La connotazione di oggettività che viene spesso data al concetto di educazione è più assurda dell’affermazione che in Italia si parla l’italiano, quando l’italiano è la lingua parlata unicamente dai doppiatori e da pochi altri che per motivi specifici (più che altro di lavoro) hanno maturato una buona dizione.
Così come in ogni regione esiste un dialetto che piega in vario modo e in varia misura la lingua italiana, in ogni coppia (o gruppo) di persone esiste uno specifico codice di comportamento (a volte così insolito che non vale per nessun’altra coppia). Esso si forma e si plasma sull’incrocio delle esigenze dell’una e dell’altra persona. Ecco che una stessa azione può essere cafona se commessa nei confronti di una persona con cui si condivide un dato codice, e perfettamente accettabile se commessa nei confronti di un’altra persona con cui si condivide un codice diverso. Ogni azione sgradita che nel codice di una coppia o gruppo non è stata ancora contemplata deve essere, per una buona convivenza, oggetto di negoziazione per aggiornare il codice stesso, e non oggetto di giudizio: senza il riferimento ad un codice aggiornato, pronunciarsi su un’azione giudicandola di per sé cafona è lo stesso che indicare un atto come illegale senza specificare in quale nazione.