29 agosto 2020

Forze del disordine mentale

Forze del disordine
Qualche anno fa un mio amico mi ha detto una cosa interessante rivelatagli da uno psicoterapeuta: gli agenti delle forze dell'ordine hanno seri problemi psicologici. E no, per la maggior parte non sono problemi psicologici creati dal mestiere. È il contrario. Si arruolano nelle forze dell'ordine molti uomini che già di suo hanno problemi.
 
La cosa non mi sorprende.

Pensiamo agli agenti che hanno ammazzato Cucchi, Aldrovandi, Uva e tante altre persone inoffensive. Questi episodi hanno in comune le seguenti caratteristiche:

- Non si trattava di situazioni di grande tensione, tipo sommossa popolare, con cui di solito si giustifica lo sbarellamento emotivo del poliziotto o carabiniere, che lo induce a esagerare con la forza. Lo scenario era questo: una persona singola e disarmata, che non voleva né avrebbe potuto usare la forza, picchiata a morte da più agenti.

- I reati che gli agenti commettono in questi casi tipicamente non sono finalizzati a rubare al povero malcapitato soldi, gioielli o droga da rivendere, o a ottenere altri vantaggi. L'unico scopo è il piacere di fare del male e di sentirsi potenti.

Credo che queste due osservazioni siano sufficienti per dire che la peculiarità di questi mostri non è essere stressati, né essere sottopagati. Molto più semplicemente sono fuori di testa. Quindi, sotto un certo punto di vista, più pericolosi di molti comuni delinquenti. Almeno un rapinatore, di solito, se gli dai quello che vuoi non ti fa del male.

Le persone fuori di testa dovrebbero essere tenute lontane da armi e potere. Se così si facesse non dico che si risolverebbe, ma forse si mitigherebbe il problema della malapolizia. Invece si preferisce, a seconda di quello che è possibile fare in quel momento:

- Negare il problema (probabilmente è stato il tizio magrolino ad alzare le mani per primo contro i 5 agenti; non può essere che così, perché il tizio magrolino era drogato e gli agenti sono padri di famiglia).
 
- Dire che gli agenti delle forze dell'ordine hanno magari esagerato [notare il "magari", che lascia spazio al dubbio, anche se la vicenda è chiarissima, e notare anche la parola "esagerato", che non è esattamente "sbagliato", è più un "giusto, ma un po' troppo"], però cosa vuoi che siano due manganellate in più a un tossico in confronto al fatto che ogni giorno rischiano la vita per noi? [affermazione fuorviante, ma che funziona in virtù dei film polizeschi].
 
- Dire che gli agenti delle forze dell'ordine hanno sbagliato, ma non è tutta colpa loro, anzi, è colpa più che altro dello stress dovuto al personale sotto organico. È ovvio che se sei stressato non puoi fare altro che picchiare insieme ai tuoi forzuti colleghi un ragazzo di 60 chili.
 
- Dire che quegli agenti non sono giustificabili in alcun modo, ma sono solo mele marce, e per fortuna sono poche, pochissime.

Poche pochissime?
Uhm.
 
Da giornali e telegiornali apprendiamo solo i casi più gravi, cioè quelli di omicidio e lesioni gravi. Ma basta fare un giro sui forum online per leggere quante persone sono state in altro modo vessate dalle forze dell'ordine.
 
Per motivi futili. In scenari di vero e proprio bullismo.

Se gli psicologi, giustamente, non si limitano a condannare i bulli, ma ne analizzano la storia personale e cercano di capire come prevenire il fenomeno, non vedo per quale motivo si dovrebbe fare un'eccezione quando si tratta di bulli pagati dal soldi dei contribuenti, potenzialmente in grado di fare molto più danno rispetto a dei semplici ragazzetti.

Il danno, come si sa, può essere fisico ma anche psicologico. In particolare, essere bullizzati dalla polizia dà la sensazione di non potersi difendere in alcun modo, né adesso né mai, salvo rare eccezioni. Non a caso ogni giorno gli agenti delle forze dell'ordine commettono abusi di potere con schiaffi, pugni, o minacce, sicuri di non essere mai perseguiti, perché per ogni X testimoni che porti tu in tribunale, loro possono portare X+1 colleghi che testimonieranno il fatto che sei stato tu ad aggredirli.

Poi però vanno in giro a dire che ai delinquenti non possono torcere nemmeno un capello altrimenti vengono denunciati. Falso, così come lo è la grande bufala, ripetuta e ri-ripetuta, secondo cui una peculiarità del lavoro delle forze dell'ordine è rischaire la vita ogni giorno. Mi pare che statisticamente siano di più i cittadini a rischiare la vita se incontrano uno di loro che quel giorno si è svegliato particolarmente entusiasta del proprio lavoro. 
Ma la verità non si deve dire e non si deve sapere; in particolare i politici destrorsi destronzi si dicono fermamente contrari al monitorare il loavoro delle forze dell'ordine applicando dei numeri identificativi sulle loro divise e i loro caschi. Il che pone una pietra tombale sull'argomentazioe ingenua (sempre che sia in buona fede) di chi minimizza il problema della malapolizia, dicendo "male non fare paura non avere". Se questo proverbio vale per i comuni cittadini, non vedo perché non dovrebbe valere proprio per tutti tutti, compresi quelli potenzialmente disturbati e al tempo stesso armati.

03 agosto 2020

Se Windows 10 per copiare un file chiede l'autorizzazione...

Circa ogni mese faccio un backup per mettere abbastanza al sicuro i miei dati. Lo faccio manualmente, rudimentalmente, rudemente. Cioè collego al PC un HD esterno adibito al backup, lo svuoto del backup obsoleto, e lì trascino col mouse tutti i file e le cartelle contenute nell'HD "titolare".


Alcune volte (sì, solo alcune volte e non sempre, stranamente) mi è capitato che Windows 10 interrompesse la copia soffermandosi su alcuni file. Compariva una finestra che diceva

"È necessario fornire le autorizzazioni di amministratore per copiare il file."

Sono l'unico proprietario del PC, ed ovviamente sono io il suo amministratore. Di quali autorizzazioni dovrei aver bisogno?

E però non è che si può discutere con un sistema operativo. Così ho cercato in rete la soluzione, che mi è stata fornita da Alvise, proprietario del sito "Angolo di Windows": mi ha linkato il suo post "Come diventare proprietario di un file, cartella o di tutto il disco", in cui parla diffusamente dell'argomento e fornisce le relative istruzioni.

Riassumo qui la strada più veloce, e cioè quella che consente di figurare come proprietario di tutti i file e di tutte le cartelle di un intero disco. Nelle istruzioni che seguono tieni conto che:

- "X" dev'essere sostituito con la lettera dell'unità disco che contiene i file che vuoi copiare;

- "UTENTE" dev'essere sostituito con il nome utente con cui stai usando Windows 10 (se non sai qual è, per scoprirlo clicca sulla lente di ingrandimento accanto a START, digita "account", poi in alto clicca su "Gestisci il tuo account"; nella finestra che comparirà, il tuo nome utente sarà scritto in maiuscolo nella parte destra della finesta, sotto il cerchio; spesso il nome utente è "UTENTE" oppure "ADMIN").

Ecco le istruzioni...

1)

Accedi al prompt dei comandi come amministratore. Per farlo, clicca sulla lente di ingrandimento, digita "prompt" e poi in alto, sull'icona del prompt dei comandi che è comparsa, clicca col tasto destro e scegli "Esegui come amministratore"
    2)

    Digita la seguente stringa, grazie alla quale l'utente verrà autorizzato a modificare o cancellare qualsiasi file e qualsiasi cartella dell'intero disco (in quanto verrà considerato amministratore del disco)

    takeown /F X:\ /R

    e premi INVIO.
    Si avvierà così un processo più o meno lungo, a seconda di quanti file sono contenuti nell'HD in questione.

    3)

    Conclusosi il processo precedente e ricomparso il prompt dei comandi, digita la seguente stringa, grazie alla quale un utente "standard" (non necessariamente amministratore, intendo) risulterà come proprietario di tutti i file e cartelle del disco

    icacls X:\ /grant UTENTE:F /C /T

    e premi INVIO.
    Anche in questo caso si avvierà un processo lungo a seconda di quanti file sono contenuti nell'HD.

    Immagino che per risolvere il problema si possa eseguire il passo 2 senza il 3 o viceversa, ma nell'incertezza consiglio di eseguirli entrambi. Che esperto di compiùte, ragazzi.

    E insomma fatto ciò potrai copiare tutti i file che vorrai senza temere che Windows interrompa la copia chiedendoti inutili conferme.

    02 agosto 2020

    La retorica sulle forze dell'ordine che ogni giorno rischiano per noi

    Quanti agenti delle forze dell'ordine muoiono o vengono feriti in rapporto al loro numero totale?

    Presso questo link del Ministero dell'Interno è scaricabile un elenco delle cosiddette "Vittime del dovere", persone morte o permanentemente invalide per cause connesse al loro servizio nei confronti dello Stato, alle quali o ai familiari delle quali lo stato corrisponde un’indennità secondo la legge 466 del 1980. Fra le “vittime del dovere” ci sono membri di forze dell’ordine, vigili del fuoco, forze armate e altri corpi a servizio dello stato.
    Affinché una persona venga considerata vittima del dovere, deve aver subito lesioni o essere deceduto in alcune circostanze ben specifiche: operazioni di prevenzione e di repressione dei reati, vigilanza a infrastrutture, operazioni di soccorso, attività di tutela della pubblica incolumità, altri servizi di ordine pubblico. Inoltre è necessario che la persona o un suo erede ne abbiano fatto richiesta.

    Ho scaricato il documento, che annovera le vittime del dovere riconosciute dal 27 marzo 1961 al 12 aprile 2019; delle vittime elencate ho considerato solo gli agenti delle forze dell'ordine: carbinieri, poliziotti, finanzieri, agenti del Corpo Forestale dello Stato (ora soppresso e inglobato dall'Arma dei Carabinieri), vigili urbani e guardie carcerarie.
    Ho notato così che nel suddetto periodo, lungo 58 anni, le vittime del dovere fra le forze dell'ordine sono state 1.902. Quindi in media circa 33 all’anno.

    33 vittime all'anno su quanti agenti in totale? Ogni anno il numero totale di agenti è cambiato, e non ho i dati sulle fluttuazioni del numero di agenti dal 1961 a oggi. Esse sono comunque poco importanti di fronte ai grandi numeri che scaturiscono dal confronto che è oggetto di questo articolo, per cui possiamo tranquillamente approssimare come se il numero degli agenti fosse sempre stato quello di oggi.

    Dunque, quanti sono gli agenti dei suddetti gruppi in totale?

    Più di 350.000.

    Confrontiamo la situazione con quella degli operai e facciamo conto che essi siano la totalità dei morti sul lavoro (è una buona approssimazione). Ogni anno i morti sul lavoro in Italia sono più di 1.200 e gli invalidi permanenti per motivi di lavoro quasi 25.000. Totale diciamo 26.000.

    Su quanti operai?

    Circa 8.500.000.

    Ecco che ogni anno la probabilità di morire o avere un'invalidità permanente per cause lavorative è, per un agente delle forze dell'ordine, una su 10.000; per un operaio, una su 330. Trenta volte maggiore.

    Alla luce di questo, i discorsi dei politici di destra sugli agenti delle forze dell'ordine che "ogni giorno rischiano la vita per noi" appare come pura retorica, che fa presa solo su chi non conosce i numeri.
    Questi politici fra l'altro hanno dalla loro parte il fatto che un agente delle forze dell'ordine morto fa più notizia e impressiona di più rispetto a un operaio morto.

    Pura retorica è anche la narrazione, da parte degli stessi omuncoli ansiosi di ingraziarsi fascisti e fascistelli, che descrive gli agenti delle forze dell'ordine come se fossero eroi quotidiani che vogliono bene ai cittadini. La percentuale di agenti che fanno il loro lavoro per vocazione è verosimilmente la stessa di qualsiasi altra categoria di lavoratori (con la differenza che per le forze dell'ordine può esistere una vocazione distorta*).

    Non c'è motivo di pensare che gli agenti delle forze dell'ordine svolgano il loro lavoro per motivi diversi da quelli per cui lo svolgono gli altri, e cioè principalmente per portare a casa uno stipendio, che è uno stipendio normalissimo, con una pensione normalissima, in linea con la maggior parte degli stipendi di dipendenti pubblici. Io sono grato a un carabiniere che fa il suo dovere, ma non più di quanto sono grato al muratore che ha costruito il muro di cartongesso che gli ho commissionato e pagato.

    Poi sarei curoso di raccogliere qualche testimonianza su quanto carabineri e polizia siano scattanti nell'intervenire quando vengono chiamati, dato che più di una volta ho sentito e letto testimonianze secondo cui arrivano volutamente in ritardo per evitare di avere a che fare direttamente coi delinquenti (esattamente il contrario di quello che accade nei film e nei telefilm, che credo abbiano fatto la loro parte nell'indottrinare milioni di casalinghe poi riscopertesi leghiste)... ma chissà, magari anche quelle erano mele marce.

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    * Con "vocazione distorta" mi riferisco a quella di soddisfare la smania di potere, potere di menare e minacciare chiunque impunemente; e sì, anche la storia dei poliziotti che hanno le mani legate e se torcono un capello a un criminale rischiano una condanna è una bufala, altrimenti non continuerebbero a farlo con criminali e non; e anche la storia delle mele marce sta in piedi a fatica.
    In particolare, sulle cosiddette mele marce consiglio due articoli:
    Le forze dell'ordine sono tutte così? Tutte no, ma quasi, di questo blog
    e
    Mele marce is back, di Uriel Fanelli
    Ritengo quest'ultimo articolo interessante, ma non mi trova molto d'accordo su due cose:
    - Dice l'autore che "con 23 milioni di telecamere/microfono in Italia, dette anche telefoni cellulari, prima o poi scoppiera’ il merdone vero". Ma. Se non è scoppiato un bel niente (tranne casi isolati) fino adesso, non vedo perché dovrebbe scoppiare qualcosa "prima o poi". Non mi pare che per i delinquenti i cellulari siano un pericolo maggiore rispetto ai registratori a cassette che c'erano una volta. Questo per quanto riguarda l'audio. Per quanto riguarda i video, invece, rcordiamoci che i cellulari non sono videocamere nascoste in un bottone della camicia. Nela maggioranza dei casi se filmi un delinquente lui si accorge che lo stai filmando, quindi prende il provvedimento di spaccare te e il cellulare stesso.
    Non sto parlando dell'episodio in cui il carabiniere pesta una persona all'aperto, da cui si evince non solo che quell'agente è un delinquente, ma anche uno stupido che non sa controlare i suoi istinti e sa bene di mettersi in pericolo dal momento che potrebbe essere filmato senza saperlo. Parlo piuttosto della delinquenza un capellino più sofisticata. E con "capellino" non sono ironico, intendo davvero solo un capellino in più, come aspettare di aver portato in caserma quella persona prima di menarla.
    - Non mi pare in Italia qualcuno abbia parlato di questi "anticorpi". I fan a oltranza delle forze dell'ordine semplicemente affermano che non ce n'è bisogno.