08 maggio 2010

Macrolibrarsi.. ma non erano proprio complottisti a denunciare e odiare la censura?

Veramente tremendo l'atteggiamento di chi vende libri complottisti in nome della libera informazione sostenendo (con tesi tutte da dimostrare, per usare un eufemismo) che questa viene impedita... e allo stesso tempo censura una recensione che, senza fare trolling e con razionalità, critica uno di questi libri negativamente.

Mi riferisco alla casa editrice online Macrolibrarsi, che ha messo in vendita il libro di Ryke Geerd Hamer intitolato "Testamento per una Nuova Medicina" e ne ha rimosso la recensione di Ilario D'Amato.

L'editore di Macrolibrarsi Giorgio Gustavo Rosso, il 5 aprile 2008 pubblicò un penoso articolo della rivista "Scienza e conoscenza" che fra l'altro accusava Wikipedia di essere al soldo delle case farmaceutiche, soprannominandola "Farmapedia".

Ilario D'Amato ha dato una risposta a questo articolo e alla censura della propria recensione alla pagina


che fa parte del suo sito-dossier sull'ex medico tedesco Hamer.

---

E che dire di Internet BookShop (IBS.it) ?

"Prova a scrivere una recensione anche vagamente critica e vedi che succede: non te la publicano. Ho scritto una recensione di un CD musicale dicendo semplicemente che la cantante è brava ma che a differenza dei due precedenti album, l'ultimo ha solo una canzone carina, e che quindi non vale la spesa. Non mi hanno mai pubblicato la recensione, pur avendo io provato a mandarla più volte"

(Grazie per la testimonianza ad Antarax Erewan, collaboratore del Centro Studi Modus Mentis di Pescara)


---

E di Amazon?
Come testimonia Osvaldo, utente di una mailing list a cui sono iscritto, "Vengono lasciati alcuni commenti negativi per darsi un minimo di credibilità... molti vengono rimossi"


Bah.

Evviva la trasparenza, gran segno di qualità.


02 maggio 2010

Dei "fedeli" cattolici rifiutarono di farsi confessare da un prete negro

Fattariello raccontatomi da una signora il mese scorso che pochi giorni prima di Pasqua si trovava nella chiesa della parrocchia La Ginestra, a Montevarchi.

Lei ed altre persone aspettavano il prete per confessarsi. A un certo punto una disse che il prete era arrivato.

Vero.
Ma si trattava di un prete negro.
Un'altra signora rispose che non voleva confessarsi da lui, perché era extracomunitario.

Più tardi arrivò il prete italiano... E in coda per confessarsi da lui si formò una fila di persone ben più lunga di quella per confessarsi dal prete negro. Ad ascoltare questo racconto c'eravamo io, la parente di un paziente e un'infermiera-suora indiana.
La suora difese le persone che avevano preferito il prete italiano, sostenendo che ognuno è libero di scegliere il prete che vuole, e che magari erano abituati con quel prete lì.