- Ci si può esprimere in una certa lingua, a seconda che si stia parlando a un russo, a un greco o a un cinese, etc, e questa scelta è utile affinché l'interlocutore comprenda i contenuti di quello che si sta dicendo.
- Ci si può esprimere con un certo tono anziché in un altro, affinché l'interlocutore capisca di che umore siamo.
- Si può scegliere se parlare dal vivo, telefonicamente, per e-mail, etc, a seconda della maniera che riteniamo più comoda e conveniente.
- Si può parlare a volume più alto o basso, a seconda del fatto che vogliamo ad esempio venire incontro a una persona con un problema di udito o non coinvolgere persone non interessate.
- Si può scegliere accuratamente il colore o il carattere con cui si scrive, ad esempio per rendere più piacevole l'aspetto grafico.
- Si può scegliere accuratamente il colore o il carattere con cui si scrive, ad esempio per rendere più piacevole l'aspetto grafico.
- Si può parlare con un linguaggio normale, affinché sia comprensibile da tutti e senza fatica, oppure in modo formale, affinché...
......
...??
...??
...non riesco a finire la frase.
A cosa, o a chi è utile il formalese (detto burocratese, legalese, politichese, commercialese, etc, a seconda dei contesti e delle sfumature che prende) ?
Cioè: se fosse sostituito dal linguaggio normale, comunque corretto, ma comprensibile da tutti, dove sarebbe lo svantaggio?
Nelle more del giudizio.
A che scopo, per dire "Nel periodo che precede la sentenza" si sente il bisogno di far sì che una persona comune, leggendo, si ritrovi in mezzo a un rovo? Fa male.
A certe situazioni si confà un linguaggio formale.
A che vantaggio? Quali sono, le persone, cose o animali che ci guadagnano qualche cosa? Dove stanno? Fatemele conoscere.
Chi muore o si mette a piangere se tu, italiano italioide mutante, invece di dire "sono a inviarle", "sono a chiederle", scrivi "le invio", "le chiedo"? Eh sì, si parla di scrivere... perché a voce certi sbrodoli non sense non ce la fai a dirli, per fortuna.
[AGGIORNAMENTO luglio 2020: la segretaria del dentista mi ha telefonato e mi ha detto "sono a chiederle". Extraterresti venite ad annientarci, fate presto, vi prego]
Non è che a voce siamo digiuni di perversione comunicazionale. Ciabbiamo, ad esempio, tutto il degenero legato al "lei".
Bah, non è grave. Buffo, ma non grave. Ed è comprensibile.
Lo capisco, a molti piace farsi dare del lei perché vogliono illudersi che l'interlocutore nutra per loro rispetto (specialmente i diciotto-ventiquattrenni). Capisco benissimo che ci sono persone che parlano dando del lei per far capire all'interlocutore che vogliono lo stesso trattamento. E capisco anche quando una persona, vedendo fallire miseramente tale strategia, continua a dare del lei non più per simulare rispetto, ma per ripicca ("tanto non te la do la soddisfazione di accettare la conversazione col "tu").
Sono dinamiche ridicole ma comprensibili perché hanno a che fare con l'umore, l'onore, l'odore, etc. Che ci vuoi fàr... il codice italiano è questo, ci siamo nati, e possiamo solo invidiare le società anglofone, dove il problema non sussiste in quanto tutti si danno del tu (che forse in realtà è un "voi"). Quindi capisco tutto questo, anche se propnderei per una conversazione più genuina e meno stressante, in cui il rispetto si basa solo sui concetti espressi e sulle azioni concrete che vengono fatte, senza bisogno di caricarsi di un problema linguistico inutile (il linguaggio è stato inventato per risolverli i problemi, mica per generarli) .
Capisco. Comprendo.
Ciò che non merita invece la mia comprensione è
il teatrino per i terzi ascoltatori.
Mi riferisco al teatrino dei molti politici che in privato si danno del tu, ma quando si rivolgono l'uno all'altro in sede parlamentare si danno del lei... perché all'aula "si confà" un linguaggio formale.
Così come una legge è inutile se non c'è una sanzione per la sua inosservanza, se si dice che all'aula si confà un linguaggio formale allora si deve poter dire cosa succede se non lo si usa. Dove starebbe lo svantaggio se i parlamentari smettessero di prenderci in giro fingendo di "portarsi rispetto" l'un l'altro e si dessero del tu anche durante le loro discussioni pubbliche?
Stessa cosa i giornalisti che, a microfoni spenti, conoscendo bene la persona intervistata, le danno del tu. Si accendono i microfoni, parte la registrazione, comincia l'intervista, e danno del lei. Ma se vi rilassate e vi date del tu, ai telespettatori cosa gliene importa?
In certe situazioni ci vuole un linguaggio formale.
Ci vuole? Ma perché? Cui prodest?
A che vantaggio? Quali sono, le persone, cose o animali che ci guadagnano qualche cosa? Dove stanno? Fatemele conoscere.
Chi muore o si mette a piangere se tu, italiano italioide mutante, invece di dire "sono a inviarle", "sono a chiederle", scrivi "le invio", "le chiedo"? Eh sì, si parla di scrivere... perché a voce certi sbrodoli non sense non ce la fai a dirli, per fortuna.
[AGGIORNAMENTO luglio 2020: la segretaria del dentista mi ha telefonato e mi ha detto "sono a chiederle". Extraterresti venite ad annientarci, fate presto, vi prego]
Non è che a voce siamo digiuni di perversione comunicazionale. Ciabbiamo, ad esempio, tutto il degenero legato al "lei".
Bah, non è grave. Buffo, ma non grave. Ed è comprensibile.
Lo capisco, a molti piace farsi dare del lei perché vogliono illudersi che l'interlocutore nutra per loro rispetto (specialmente i diciotto-ventiquattrenni). Capisco benissimo che ci sono persone che parlano dando del lei per far capire all'interlocutore che vogliono lo stesso trattamento. E capisco anche quando una persona, vedendo fallire miseramente tale strategia, continua a dare del lei non più per simulare rispetto, ma per ripicca ("tanto non te la do la soddisfazione di accettare la conversazione col "tu").
Sono dinamiche ridicole ma comprensibili perché hanno a che fare con l'umore, l'onore, l'odore, etc. Che ci vuoi fàr... il codice italiano è questo, ci siamo nati, e possiamo solo invidiare le società anglofone, dove il problema non sussiste in quanto tutti si danno del tu (che forse in realtà è un "voi"). Quindi capisco tutto questo, anche se propnderei per una conversazione più genuina e meno stressante, in cui il rispetto si basa solo sui concetti espressi e sulle azioni concrete che vengono fatte, senza bisogno di caricarsi di un problema linguistico inutile (il linguaggio è stato inventato per risolverli i problemi, mica per generarli) .
Capisco. Comprendo.
Ciò che non merita invece la mia comprensione è
il teatrino per i terzi ascoltatori.
Mi riferisco al teatrino dei molti politici che in privato si danno del tu, ma quando si rivolgono l'uno all'altro in sede parlamentare si danno del lei... perché all'aula "si confà" un linguaggio formale.
Così come una legge è inutile se non c'è una sanzione per la sua inosservanza, se si dice che all'aula si confà un linguaggio formale allora si deve poter dire cosa succede se non lo si usa. Dove starebbe lo svantaggio se i parlamentari smettessero di prenderci in giro fingendo di "portarsi rispetto" l'un l'altro e si dessero del tu anche durante le loro discussioni pubbliche?
Stessa cosa i giornalisti che, a microfoni spenti, conoscendo bene la persona intervistata, le danno del tu. Si accendono i microfoni, parte la registrazione, comincia l'intervista, e danno del lei. Ma se vi rilassate e vi date del tu, ai telespettatori cosa gliene importa?
In certe situazioni ci vuole un linguaggio formale.
Ci vuole? Ma perché? Cui prodest?
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