31 dicembre 2018

Lo spot di Obiettivo Risarcimento "contro i medici" è da censurare? No.

Ho visto in TV uno spot di Obiettivo Risarcimento, azienda che fornisce assistenza legale per chi ritiene di esser stato vittima di malasanità.



Testimonial è Enrica Bonaccorti, che dice:

«A tutti può capitare di sbagliare, e purtroppo accade anche negli ospedali. Ma tutti, in questo caso, hanno diritto a un giusto risarcimento. Se pensi di aver avuto un danno nella sanità, chiama Obiettivo Risarcimento, oppure vai sul sito Obiettivorisarcimento.it. Riceverai una consulenza gratuita per essere aiutato a raggiungere il tuo obiettivo. Ma facciamoci sentire! Ah... Ci sono fino a dieci anni di tempo, per reclamare quello che ti spetta».

La Federazione nazionale degli Ordini dei medici non l'ha presa bene, e ha scritto alla Commissione di vigilanza Rai invitando a impedire «la diffusione di un messaggio pubblicitario falso, fuorviante e rischioso».

Addirittura Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi (azienda che dà assistenza legale ai medici) ha dichiarato che presenterà una denuncia in Procura, sostenendo che lo spot "fornisce ai cittadini una comunicazione ingannevole e scorretta". Aggiunge che società come Obiettivo Risarcimento hanno come unico obiettivo il risarcimento economico.

In effetti, per quanto ne so io, ogni azienda tende principalmente a guadagnare quattrini, e nel caso di un avvocato, l'obiettivo non è fare in modo che vinca la persona che ha ragione, bensì fare in modo che vinca il proprio cliente.

Ma il fatto che a pensar male spesso ci si indovina non significa che pensar male sia lo stesso che avere le prove sufficienti a un provvedimento da parte di un organo pubblico.

La RAI ha sospeso lo spot e tornerà a mandarlo in onda solo dopo l'eventuale approvazione dell'IAP, Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria.

Cosa ne penso io?

Tutti gli spot pubblicizzano aziende viene incontro a potenziali clienti che hanno una certa esigenza.

Proibire uno spot come quello di Obiettivo Risarcimento andato in onda in questi giorni, dicendo che aizza le persone contro i medici è come proibire una pubblicità di un corso di autodifesa dicendo che potrebbe incoraggiare le persone a usare quelle tecniche per offendere anziché difendersi.
È possibile che ciò accada? Naturalmente sì, proprio come esiste l'abuso in ogni campo. È giusto censurare uno spot? Certamente no, se non dice nulla di illegale o palesemente fuorviante, cosa che questo spot non fa, anche se il mondo è pieno di code di paglia e dunque spesso basta dire "A volte alcune persone della categoria X commettono errori" per essere accusati di infangare l'intera categoria X.

Censurare col processo alle intenzioni e con la coda di paglia sarebbe una ingiusta limitazione della libertà di parola, e per questo spero che nonostante il potere della lobby medica lo spot possa tornare in TV.

Come si legge a questa pagina del sito di Consulcesi, Tortorella, citando i dati dei tribinali italiani, ha affermato (si potrebbe dire "ha ammesso") che "il 97% delle cause intentate in sede civile per risarcimenti in seguito a presunti errori diagnostico-sanitari, finisce in un nulla di fatto".

Dunque qual è il problema? Non il fatto che vengano intentate delle cause, magari da parte di pazienti aizzati da avvocati, ma il fatto che queste cause procedano lentamente a causa di una giustizia malata, e il fatto che raramente, per quanto ne so, viene punito l'illecito di lite temeraria.


A proposito dell'intentare o meno cause in malafede ho trovato interessante (immagino sia veritiero, anche se non posso verificarlo) il dato riportato in questa intervista del 2015 dal presidente di Obiettivo Risarcimento Roberto Simioni: nel 2014 più di 8.000 persone si sono rivolte a quest'azienda, e solo per il 10% circa di questi è stato ritenuto opportuno avviare una pratica legale; da tenere presente inoltre che il cliente non è obbligato ad anticipare soldi per le spese vive, di cui in caso di soccombenza Obiettivo Risarcimento si fa carico, unitamente a tutte le altre spese processuali.

Articolo correlato: Quanti morti per la malasanità? di Marcello Crivellini, esperto nell'analisi degli errori sanitari e docente di Analisi e Organizzazione di Sistemi Sanitari al Politecnico di Milano.
Leggendo questo articolo, datato 2013, troverai una verità molto diversa da quella solitamente divulgata dalla categoria medica: si parla di 45.000 decessi all'anno EVITABILI e circa 500.000 invalidità permanenti EVITABILI. Numeri decisamente più grandi rispetto ai parametri definiti fisiologici, se paragonati con altri stati del primo mondo.
In Italia abbiamo lo stesso numero di eventi avversi evitabili degli USA, che ha una popolazione di 6 volte superiore. In Italia c'è solo da migliorare per diminuire questi eventi, ma qualcuno è più interessato a censurarli, riuscendoci molto bene. Verosimilmente i dati veri rimangono volutamente nascosti a causa dei medici colpevoli di malasanità che mentono ai loro pazienti con un "lo deve fare" o "è stato fatto tutto il possibile", a causa della frequente omertà dei colleghi, col risultato che spesso il paziente non sa e non saprà mai di essere stato vittima di un errore e di aver diritto a un risarcimento. I mass-media divulgano solamente i fatti più eclatanti, che sono solo la punta di un Iceberg.

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