22 febbraio 2017

Una soluzione al sovraffollamento della bacheca di FB

Come ho spiegato nell'articolo intitolato "Facebook = notiziario personale e poco più. O potrei non seguirti", lo scopo principale per il quale Facebook è nato è aggiornare gli amici con le notizie della propria vita. E invece se ne fa costantemente un uso improprio, pubblicando post che con la propria vita non c'entrano. La conseguenza è il sovraffollamento del diario degli amici e quindi perdita di tempo per chi fra loro è meno capace di amministrarlo e ha l'abitudine di scorrere la bacheca per guardarla tutta quanta.

Chiaramente non serbo grande fiducia che i miliardi di utenti cambieranno il loro comportamento per il fatto che io stia spiegando in questo articolo cosa sia opportuno pubblicare e cosa no.

Una possibile soluzione, allora, potrebbe essere adottata dallo staff di Facebook. Quello sì che potrebbe darmi retta, e io lo contatterò (aggiornamento: ecco fatto, ho inviato il consiglio a Facebook dalla pagina dedicata ai feedback degli utenti).
Gli intelligenti programmatori del gran social, com'è consueto nell'informatica destinata al grande pubblico, potrebbero impegnarsi in complicati algoritmi affinché il risultato offra una soluzione semplice e che porti gente sempliciotta a fare meno danno, senza farla troppo affaticare o arrabbiare. Come?

Premetto che attualmente esiste un modo per porre in evidenza le proprie notizie più importanti:

- Si va sulla pagina del proprio diario

- in alto rispetto al riquadro per l'aggiornamento di stato, si clicca su "Avvenimento importante"

- si sceglie il tipo di notizia

- si compila i vari campi (alcuni dei quali opzionali) e si sceglie, se del caso, una foto o un video

- si seleziona chi potrà visualizzare la notizia

- si clicca su "Salva".

Così facendo compare un post che occupa una discreta quantità di spazio, e che quindi è più facile catturi l'attenzione.

Ma questa funzione risulta insufficiente. Non contribuisce a che l'atteggiamento degli utenti Facebook prenda una buona piega, anzi, per certi versi va anzi nella direzione opposta, e questo è dimostrato dai fatti: la maggior parte continua a scrivere le notizie importanti e le robe frivole con lo stessa modalità, e cioè il semplice e classico aggiornamento di stato. Il che è anche compresibile: se ogni volta che parlo di una cosa che mi riguarda usassi lo strumento "Avvenimento importante" sembrerei un "invadente" che cerca di mettersi esageratamente in evidenza per notizie anche di importanza media o medio-bassa.
Ma la distinzione di cui sto parlando non è "cose poco importanti / avvenimenti importanti" (fra amici è normale dirsi anche cose non importanti).
La distinzione di cui sto parlando è "cose che riguardano la tua vita / tutto il resto".

...E non trovo buona cosa che venga percepita come normalità l'aggiornamento di stato contenente link esterni, barzellette, etc, e che venga percepita come eccezione una notizia che riguarda l'utente. Un motivo in più per ritenere lo strumento attualmente fornito da Facebook non adatto allo scopo di riportare questo social all'utilità per cui era nato e per facilitare la gestione del tempo di chi lo usa.

Io propongo un'altra cosa.

Facebook potrebbe obbligare, in fase di scrittura, a una veloce classificazione del post a seconda che sia un post "proprio" (in tutti i sensi), e cioè riguardante la propria vita, oppure un post "extra". E rendere possibile, in bacheca, il raggruppamento di queste tipologie di post.

Ad esempio nell'area per la creazione dell'aggiornamento di stato potrebbero comparire delle voci tipo "post su di me" e "post extra", e dopo aver scritto un aggiornamento di stato potrei dover scegliere una di queste affinché il pulsante "Pubblica" diventi cliccabile.
Per "post extra" si intende una barzelletta, una perla di saggezza, un video divertente, etc. Un post che se i miei amici lo leggono bene, altrimenti pazienza, perché non riguarda la mia vita.

Quanto alla lettura della bacheca, dovrebbe essere possibile in 3 modalità, ciascuna velocemente selezionabile dall'utente con un clic:
  • "tutti i post", per far comparire la bacheca come nello scenario attuale (contento te...)
  • "solo post importanti", per far comparire in bacheca solo i post contrassegnati dai loro autori come riguardanti la loro vita
  • "solo post extra", per quando uno ha del tempo che davvero gli avanza e vuole dedicarsi a una distratta lettura extra delle robe interessanti o divertenti consigliate dagli amici
E se un utente sbaglia a contrassegnare il suo post (distrattamente o volutamente)?
Beh, ci dovrebbe essere la possibilità per chi lo legge di segnalarlo. Dopo un certo numero di segnalazioni, la punizione potrebbe essere ad esempio l'impossibilità per 3 giorni di pubblicare aggornamenti di stato. Oppure semplicemente il lettore smette di seguirlo.

Aggiornamento del 19.9.2017:

In occasione del questionario che Facebook mi ha proposto, ho tirato fuori una variante della strategia su spiegata.
Facebook, anziché affidarsi all'appropriatezza di uso da parte dell'utente, potrebbe cercare di individuare automaticamente la tipologia di aggiornamento di stato e di conseguenza decidere in quale dei due feed inserirlo. Ad esempio, se semplicemente scrivo qualcosa senza nessun link, è molto facile che io stia scrivendo qualcosa che riguarda la mia vita. Se invece invio un link di un giornale online o di un video YouTube, è probabile che io voglia proporre qualcos'altro. Certo, è possibile che io linki un articolo di un mio blog o di un mio canale YouTube. Per questo dovrebbe esserci la possibilità di associare il proprio profilo personale Facebook a un sito e a un canale YouTube, affinché Facebook riconosca certi link come riguardanti la mia vita e si comporti di conseguenza quando si tratterà di inserire un aggiornamento di stato in uno dei tue tipi di feed.

15 febbraio 2017

Come commentare questo blog (e in generale i post di Blogger)

Pensavo fosse scontato, ma così non è. E allora facciamo un post anche su questo. Sì, perché non basta scrivere "IMPORTANTE" a lettere maiuscole sotto alla grande scritta rossa "Posta un commento". C'è chi salta a piè pari le cose importanti, preso dalla foga di chiacchierare. Bah. Frustate, sai...

Sarà anche una buona occasione per tranquillizzare chi sospetta che io censuri colpevolmente chi dissente dalla mia opinione. In realtà censuro (a volte subito, a volte dopo un po' che ho sopportato) solo chi si comporta in maniera scorretta.

Chiaro, questo è il mio blog, dunque cosa è corretto e cosa no viene deciso dal regolamento che io stabilisco. Detto così a qualche utonto può sembrare tirannico, ma basta pensarci un secondo per capire che se funzona in questo modo per le abitazioni non c'è motivo che sia diverso per un blog.

E, come si evince dal titolo, le regole qui sotto riportate fungono anche da consiglio su come commentare su tutti gli altri blog; in particolare la prima riguarda i blog sulla piattaforma Blogger.

Ordunque, ci siamo. Ebbene, per favore:

Non commentare come "Anonimo".
Non tanto per il fatto che voglio sapere chi sei per poterti mandare un commando di sicari che ti facciano a fette perché mi hai contraddetto. Il fatto è che se due persone commentano come "Anonimo", si crea confusione. Quando rispondo e dico "Ma vedi, Anonimo, il fatto è che..." non si capisce a quale dei due io mi stia rivolgendo.
Non devi per forza firmarti con nome e cognome. E non devi per forza identificarti col tuo account Google, o Wordpress, o LiveJournal, etc. Puoi anche scegliere l'opzione "Nome/URL", lasciando eventualmente vuoto lo spazio dell'URL. Così puoi usare anche un nick. Anche un nick provvisorio usa e getta. Ecco come fare:


Non insultarmi.
Non mi piace essere insultato. Se ti senti offeso per quello che ho scritto, parliamone pure. Sì, lo so, a volte dico anche che chi si comporta in una certa maniera è imbecille o robe del genere. Quindi, se ti accorgi che il tuo comportamento ti classifica come imbecille, puoi sempre correre ai ripari facendo tesoro di ciò che ho scritto e cambiando comportamento.

Non insultare altri commentatori.
Altrimenti rischi di essere querelato, e forse rischio di essere querelato anch'io per il fatto di aver ospitato il tuo commento. Quindi se cancello il tuo commento ingiurioso o diffamatorio dovresti solo ringraziarmi.

Non fare il processo alle intenzioni, non mettere a nessuno in bocca parole che non ha detto.
Questo è come dire "impara a leggere", ma mi rendo conto che se non sai leggere è un po' troppo riassuntivo. Ci vorrebbero delle lezioni vere e proprie. Beh, cercati qualcuno che ti dia una mano. Oggi giorno le ripetizioni di italiano si trovano a prezzi davvero bassi, data la disoccupazione dei laureati in materie umanistiche.

Leggi bene l'articolo e i commenti precedenti al tuo.
Se scrivi un commento i cui contenuti sono già smentiti nell'articolo in questione o in commenti precedenti, sei ad altissimo rischio censura e ignoramento. E no, non sono io che manco di rispetto alla tua libertà di espressione, ma tu che manchi di rispetto al tempo mio e degli altri potenziali lettori.

Per ora mi sono venute in mente queste regole qua. Poi vedremo.
Beh, se hai suggerimenti commenta pure (mi raccomando...).

Aggiornamento:  Se hai suggerimenti su come migliorare/integrare le regole suddette scrivimi un'email. Ho dovuto disattivare i commenti qui perché alcune utenti, volendo commentare un articolo di un'altra pagina che rimandava a questa, scrivevano qui sotto invece che sotto l'articolo in questione (Sigh).

[Link breve a questa pagina: http://tinyurl.com/comecommentare]

09 febbraio 2017

Spam telefonico da Geoplan - "Solo per informare", certo.

Pochi minuti fa squilla il telefono fisso. Rispondo, e c'è una donna che dice di chiamare da Geoplan, e che stanno rifacendo lo stradario.

E dice che vorrebbe fissare un appuntamento con me per spiegarmi come verrà fatto il nuovo stradario, dove saranno aggiunte le varie attività commerciali.

Dice che quello che mi propone è un incontro a titolo informativo, solo per darmi informazioni, per spiegarmi, etc.

Le chiedo cosa vendono. Mi risponde "Nulla".

Le chiedo cosa succede esattamente in questo incontro. Mi risponde che mi verrà spiegato (un'altra volta) come verrà fatto lo stradario. Ma a me che me ne importa come verrà fatto? Lo devono fare loro, mica io.

Dice che successivamente, se la cosa interessa, le persone interessate potranno richiamare, e che però questo incontro, giusto una mezz'ora, è solo per informare.

Quando ti dicono così emerge chiaramente che l'interlocutore o interlocutrice ha ricevuto istruzioni secondo cui deve adoperarsi con le unghie e coi denti a non dire che c'è qualcosa in vendita. Però quando lo fa, l'effetto ottenuto è la voglia di prenderla a calci in bocca. Farebbe pena se non facesse rabbia. E quindi è giusto tortuarala estorcendole dalla bocca cucita la verità, di cui ho già parlato in questo articolo, che a sua volta rimanda anche a quest'altro articolo (ehi, inizio a essere ripetitivo... 3 articoli che parlano della stessa cosa... tipo vecchietto).

Addirittura le chiedo, voglioso di spendere soldi, SE POSSO comprare qualcosa. Mi risponde che il colloqui è a titolo informativo, poi chi è interessato a dei servizi richiamerà. La vendita e l'acquisto sono proprio un tabù per questa signora.

Allora riprovo in un altro modo.

Le chiedo: "Allora, cosa succede esattamente? Una persona viene a parlare con me e mi spiega come verrà fatto il nuovo stradario. Poi, se sono interessato, io chiamo e cosa posso ottenere?"

Risponde che ho la possibilità di far inserire la mia attività commerciale nel loro stradario. Chiedo se questo è un servizio a pagamento. Mi risponde di sì. E che però l'incontro che mi propone è solo per darmi informazioni. Forse pensa che io sia sordo, o forse ha un qualche disturbo del comportamento che le fa ripetere la stessa frase. Non dev'esser bello. Speriamo nella prima ipotesi.

Posso finalmente dirle che quindi sta facendo pubblicità, e questo è illegale, visto che non ho mai autorizzato Geoplan a chiamarmi a questo scopo. Le consiglio di trovarsi un lavoro onesto... Clack.

È chiaro a tutti che sono parolacce espressioni tipo "merda", "vaffanculo", "cazzo", "petaloso", "laicità". E c'è chi si infastidisce e si indigna sentendo cose del genere (non per nulla io di solito evito di pronunciarle o di scriverle). Ora io mi chiedo: perché non vengono inserite nella lista delle volgarità frasi che insultano l'intelligenza dell'interlocutore come "Non è pubblicità, è solo per darle informazioni" ?

...Poi cerco con Google geoplan spam e cosa trovo? Una pagina di tellows con commenti di utenti che hanno avuto esperienze come la mia. Che sommo stupore.

E inoltre... una cosa: ma visto che esistono Google Maps e My Business, che sono gratis... a che serve un servizio a pagamento come Geoplan? Ehi, avrei potuto accettare l'appuntamento per farmelo spiegare. E però no, non voglio fissare un appuntamento con chi dice certe cose che, vedi su, per me sono oscene ed offensive volgarità. Tanto la mia idea TVAST, lanciata nel 2012, non ha avuto nessun successo e non ho voglia di concretizzarla da solo.

Ecco, ho appena finito di scrivere questo articolo e ricevo un'altra telefonata.

- Pronto?
- Pronto?

Quando al mio "Pronto?" c'è una che risponde "Pronto?" riattacco subito. È sempre una callcenterista maledetta.

Ecco, mi è venuta in mente una cosa con cui forse mi farò capire. Mi farò capire, in particolare, dalle callcenteriste femmine un minimo carine.
Callcenterista femmina un minimo carina, hai presente che sensazione hai quando è buio e mentre cammini per strada un gruppo di uomini a te sgraditi ti fischia, o addirittura uno di loro ti dà una pacca sul sedere o ti molesta in un modo del genere? E magari dopo averlo raccontato qualche maschio ti dice "Eh, cosa vuoi che sia, mica ti ha ammazzato o violentato! Sono altri i mali di questo mondo!"
Hai presente come ti senti in questi casi? Ecco, io mi sento più o meno uguale quando tu mi chiami e mi dici quelle cose.

Aggiornamento del 14 febbraio:

Drin drin. Squilla il telefono fisso.
Una donna chiede di me e dice di essere di Geoplan.
Dico io: "Ancora???"
Lei: "Eh sì. Lei qui risulta come persona da contattare, perché non siamo ancora passati da lei a consegnarle il materiale informativo sullo stradario"
Io: "Ma non avevo già parlato con lei? È sempre la stessa che si occupa delle telefonate, giusto?"
Lei: "Sì, se ha parlato con qualcuno ha parlato con me"
Io: "Credevo di averglielo fatto capire: le informazioni, che vengono date allo scopo di vendere, sono comunque pubblicità; dal punto di vista legale lo sono; quindi è illegale chiamare chi come me non ve ne ha dato l'autorizzazione, e che come me è iscritto al Registro delle Opposizioni; e le avevo già consigliato quindi di trovarsi un lavoro onesto. Lo faccia al più presto, mi raccomando."

Impareranno mai?
Non senza sanzioni efficaci, ahimè.
Intanto io, col mio umile contributo, do la mia umile sanzione - quando ho voglia - con questo blog.

07 febbraio 2017

Facebook = notiziario personale e poco più. O potrei non seguirti

Facebook è un bellissimo strumento nato per aumentare il contatto fra AMICI che altrimenti comunicherebbero fra loro molto meno: spiace incontrarsi poco per via della distanza geografica, spiace frequentarsi poco perché i momenti in cui si è liberi non sono gli stessi, spiace non aver tempo per tutti e dover dedicare a qualcuno più tempo, a qualcun altro meno, e a qualcun altro ancora zero o quasi.

Facebook risolve almeno in parte questo problema. In pochi secondi o minuti posso inviare un messaggio a tutte le persone a cui voglio che arrivi. Così, con un dispendio minimo di tempo faccio sapere ai miei amici le novità della mia VITA; viceversa, con un dispendio di tempo molto più breve degli incontri offline, vengo a sapere delle novità delle loro VITE.

Riguardo quest'ultimo aspetto, però, a un certo punto mi sono accorto di un problema. Scorro la mia bacheca, entusiasta di avere velocemente un panorama di informazioni sulle novità delle VITE dei miei amici che altrimenti mi porterebbe ore e ore che purtroppo non ho... ma mi accorgo che lo scrolling della mia bacheca per vedere tutti i post comporta comunque una spesa di tempo eccessiva.

Questo per due motivi. Uno è che (nel momento in cui sto scrivendo questo articolo) ho tantissimi FB-friend, in quanto non ho ancora effettuato una selezione che conto di fare in un futuro prossimo... (non credo l'amicizia su FB si debba mantenere se non si è veri amici davvero, come ho spiegato in quest'altro articolo, e come potrai intuire avere centinaia di veri amici sarebbe bello ma è abbastanza inverosimile).
L'altro motivo, oggetto della trattazione di questo articolo, è che tanti amici usano troppo il proprio diario FB per post diversi da quello per cui FB dovrebbe servire. Post che, invece di parlare delle proprie novità, sono del tipo

"Ragazzi, sentite bella sta canzone"
"Sentite sta barzelletta"
"Leggete sta perla di saggezza"
"Guardate com'è buffo sto bambino / gatto / politico / cinghiale / ..."
"Ve lo ricordate sto giocattolo / motorino / spot pubblicitario degli anni '80? Che tempi!"
"Leggete sto scoop! La merendina cancerogena! / La Tachipirina che fa malissimo! / L'ISIS l'hanno inventato gli USA! / ..."
"Mi raccomando, siate buoni come me, scrivete Amen per solidarietà per questo bimbo nato senza il culo"

...Che sono tutte proposte interessantissime, ci mancherebbe. Solo che Facebook non è nato per questo. È nato, lo ripeto, per tenere in contatto gli amici e consentire loro di raccontarsi a vicenda le proprie novità.

Metti che tu sia uno di quegli amici che, per un qualche motivo, io non vedo mai o quasi mai se non per caso. Metti che per questo motivo io sia grato a Mark Zuckerberg e il suo staff per aver creato Facebook, che mi permette, con i pochi ritagli di tempo che ho ogni giorno, di dare un'occhiata alla mia bacheca per sapere se è successo A TE qualcosa di bello per congratularmi, o se è successo qualcosa di brutto A TE per aiutarti, o se è successo qualcosa di buffo, sempre A TE, per riderci o farci una battuta, etc.
Anche se si ha poco tempo a disposizione, ci tengo a sapere le novità degli amici, visto che abbiamo uno strumento che è fatto apposta e che ha proprio questa funzione.

Però tu non sabotarla, questa funzione. Ti prego. Pubblica le cose con saggezza.

Va bene che tu scriva dell'arresto di quel politico SE TU sei quel politico. Oppure SE TU sei il magistrato che ha fatto arrestare quel politico. Oppure se l'automobile della polizia che portava quel politico in caserma è passata sopra AL TUO PIEDE, fratturandotelo. Insomma, se la cosa un minimo ti riguarda.
E se fai una domanda a me e agli altri amici su un fatto della politica che non hai compreso? Va bene: chiedere un favore agli amici è normale. Lo è anche fare un sondaggio perché cerchi suggerimenti su cosa regalare a tuo cugino per il suo compleanno, o per sapere se è normale che la sua fidanzata si comporti in quel modo in reazione a bla bla bla, o per sapere cosa ne pensano gli amici di qualcosa nel caso in cui tu abbia BISOGNO di saperlo, o tu sia davvero MOLTO CURIOSO di saperlo, perché non saperlo ti crea problemi, tipo una crisi esistenziale, e quella crisi esistenziale riguarda la tua vita. Quindi diciamo va bene.
Va bene anche linkare, come faccio io, i link agli articoli che hai da poco tempo pubblicato sul tuo blog. Si tratta di una notizia sulla tua vita, dato che l'articolo l'hai pubblicato tu.
E invitare a firmare una petizione o a donare dei quattrini per una giusta causa? Qui siamo al limite. Nel senso che se quella petizione o giusta causa non ti riguarda direttamente, si può dire che ti riguardi indirettamente, perché tu tieni molto alla questione ed è sensato che tu inviti gli amici a seguire il tuo esempio. Fermo restando che non è credibile che tu dedichi interamente la tua mente e la tua vita alle petizioni, a meno che tu non lavori ad esempio per Amnesty International. Quindi, come me, fallo con moderazione.

Cosa invece non vorrei proprio vedere sulla mia bacheca?

Post di amici che sembrano dei portalettere di un giornale o di un blog perché quella o quell'altra notizia è interessante, importante, divertente, etc.

E le barzellette? Se sto leggendo un libro sugli insetti della foresta amazzonica e nel mezzo di un capitolo trovo un riquadro con una barzelletta, la cosa non mi piace. Stavo facendo un'altra cosa. Il libro di barzellette lo leggo quando decido che mi va di ridere.
E se sto guardando la bacheca di Facebook (che è un notiziario sugli amici) ? Stessa cosa.

Non interpretare tutto questo pensando che io sia una persona estremamente pignola e irritabile. È un dato di fatto che il tempo della maggior parte delle persone è limitato. E la confusione sottrae tempo e non mi permette di usare come vorrei il poco tempo libero che ho.
Del resto non sarà la prima volta che senti parlare di "perdere tempo su Facebook". L'associazione fra "Facebook" e "perdita di tempo", anche se un po' superficiale e snobbistica, ha un suo perché. Che consiste proprio nel suo uso inappropriato da parte di un utente moltiplicato per tutti gli utenti che segue, che di solito sono molti. Il tempo necessario alla consultazione della bacheca si quintuplica o si decuplica, e fra l'altro aumenta il rischio di distrarsi e perdersi una notizia particolarmente importante su un amico.

Non è che io sia masochista e non ami leggere notizie interessanti, importanti o divertenti. Solo che quando ho voglia di farlo ci penso da me. E se decido che Facebook è per me un luogo dove non solo leggere notizie che riguardano i miei amici, ma anche leggere le notizie, aggiornarmi su un argomento scientifico, guardare vignette divertenti, etc, seguo un gruppo o una pagina dedicata a uno di questi argomenti. Così gli argomenti in più che mi portano via tempo me li scelgo da me.

Ma ipotizziamo pure che tu sia follemente innamorato di un giornale o di un blog a cui è abbinata una pagina Facebook. Lo ritieni troppo, troppo forte, e ritieni che consigliarmi di cliccare "Mi piace" su quella pagina significhi farmi un favore. Te lo sto proibendo? No. Puoi fare un post in cui dai questo consiglio. Condividi con UN post il link alla pagina che ti piace tanto. Pagina che, se lo deciderò, inizierò a seguire, senza che ne linki i singoli post.

E se vuoi consigliare anche quella pagina ai tuoi futuri amici di Facebook?
I tuoi futuri amici, se davvero sono interessati ad ispirarsi alla lista delle tue pagine preferite, ci pensano da soli: il momento in cui diventerete amici sarà un'occasione per loro di visitare il tuo profilo e vedere le pagine a cui hai messo "Mi piace" e i gruppi a cui appartieni.
Già. Pochi lo fanno. Se proprio ci tieni a che lo facciano, puoi sempre prendere l'abitudine di ricordarglielo in chat subito dopo esser diventati FB-friend.

Ecco, ti ho detto come devi comportarti. Vengo adesso a cosa ti accadrà se non ti atterrai alle mie disposizioni.
Beh, ti accadrà che io farò quello che non vorrei mai dover fare: dopo un po' smetto di seguirti.

Mi spiace. Ho accettato la tua amicizia perché ero lieto che tu condividessi con me le tue gioie e i tuoi dolori, perché questo l'amicizia è. Se però in mezzo alle 2 o 3 condivisioni appropriate ne trovo 40 inappropriate... Insomma, pensa a un amico che ti telefona per raccontarti una barzelletta. Non sempre la stessa, intendo. Una nuova ogni volta. Magari trovi le sue barzellette sghignazzosissime. Però lo fa 5 volte al giorno, portandoti via un sacco di tempo che non puoi dedicargli. Cosa fai dopo averglielo spiegato e dopo aver constatato che continua a comportarsi nello stesso modo? Quando vedi il suo numero sul display del tuo cellulare, non gli rispondi più. O almeno gli rispondi solo sporadicamente. Certo, con questo c'è il rischio che lui abbia necessità di contattarti per una questione importante, o addirittura per un'emergenza, e che tu non risponda. Beh, se l'è cercata.

Su Facebook... uguale.

Se non hai capito la similitudine ora forse ti verrà da rispondere che il post su FB non squilla come il telefono e quindi non disturba. È come dire che non va bene il mio discorso perché Facebook è blu e il tuo telefono è nero. La similitudine calza non per l'aspetto dell'urgenza, ma semplicemente per l'aspetto del tempo a disposizione.
Se fra te e la buona comunicazione c'è la stessa somiglianza che fra Trump e Mandela, forse ti viene da obiettare che la telefonata è diretta a una sola persona, mentre il post su FB è diretto a tante persone. Dimenticando che questa non è un'attenuante, ma un'aggravante, dato che continua a sussistere tutto quello che ho detto e in più viene moltiplicato per tutti i tuoi contatti.

Conclusione: se a lungo hai inviato post che non riguardavano la tua vita e noti che dopo aver raccontato della triste scomparsa del tuo animale domestico o di un tuo parente io non ti faccio le condoglianze, o dopo aver annunciato la tua laurea io non ti faccio i complimenti, non è perché io non sono un buon amico. È perché tu non sei un buon utente.

Aggiornamento: circa un anno e mezzo dopo la pubblicazione di questo articolo, ho pensato che una persona che non seguo su Facebook può essere mia amica su Facebook solo se rimaniamo in contatto abbastanza frequentemente (ad esempio dal vivo). Questo perché rimanere amico di una persona di cui per molto tempo non ho notizie non è prudente: se dice o fa una cosa tremendamente sciocca, non ho modo di saperlo e quindi, da buon amico, di rimproverarlo... o di togliergli l'amicizia, se dimostra un comportamento che trovo anti-etico più di tanto. Non sarebbe bello se qualcuno mi dicesse: "Guarda che Tizio mi ha detto/fatto questa cosa orribile... mi stupisco di te, che ci sei amico!".
Dunque ho deciso che, salvo rare eccezioni, un FB-friend che decido di non seguire è un FB-friend che decido di cancellare dalla mia lista di amici.

04 febbraio 2017

Il piccolo negoziante col cartello supplicante

Detesto la poca chiarezza, ed è uno dei motivi principali per cui ho messo su questo blog. Purtroppo spesso le persone non individuano la mancanza di chiarezza in un messaggio, vanno in confusione e in questa confusione, su due piedi, rischiano di dare ragione a chi esprime una visione distorta della realtà o richiama in maniera distorta i valori del lettore o ascoltatore.

Un esempio è l'immagine che da qualche mese sta girando su Facebook, raffigurante un uomo che, all'interno di un negozio, con espressione fra il mesto e l'orgoglioso (lo so, sembra una contraddizione, ma così mi sembra), mostra un foglio in cui si legge:

"Quando fai acquisti in un piccolo negozio non stai aiutando un manager a comprare la terza casa al mare. Stai aiutando una bambina a frequentare lezioni di danza, un bambino ad allenarsi a basket, una mamma e un papà a mettere del cibo sul loro tavolo...
i piccoli commercianti ringraziano"

Se hai bisogno di soldi, dillo chiaramente. "Mandatemi dei soldi, sono in difficoltà". Mi frugherò in tasca e ti darò qualche soldo, se ritengo che tu debba avere la priorità su altre persone che sono in fila per averli (il budget annuale di beneficienza di ognuno purtroppo obbliga a una classifica).

Magari andrò al centro commerciale, dove i prezzi sono più bassi, e col denaro risparmiato ti farò l'elemosina.

Che è esattamente quello che stai chiedendo, mascherando però il tuo messaggio da invito a un consumo responsabile.

Vuoi dirmi che è irresponsabile acquistare nei grandi centri commerciali? Non basta strizzare l'occhio a questo concetto velatamente. Non è di per sé immorale che un manager si compri una terza casa al mare se ha ottenuto lecitamente i mezzi per averla, e non è immorale da parte mia dare i miei soldi a questo manager. Vuoi incitarmi al boicottaggio? Dillo, e spiega le tue ragioni.

Magari mi convincerai e non acquisterò nel centro commerciale (tutti i centri commerciali o solo alcuni specifici? Boh, dimmi tu...). E magari non acquisterò né lì né da te, perché mi state antipatici entrambi.

Insomma... tolti i casi in cui sia doveroso il boicottaggio (e ce ne sono ma, ripeto, vanno spiegate senza generalizzare), l'acquirente acquista pensando al proprio beneficio. Anche fare l'elemosina dà un beneficio, e cioè il piacere di fare del bene.
Invece fare l'elemosina mascherata e travestita da dovere civico, quella almeno a me no, non dà piacere, non ho motivo per farla e fra l'altro ritengo danneggi chi la riceve: se si realizzasse quello che l'ormai famoso signore con cartello ha scritto, il negoziante avrebbe l'illusione di un quotidiano dare-avere alla pari e di essere dunque un bravo commerciante, mentre il suo successo è dovuto alla pietà degli altri piuttosto che alla sua bravura.