Qualche anno fa un mio amico mi ha detto una cosa interessante rivelatagli da uno psicoterapeuta: gli agenti delle forze dell'ordine hanno seri problemi
psicologici. E no, per la maggior parte non sono problemi psicologici
creati dal mestiere. È il contrario. Si arruolano nelle
forze dell'ordine molti uomini che già di suo hanno problemi.
La cosa non mi sorprende.
Pensiamo agli agenti che hanno ammazzato Cucchi, Aldrovandi, Uva e tante altre persone inoffensive. Questi episodi hanno in comune le seguenti caratteristiche:
- Non si trattava di situazioni di grande tensione, tipo sommossa popolare, con cui di solito si giustifica lo sbarellamento emotivo del poliziotto o carabiniere, che lo induce a esagerare con la forza. Lo scenario era questo: una persona singola e disarmata, che non voleva né avrebbe potuto usare la forza, picchiata a morte da più agenti.
- I reati che gli agenti commettono in questi casi tipicamente non sono finalizzati a rubare al povero malcapitato soldi, gioielli o droga da rivendere, o a ottenere altri vantaggi. L'unico scopo è il piacere di fare del male e di sentirsi potenti.
Credo che queste due osservazioni siano sufficienti per dire che la peculiarità di questi mostri non è essere stressati, né essere sottopagati. Molto più semplicemente sono fuori di testa. Quindi, sotto un certo punto di vista, più pericolosi di molti comuni delinquenti. Almeno un rapinatore, di solito, se gli dai quello che vuoi non ti fa del male.
Le persone fuori di testa dovrebbero essere tenute lontane da armi e potere. Se così si facesse non dico che si risolverebbe, ma forse si mitigherebbe il problema della malapolizia. Invece si preferisce, a seconda di quello che è possibile fare in quel momento:
- Negare il problema (probabilmente è stato il tizio magrolino ad alzare le mani per primo contro i 5 agenti; non può essere che così, perché il tizio magrolino era drogato e gli agenti sono padri di famiglia).
- Dire che gli agenti delle forze dell'ordine hanno magari esagerato [notare il "magari", che lascia spazio al dubbio, anche se la vicenda è chiarissima, e
notare anche la parola "esagerato", che non è esattamente "sbagliato", è
più un "giusto, ma un po' troppo"], però cosa vuoi che siano due
manganellate in più a un tossico in confronto al fatto che ogni giorno
rischiano la vita per noi? [affermazione fuorviante, ma che funziona in virtù dei film polizeschi].
- Dire che gli agenti delle forze dell'ordine hanno sbagliato, ma non è tutta colpa loro, anzi, è colpa più che altro dello stress dovuto al personale sotto organico. È ovvio che se sei stressato non puoi fare altro che picchiare insieme ai tuoi forzuti colleghi un ragazzo di 60 chili.
- Dire che quegli agenti non sono giustificabili in alcun modo, ma sono solo mele marce, e per fortuna sono poche, pochissime.
Poche pochissime?
Uhm.
Da giornali e telegiornali apprendiamo solo i casi più gravi, cioè quelli di omicidio e lesioni gravi. Ma basta fare un giro sui forum online per leggere quante persone sono state in altro modo vessate dalle forze dell'ordine.
Per motivi futili. In scenari di vero e proprio bullismo.
Se gli psicologi, giustamente, non si limitano a condannare i bulli, ma ne analizzano la storia personale e cercano di capire come prevenire il fenomeno, non vedo per quale motivo si dovrebbe fare un'eccezione quando si tratta di bulli pagati dal soldi dei contribuenti, potenzialmente in grado di fare molto più danno rispetto a dei semplici ragazzetti.
Il danno, come si sa, può essere fisico ma anche psicologico. In particolare, essere bullizzati dalla polizia dà la sensazione di non potersi difendere in alcun modo, né adesso né mai, salvo rare eccezioni. Non a caso ogni giorno gli agenti delle
forze dell'ordine commettono abusi di potere con schiaffi, pugni, o
minacce, sicuri di non essere mai perseguiti, perché per ogni X
testimoni che porti tu in tribunale, loro possono portare X+1 colleghi che testimonieranno il fatto che sei stato tu ad aggredirli.
Poi però vanno in giro a dire che ai delinquenti non possono torcere
nemmeno un capello altrimenti vengono denunciati. Falso, così come lo è la grande bufala, ripetuta e
ri-ripetuta, secondo cui una peculiarità del lavoro delle forze dell'ordine è rischaire la vita ogni giorno. Mi pare che statisticamente siano di più i cittadini a
rischiare la vita se incontrano uno di loro che quel giorno si è svegliato particolarmente entusiasta del proprio lavoro.
Ma la verità non si deve dire e non si deve sapere; in particolare i politici destrorsi destronzi si dicono fermamente contrari al monitorare il loavoro delle forze dell'ordine applicando dei numeri identificativi sulle loro
divise e i loro caschi. Il che pone una pietra tombale sull'argomentazioe ingenua (sempre che sia in buona fede) di chi minimizza il problema della malapolizia, dicendo "male non fare paura non avere". Se questo proverbio vale per i comuni cittadini, non vedo perché non dovrebbe valere proprio per tutti tutti, compresi quelli potenzialmente disturbati e al tempo stesso armati.