pause nel fortuito caso di tuoi ritardi.

- Penale sull'assenteismo. Qui si parla di scorrettezze di entità ben maggiore del punto precedente. Se la badante, senza avvertire, ritarda la sua entrata in servizio oppure anticipa la cessazione dell'attività assistenziale prima dell'orario previsto, avrà una penale, così come ce l'avrai tu se a causa di un tuo ritardo la costringerai a rimanere in servizio. Anche questa penale è da stabilire fin dall'inizio con precisione. 
 
- Preavviso prima di concludere il rapporto di lavoro. Non è lecito da parte di una badante annunciare la fine del rapporto di lavoro il giorno prima o addirittura il giorno stesso. Neanche se secondo lei si tratta di un'emergenza. Infatti andando via improvvisamente, l'emergenza la crea alla persona che stava assistendo. Stabilisci che deve dare un preavviso, e quanti giorni prima deve farlo, affinché eventualmente tu possa accordarti con una sostituta. Nel caso in cui lei violi questa regola, le verrà applicata una penale.
Ad esempio secondo il CCNL la badante deve dare un preavviso di 7 giorni, altrimenti viene pagata come se avesse lavorato 7 giorni in meno rispetto a quelli in cui ha effettivamente lavorato.
Io suggerisco la penale consista nella detrazione dalla paga di una somma equivalente alla paga di tanti giorni lavorativi quanti sono quelli di ingiusto anticipo di interruzione lavorativa. Ad esempio, se avete stabilito un preavviso di 7 giorni ma lei viola questa regola dicendo all'improvviso che se ne andrà fra 3 giorni, le sarà detratto dalla paga una somma pari a 4 giorni lavorativi.
Problema: e se "domani vado via" te lo dice il primo del mese? Come applichi la penale, dato che i soldi che le dovevi per il mese precedente ormai glieli hai già dati tutti? Certo non ti restituirà la somma corrispondente ai giorni di anticipo ingiusto, e non puoi sottrargli i soldi con la forza. Per questo motivo suggerisco la regola successiva.

- Regole su tempi e modalità di pagamento. Ti consiglio di stabilire che alla fine di ogni mese il pagamento verrà effettuato con detrazione di una somma corrispondente ad esempio alla paga per una settimana di lavoro; le darai questa somma alla fine della prima settimana del mese successivo. In questo modo sarai sempre indietro col pagamento di almeno una settimana, il che equivale a trattenere un fondo di garanzia da cui detrarre le varie somme in caso di penale che la badante ti dovrà. Farà eccezione il momento in cui il rapporto di lavoro si conclude, momento in cui verrà pagato tutto ciò che rimane da pagare, sottraendo eventuali penali.
E naturalmente ti consiglio di avvertire la badante fin dall'inizio che a questa regola non ci saranno eccezioni.
Nota sulla modalità di pagamento: nel momento in cui sto scrivendo, secondo la legge il pagamento in contanti è consentito se sotto i 1000 euro. È comunque legale eseguire un pagamento composto da una parte di contanti e una parte in forma di bonifico o assegno. Quindi se ad es. il compenso di un mese è di 1200 euro, puoi pagare dando alla badante 900 euro in contanti e 300 euro con bonifico.

- Chi fa danno paga. Se la badante crea un danno, dovrà risarcirlo con un rimborso per la riparazione o altro, oppure facendosi detrarre l'importo dalla paga lavorativa. Questo vale anche e soprattutto se si sono verificate delle lesioni da decubito perché la badante non ha avvertito sugli iniziali arrossamenti cutanei o sul loro aggravamento.

- Anticipi di pagamento? Non di rado le badanti (non solo rumene) chiedono degli anticipi. Nella mia esperienza ho notato che si trattava di anticipi che con tutta evidenza non erano necessari. L'episodio più spiacevole a riguardo fu questo: una badante rumena mi chiese anticipo per motivi strategici, dato che aveva in mente di andarsene. Lo capii perché guarda caso i soldi che aveva chiesto e da me ottenuto erano esattamente quelli corrispondenti alle ore di servizio prestato fino al momento della "fuga" preceduta da nessun preavviso (al limite del reato per abbandono di incapace). Questo dunque il mio consiglio: chiarisci fin da prima dell'inizio del rapporto di lavoro che alla badante non sarà concesso nessun anticipo, per nessun motivo, e che quindi non dovrà chiedertelo. Poi, se in futuro ti sembrerà di vedere un reale e inequivocabile suo bisogno (ma occhio alle recite, ché sono bravissime a mentire e a farsi compatire), potrai cambiare idea e fare un'eccezione, curandoti di farglielo pesare in maniera da farle capire che difficilmente la cosa si ripeterà.

- Altre regole suggerite dalla tua esperienza. Siccome la realtà spesso supera l'immaginazione, può darsi benissimo che scervellarsi nel capire quali sono i possibili fraintesi sugli accordi iniziali e scrivere tutte le regole chiarificatrici possibili non sia sufficiente. Può darsi benissimo che, nonostante tutto, a un certo punto la badante rumena se ne esca con una nuova pretesa come un fulmine a ciel sereno. Cosa puoi fare? In questo caso puoi discuterci e trovare un accordo (o semplicemente ricordarle che se quella pretesa in più non rientrava negli accordi, non è tuo dovere a venirle incontro), e soprattutto aggiungere un punto alla nuova versione della "carta dei servizi" che proporrai alla badante successiva.

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Note (aggiunte il 21.12.2015): scrivo di seguito alcuni chiarimenti di cui ho rilevato la necessità leggendo vari commenti di chi ha letto con poca attenzione e/o con coda di paglia.

- Scopo di questo articolo è riportare consigli pratici motivati da quello che è successo. Il "perché le badanti rumene sono così" è un altro argomento che non ho trattato, il che non significa che io l'abbia censurato. Stessa cosa per i temi "gli italiani sono datori di lavoro dispotici". Se ti stanno a cuore argomenti correlati a quelli trattati qui, scrivi pure il tuo articolo e io, se lo riterrò interessante, lo linkerò volentieri.

- Da notare che i consigli che ho dato non parlano di condizioni migliori o peggiori per la badante. Lo dico perché mi pare che la maggior parte delle persone che ha commentato, quando legge "stabilire la paga oraria", capisce "stabilire la paga oraria bassa". Io ti dico di stabilire una paga *chiara*.

- Nessun articolo fa trasformare un datore di lavoro da permissivo a severo. Semmai può far diventare accorto un datore di lavoro senza esperienza. Se il datore di lavoro legge la regola del recuperare i minuti di ritardo, questo non significa che io sono lì e cerchi ogni volta di convincerlo ad applicarla; magari datore di lavoro e lavoratrice hanno un buon rapporto e di quella regola non c'è bisogno. Io dico la mia opinione: siccome non è possibile sapere nelle prime settimane di che pasta è fatta quella badante (talvolta neanche nei primi mesi), allora è bene farle accettare un regolamento ben preciso e severo che dopo si può "allentare" quando la si conosce abbastanza. È un casino fare il contrario, e cioè all'inizio essere permissivi per poi, visto il comportamento negligente della badante, cercare di mettere delle regole nuove. No. Vanno dette fin dall'inizio. Poi sei sempre a tempo a toglierle. Questo non è cercare il conflitto, anzi è evitarlo, e al tempo stesso tutelarsi (per la mia esperienza, a cercare il conflitto fin ora sono state le badanti).

- Quanto all'atteggiamento, ho letto in un commento che le regole vanno bene ma non vanno "buttate in faccia". Qualunque cosa significhi, da nessuna parte in questo articolo consiglio di "buttare in faccia" nulla. Consiglio di leggere le regole, consegnare il foglio e farlo firmare, e non dovrebbe esserci bisogno di specificare che questo, come tutte le cose, va fatto con educazione e rispetto. Da nessuna parte nell'articolo si legge il contrario.

- Essere molto chiari e specifici lo so, può indurre chi legge a far pensare "Questo lo immaginavo, mica sono scema!". Ma è altrettanto immaginabile che quelle cose sono state scritte prima di conoscere la badante, quindi nulla di personale; se certe regole le sembrano ovvie, tanto meglio. Non è colpa mia se per altre badanti ovvie non erano. Se la rifaccia con loro.

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Consigli anti-crimine: è possibile che qualcosa non ti torni nei racconti relativi alla memoria del tuo parente "che inizia a fare cilecca". Devi sapere che molte badanti intenzionate a rubare inizialmente convincono l'anziano che la sua memoria sta traballando con la seguente tecnica: nascondono i suoi oggetti, poi fingono di ritrovarli per caso in altri posti, inducendolo a pensare "Com'è possibile? Non ricordo di averlo messo lì... la mia memoria mi sta davvero lasciando...". Così, senza che l'anziano smentisca, raccontano questi fattarielli ai parenti, convincendoli della sua non attendibilità, e da quel momento in poi avranno campo libero nel rubare, sicure del fatto che "sì, ti sembrava che ci fossero 30 euro in più nel borsello, ma non è così.... come sai bene, la tua memoria non funziona più come una volta...".
Ecco come evitare questo genere di truffa: quando la badante o lo stesso assistito ti riferiscono problematiche di memoria, testa anche tu la sua memoria. Raccontagli delle cose, richiedigliele il giorno dopo o due giorni dopo. Se noterai una significativa discrepanza fra i racconti dei fatti avvenuti in tua assenza e i tuoi "test", cambia questa badante prima possibile.
In ogni caso tieni sempre a casa tua gli oggetti di valore dell'assistito e i suoi contanti.
La cosa migliore è installare delle videocamere nascoste che creino filmati con orario sovraimpresso, per poter verificare eventuali furti o atti di violenza, o semplicemetne la veridicità di quanto una badante ti racconta (ad esempio sull'orario a cui porta a letto la persona assistita).

Consiglio anti-emergenza: è bene essere sempre preparati a un abbandono improvviso da parte della lavoratrice (o licenziamento resosi necessario per cause gravi). Ovvero è buona cosa avere a disposizione il numero di telefono di altre badanti pronte a sostituirla. Ogni mese, quindi, ti consiglio di fare qualche colloquio con altre badanti cercando, per quanto possibile, di farti un'idea sulla loro indole, e facendole leggere la tua carta dei servizi. Ripeto, altre badanti, e non semplicemente un'altra badante. Infatti se adesso una badante di scorta è disponibile, fra 2 settimane o fra un mese è probabile che abbia già trovato lavoro e debba dirti di no. Dato il grande turn-over, quindi è quindi necessario fare colloqui frequentemente per aggiornare la schiera di persone che con maggiore probabilità saranno disponibili a breve termine.

E che dire delle ucraine? E delle moldave? E delle polacche? E delle italiane? Non ho abbastanza esperienza con badanti di tali nazionalità. Ma comunque, indipendentemente dalla nazionalità di una badante, seguire i consigli che ti ho dato male non può fare.

Fine dell'articolo. Che, essendo lunghino, potrebbe averti fatto dimenticare una cosa importante che ho scritto all'inizio (questo deduco dai molti dei commenti di cui ho ricevuto notifica, alcuni dei quali non ho approvato). Ti invito a rileggerla, la parte iniziale. È importante. In particolare, ripeto:
per motivi di praticità, non commentare come "Anonimo". Usa il tuo nome oppure un nick. Altrimenti mi riservo di non approvare il commento.
Hai difficoltà in merito? Consulta la pagina "Come commentare questo blog (e in generale i post di Blogger)".

Aggiornamento del 30 giugno 2019 (copiato e incollato da un mio commento in risposta a un anonimo): E nonostante ci sia all'inizio dell'articolo, alla fine dell'articolo, e nelle avvertenze subito prima dello spazio dedicato ai commenti, un invito a non commentare come "Anonimo", c'è chi continua a commentare come anonimo. E fra questi ci sono anche italiani.

Aggiornamento del 31 luglio 2019
E niente, siete senza speranze. Continuate a commentare come anonimi. E io non vi autorizzo la pubblicazione del commento.

12 gennaio 2015

Banca del tempo: iscriviti, presto! - TIMEREPUBLIK

(Com'è facile capire, se possiedi un mucchione grosso di quattrini e svolgi il tuo mestiere con una tariffa oraria 50 volte più grande della media, allora la banca del tempo e questo articolo non sono per te...)

Da un bel po' di anni esistono varie banche del tempo. Ma nel momento in cui sto scrivendo la conoscenza del fenomeno non è ancora diffusa capillarmente, almeno in Italia. Quindi spiego. Brevemente, visto che è una cosa facile facile.

Come suggerisce il nome, una banca del tempo è una banca in cui i conti correnti sono depositi non di denaro, ma di tempo. Un'ora di lavoro di un qualunque correntista vale esattamente quanto un'ora di lavoro di un qualunque altro correntista.

Ad es. se tu mi tagli i capelli e ci metti mezz'ora, io ti pago con mezz'ora del mio tempo, che passa dal mio conto al tuo.
E tu puoi spendere questa mezz'ora che hai guadagnato ingaggiando un altro iscritto affinché porti a spasso il tuo cane per un quarto d'ora e un'altra iscritta madrelingua spagnola che per un quarto d'ora ti insegna l'inglese (beh, è spagnola, ma conosce molto bene anche l'inglese).

Fra le banche del tempo ti consiglio TIMEREPUBLIK, una banca del tempo che ha anche caratteristiche social.

Alcune caratteristiche di TimeRepublik:

- Per iscriversi ci vogliono circa 25 secondi
- Subito dopo l'iscrizione parti con 45 minuti di tempo suo tuo conto

- Se completi interamente il tuo profilo il bonus diventa di 5 ore
- Il sito genera automaticamente un link che puoi fornire alle persone a cui pensi che possa interessare; per ognuna che si iscriverà tramite il tuo link avrai nel tuo conto un bonus di 30 minuti

Ecco quindi che riporto qui sotto il mio link di affiliazione.
Fammi e fatti un favore: cliccaci su e...


P.S.: Se qualcuno ha delle obiezioni sul fatto che TIMEREPUBLIK sia la migliore banca del tempo, dica pure nei commenti...

06 gennaio 2015

Sei uno stalker? Ti propongo la mia testimonianza di uomo

Anche stanotte stavo per infilare sotto le coperte, quando ho deciso di tornare al computer per scrivere alcune parole che ho temuto mi sarebbero sfuggite domani.

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Un grande privilegio averti avuta tutte queste ore e settimane insieme a me, aver con te parlato, gesticolato, fatto facce strane e buffe, e averti anche davvero conosciuto. Un grande privilegio aver potuto cercare di aiutarti, esserci riuscito, esser stato amato.
Tanta ammirazione insieme a un bel divertimento, talvolta sospettando di esser piccolo e inesperto della vita quando penso che fortissimo, di gusto sghignazzavi per la situazione tragica in cui versano i cervelli che ogni giorno ti circondano, in fondo alla classifica, grottesca la famiglia, poi gli amici e le persone più vicine, tu ridevi in questo fiume trash, ed io al tuo posto avrei invidiato ciechi e sordi, non in grado di reggere non dico l'esperienza, ma a stento i tuoi racconti.
Un privilegio, oro, perla e raro gioiellino è stato e anche lo è tutt'ora avere i tuoi regali, le avventure pionieristiche in cucina, le tue domande "Quando ci vediamo?", gli "uffa" per timore che non ci tenessi tanto, che forse mi piacevi o forse no, gli abbracci che eleggevi a zona franca dallo scorrer dei minuti e quarti d'ora, che invece camminavano attardandoti ma chissenefregava, veder parlare gli occhi, gli addormentamenti insieme.
L'anno scorso e poche settimane precedenti, e mezza settimana successiva... un periodo che è sembrato breve fino a stamattina si è slargato mentre mi rendevo conto di quanto è stato denso e intenso e quanta roba c'era dentro, quando hai detto che ora è un'altra, la strada che vuoi fare, e lo stomaco col cuore sembravan dilatarsi per il piccolino vuoto, come in cielo, da subito invaso dal ciclone, i mille nostri film che è normale con fatica iniziare a digerire.
Tanto, tanto onore a te, che oggi ancora meglio hai capito ciò che vuoi, che hai mosso un passo avanti, tuo e mio, in mezzo ai tanti passi, avanti in dentro e in fuori, grande danza delle danze degli intrecci delle vite e degli amori.

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Se sei uno stalker e sei capitato in questa pagina, magari potrebbe sorprenderti che immediatamente dopo aver preso atto che la propria fidanzata ha scelto un altro uomo o semplicemente ha scelto di porre fine a un rapporto di coppia, la reazione possa essere un fiume di pensieri piacevoli e uno stato prevalentemente positivo. O che almeno possa essere positivo l'atteggiamento nei confronti di quella persona e della vita. Sorprendente (per te) ma possibile a quanto pare: come vedi io ne sono la testimonianza vivente, e ti garantisco che non sono il solo.

Ecco che quindi hai principalmente due possibilità:
  • concludere che io sono matto e continuare a comportarti come quello che tu pensi sia il "vero uomo", e che in realtà si chiama appunto stalker, e in questo caso speriamo che qualcuno ti punisca a oltranza, fino a che non capisci che ti stai sbagliando (ahimè, a volte non basta una vita di punizioni... ognuno ha i suoi tempi per capire le cose)
  • accorgerti che reagire bene è meglio che reagire male (concetto facile in fondo, no?), e che se non sei in condizioni per reagire al meglio puoi magari rivolgerti a una persona che può aiutarti (che no, non può essere la tua ex-fidanzata)
A te la scelta.
Ripeto: a te. Non alla tua cultura, non all'educazione che hai avuto, non alla melma mentale in cui forse sei immerso fino ai capelli e di cui non ti rendi conto finché non hai il coraggio di supporne l'esistenza.
La scelta è tua.

Aggiornamento: la fidanzatina, pochi giorni dopo, è tornata con me :-)
Avrebbe fatto lo stesso se io avessi inveito contro di lei o tentato di obbligarla in qualche modo?

05 gennaio 2015

Splatter Terror Stupid Horror

Come vecchiarda e tenagliosa la gramigna, avvinghia forte l'ignoranza pieghe fonde vertiginosamente buie del cervello che l'aspira, morde forte come vipera vorace, cazzo, infilza tanto schizzo velenoso, in un secondo sangue spolpa e fa budello
Fa fiorire, allargare tanta piaga ed infezione, fa crollare incertamente metà faccia come schianta sullo scoglio dell'orgoglio, e di pelle oliosa un foglio già calando giù sul collo scopre e mostra quanto mostro biascicante chiacchierava piacciume ed il suo feto di vergogna l'abortisce, lo sussume.
E il rumoree vien da piedi squagliabondi, liquefando per metà e mezzi croccano e ribollano nel lor laguccio appiccico e gialluccio, loro succo, il muco, poltigloso odor marcissimissim'uovo, che colora vaporendo schifida aria, appesta mentre è chiusa la finestra, fumo acido, e come viperaccia morde furibonda a caso, a gramigna avvinghia il povero respiro, scorticando dentro il naso.



Ogni volta che sento un discorso tanto stupido, ignorante e presuntuoso, l'effetto su di me è lo stesso che ha un bimbo di 4 anni guardando un film horror splatter.
Stavo per mettermi a dormire, quando ho ripensato a una cosa che ho sentito oggi pomeriggio. Allora sono sceso dal letto e ho voluto rappresentare le mie sensazioni.

03 gennaio 2015

Vegani e vecchie pellicce, scarpe di pelle, etc


Grazie a una condivisione di una mia FB-friend ho appreso che il 1° gennaio scorso la cantante Arisa ha scritto sulla sua pagina Facebook "ARISA OFFICIAL PAGE":

Mi dispiace tanto di aver infervorato i vostri animi sensibili per la mia pelliccia da puttanone anni '80..
È da tanto tempo che mia madre cerca di rifilarmela in tutte le salse perché è un regalo di mia Zia Carmela ed è calda. L'ho sempre ritenuta un pò eccessiva ma l'altro pomeriggio battevamo i denti dal freddo, l'ho tirata fuori dall'armadio e l'ho messa. Giallina è un pò consumata, non mi è mai sembrato un pezzo di lusso e non penso proprio che mia a Zia Carmela sia mai saltato in mente di spendere dei soldi per una pelliccia vera visto che le priorità nella mia famiglia sono sempre state ben altre.. Il cibo, per esempio.
Nessuna etichetta, nessun segnale che attesti l'autenticità del pelo ma neanche il contrario. Quindi può essere che sia inspiegabilmente vera oppure no.
Comunque il livello d'intolleranza è l'aggressività di certi commenti mi lascia sempre un pò interdetta. Sarei tanto curiosa di fare un giretto nei vostri armadi. Quanti di voi non posseggono neanche un piumino d'oca, una cintura o delle scarpe di pelle?
Io ce le ho delle pellicce a casa mia probabilmente alcune non sono ecologiche e altre no,ma la più giovane ha 40 anni, sono un'appassionata di vintage e per me un capo degli anni '70 è un'opera d'arte. Fatevene una ragione. Indosso ogni tanto dei capi pelosi, ma non li uccido e non li compro di prima mano. Li indosso e continuerò a farlo, perché qualcuno lì ha già uccisi e acquistati tempo fa e buttarli via sarebbe un'ulteriore sacrilegio.
Un abbraccio a tutti voi. Tanti auguri di buon anno.

Ecco come la penso:

Purtroppo non la si è ancora fatta finita con le pellicce vere. C'è chi continua a produrle e a comprarle. Una pelliccia finta, come si deduce dal termine, è un'imitazione di una pelliccia vera. Quindi portarla in pubblico contribuisce a mantenere nell'immaginario collettivo il concetto secondo cui uccidere un animale per farne un indumento possa essere normale.
Quando le pellicce vere non saranno prodotte né comprate da nessuno e questo olocausto quotidiano sarà diventato solo un brutto ricordo, quando sarà un dato acquisito che la crudeltà sugli animali per futili motivi è follia, allora indossare vecchie pellicce, vere o finte, non sarà più diseducativo. Indossare un indumento di leopardo vero o finto sarà un po' la stessa cosa che indossare una maglietta con disegnato un leopardo.
Anch'io che da anni sono vegano avrei potuto tenere e continuare a usare scarpe e cinture di pelle comprate o ricevute in regalo quando ero onnivoro. Ma se una persona tiene a una causa dovrebbe tenerci anche a dare il buon esempio, e farlo più efficacemente possibile, compreso minimizzare possibili fraintendimenti. Ad esempio evitare che due onnivori su tre con cui parlo di veganesimo tragga deduzioni affrettate sulla mia presunta incoerenza (e quindi per triste, superficiale estensione anche sulla presunta incoerenza dei vegani in generale) dicendo "e queste scarpe?", e dover dare sempre la stessa spiegazione.
Per questo mi sono disfatto di scarpe, cinture, divano di pelle e indumenti di lana, cedendo il tutto a onnivori. Da notare che questo tipo di cessione non rappresenta dal punto di vista educativo alcun passo avanti né indietro, perché una semplice cessione, specialmente fatta una tantum, ha un potere persuasivo trascurabile, mentre è un passo avanti dal punto di vista dell'acquisto e della produzione: se una persona che probabilmente non diventerà a breve vegana do un paio di scarpe di pelle, è possibile che il prossimo acquisto di un prodotto del genere venga ritardato.

02 gennaio 2015