Una voce femminile, senza prima presentarsi, chiede conferme sulle mie generalità. Chiedo chi cerca di preciso...
- Chiamo dalla Formazione Gaia, stiamo contattando le famiglie di San Giovanni Valdarno per informare che stiamo organizzando dei corsi estivi...
- No, guardi, non potete fare questo. Non potete chiamare per pubblicità senza prima controlalre se il destinatario è iscritto al Registro delle Opposizioni
- No, questa non è pubblicità, è informazione
- L'informazione per vendere è pubblicità. Non potete farlo così, è illegale.
- No, non è pubblictà, la saluto, buon giorno [Clack]
Segue mia emal all'azienda Formazione Gaia:
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Sono iscritto al Registro Pubblico delle Opposizioni e ho appena ricevuto una vostra telefonata in cui pubblicizzate i vostri corsi.
Ho fatto notare alla persona che mi chiamava che questo è illegale, e questa persona ha risposto che non è pubblicità, ma informazione.
Questa è una presa in giro, dato che è palese che l'informazione allo scopo di vendere un corso è precisamente pubblicità.
Ma non ho avuto il tempo di spiegarlo, perché questa persona ha frettolosamente chiuso la telefonata.
Forse non si rende conto di non essere l'unica persona con cui i destinatari del vostro spam possono parlare, specialmente da quando esistono i blog e i social network, che da oggi ospitano una notizia in più a voi dedicata, grazie anche e soprattutto all'educazione della vostra chiacchieratrice telefonica.
Con questa telefonata vi assicuro che la vostra promozione ha fatto un passo indietro.
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A voi la scelta se affidare i vostri figli a persone che conoscono così a fondo il rispetto e l'educazione.
Vivere l'intera vita in una gabbia poco più grande del proprio corpo è terribile. Non solo si tratta di una tortura che neanche il peggiroe degli umani meriterebbe. Non la meritano neanche le galline, esseri senzienti come noi e che fra l'altro hanno un'intelligenza e una coscienza ben al disopra di quanto si crede.
Non che il destino delle galline negli allevamenti che razzolano liberamente nei prati sia simpatico: anche loro, quando non producono più abbastanza uova, vengono ammazzate e vendute come carne.
Ma la prigionia dall'inizio alla fine dell'intera vita dovrebbe suscitare l'indignazione anche delle persone che non si occupano abitualmente di diritti degli animali.
La pratica di tenere le galline ovaiole in piccolissime prigioni, che non consentono neanche di aprire completamente le ali è purtroppo ancora legale in Italia, ma ci sono aziende che hanno deciso di fare un piccolo passo di civiltà in avanti. Mi riferisco alle catene di supermercati che hanno scelto di smettere di vendere uova provenienti da galline allevate in gabbia, e che hanno dichiarato questo impegno pubblicamente.
Non è fra queste Eurospin, che alladata in cui sto scrivendo questo articolo non ha ancora fatto alcuna dichiarazione pubblica del genere nonostante le proteste ricevute telefonicamente, via Facebook e via email.
Le proteste continuano. Carolina Bertolaso, di Animal Equality, nella sua mailing list ha indetto la "Settimana contro Eurospin", e cioè una settimana di proteste ancora più serrate nei confronti di questa catena di supermercati, il cui rifiuto di una dichiarazione pubblica sulla rinuncia alle uova di galline tenute in gabbia non può non far pensare all'intenzione di fare dietrofront rispetto a decisioni prese per una minore sofferenza animale.
Aggiornamento 17 novembre 2017:
Ho chiamato lo 045 - 878.22.22, numero della sede centrale di Eurospin Italia.
La donna che mi ha risposto al telefono non mi ha fatto quasi finire la mia domanda sulal vendita di uova provenienti da galline allevate in gabbia, e mi ha indicato il numero verde 800.595.595, che ho
chiamato, e a cui mi ha risposto un operatore, che mi ha detto che non hanno le informazioni che cerco, per le quali devo chiamare lo 045 - 878.22.22.
Dunque chiamo di nuovo il n. 045 - 878.22.22.
Mi risponde la stessa operatrice, a cui spiego la cosa, e che mi chiede di aspettare un attimo (va a parlare con una persona). Dopo un po' torna e mi dice "Non abbiamo informazioni da dare".
Cerco di risponderle, ma non mi fa finire la frase e riattacca.
Chiamo di nuovo la sede centrale e, come prima, sento inizialmente la musichina di attesa. Stavolta però non solo inizialmente, ma per molti minuti. A un certo punto la telefonata si interrompe. Riprovo. Stessa musichina. Infinita.
Nuovamente, io e tante altre persone abbiamo provato a chiamare la sede centrale di Eurospin, ma rispondono che "non hanno niente da dichiarare". Che è un altro modo per dire "Non ce ne importa nulla". L'unico linguaggio che capiscono è il calo del clienti che potrebbero avere. Per questo c'è bisogno che tutti siano informati e decidano anche in base a questo fatto se fare la spesa da Eurospin o no.
Animal Equality Italia ha indetto un'altra settimana di protesta contro Eurospin, dall’11 al 17 di dicembre.
Carolina Bertolaso, nella sua newsletter di Animal Equality, fa sapere che a San Martino Buon Albergo, comune della provincia di Verona che ospita la sede centrale di Eurospin, sono stati installati 24 impianti pubblicitari di protesta contro l'azienda nelle stazioni degli autobus di tutto il comune, che rimarranno fino al 28 gennaio.
Speriamo che serva a qualcosa!
Già, perché come ho spiegato sopra. interloquire con Eurospin con le buone sembra totalmente inutile. Fra l'altro Eurospin in questi giorni l'ha sparata proprio grossa, auto-attribuendosi cortesia e disponibilità.
Ne ho parlato nell'articolo del 9 gennaio scorso, intitolato "Eurospin si dichiara cortese. Uah uah uah!!!"
Aggiornamento 25 gennaio 2018:
Dalla newsletter scritta da Carolina:
[...] la nostra ultima azione contro Eurospin, l'affissione di 24 cartelloni proprio nel comune che ospita la sede centrale dell'azienda, sembra avere provocato il fastidio di qualcuno... eccone la prova!
Ovviamente mi sono già attivata per fare in modo che il cartellone venga sostituito il prima possibille. Non riusciranno a metterci a tacere! ;)
[...] l'amministratore delegato di Eurospin, Romano Mion, ha cominciato finalmente a dare delle risposte sensate alle nostre mail di protesta, ed una persona della nostra squadra ha ricevuto una mail in cui Mion dice che le uova di galline allevate in gabbia non saranno più in assortimento a breve. Dopo nove mesi di incessante campagna, questa è la primissima volta che Mion dà cenni di stare lavorando alla questione.
La battaglia non è ancora finita. Che significa "a breve" ? Una dichiarazione che non indichi una data certa vale poco o nulla. Ma un passo avanti è stato comunque fatto. Speriamo di risolvere prima possibile...
Aggiornamento 13 febbraio 2018:
Nella newsletter di Animal Equality Carolina scrive:
[...] l'amministratore delegato ha recentemente iniziato ad affermare in
alcune sue mail che Eurospin ha smesso di vendere uova di galline
allevate in gabbia!
E invece uova di galline allevate in gabbia sono ancora in vendita nei supermercati Eurospin. E no, non può trattarsi di rimanenze: Carolina prima di inviare questo messaggio ha aspettato il tempo necessario affinché le rimanenze dovessero essere vendute o smaltite per scadenza.
Aggiornamento 23 febbraio 2018:
Ho scritto di nuovo a Romano Mion e all'ufficio marketing di Eurospin. Il mio messaggio:
Fin ora non ho ricevuto nessuna risposta da parte vostra. Chiedo per l'ennesima volta se e quando Eurospin cesserà la vendita di uova di galline allevate in gabbia. Questa crudeltà non può continuare.
Rispondetemi.
Mion mi ha risposto brevissimo messaggio. E io ho ri-risposto alle tre cose che mi ha detto (riportate qui sotto in viola), citando in vari punti anche un'altra email che ho ricevuto, quella che l'ufficio marketing di Eurospin aveva inviato a me e a migliaia di persone:
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> C'è scritto da qualche parte che devo rispondere a tutte le centinaia di > mail che ricevo?
No, anche perché non è necessario.
Basterebbe scrivere la risposta sul sito Internet.
> Le uova da galline allevate in gabbia sono state eliminate dai nostri scaffali
Lei
dice "Dai nostri scaffali", e non "Da alcuni nostri scaffali". Quindi
il significato è equivalente a "Da tutti i nostri scaffali".
Ma allora si metta d'accordo con chi stamattina mi ha scritto un messaggio dall'email marketing@eurospin.it, dicendo una cosa ben diversa, e cioè
"abbiamo
eliminato le uova da allevamenti in gabbia dalla nostra piattaforma
logistica di Romentino (negozi del Nordovest) e nei prossimi mesi
seguiranno le altre zone d’Italia".
Quindi le uova di galline allevate in gabbia sono ancora in vendita in molti negozi Eurospin.
Quindi
uno dei due non dice il vero, esagerando in positivo o in negativo, e
visto ciò che è successo fin ora posso farmi una idea abbastanza chiara
su quale fra le due sia l'ipotesi più probabile.
E non è la prima
volta che Eurospin scrive cose non vere: tempo fa Eurospin ha scritto a
Carolina Bertolaso di Animal Equality che le uova di galline allevate
in gabbia sono state eliminate dalla vendita (senza riferimenti a zone
specifiche d'Italia, proprio come ha fatto lei adesso). Passati da
quella comunicazione i giorni necessari affinché non si potesse dubitare
che eventuali uova del genere fossero delle rimanenze, molte persone
sono andate nei vostri negozi a controllare, verificando che erano
ancora in vendita.
> spero che nessuno più mi scriva per questo argomento.
Come
dicevo sopra, il modo per non ricevere troppe email esiste: visto che
le domande sono sempre le stesse, scrivete la risposta una sola volta, e
scrivetala pubblicamente. Non ci posso credere che abbia bisogno di un
consiglio così banale. Ma va beh.
Comunque l'email che le sto
scrivendo riguarda principalmente un argomento diverso, pur collegato al
precedente: il vosto atteggiamento.
Riguarda questo argomento
una seconda raccomandazione che potrebbe tornarle utile: non prendete in
giro le persone. Se ne accorgono.
Un esempio di presa in giro da
parte della vostra azienda, oltre a quello di cui ho parlato sopra? Le
altre cose scritte nel suddetto messaggio che ho ricevuto stamattina,
tipo
"Fino a ora non abbiamo risposto perché la nostra politica
prevede di riconoscere solo i clienti come interlocutori, non i media né
le organizzazioni di qualsiasi genere". Eppure le email e telefonate
che avete ricevuto provenivano anche da privati, non solo dallo staff di
Animal Equality. E comunque non mi pare abbia alcuna giustificazione la
scelta di non rispondere a qualcuno, si tratti di privati o di
organizzazioni.
Oppure:
"Già al momento in cui ebbe inizio la
campagna di Animal Equality, nel marzo 2017, avevamo in vendita un solo
articolo di uova da allevamenti in gabbia sulle sei tipologie
disponibili in Eurospin, più di qualsiasi altro operatore del canale
discount"
...Come se vendere un prodotto etico giustificasse la
vendita di un prodotto non etico. Ma che discorso è? Io non chiedo
l'aggiunta di prodotti etici. Lo so che vendete anche uova etiche. Lo so
che vendete anche carote. Non è la loro mancanza il problema. Io chiedo
che i prodotti non etici vengano eliminati.
Oppure
"Animal Equality era a conoscenza fin dall’inizio della nostra intenzione di eliminare le uova da allevamenti in gabbia".
Bugia
evidente: come avrebbe fatto Animal Equality a essere a conoscenza di
ciò se nella stessa email c'è scritto che non rispondete a
organizzazioni di qualsiasi genere, e perché sul sito web questa
informazione non veniva data? Per "non cedere al ricatto", come scritto
nella stessa email? Cioè per spirito di contraddizione nei confronti di
questa associazione avete rifiutato di rispondere a tutte le altre
persone? Suvvia. Chi volete che creda a 'ste baggianate? E da una parte è
bene per voi che non ci creda nessuno, altrimenti fareste la figura del
bambino di 4 anni.
Oppure
"ringraziamo i nostri clienti più
attenti, che sui social hanno difeso Eurospin, sottolineando quello che è
evidente a chiunque frequenti davvero i nostri punti vendita, ossia la
nostra posizione di precursori, all’interno del settore, nel proposito
di eliminare le uova da allevamenti in gabbia".
Precursori? Guardi
che non basta dire che una cosa è evidente per trasformarla in vera e
per ottenere che l'interlocutore ci creda. Specialmente se, come è
facile verificare, è falsa. Esselunga, Carrefour, Auchan, Pam Panorama e
iN's Mercato, hanno preso
le distanze dalle uova di galline allevate in gabbia già da molto tempo,
e lo hanno fatto con un impegno chiaro, comprensivo di una data certa.
Oppure
"preferiamo non fare promesse vaghe, ma comunicare attraverso fatti concreti e verificabili"
Fantastico.
Fatti concreti e verificabili. Ma in attesa (ahimè, lunga attesa) dei
fatti concreti di cui si può fare una verifica (possibilmente senza
bluff perché, vedi sopra, la gente controlla e se ne accorge), sempre
meglio una promessa. Che non obbligatoriamente dev'essere vaga. E che è
sempre meglio del silenzio o di un comportamento demenziale...
...Come
quello riscontrato telefonicamente da me e da tanti altri: quando le
persone chiamavano la sede centrale di Eurospin per informazioni
relative alle uova venivano dirottati al numero verde. Quando chiamavano
il numero verde ricevevano il suggerimento di chiamare la sede
centrale. Quando chiamavano di nuovo la sede centrale spiegando che
questo era stato suggerito dall'addetto del numero verde, la risposta
era "Non abbiamo risposte da darle". Provare a rispondere a questa frase
(anche pacatamente) era inutile, perché la vostra operatrice
riattaccava in faccia.
Comportamento sbrigativo e maleducato giustificato dal non aver tempo da perdere?
No:
se vogliamo farne una questione di perdita di tempo (dovuta comunque a
una reticenza nello scrivere un comunicato veritiero sul sito)
pronunciare quella frase avrebbe richiesto lo stesso tempo rispetto a
un'altra frase che avrebbe fornito informazioni, del tipo "Cesseremo la
vendita presto, di sicuro entro dicembre 2018". O anche "Eurospin fa
come gli pare e se ne frega delle galline".
Insomma, prima di
lamentarsi della comunicazione degli altri nei confronti della propria
azienda bisognerebbe assicurarsi che la propria azienda comunichi in
maniera veritiera e trasparente, eliminando le cause della protesta e
del boicottaggio, anziché aggiungerne altre. Vale a dire comunicare
senza aggravare la propria posizione prima col silenzio e telefoni
riattaccati in faccia, e poi con messaggi di risposta che offendono
l'intelligenza delle persone. Che per quanto potrà sembrarvi strano non
solo hanno un cuore, ma anche un cervello.
Marco
P.S.:
E a volte hanno anche un blog. Non avrà mica pensato che tutte queste
parole le scrivessi per farle leggere solo a lei e all'arrampicatore di
specchi del reparto marketing, eh.
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Aggiornamento 13 marzo 2008:
Carolina qualche giorno fa mi ha fatto sapere che il 3 marzo il servizio
Clienti di Eurospin ha scritto via email a numerose persone che avevano
protestato, chiedendo dove questi abitino e scrivendo:
"la mia
richiesta era perché, avendo già eliminato le uova allevate in gabbie
nelle aree: Valle D’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli
Venezia Giulia, Trentino, Emilia, sud Calabria e Sicilia, volevo capire
se potevo già rassicurarla che nel suo punto di vendita di fiducia, non
c’erano più uova allevate in gabbia. Contrariamente se Lei non è di
queste zone avvisarla quando anche nella sua area saranno eliminate (le
stiamo eliminando in tutta Italia).
Per quanto riguarda il comunicato
ho visto molti concorrenti fare comunicati, ma oggi nei loro scaffali
in queste aree trovo ancora le uova allevate in gabbia.
Non sono meglio i fatti delle parole?"
Sarebbe
bello sapere che finalmente Eurospin ha deciso di agire in modo
corretto, ma purtroppo sono state trovate uova da allevamenti in gabbia
dopo il 3 marzo in punti vendita di Lombardia, Veneto e Calabria.
Quindi non possiamo fidarci di Eurospin. Dobbiamo insistere per ottenere
un comunicato pubblico e consultabile da tutti.
Dunque ho scritto nuovamente all'azienda il seguente messaggio.
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Sono state trovate uova di galline allevate in gabbia dopo il tre di
marzo in punti vendita della Lombardia, del Veneto e della Calabria.
Regioni in cui la vostra azienda, con un'email inviata a varie persone, ha
dichiarato di aver già cessato la vendita di uova di questo tipo.
Non
mi sembrate dunque titolati a criticare l'incoerenza dei vostri
concorrenti scrivendo "Non sono meglio i fatti delle parole?".
Sì,
sono meglio i fatti. Ma visto che i fatti non ci sono ancora, iniziamo
dalle parole. Parole non via email, ma sul vostro sito. Ancora non si
capisce bene cosa vi impedisca di scriverle lì. Io a dire il vero
un'idea ce l'avrei: un impegno pubblico come una dichiarazione sul sito
aziendale offre il fianco a uno sbugiardamento molto più clamoroso.
Altro
che "cedere al ricatto", di cui parlavate settimane fa. Non si chiama
ricatto. È una legittima richiesta per conto di chi non può difendersi e
parlare. E il boicottare la vostra azienda è una legittima e naturale
conseguenza di un comportamento come quello di Eurospin, che di nuovo
dimostra di appoggiare pratiche crudeli e di nuovo dimostra di prendere
in giro le persone.
SCRIVETE UN COMUNICATO SUL VOSTRO SITO CON
UNA DATA CERTA PER LA CESSAZIONE DELLA VENDITA DI UOVA PROVENIENTI DA
GALLINE ALLEVATE IN GABBIA IN TUTTA ITALIA.
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Aggiornamento 5 aprile 2018:
Dalla newsletter di Animal Equality apprendo che il direttore Marketing di Eurospin Luca Burgazzoli ha risposto ad alcune mail ricevute su questo argomento affermando che le uova di galline allevate in gabbia sono in fase di
smaltimento in tutte le regioni di Italia a parte la Puglia, dove
verranno comunque eliminate a breve.
E però... ancora niente impegno pubblico. Solo email private...
Aggiornamento 12 aprile 2018:
Le uova di galline allevate in gabbia non sono più presenti nei punti
vendita di molte regioni di Italia. Segno che Eurospin ha dato retta...
in parte.
Sì, in parte, perché senza un comunicato pubblico non c'è
garanzia che l'azienda non tornerà a vendere uova di galline in gabbia
in futuro.
Per questo, come suggerito nella newsletter di Animal Equality, ho scritto il seguente messaggio a Eurospin:
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Prendo atto della cessazione della vendita delle uova di galline allevate in gabbia da parte di Eurospin. Ma mi tocca anche registrare la vostra riluttanza a prendere un impegno pubblico.
Che potrebbe essere rappresentato dallo scrivere, sul vostro sito, una precisa dichiarazione, come "Eurospin non venderà mai più uova di galline allevate in gabbia". L'unico motivo che mi viene in mente per il quale continuate a rifiutarvi di scrivere una dichiarazione pubblica è conservare la
possibilità, in futuro, di tornare soi vostri passi.
SCRIVETE SUL VOSTRO SITO UNA DICHIARAZIONE PUBBLICA.
E no, un'email di risposta non è una dichiarazione pubblica, anche se inviata a molte persone.
Solo così sarete affidabili e me la sentirò, forse, di entrare in un vostro negozio.
Aggiornamento 31 luglio 2018:
Inviata nuovo messaggio a Eurospin:
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Da tempo io e altre migliaia di persone chiediamo a Eurospin di prendere
un impegno pubblico e trasparente a non vendere uova di galline
allevate in gabbia. Eurospin sembra avere interrotto la vendita di
queste uova, ma rifiuta un impegno scritto, pubblico, e consultabile dai
consumatori.
Quando le aziende prendono una decisione
definitiva, si impegnano pubblicamente proprio per dare un messaggio
chiaro ed inequivocabile ai consumatori. Ecco perché molte aziende come
Esselunga, Auchan, Carrefour, Pam Panorama, iN's Mercato e Lidl Itaia,
hanno già fatto questo passo. Voi no. Il direttore marketing Burgazzoli
ha risposto ad alcune persone dicendo che Eurospin non prenderà un
impegno.
Perché?
Cosa vi costa?
Facile immaginarlo. Tutto lascia pensare che volete lasciarvi aperta la possibilità di tornare a vendere quelle uova in futuro.
Burgazzoli
ha suggerito di controllare la presenza di uova di galline allevate in
gabbia nei loro punti vendita. Ma Eurospin ha più di 1100 punti vendita
in tutta Italia. In che modo un consumatore potrebbe mai controllarli
uno ad uno?!
La vostra mancata trasparenza non vi conferisce certo affidabilità.
Il
fatto che al momento le uova di galline allevate in gabbia non siano
presenti sui vostri scaffali non costituisce una garanzia che non
tornerete a venderle in futuro. Senza un impegno pubblico, io non mi
fido e quindi non metto piede in un vostro negozio.
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Aggiornamento 31 agosto 2018:
Finalmente Eurospin ha pubblicato un comunicato con la tanto attesa dichiarazione. Dato com'è andata la cosa, direi che il motivo non risiede nella pietà per gli animali. Molto più probabilmente Eurospin ha capito che questo gli conveniva fare per salvare la faccia.