Ieri ho scoperto che in Italia è reato dichiarare il falso in documenti aziendali soggetti a controlli di autorità pubbliche e in certificati medici o forensi o simili... mentre per tutte le altre scritture private dichiarare il falso non è reato.
Non sto parlando di casi in cui si discute sulla autenticità di un documento. Sto parlando di casi in cui è pacifica l'autenticità del documento, il cui contenuto contiene affermazioni dolosamente mendaci.
Secondo me dovrebbe essere reato perseguibile a querela.
E dovrebbe esserlo anche dichiarare verbalmente il falso per indurre una persona ad acquistare un bene o un servizio.
No, non sto parlando di truffe, perché per sussistere il reato di truffa ci dev'essere un danno oggettivo. Io sono per punire anche chi non ha procurato un danno oggettivo, ma ha comunque dichiarato il falso nella scrittura privata.
Potremmo chiamarlo reato di raggiro.
Ecco, vorrei fosse introdotto il reato di raggiro. E naturalmente anche il reato di tentato raggiro.
Tre esempi:
1)
A Tizio viene proposto da parte di una web-agency un contratto che prevede l'ottimizzazione per motori di ricerca allo scopo di far ben posizionare su Google la propria azienda.
Nel contratto c'è scritto che la web-agency ha un qualche rapporto con Google, tipo che è amica di Google, cugina di Google, o addirittura mandataria di Google, e che quindi ha strada facile nel far sì che quell'azienda, avvalendosi di questa web agency, venga ben posizionata. Oppure non c'è scritto nel contratto, ma è stato detto a voce dalla persona che ha proposto il contratto a Tizio.
Ma non è vero: Google e quella web-agency non si sono mai parlate.
Quindi la web-agency ha dichiarato il falso. Io ritengo che, indipendentemente dalla bontà del lavoro eseguito dalla web-agency, la sua condotta dovrebbe essere perseguita penalmente, e dovrebbe essere perseguita penalmente anche la semplice proposta di un contratto del genere, anche se non viene firmato dal cliente.
2)
Una persona musulmana che fa le pulizie viene volontariamente illusa dal datore di lavoro, un ristoratore, che nel suo ristorante non si mangia il maiale, il che viene precisato nel contratto oppure verbalmente. Il musulmano accetta il lavoro, cosa che non farebbe se lì il maiale si mangiasse, perché lui è ancora più intransigente dei suoi confratelli. Poi, dopo un po' di tempo che il musulmano lavora in quel locale, si scopre che lì il maiale viene cucinato, e veniva cucinato anche prima, e il datore di lavoro ovviamente lo sapeva benissimo. Il danno oggettivo non c'è stato, perché lo stipendio pattuito è stato comunque pagato, ma il lavoratore è stato ingannato e così indotto ad accettare l'incarico contro i suoi valori.
La condotta del datore di lavoro dovrebbe, secondo me, essere punita penalmente, e dovrebbe essere punita penalmente anche la sola proposta di lavoro (anche se non accettata) nella quale, verbalmente o per iscritto, il datore di lavoro dichiara il falso.
3)
Un agente di spettacolo propone a un aspirante attore l'iscrizione dietro pagamento di una quota annuale. Per convincerlo a iscriversi gli dice che la propria agenzia ha fatto diventare famosi gli attori X, Y e Z, e però non è vero.
Secondo me questo dovrebbe configurare reato, indipendentemente dal fatto che l'aspirante attore abbia accettato l'offerta oppure no.
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