14 dicembre 2011

La CEPU di Firenze mi ri-ri-ripropone il corso per mediatore civile


CEPU Firenze, leggi attentamente qui sotto e, forte delle tue tecniche di apprendimento, cerca di memorizzare almeno il succo.

Ho ricevuto una telefonata da una vostra impiegata che mi ha proposto un corso per mediatore civile.

Già mesi fa sono stato contattato due volte da voi. Le conversazioni, riassumendo e schematizzando, sono andate così:

- Lei ha compilato il nostro modulo online per avere informazioni. Fissiamo un colloquio?
- Voglio conoscere prima di tutto i prezzi, perché se non rientrano nel mio budget so già che è inutile fare il viaggio fino a Firenze
- Non ce li ho sotto mano.. ehm.. posso sentire..
- Bene, allora chieda e mi richiami.
[il giorno dopo]
- Allora, è interessato?
- Allora cosa? Ho spiegato alla sua collega che non rischio di venire a Firenze inutilmente e che una prima scrematura voglio farla per telefono sapendo i prezzi, altrimenti non sono interessato, e ho capito dalla voce della sua collega che più che non averli sotto mano non me li voleva dire, quindi non sono disposto a venire a sentire la vostra proposta.
- Ok, allora arrivederci

Poche ore fa sono stato ricontattato nuovamente da una vostra impiegata. E ritonfa:

- Ho spiegato alla vostra impiegata che sono già stato contattato mesi fa, che mi rendo conto che c'è la regola markettara di parlare di soldi solo dal vivo, ma non per questo faccio un viaggio per venire a un colloquio se prima non mi vengono detti i prezzi per telefono.
- Mi ha risposto che non li sa neanche lei, "perché" ci sono diverse formule.
- Le ho risposto che nulla vieta alla Cepu di fare una pagina internet con queste formule e di inviarmi il link (in realtà lo vieta il fatto che con questa procedura si acchiappa di meno, ma non è colpa mia se con me la "tecnica del prezzo solo dal vivo" in questo caso ha l'effetto opposto).

...E l'impiegata ha pensato bene di concludere con la più classica e stupida delle deduzioni: la peperina ha detto che questo significa che non sono interessato a un corso per mediatore civile.

Non è che non sono interessato a un corso di mediatore civile.
E' che non sono interessato a perdere i mio tempo con voi.

Allora perché vi scrivo un'e-mail così lunga?
Scrivo un'e-mail così lunga Perché non sarà solo un'e-mail...
...Ma anche un articolo per i lettori del mio blog, che immagino mediamente molto più recettivi di voi...

Orsù, smettetela di fingere di non capire e cancellate ogni mio dato da ogni vostro archivio.


Marco Malatesta


Aggiornamento:

Risposta della CEPU Firenze:
Precisazione: dalla sede di Firenze non la sta contattando proprio nessuno
la prego di controllare il numero dal quale riceve le chiamate.


Risposta mia:
Ragà, organizzatevi.  Poco importa se il vostro call center è a Firenze o a Catanzaro... Il servizio per far comparire il numero sul display del telefono fisso ha un costo, e io non voglio spendere per il fatto che non comunichiate fra voi...
La persona che ha letto la mia e-mail non è la diretta interessata?
Riferisca a chi di dovere. A Firenze sono stato invitato ad andare, e  alla sede di Firenze ho scritto.. mi pare plausibile.

Su Facebook mi scrive Daniela, che viola il CEPU-Segreto:
per un corso di un messe, 1 ora.giornaliera 4.400 euro pagabile in 3 anni

Risposta mia:
Noooooo!!! Non lo volevo sapere via chat, ma VIA TELEFONO!!!!

:-D

09 dicembre 2011

L'origine del rifiuto dell'intimità sessuale: la paura che possa piacere

Se qualcuno mi tocca il gomito senza che io ne abbia una gran voglia, non mi metto a piangere, né la ritengo una grande offesa.
Se non ho voglia di un massaggio ai piedi, ma qualcuno me lo fa, comunque non posso dire che si tratti di una cosa spiacevole.

E quando si tratta di fare sesso senza averne voglia?

Com'è noto, in questo caso la questione cambia, e cambia in maniera differente fra maschio e femmina (umani).

L'attività sessuale, di per sé fisicamente piacevole, può essere a livello mentale spiacevole, e la spiacevolezza mentale può eliminare quella fisica, in particolare per una donna, che rispetto all'uomo in media è più "severa" nella sua selettività. Nel senso che, se per qualche motivo a un uomo è richiesto di fare sesso con una donna che non gli piace per nulla, magari potrà provare un senso di disgusto e successivamente raccontare la vicenda agli amici e farsi due risate su quanto faceva schifo quella donna, mentre una donna che si trova in una situazione analoga la considera come tutt'altro che da ridere (la cosa si ribalta quando si tratta di scambiarsi anche solo un bacio sulla bocca fra persone dello stesso sesso eterosessuali: di solito la donna potrà avvertire un certo disagio, ma molto meno di un uomo, che considera baciare un altro uomo qualcosa di estremamente schifoso e in più degradante per la propria reputazione e la propria identità).

Ecco che ai miei occhi scende in secondo piano la spiegazione della selettività sulla base dell'inconscia volontà di migliorare la specie ("per avere figli dai maschi migliori occorre non occupare per 9 mesi la pancia a causa di inseminazioni da parte dei peggiori"), mentre acquista credibilità la spiegazione basata sulla volontà, più o meno conscia, di coerenza e di stare al riparo dal giudizio da parte di sé e degli altri.

La tesi della selettività per migliorare la specie infatti è quanto meno debole e insufficiente: esistono casi in cui una donna rifiuta un uomo oggi sostenendo in buona fede che mai si unirebbe a lui per niente al mondo, per poi cambiare idea fra 6 mesi e fidanzarcisi nonostante lui abbia lo stesso carattere, lo stesso comportamento e lo stesso fisico. Non si può quindi dire che la scelta dipenda da fattori ancestrali che le hanno consentito inconsciamente di scegliere l'uomo giusto da cui avere figli più forti, perché se così fosse allora l'avrebbe scelto anche durante il primo approccio.

La verità è che, salvo antipatie e altri specifici motivi di repulsione, rifiutare il contatto fisico più o meno intimo con un maschio corrisponde per una donna a un'auto-censura: rifiuta da un amico una carezza, un massaggio, il tenersi per mano, etc per un motivo simile a quello per il quale un suo fidanzato sarebbe altrimenti geloso. E cioè rifiuta questi contatti perché ha paura che le possa piacere, quando dal punto di vista razionale e culturale manca l'"autorizzazione" affinché lei possa cercare o trarre piacere da questo uomo.
Quindi il disagio che una donna sostiene proverebbe a fare sesso con un uomo "magari bello, ma che non le interessa" è un disagio auto-imposto: per obbedire a un retaggio sociale senza sentirsi da questo soggiogata, deve trovare il modo di sentirsi a disagio, sentirsi incoerente nei confronti di regole limitanti provenienti da altre persone, o inventate di sana pianta, o già esistenti in lei, ma di cui ingrandisce l'importanza enormemente, trasformando un'esperienza "carina, ma che non è il massimo" in un'esperienza estremamente spiacevole. Perché se così non facesse, si ritroverebbe ad essere aperta ai propri desideri completamente e ad avere la tendenza a conoscere sensorialmente una grande quantità di uomini, quindi statisticamente ad avere rapporti sessuali con molti di loro, cosa socialmente non accettata. Sarebbe quindi costretta ad auto-censurarsi non più inconsicamente, ma coscientemente, a "resistere alle tentazioni", il che sarebbe molto più faticoso e stressante.

05 dicembre 2011

Una persona fredda...

Freddezza: l'accusa che una persona arrabbiata rivolge ad un interlocutore per invidia della sua serenità e frustrazione di non riuscire a irritarlo.

- Mi sembra che tu ti arrabbi un po' troppo facilmente quando ti si contraddice.

- Tu invece non ti arrabbi e rimani impassibile, freddo. La freddezza è ancora peggio di urlare [= peggio per chi? Naturalmente per me che sono invidioso].

- E invece come dovrei essere?

- Non dovresti essere freddo.

- Però "non freddo" non è una gran bella spiegazione. Sai dirmi come secondo te devo essere invece di dire come dovrei smettere di essere? Esempio: se io ti dico che secondo me non dovresti essere irascibile, sono in grado di dirti come dovresti invece essere, e cioè calmo, paziente, sereno. Ma dopo che tu mi hai detto che non devo avere questa misteriosa freddezza, com'è che invece dovrei essere di preciso per farti contento? Mi devo mettere a urlare? Piangere? Battere i piedi per terra?

La parola "freddezza" e derivati, quando usati per indicare il comportamento, sono parole usate per dare una descrizione soggettiva, proprio come il freddo inteso dal punto di vista fisico: si dice che un oggetto è freddo quando la persona che lo tocca sente una sensazione di freddo, perché abbiamo una mano molto più calda.
Allo stesso modo, una persona che ne descrive un'altra come "fredda", sta parlando solo di sé stessa e della sensazione che prova rapportandovisi. E il giudizio varia in relazione a quanto il giudicante è... caldo.