Le modifiche al codice penale introdotte dal governo in carica in tema di legittima difesa riguardano solo l'aspetto civile. Cioè, detta molto brevemente, da adesso in poi chi ha ragione nel processo penale riguardante il difendersi nella propria abitazione o sede aziendale dovrà necessariamente aver ragione anche nel processo civile (che riguarda i risarcimenti chiesti dall'una o dall'altra parte). Eppure tanti cittadini poco attenti, complice anche la fuorviante propaganda leghista, si sentono più liberi di difendersi, senza capire che su questo piano nulla è cambiato.
A proposito di difendere la propria persona e i propri beni, io auspico che il legislatore prima o poi intervenga su un aspetto che davvero porti un'utilità per i cittadini. Un tema che, per come lo chiamo io, si pone apparentemente agli antipodi della legittima difesa: il legittimo attacco.
Ma ecco cosa intendo per legittimo attacco: io voglio essere libero di picchiare non solo chi tenta di far del male fisicamente a me o a un'altra persona. Voglio anche essere libero di usare violenza fisica anche per interrompere un tentativo di arrecarmi illegalmente un grave danno.
Il grave danno può essere il furto, lo scippo, il danneggiamento o la dispersione di un oggetto appartenente a me o che mi è stato affidato (es. danneggiamento della mia automobile, o della chitarra che ho preso in prestito o in affitto, o il lancio nel fiume del mio pallone).
O anche la limitazione della mia libertà, specialmente se si tratta dell'impedimento di fare qualcosa che per me è urgente, e che se non fatta determina per me un grave danno.
Un paio di esempi:
- Se sono un chitarrista e devo entrare nel teatro in cui si svolge il mio concerto, un bullo mi impedisce di entrare mettendosi davanti alla porta, la Polizia al telefono mi dice che può intervenire non prima di 40 minuti, ed essendo io in ritarto la gente già se ne sta andando e sta giustamente ricevendo indietro i soldi del biglietto, io voglio avere il diritto di mettere KO il bullo ed entrare nel teatro per suonare.
- Se un bullo mi impedisce di entrare in automobile e per questo motivo rischio di perdere l'aereo, non è pensabile chiamare la polizia e poi denunciarlo per i danni che ho subito per il fatto che ho perso l'aereo, così come non è pensabile (tornando alla legittima difesa) lasciarsi picchiare perché "tanto poi lo quereli e chiedi i danni".
Sto parlando di situazioni in cui no, non è sufficiente uno spintone per farsi strada, perché il bullo è grosso e non sarebbe sufficiente; sto parlando di situazioni in cui il bullo lo metti proprio KO facendogli molto male, oppure non puoi riuscire a tornare libero di fare quello che volevi legittimamente fare.
Analogamente voglio essere libero di picchiare un delinquente per interrompere il suo tentativo di arrecare un grave danno a un'altra persona che mi ha chiesto aiuto.
Picchiare in che modo? Ferendolo quanto?
Come per la legittima difesa, ci dev'essere una giusta proporzione fra offesa e difesa. Mi rendo conto che in un eventuale processo non sarà facile per un giudice stabilire quando il legittimo attacco è tale e quando è esagerato. Direi che nel dubbio (mi riferisco al dubbio sull'entità della violenza, non su come siano andate le cose), il Giudice dovrebbe dare torto a chi se l'è cercata, e dargli ragione (in parte) quando l'esagerazione è palese. Inoltre l'esagerazione dovrebbe essere rilevata sulla base dell'azione e della verosimile volontà di far male, e non del danno effettivamente subito. Ad esempio, se ti do uno spintone per impedirti di rigarmi l'automobile e tu inciampando batti la nuca e muori, il danno è stato esagerato, ma non la mia azione, perché verosimilmente non avevo intenzione di ammazzarti, dunque il mio legittimo attacco deve considerato tale.
Analogamente voglio essere libero di picchiare un delinquente per interrompere il suo tentativo di arrecare un grave danno a un'altra persona che mi ha chiesto aiuto.
Picchiare in che modo? Ferendolo quanto?
Come per la legittima difesa, ci dev'essere una giusta proporzione fra offesa e difesa. Mi rendo conto che in un eventuale processo non sarà facile per un giudice stabilire quando il legittimo attacco è tale e quando è esagerato. Direi che nel dubbio (mi riferisco al dubbio sull'entità della violenza, non su come siano andate le cose), il Giudice dovrebbe dare torto a chi se l'è cercata, e dargli ragione (in parte) quando l'esagerazione è palese. Inoltre l'esagerazione dovrebbe essere rilevata sulla base dell'azione e della verosimile volontà di far male, e non del danno effettivamente subito. Ad esempio, se ti do uno spintone per impedirti di rigarmi l'automobile e tu inciampando batti la nuca e muori, il danno è stato esagerato, ma non la mia azione, perché verosimilmente non avevo intenzione di ammazzarti, dunque il mio legittimo attacco deve considerato tale.
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