23 novembre 2021

Grandi aziende dalla querela facile (e figuraccia anche): perché?

Quando qualcuno pubblicamente racconta pubblicamente una propria esperienza con un'azienda mettendola in cattiva luce a causa di un fatto oggettivamente vero e incontrovertibile, dunque senza incorrere nel reato di diffamazione, spesso l'azienda sporge ugualmente querela per diffamazione.

Per quale motivo un legale di un'azienda intenta una causa, quando sa benissimo che la perderà?

La risposta a questa domanda è arrivata pochi giorni fa, grazie a un interessante commento che ho letto su Facebook.

I motivi sono principalmente due. Gli uffici legali delle aziende fanno causa a prescindere dalla possibilità di vincerla perché hanno un badget annuale a ciò dedicato, budget che se non viene speso interamente potrebbe essere tagliato l'anno successivo. Inoltre una grande azienda ha l'obiettivo di far sapere a tutti che ha la querela facile, affinché le persone siano indotte ad autocensurarsi e a non pronunciarsi parlando male dell'azienda neanche quando è legittimo, visto che affrontare una causa legale è comunque percepito come un rischio o, nella migliore delle ipotesi, qualcosa di noioso a cui si dovrà dedicare del tempo.

Dunque l'obiettivo dell'ufficio legale di un'azienda è ingraziarsi il datore di lavoro comunicando in pratica "l'anno prossimo dammi gli stessi soldi, ce n'è bisogno" e "visto come sono bravo, ché intimorisco i detrattori?". In altre parole l'obiettivo dell'ufficio legale di un'azienda è intortare il proprio datore di lavoro, non vincere le cause.

A quanto pare non vengono messe in conto le figuracce aggiuntive (intendo aggiuntiva dopo quella causata dal racconto del cliente). E cioè:

- se una persona che ha legittimamente parlato male di un'azienda viene querelato, sicuramente tornerà a parlare in pubblico una seconda volta raccontando di nuovo ciò che aveva divulgato, e aggiungendovi il racconto dell'assurda querela ricevuta

- dopo aver vinto la causa, il cliente tornerà a parlare una terza volta in pubblico, raccontando di nuovo i fatti già divulgati, l'assurda querela ricevuta, e aggiungendo il fatto di aver vinto la causa, a conferma dell'assurdità della querela

Se poi la persona ha ricevuto, prima della querela, una minaccia di querela di cui non ha paura (ad es. l'intimazione di eliminare o modificare un articolo dal proprio blog), allora a queste fasi si aggiunge un passo in più, quindi una fase ulteriore in cui sarà spinto a parlare della vicenda. Parlerà (spingendo i lettori alla condivisione) ben quattro volte: racconto dei fatti, racconto della minaccia, racconto della querela e racconto della vittoria.

Mi viene da chiedermi: possibile che le aziende non si rendano conto che il bilancio di questo atteggiamento è negativo? La risposta potrebbe essere che il bilancio no, non è negativo, perché non sto tenendo conto di tutte le persone che, in compenso, per paura di una querela, tacciono. Però boh, mi pare un po' strano.


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