27 luglio 2019

Presenta la querela in Procura, non alle forze dell'ordine

Il 20 giugno scorso ho ricevuto la notifica dell'archiviazione di una querela per molestia presentata ai Carabinieri nel 2015. Contro chi? Contro ignoti, come ho suggerito nell'articolo "Ingiuria/diffamazione/molestia via web → Querela contro ignoti, anche se sai chi è stato".

Dunque sapevo chi era stato? Eh sì.

Si trattava di molestie telefoniche provenienti da vari call center che si presentavano come promotori di Fastweb, che continuavano a ripetersi nonostante io avessi chiesto ogni volta la cancellazione dei miei dati dai loro archivi.

Beh? Che c'è? Telefonate ripetute nonostante l'invito a smetterla mica costituiranno molestia soltanto quando il chiamante è l'ex-fidanzato. Il fatto che l'autore abbia la partita IVA, tanti dipendenti e lo faccia per soldi e sistematicamente non vedo perché dovrebbe rappresentare un'attenuante. Semmai è un'aggravante.

E infatti il motivo per il quale la querela è stata archiviata non ha nulla a che fare col merito della questione.

Come mi ha spiegato il mio avvocato,

I Carabinieri si son tenuti la querela nel cassetto 4 anni, e hanno trasmesso solo nel 2019 alla Procura, ossia quando erano ormai decorsi i 2 anni di obbligo di tenuta dei log telefonici.
Da qui la richiesta d'archiviazione.

...visto che sarebbe stato impossibile indagare sul fatto.

Ecco quindi un altro insegnamento impartitomi dall'esperienza, e che gratuitamente generosamente giro a te:

Se vuoi fare una querela, consegnala (o falla consegnare dal tuo avvocato) direttamente alla Procura della Repubblica, e non alle forze dell'ordine.

...Perché altrimenti è possibile che le forze dell'ordine mandino tutto in fumo (tanto più che nessuna punizione è prevista per questo tipo di negligenza, quindi non è detto che si sentano spronati a non fare danno)... e tu lo saprai solo quando sarà troppo tardi. Ecco una cosa peggiore della giustizia lenta: la giustizia che non parte neanche.

Chiaramente anche nella Procura della Repubblica potrebbe essere fatto un danno simile, cioè la presa in condierazione della querela quando ormai il reato è prescritto (o comunque tardi abbastanza da rendere molto più probabile la prescrizione rispetto alla conclusione regolare del processo). Ma avere un ostacolo in meno male non fa.

Comunque da un po' di tempo i sedicenti callcenteristi di Fastweb non chiamano più. Mi piace pensare che evidentemente un po' di paura gliel'ho fatta (e invece probabilmente il motivo è un altro... non ne ho idea, ma di sicuro non è per questo).

24 luglio 2019

La brutta esperienza di una studentessa in affitto a Pistoia

Questo è un guest post della mia fidanzatina Bubà. Visitate i suoi blog Invecedistudiare e Bubà disegna, e il suo canale YouTube Bubà. Buona lettura.

No, non è che ho trovato scarafaggi in quella casa: l'immagine però rende l'idea a livello metaforico, perché un "ospite" indesiderato ogni tanto arrivava, e non so cosa avrei scelto fra lui e un brutto animalino che almeno ha il pregio di non essere super-prepotente.

Per motivi di studio ho preso in affitto per due mesi un appartamento di Pistoia, sito in via Benedetto Croce (giugno e luglio 2019... eh sì, luglio deve ancor finire, ahimè, dunque sono ancora qua). Non dico il numero civico, altrimenti rischiamo di beccarci quarantacinque querele a testa, io e l'amministratore del blog di cui sono ospite (che poi si risolverebbero in un nulla di fatto in quanto rileggendo non mi pare di aver scritto nulla di infamante, ma insomma si sa... a volte si dicono delle cose per far leggere fra le righe, quindi...).

L'appartamento, affittato tramite l'agenzia Cortimmobiliare, a cui ho appena dato una stella su Google Maps, ha come proprietario una persona che si è rivelata per nulla gradevole.
Entrava usando le sue chiavi senza avvertire, anziché suonare il campanello. E ogni volta che, per motivi di privacy, lasciavo le chiavi sulla toppa, mi intimava di non farlo.
In pratica, in un torrido luglio in cui la temperatura arrivava anche a 41 gradi, non ero libera di girare per casa semi-svestita senza timore che sarebbe prima o poi sopraggiunto lui, che si giustificava citando il contratto di affitto. Nel contratto c'era scritto che il padrone di casa o un suo delagato (alé! Tutti dentro!) aveva accesso all'appartamento nel caso fossero sussistite "valide ragioni".
Però evidentemente secondo lui c'erano valide ragioni per farmi le sorprese e non avere la pazienza di aspettare la manciata di secondi necessaria affinché io potessi essere pronta a ricevere una persona da cui preferivo essere vista vestita.
La prima volta è stato mentre dormivo. Il sentirmi indispettita è stato quindi preceduto da un bel po' di paura, prima che mi rendessi conto che era entrato in casa non un ladro, ma un maleducato.

Dopo alcuni giorni che continuava a comportarsi in questo modo mi sono rivolta all'agenzia.
In una prima telefonata mi sono sentita dire che avevo ragione, che il padrone di casa sarebbe stato contattato e gli sarebbe stato detto di suonare anziché usare le proprie chiavi.

E invece non l'hanno fatto. Neanche dopo ripetuti solleciti. Quando l'agente è venuto col proprietario per mostrare l'appartamento ad un'altra studentessa affinché lo condividesse con me, ho ribadito la cosa, e lui ha risposto che sarei stata contattata nel pomeriggio. Niente da fare: pochi minuti prima della chiusura degli uffici ho dovuto chiamare io, altrimenti la mia istanza sarebbe stata ignorata per l'ennesima volta. Conversazione con parole supercazzolo-concilianti alla vasellina, piene di "magari", "buon senso" e simili. E infatti, nei giorni successivi, il proprietario ovviamente non è stato contattato, né per questa questione, né per fargli presente, come da me richiesto, che la porta del bagno non si chiudeva da dentro in modo sicuro (da fuori si poteva comunque entrare), motivo in più per non sentirmi a mio agio quando facevo la doccia, sapendo che il proprietario poteva entrare nell'appartamento da un momento all'altro.

Sì, avevo preso in affitto un appartamento in cui, ad eccezzione della camera, gli spazi erano condivisi. Certo, condivisi con altri inquilini, al momento inesistenti, non col padrone di casa!

...Ah, no: sulla carta i coinquilini non sarebbero inesistenti: dopo un mese che stavo lì, mi dice che un inqulino c'è, ed è suo figlio, che pur non prsentandosi mai se non per questioni logistiche (con le stesse modalità del padre) addirittura ha la residenza lì... Sì, l'ho saputo solo in quel momento. Né il padrone di casa, né l'agenzia mi aveva avvertito di questo prima di allora.

E quando ho fatto presente al proprietario del problema della porta del bagno, come ha reagito? Ha cambiato discorso e non ha voluto andare a controllare.

Il mio fidanzato, nel pomeriggio in cui era venuto a trovarmi e in cui il proprietario aveva fatto l'ennesima incursione, ha provato a fargli capire qualcosina, ma senza successo: il proprietario si era innervosito e alla fine gli aveva detto che stava facendo fare una brutta figura a me. La risposta era stata immeritatamente benevola: "No, perché sono sicuro che sei abbastanza intelligente da non giudicarla in base a come mi comporto io". E invece macché.
Io né in quell'occasione né in altre avevo mai alzato la voce, né usato parole o toni poco gentili. Eppure nei giorni seguenti si è rivolto a me in modo scorbutico al punto di essere per questo ripreso anche dal figlio.

Durante quella discussione, parlando di pudicizia, spazi condivisi e libertà di muoversi svestiti in casa, quando gli faceva comodo tirava fuori l'argomentazione che suo figlio (maschio) era inquilino, però poi si aspettava le scuse da parte del mio fidanzato per avermi fatto visita (mentre ero l'unica affittuaria) in quanto era un maschio in un appartamento che lui affittava solo a femmine affinché siano a loro agio.
E, qualche minuto dopo essersi vantato di essere più vecchio di lui e conoscere le cose della vita più di lui, come un bambino di 5 anni aveva detto di essere disposto a chiedere scusa a me, ma solo a patto che il mio fidanzato chiedesse scusa a lui [articolo correlato: Sono adulto, portami rispetto, bimbo].

Fra le sue perle, ricordiamo un paventato terribile pericolo: secondo lui il mio fidanzato, non comparendo nel contratto, non avrebbe dovuto essere presente nell'appartamento (né di notte né di giorno), in quanto la sua presenza avrebbe costituito un'illegalità (turbo-fantasy diritto), illegalità che avrebbe potuto essere rilevata da un controllo delle forze dell'ordine, che possono effettuare controlli in un qualunque orario che va dalle 5 di mattina alle una di notte. Fattogli notare che questo tipo di controlli vengono eseguiti solo se c'è il fodnato sospetto di un reato (non un turbo-fantasy reato inesistente), ha portato come esempio una ragazza che ha ricevuto dei controlli. Solo che questa ragazza, a differenza di me, era nota per il fatto che si prostituiva. Una differenza che evidentemente il proprietario ha considerato irrilevante.
Ma poi ha considerato irrilevante anche sé stesso, visto che quando il mio fidanzato gli ha detto che non era venuto a visitare lui, ma a visitare me, ha risposto che sì, io ci potevo stare, ma non negli spazi condivisi: solo nello spazio assegnato esclusivamente a me, e cioè in camera. Chissà cosa ci dev'essere dentro al cervello di un uomo che immagina una visita di una persona che dalla porta di ingresso si teletrasporta in camera, che non può andare in bagno e che, pur gli altri inquilini non lamentandosi (per forza: non esistono), deve assecondare in questo modo i capricci di questo nemico giurato della coerenza e dell'onestà intellettuale.
...Che nella discussione, a seconda di quello che gli fa comodo, un po' cita il contratto (che fra l'altro è scritto coi piedi ed è troppo interpretabile), e un po' sostiene cose non scritte nel contratto, né in alcuna legge, dicendo che beh, è questione di buon senso. Il suo buon senso, ovviamente. Che come avrete intuito è buono al massimo per concimare i campi.

Insomma, m'è capitata un'accoppiata davvero sfortunata:

- un padrone di casa che rifiuta di farmi un favore che non gli costa nulla, cioè avere l'educazione di suonare il campanello e quindi evitare di aprire con le proprie chiavi se sono in casa, e che mi proibisce di lasciare le chiavi sulla toppa senza che da questo derivi alcun vantaggio per lui;

- un'agenzia che sembrava avere come unico scopo tenersi buono il proprietario di casa, per quanto scorretto potesse essere.

Fra l'altro 2 mesi di affitto sono costati circa 1000 euro. Non mille euro per un appartamento con pareti d'oro con uso esclusivo. Mille euro per un appartamento in cui l'unico spazio privato era una piccola camera, e con l'eventualità di incursioni di uno zoticone + eventuali altre persone.

Che consiglio posso darti per evitare problemi simili? Siccome difficilmente troverai un contratto con scritto tipo "Il padrone di casa deve suonare e non usare la propria chiave se l'affittuaria è in casa", almeno prima di firmare parla chiaramente sia col padrone che con l'agenzia di questo aspetto.

14 luglio 2019

Va bene ridicolizzare gli ignoranti saccenti? Sì.

Una persona che spesso viene in mente quando si parla di blastare chi spara fesserie e lo fa pure orgogliosamente è l'immunologo Roberto Burioni, che ai sedicenti esperti di danni da vaccino reagisce con battute mirate a denigrarli e a farli apparire come dei poveri ignoranti presuntuosi, quali del resto sono. Pagina dedicata ai blastaggi di Burioni è Roberto Burioni che blasta laggente.

C'è poi il giornalista Enrico Mentana, che pure risponde a commenti super-scemi su politica e geopolitica ridicolizzandone magistralmente i mittenti, e a cui è dedicata la pagina facebook Enrico Mentana blasta lagggente.

Fanno bene? Fanno male? E io? E te? Come dovremmo comportarci?

Più di una volta ho letto / ascoltato affermazioni di questo tipo:

Quando notiamo persone stupide e ignoranti che convintamente sostengono bufale o tesi antiscientifiche, non bisogna rispondere ridicolizzandole, perché le indurremmo, così facendo, a rafforzare la loro idea invece che a cambiarla; deridere chi spara sciocchezze non è quindi un buon modo per avere una società più informata, anzi, così si ottiene l'effetto opposto.

È vero?
No.

L'interlocutore che afferma una sciocchezza, può essere fondamentalmente di due tipi:

- razionale, cioè magari convintissimo della propria tesi, ma disposto a metterla in dubbio se gli vengono presentate argomentazioni abbastanza persuasive;

- supercocciuto, cioè talmente legato alle proprie convinzioni che troverebbe troppo doloroso riconoscerle come sbagliate (potrebbe ferire il suo orgoglio, scardinare il suo senso di appartenenza a un gruppo, etc);

Analizziamo dunque i due casi...

Se stai parlando con un interlocutore razionale, che risposta otterrai mettendolo in ridicolo? Dal momento che essere razionale non significa non avere emozioni, inizialmente potrà reagire cercando di ottenere più che altro una vittoria retorica, anteponendola alla ricerca della verità.
Forse lo farà mettendo una chiosa seguita dal rifiuto di continuare la conversazione? No, questo non devi temerlo. Perché in tal caso si tratta di un supercocciuto, per il quale ti rimando a qualche riga più sotto.
Se davvero è un interlocutore razionale, sarà comunque disposto a continuare a parlare; magari lo stile di uno dei due o di entrambi continuerà ad essere retorico-battagliero, ma assieme alla retorica non mancheranno i contenuti. E sarà sempre di più sui contenuti che davvero il confronto si reggerà, sia nella sua testa, sia nella testa dell'eventuale pubblico.
Se invece stai parlando con un interlocutore supercocciuto, come detto sopra, sussiste la pressoché assoluta impossibilità di fargli cambiare idea (particolarmente matto è il fenomeno del bias del ritorno di fiamma, per il quale il supercocciuto, se messo davanti a chiare prove della erroneità della sua convinzione, la rinforza anziché modificarla); questa impossibilità rimane tale indipendentemente dal fatto che usi parole gentili o che tu lo metta in ridicolo...
...In compenso però sappiamo che parole divertenti e d'effetto stimolano maggiormente il cervello e rimangono più impresse nella memoria, e di conseguenza ridicolizzare il supercocciuto può persuadere altre eventuali persone che stanno ascoltando o leggendo la vostra conversazione, sempre che tu porti anche argomentazioni contenutistiche, e sempre che, naturalmente, gli spettatori non siano cazzari supercocciuti anche loro (se ti accorgi di trovarti in un gruppo di gente così premi con urgenza il pulsante di espulsione e lasciali precipitare nell'oblìo!).

E insomma blastare non è diseducativo per nessuno; al massimo può accadere che piova sul bagnato o che addirittura qualcuno si avvii alla verità.
Alcune precisazioni che a molti appariranno scontate, ma che purtroppo per tanti altri non lo sono: tutto ciò non fa del motteggio un ingrediente obbligatorio nelle conversazioni con le teste dure. Anzi, in più di un contesto, es. quello della conversazione fra pari in ambito professionale, potrebbe farti passare da cafone, per quanto belle possano essere le tue battute; in tali casi è meglio evitare o almeno dosare col contagocce. Ricorda inoltre che usare colorite espressioni retoriche è diverso da esprimersi in maniera ingiuriosa o diffamatoria. E ricorda che per blastare devi avere davvero ragione di ritenere con assoluta certezza che la tua tesi è quella corretta: prima di parlare con grande arroganza devi avere la grande umiltà di fare accurate ricerche per sincerarti della sicura bontà di ciò che sostieni.

Detto questo, riassumendo e concludendo:

- La probabilità di modificare la convinzione di un qualunque tipo di interlocutore non dipende dal fatto che tu usi parole gentili o sbeffeggianti;

- Se ti accorgi che un interlocutore sostiene falsità in modo supercocciuto, ed è quindi senza speranze, in geneale è buona cosa argomentare sbeffeggiandolo se ci sono spettatori, così almeno loro potrebbero essere più efficamente persuasi;

- La tesi secondo cui ridicolizzare gli ignoranti supercocciuti produce un aumento di ignoranti o impedisca una loro diminuzione non è mai stata dimostrata e probabilmente è una sciocchezza...

...ma sono disposto a cambiare idea, se mi porti delle prove concrete (e non teorie nate dalla CO2 della sesta birra).

Aggiornamento:

Su FB un mio amico ha commentato così:

"Mmhhh... Il ridicolizzare uno che (reputi) più ignorante e (reputi) più saccente e farlo per avere like ha un nome ben definito... si chiama bullismo.
E se vogliamo rendere giusto il bullismo, questi stessi bulli della parola devono essere pronti a essere lisciati in altri modi ( a schiaffi).
C'è sempre qualcuno pronto a prevaricare più di degli altri.
"

Questa la mia risposta:

- Non ho parlato di ridicolizzare uno che semplicemente reputo più ignorante di me. Come ho spiegato, pur con altre parole, parlavo di ridicolizzare uno dopo che si è palesato come sicuramente ignorante (es. un terrapiattista).
- Inizialmente nel titolo e nell'articolo avevo pensato di usare la parola "bullizzare", ma poi ho cambiato idea, considerato che il bullismo è un'altra cosa. Bullizzare significa, credo, umiliare una persona che non ha fatto nulla di male, al solo scopo di affermare la propria superiorità. Nel caso che ho trattato, la persona ha fatto qualcosa di male (affermare cose false, disinformando e quindi arrecando potenzialmente danno agli altri), e lo scopo non è affermare la propria superiorità, ma fare due risate su quanto grossa sia la sciocchezza che ha detto, il che poi, come ho spiegato, ha come vantaggio una migliore memorizzazione da parte di eventuali terze persone.
- Per un momento mi è venuto in mente anche l'opportunità di specificare che no, non è consigliabile deridere chi potrebbe reagire con violenza, vandalismo o arrecandoti un qualunque danno come ritorsione, ma mi era sembrato troppo banale e quindi non l'ho scritto... Ok, lo scrivo adesso: in quel caso no, non fatelo.


Commenta qui, non su Facebook.
Non commentare come "Anonimo". Se vuoi sapere perché non commentare come "Anonimo" e come fare, leggilo a questa pagina.

10 luglio 2019

Su Facebook non insultare la persona sbagliata!

Si sente tanto dire in giro che purtroppo c'è tanto odio sui social, c'è tanto odio su Facebook, c'è tanto odio sui gruppi Whatsapp delle mamme dei bambini delle scuole primarie, etc.
Ma tutto questo odio è sempre sbagliato? Può essere. Forse qualche volta è giustificato, come nel caso in cui si inveisca contro persone che hanno fatto cose parecchio disdicevoli. O forse è sbagliato anche in quei casi... boh. Non entro troppo nel merito, perché c'entra poco col messaggio che vorrei far passare qui. Il messaggio è...

OCCHIO A NON INSULTARE LA PERSONA SBAGLIATA.

È accaduto, recentemente, che...
Beh, vedi sotto
(non è il primo argomento trattato in questo video; è il terzo)



E perché ho incollato qui la puntata 24 di Malaspeak e le altre no?
Perché questo è un esperimentino.

Siccome attualmente Malaspeak fa poche visualizzazioni, e siccome non mi va di spammare in giro il link del canale o dei singoli video (e non mi va neanche di spendere per sponsorizzarlo), voglio vedere in quanti visualizzeranno questa puntata per il solo fatto che io l'ho piazzata qui su OPIDOS (che ha una sua newsletter con un numero di iscritti a me sconosciuto, perché non la gestisco io, la gestisce Blogger o un qualche suo cugino tramite il widget apposito).

Beh, se ti garba pensaci te a spammarla su Facebook e dove altro vuoi (se lo fanno gli autori è un po' come l'oste che dice che il vino è buono, mentre se lo fate voi è un'altra cosa).

Altre cose da fare, sempre nel caso che ti garbi, è:

- Iscriverti al canale Youtube Psicoperformance e cliccare la campanellina per le notifiche


- Iscriverti alla newsletter del sito www.psicoperformance.com (che ti avverte non solo dei video, ma anche degli articoli sull'evoluzione personale che pur raramente vengono pubblicati)

Coraggio.

Aggiornamento: dopo 4 giorni, 9 visualizzazioni, comprese le nostre e quelle della mia fidanzatina.