29 giugno 2020

Vi spiego la parola "ovvero"

La lingua si evolve. I significati delle parole anche.
Le persone cambiano il modo di parlare, e parlano allo scopo di farsi capire nel linguaggio che odiernamente viene usato da tutti.

Fanno eccezione i giuristi, strani animali che per sentirsi importanti rifiutano di evolversi e di farsi capire dalla gente. Animali a cui non costerebbe nulla scrivere e dire "oppure", ma che purtroppo sono allergici a questa parola e preferiscono usare l'equivoco "ovvero".

Che malattia hanno per non limitarsi a usare "ovvero" come lo usano le persone normali e cioè come sinonimo di "cioè"? Perché si ostinano a usarlo come se significasse "oppure" ?

Ecco la storia.

In un certo senso "ovvero" tutt'oggi significa "oppure"... un "oppure" riferito non a ciò di cui si sta parlando, ma ALLE PAROLE appena usate per indicare ciò di cui si sta parlando. Vale a dire che oggi "ovvero" significa

"oppure si può dire anche".

Esempio:

"Scrivo con un bastoncino di legno all'interno del quale è inserito un'anima di grafite, ovvero un lapis."

In questa frase "ovvero" significa "oppure", in questo senso:

"[...] un bastoncino di legno all'interno del quale è inserito un'anima di grafite, oppure si può dire anche lapis".

Ecco in che senso oggi "ovvero" significa "oppure". In questo senso, e in nessun altro, nella testa delle persone normali. Anche nella testa delle persone ritardate, in verità. Ma non in quella dei giuristi. Non esageriamo.

Stessa cosa accade per la congiunzione "o" usata come disgiuntivo fra due possibili terminologie:

"Oltre alla tibia, nella gamba è presente la fibula o perone".

È ovvio che ciò non significa "è presente la fibula oppure è presente il perone"; significa che quello stesso osso possiamo chiamarlo fibula oppure possiamo chiamarlo perone).
È ovvio, e quindi non è necessario decidere se attribuire alla congiunzione "o" il significato disgiuntivo linguistico o attribuirvi il significato disgiuntivo fra due cose.

Questa ovvietà non sussiste per la parola "ovvero". Infatti, come molte persone possono testimoniare, se si continua a usare "ovvero" a volte riferito all'oggetto di cui si parla e altre votle riferito alla terminologia (sarebbe a dire a volte con significato di "oppure" e a volte con significato di "cioè"), si continuano a generare inevitabili equivoci e necessità di chiedere spiegazioni su cosa l'interlocutore intenda.

È un dato di fatto che la lingua si è evoluta in questa direzione: le persone normali usano "ovvero" nel senso di "o" unicamente per indicare la possibilità di usare un altro termine. Vale a dire lo usano come "cioè". L'altro uso, equivalente a "oppure" in generale, è obsoleto. Gli italiani hanno deciso così. Per evidenti motivi, è stata una decisione importante di cui si dovrebbe tenere conto se è vero che la lingua serve per capire e farsi capire.

Ma si sa, i giuristi non ce la fanno. Ce la fanno i bimbi della scuola primaria, i giuristi no. Dire e scrivere "oppure" è troppo difficile.

14 giugno 2020

Musicoterapia: Radiohead e chissà quanti altri...

Seguendo il suggerimento di Giacomo Rossetti, egregio cantautore delle mie parti, amico ho guardato su Youtube il video della canzone "Daydreaming" dei Radiohead. Riporto di seguito la traduzione di uno dei commenti che ho poi letto:

« Devo la mia vita, non scherzo, a questa band. Tentai il suicidio nel 2014 e di nuovo nel 2016; in entrambe le occasioni decisi di ascoltare la mia band preferita un'ultima volta. Ogni volta finii col piangere per quanto il mondo fosse bello se visto attraverso i Radiohead. Non esiste nessuna band come i Radiohead; il loro sound è così incredibile, e sarò loro grato per sempre. Anche per questo mi farò un tatuaggio dei Radiohead martedì prossimo ;)
Aggiornamento: mi sono fatto il tatuaggio della figura dell'album "Amnesiac"... lo amo! »



Riporto anche la traduzione di un commento che ho letto sotto al video di un'altra canzone dei Radiohead, sempre suggerita da Giacomo, "I promise".

« Ho 36 anni; ho avuto un cancro 12 anni fa. Ho sopportato il trattamento più doloroso che un essere umano può sopportare, fino a quando arrivò il benedetto giorno in cui mi dissero che ero guarito. Il fatto è che quando mi ero sentito ferito e prostrato, la sola band che ascoltavo erano i Radiohead, specialmente l'album "Ok computer". Per qualche ragione quella musica mi ha aiutato ad andare avanti. Non so come spiegare... è magica. Così, adesso che questa canzone mi si ripresenta, per qualche ragione tutta l'energia del provare a sopravvivere a una malattia mortale, tutta la speranza che avevo, tutto l'amore e la pazienza che dovetti avere, tutto mi torna in mente. E con lo stesso stato d'animo con cui PROMISI di sopravvivere, ascolto questo capolavoro. Dovevo sopravvivere. Adesso ho una moglie e una figlia. Quando ero malato ancora non le conoscevo, ma adesso sono grato a me stesso di aver promesso che sarei sopravvissuto, e aver promesso che anche questa disavventura sarebbe passata. Grazie Radiohead per esserci stati ogni volta che avevo bisogno di voi. Sia in passato, quando sopravvissi all'inferno, sia adesso, mentre apprezzo anche le più piccole cose insieme alle persone che amo. Grazie, Mr. Yorke [Thomas Edward Yorke, cantante dei Radiohead] »



E questo è il frutto della mia ricerca durata pochi secondi. Quindi deduco che... chissà quanti artisti hanno aiutato, con la loro musica, persone in difficoltà.

Davvero da non sottovalutare, la musicoterapia.

04 giugno 2020

Scegli un consulente di forniture domestiche onesto!

Un consulente sulle forniture domestiche è un professionista aggiornato sui i contratti proposti dalle varie aziende fornitrici di energia elettrica, gas e telefonia, e consiglia al proprio cliente il contratto che in quel momento conviene di più. È utile a chi vuole assicurarsi di scegliere bene senza analizzare le varie offerte, che è cosa lunga analizzare e confrontare.
Dunque il consulente sulle forniture domestiche è una persona di cui ci fidiamo ciecamente, perché legge i contratti al posto nostro per poi riassumerceli a voce, spesso interrotto da noi che, non avendo il tempo di ascoltare ciò che ci dimenticheremo due minuti dopo, gli rispondiamo "Ok, se conviene facciamolo".

Fra tutti i consulenti, dunque, quale scegliamo? Uno a caso meglio di no.

Ecco un esempio di uno a caso.

Pochi minuti fa (la prima stesura di questo post risale al 4 giugno 2020) vengo contattato telefonicamente da un tizio che si presenta come consulente sulle forniture domestiche.

Riassumo il diallgo:

- Come ha preso il mio numero?

- Lei ha scelto di essere cliente del mercato libero e così facendo ha autorizzato a rendere visibili i suoi dati ai consulenti [prima fesseria, inventata di sana pianta e fra l'altro smentita dal fatto che anche nei contratti di mercato libero esiste la scelta "sì" / "no" sul concedere l'autorizzazione a essere contattati ai fini di marketing]

- Io sottoscrivendo il contratto ho barrato "No" all'autorizzazione per pubblicità telefoniche.

- Ma registrandosi al sito del fornitore è ripartito tutto da capo, cioè lei così facendo ha fornito di nuovo l'autorizzazione ad essere chiamato [seconda fesseria: la registrazione al sito di un fornitore serve a ottenere l'accesso al sito, e se serve anche a fornire autorizzazioni sulla privacy ci dev'essere un'apposita casella da selezionare, dedicata solo a quello, e non obbligatoria (e io di sicuro non ho dato autorizzazioni ad essere contattato per pubblicità né nel contratto cartaceo né online)]

- Quindi io per non essere contattato come dovrei fare?

- Dovrebbe, tramite un avvocato, chiedere all'azienda di bla bla bla

- Tramite un avvocato?! :D

- Eh sì, tramite un avvocato [terza fesseria: chiunque può revocare in autonomia il consenso al trattamento dei propri dati, sempre che l'abbia davvero concesso]

Il fatto che si tratti di fesserie, cosa già facilmente intuibile, mi è stato confermato dal mio attuale consulente sulle forniture domestiche: mi ha detto che lui, come tutti gli altri, è in possesso solo del numero di telefono delle persone che gliel'hanno dato direttamente, e che i soli altri numeri telefonici che un consulente (o chiunque altro) può reperire e usare legalmente per pubblicità sono numeri di persone che hanno autorizzato un'azienda a cedere quel loro dato a terzi.

Quindi il tizio che mi ha chiamato ha reperito illegalmente i miei dati personali (fra cui numero di telefono e indirizzo associato alla fornitura di energia elettrica).

Visto che un consulente, come dicevo prima, dev'essere una figura di cui ci fidiamo (dato che in un certo senso mettiamo i nostri soldi in mano a lui), è lecito pensare che un ottimo requisito affinché lo scegliamo è che non menta.
Di conseguenza, anche se non avessi già avuto il mio consulente e avessi avuto intenzione di sceglierne uno, mi sarei comportato esattamente come ho fatto: ho evitato di ingaggiare lo spammer spara-fesserie e ho dato il mio contributo per mettere in guardia gli altri da tale faccia tosta su Tellows, sito in cui si recensiscono i numeri di telefono e che fornisce un'app per visualizzare il modo con cui i chiamanti sconosciuti sono stati classificati dai recensori.

Quindi? Quale consulente vi consiglio?

Vi consiglio Samuele Miluso. L'ho conosciuto non perché mi ha disturbato chiamandomi senza autorizzazione, ma perché la sua fidanzata (che lavora con lui) è stata una mia paziente e fui io a chiederle che mestiere faceva.

Le sue consulenze sono gratuite (guadagna solo dalle commissioni riconosciutegli dall'azienda per cui il cliente firma il contratto, indipendentemente da quale essa sia), e avverte sempre quando capita un'offerta di un piano tariffario migliore.

Io invece scrivendo questo articolo guadagno semplicemente il piacere di premiare una persona che lavora bene e che mi ha fatto risparmiare. Contattatelo e ditegli che vi mando io. Meglio via e-mail:  samuele.miluso@mvmconsulting.net. Se volete chiamarlo al cellulare: 3923938444... Ma preferisce via email, perché non sempre può rispondere al telefono se sta lavorando.